venerdì 11 ottobre 2013

“Fuori-collana-Le Storie”: Sergio Bonelli, il timoniere dei sogni




Perché mettere sotto “Fuori-collana-Le storie”? Perché questa nuova proposta editoriale contiene l'Uomo del Texas, un altro pezzo della storica collana “Un uomo un'avventura”, madre spirituale della “nostra” collana Le Storie insieme al documentario "Come Tex Nessuno Mai" di Giancarlo Soldi. Nel fumetto un fuorilegge, salvato da una ingloriosa morte da un vecchio amico ora ufficiale delle giubbe blu, sarà testimone della sfrenata voglia di gloria dell'amico, deciso a muovere l'ultima carica del suo terzo reggimento cavalleria contro indiani che si sono già arresi ufficialmente al nemico e stanno andando a consegnarsi disarmati. Riuscirà un piccolo criminale, davanti alla bestialità dell'impresa dell'amico a fermarlo? 
Ai disegni lo straordinario Gallep, uno dei più straordinari artisti grafici al mondo, l'uomo che ha creato graficamente Tex donandogli un taglio cinematografico che ancora oggi risulta moderno e avvincente. Come sempre nella collana "Un uomo un'avventura" tutto è possibile, anche che le cose finiscano nel peggiore dei modi. La storia porta la firma di Guido Nolitta, alias Sergio Bonelli, figlio dell'ideatore di Tex Gianluigi Bonelli e suo successore alle storie dopo che il padre gli ha passato il timone. Questo "Uomo del Texas" esce nel 1977, quando nel 1975 Nolitta creava il personaggio da lui più amato, Mister No. Se L'almanacco dell'avventura 2014 celebra Canzio e Toppi, questo volume celebra altri giganti delle nuvole parlanti purtroppo scomparsi. Sergio Bonelli e Galleppini (o Gallep). Due nomi importanti per Tex, ma anche per l'editoria Bonelli. Sergio raccoglieva una dura eredità, quella di continuare a scrivere il maggiore personaggio della casa materna (Gianluigi intestò tutto alla moglie) con il rischio di deludere i fan. Di fatto il padre “era Tex”, andava in giro vestito con tanto di cappello e pistole, con cui sparava a bottiglie e lattine, entrava in un bar (o saloon) e offriva da bere a tutti. 
Gianluigi Bonelli
Era un autentico personaggio, si direbbe vittima di quanto lui stesso scriveva, ma anche un uomo generoso, un grande scopritore di talenti e soprattutto un incredibile autore con una granitica visione del suo lavoro. Tex riprendeva sì dal mito americano del West, ma in lui c'è tantissimo del quasi-supereroe, aspetti che lo avvicinano a personaggi come Dick Tracy, Spirit se non appunto... Superman. Tex è infallibile, Tex è indistruttibile.
Sergio Bonelli arriva in tempi diversi. Il padre lo ha nutrito giorno dopo giorno con tutte le proposte editoriali nel campo dei fumetti, ha investito su di lui per renderlo il critico e autore più moderno possibile. L'esordio di Sergio su Tex avviene con lo pseudonimo Nolitta che usò per anni per non richiamare gli onori del padre e far emergere il solo suo, sconfinato, talento. Il suo Tex non è più l'uomo invincibile, è un eroe che può essere anche ferito, finire senza colpi nel caricatore, lasciarsi andare ogni tanto alla malinconia. Sia chiaro, il personaggio rimane e tutt'oggi rappresenta una roccia, l'uomo giusto su cui fare affidamento sempre. Ma Nolitta ne smussa qualche angolo, ne accentua tratti più umani e degni di essere apprezzati da un pubblico che è invecchiato con il personaggio e che dalla invincibilità della vita adolescenziale fa ora i conti con i problemi della vita adulta. Il ranger di Nolitta di fatto ha trainato la casa editrice e gli ha permesso di espandersi, con Zagor (1961) e Mister No (1975). Il Buon Nolitta è stato in ambo i casi fondamentale, l'ideatore principale e maggiore autore... più per Mister No però, diranno i miei lettori zagoristi più attempati. Grazie a queste esperienze la Sergio Bonelli editore è diventata il colosso che ora è (ma un bell'aiuto, non dimentichiamolo, va, in tempi più recenti, cioè da metà anni ottanta, all'inquilino di Craven Road immaginato da Sclavi). 
