sabato 12 ottobre 2013

Kyashan Sins

(o Casshan/Casshern Sins se preferite) finalmente in home video by Yamato

ATTENZIONE: la disamina di Talk0 è talmente approfondita (lunga) che il post verrà editato in tre parti, quindi continuate a seguirci nei prossimi giorni per non perdervi il profondo (lungo) excursus su questo prodotto!


Nel 2009 Yamato Video acquisiva una delle serie di maggior successo del 2008, Kyashan Sins. Oggi, in concomitanza del Lucca comics'n'games 2013 arriverà anche nelle nostre case in home video questo capolavoro animato dalla Mad House che rebootta (ho forse creato un neologismo burino...) una delle storie animate più belle di sempre, nonché fonte di ispirazione per grandi registi come Anno (che proprio da Kyashan dice di essersi ispirato per Evangelion). Quale occasione migliore per parlarvi un po' della storia animata di Kyashan, raccontandovi del suo autore, delle simbologie e delle forte malinconia che lascia nello spettatore una volta giunti ai titoli di coda? E allora tuffiamoci in questo speciale... sempre che non abbiate qualcosa di meglio da fare...


C'era una volta un grande autore. Tatsuo Yoshida, un folgorante genio dell'animazione giapponese che pur mancato ancora in giovane età, a quarantacinque anni, fece in tempo a creare, sotto l'egida della storica casa di produzione Tatsunoko, personaggi animati indimenticabili che ancora oggi appassionano schiere di fan grazie a progetti che ne reiterano il mito. Yoshida è stato padre dell'anime sulle corse action estreme Mach Go Go Go, conosciuto da noi come Superauto mach 5 e in America come Speed Racer e ha portato sui nostri televisori Judo Boy. Ci ha fatto divertire con il Mago Pancione e sognare le curve della sexy cattiva-pasticciona Miss Dronio in Yattaman, uno dei capitoli più belli della Time Bokan series. Ha creato con La battaglia dei pianeti (Gatchaman) una delle migliori serie (non) supereroistiche di sempre, influenzando in modo esponenziale anche il fumetto americano. Ma la punta della sua produzione rimane il “trittico eroico”. Tre opere realizzate dal 1973 al 1975 ma di fatto immortali che affrontano il tema dell'eroe contro il male in riferimento alla storia passata, presente e futura. Eroi ma anche uomini, fragili e perdenti. Autentiche figure tragiche. Nel 1975 come riflessione sulla storia e nemici futuri, che per il 1975 significa la corsa allo spazio e il possibile conflitto con altre culture aliene, vengono realizzate le avventure del cavaliere spaziale Tekkaman. L'eroe per affrontare i nemici con una potente armatura qui si fonde con il robot Pegas, sottoponendosi a una mutazione che ha tutto l'aspetto del martirio, con tanto di cavi-spine che ricoprono il suo corpo e potenti scariche elettriche che lo fanno urlare. A cavallo di Pegas il cavaliere fa a pezzi interi dischi volanti trapassandoli da parte a parte ma agli occhi anche dei suoi compagni appare come un'entità artificiale, distante, da sopportare per necessità e temere per forza. Il cavaliere dello spazio di fatto vive di diffidenza e solitudine. Un anno prima, nel 1974, realizza l'opera più “leggera” del trittico, il guascone, ironico Hurricane Polymar. Eroe con aspirazioni da detective che si contrappone alla malavita presente utilizzando una armatura realizzata con fantascientifici polimeri in grado di mutare la forma e le funzioni dell'arsenale, permettendo a Polymar di volare nei cieli e nello spazio, scavare sotto terra e affrontare gli abissi. Anche qui l'uomo si contorce per diventare macchina, non mancano risvolti tragici, ma la consistenza del suo corpo dell'eroe pare quella della gomma e la forte ironia che traspare dal personaggio lo rendono meno malinconico e sofferente. Un anno prima ancora è il turno di Shinzo Ningen Kyashan.

Shinzo Ningen Kyashan (in dvd by Dynit)


È cronologicamente il primo anime del trittico nonché quello su cui viene rivestito il compito più difficile e doloroso, infondere in un'opera di intrattenimento lucide riflessioni su quello che è stato il secondo conflitto mondiale. Un conflitto tanto ideologico quanto tecnologico, che ha riscritto le dinamiche della guerra moderna quanto il ruolo-distorsione della filosofia moderna nel divenire ideologia. È curioso e innovativo constatare qui come la fantascienza racconti paure “passate”. Di certo robot ed eroi permettono di ammansire i fatti, dividere tra buoni e cattivi, dare una morale a conflitti sanguinari che hanno sporcato per sempre la nostra storia.

Come l'ideologia viene creata dall'uomo pur a buon fine (filosofia), un geniale inventore crea quattro androidi senzienti al fine di portare l'umanità verso un mondo migliore. Le creature però si ribellano al creatore e una di loro, Bryking si mette al comando costruendo un esercito di robot che mira alla conquista del mondo. Le macchine hanno deciso che il mondo migliore per l'umanità è sottoterra, la nuova razza imperante è quella meccanica. L'esercito meccanico senza troppi problemi schiaccia una razza umana impreparata, fatalista e arretrata in poco tempo. L'unico modo per terminare il conflitto è staccare la corrente a Bryking e riprogrammare i suoi robot affinché permettano la ricostruzione del mondo. Ma chi può compiere questa impresa, ben al di là delle capacità umane? Qualcuno che conosce bene il nemico, il figlio dell'inventore. Ma per far fronte a migliaia di nemici questi dovrà compiere il sacrificio massimo, sacrificare-immolare la sua umanità per rivestire la sua anima di un corpo metallico. È lo stesso scienziato a compiere la dolorosa trasformazione. Il nuovo essere si chiama Kyashan ed è un cyborg. Parte uomo, parte macchina. Per non lasciarlo solo nella sua guerra lo scienziato meccanizza anche il suo cane, che assume il nome di Flender, una specie di pastore tedesco metallico cromato di giallo e blu in grado di trasformarsi in veicoli di supporto al nostro eroe. L'uomo dal corpo nuovo (“Shinzo ningen”per l'appunto) inizia così il suo viaggio verso Bryking. La strada che percorre ha tutto l'aspetto e le suggestioni dell'Europa invasa dai nazisti, dei campi di sterminio. Il nemico è qui costituito da ferraglia arrugginita ma l'iconografia nazista rimane tra vessilli che richiamano la svastica, eserciti che marciano perfettamente allineati come in un documentario della Riefenstahl, strutture di comando che rievocano la grandiosità di imperi del passato (il castello ricorda tanto il maniero di Dracula quanto il laboratorio di Frankensten). A capo delle milizie i quattro robot appaiono come caricature di gerarchi e Bryking (che diverrà icona copiatissima per personaggi “cattivi”, ispirazione anche per il M.Bison-Vega di Street Fighter) pare la versione meccanizzata gigantesca e anabolizzata di Mussolini. Ma tra le fila di Bryking c'è una spia, un cigno meccanico al cui interno tragicamente risiede l'anima della madre di Kyashan. La massima figura tragica dell'opera, simbolo del punto di non ritorno cui spinge la guerra, simbolo delle vittime della follia umana.

In Kyashan Yoshida critica di fatto anche la politica giapponese. Nella seconda guerra mondiale i giappi hanno di fatto compiuto, in nome dello sviluppo, una insensata corsa agli armamenti, diventando anzi i produttori di più sofisticate e mirabolanti macchine da guerra tra cui navi da guerra come la Yamato e i velocissimi caccia Zero. Questo ha portato ad un conflitto che si è estremizzato al punto di non ritorno, allo sgancio delle atomiche da parte del paese che ancora oggi si professa garante della pace mondiale. Ma dalle ceneri il Giappone è rinato e ora la sua tecnologia ne fa il faro del progresso moderno mondiale. In senso metaforico anche Kyashan compie questo viaggio. Da figlio dalla tecnologia bellica il suo fine è spegnere (Bryking) e riavviare lo sforzo intellettuale, puntando alla tecnologia per migliorare il mondo. Pur con la consapevolezza che lui stesso è un cimelio, un brutto ricordo che non potrà più tornare a essere uomo ma tuttavia potrà essere amato da Luna, una ragazza che riesce a vedere al di là delle apparenze, al di là dell'arma umanoide creata per combattere (direi in pieno spirito anni '70 di Zambottiana memoria).

Kyashan conquista il pubblico nipponico e allarga la sua fama in tutto il mondo...  

FINE DELLA PRIMA PARTE

5 commenti:

  1. Mi dispiace ma non sono riuscita a finire di vederlo. O lui o la mia voglia di vivere!
    Forse un giorno che avrò voglia di deprimermi un po' lo riprenderò in mano ^^

    PS Non dubito che Anno si sia ispirato ad un'opera di questo genere per creare Evangelion XD

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  2. ah ah ah Sì, è un'opera cupissima, tanto che molti dei suoi temi sono ripresi e caricaturizzati da Yoshida in Yattaman. un felice esempio di autocritica. Al contempo però la trovo un'opera stimolante, sono felice che ci sia e come l'abbiamo riplasmata negli anni. Se arriverà mai quel giorno in cui sentirai forte la voglia di deprimerti considera comunque una opzionale visione ( o ri-visione)di Zambot 3! è una bella lotta tra quale dei due anime sia più tragico ma Zambot mi sa che batterebbe Kyashan : ) Talk0

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    1. Casshan Sins mi son fermato dopo la puntata 7, non è che non mi piaccia il genere ma il pacing è drammaticamente lento nonostante qualche scena d'azione. Ho talmente tanto da guardare che probabilmente morirò prima ed ho preferito lasciar stare per il momento. Se vuoi un anime più triste di kyashan, guardati Bokurano, un opera simile ma migliore sotto tutti gli aspetti. Ti posto l'OP https://www.youtube.com/watch?v=05p646nlYS0

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  3. Mamma mia Bokurano !!!! Sì, lo conosco, seguo il suo autore, Kito, da quando pubblicarono per la prima volta Narutaru in italiano su Kappa Magazine. Ha un bello stile, molto riconoscibile. ho letto pure Bokurano e visto l'anime. hai ragione è tristissimo ai massimi livelli di sadismo : D
    Ma, per me Zambot è imbattibile, sarà che sono della vecchia guardia ^_^.
    Se parliamo di tristezza anche Anohana non è che scherza :D

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  4. Flender pastore tedesco?!

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