Sergio Bonelli
L'uomo del Texas è l'ennesima dichiarazione d'amore di Bonelli e Gallep al mito americano: dialoghi veloci, splendidi disegni plastici come solo il maestro Gallep sapeva farne. 64 pagine, di cui quindici dedicate agli autori (4 per gli autori del documentario) che accompagnano il dvd “Come Tex nessuno mai” di Giancarlo Soldi. Un documentario che parla di come sia nata la Bonelli, di Giancarlo come di Sergio Bonelli, dei grandi autori che si sono succeduti negli anni e di quelli che pur sporadicamente ci lavorano. Tutto è ricco di interviste a nomi leggendari e per i fan è sempre un piacere ascoltare e vedere persone come Ticci, Boselli, Roi, Manara, Castelli, Ambrosini, Sclavi. Un documentario così ben fatto non lo vedo dai tempi di quello sulla storia di Daredevil contenuto sull'omonimo film (il documentario di fatto vale più di tutto quel film), che si componeva di interviste a Quesada, Lee, Romita Jr, Romita Sr, Cohen, Miller e Silent Bob. Questo "Come Tex nessuno mai" mi ha dato le stesse vibrazioni, forse perché amo i fumetti, i film e i game quanto quello che ci sta dietro ed è sempre mio enorme piacere tediarvi dove posso con bibliografie più o meno complete degli autori (e spero che questo mio pallino possiate apprezzarlo anche voi... o per lo meno tollerarlo quando esagero). In ogni caso è un interessantissimo contributo che non può mancare a tutti i fan e la cui visione stra-consiglio a tutti, la migliore occasione per conoscere un po' di più di un universo narrativo che da anni appassiona migliaia di lettori. C'è affetto e ricordo per Sergio Bonelli anche nel titolo del mensile di Tex di settembre: “Il segreto del giudice Bean”. Omaggio diretto al “Giudice Bean”, una delle prime storie scritte da Bonelli per i disegni di Sergio Tarquinio, scritto nel 1960 e pubblicato nel 1963, una storia western non di Tex ma per questo non meno interessante. Di sicuro Bonelli oggi manca e tanto. 
Era ancora giovane, poteva fare ancora tante cose tra cui viaggiare per il mondo per portarci sulla carta inchiostrata suoi nuovi sogni e suggestioni. Non sembra ancora reale che sia partito, me lo immagino salutare i lettori con la prima uscita degli Orfani quando so che è impossibile. Bonelli era un grande viaggiatore e osservatore delle realtà umane, poneva tanta attenzione alle popolazioni più povere come invidiava quelle che ancora riescono a vivere a contatto della natura. In quello che faceva ci metteva cuore, riportava tanto di lui nelle tavole di Mr No e delle altre sue opere al punto che se in un viaggio trovava qualcosa di interessante cercava di metterla su carta, condividerla con il suo pubblico. Leggere i suoi editoriali come le presentazioni dei nuovi personaggi dava una dimensione immediata, diretta, dell'editoria italiana. Come Giovanni Rana, che sopra i suoi prodotti “ci mette la faccia” (e le sue lasagne sono strepitose), Bonelli cullava con orgoglio e amore i suoi prodotti, che faceva uscire solo quando pronti, rifiniti e perfetti. Ogni nuovo personaggio ci veniva presentato da lui come un nuovo amico più che il volto di un brand. I suoi fan da sempre lo hanno capito e apprezzato per questo. E sempre lo ricorderanno. 
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