venerdì 21 febbraio 2025

Bridget Jones - Un amore di ragazzo: la nostra recensione del film di Michael Morris che riporta al cinema il divertente e romantico personaggio creato da Helen Fielding e interpretato da Renee Zellweger


Tutte quante siamo state Bridget Jones, almeno per un giorno. Nel corso degli anni l’abbiamo conosciuta prima leggendola: stupendo il primo diario scritto da Helen Fielding. Fresco, spiritoso, da leggere e rileggere nei momenti tristi per farsi una risata. Questa ragazza qualsiasi che riusciva a conquistare l’amore tra mille vicissitudini.

Divertentissimo il secondo diario, con un capitolo dedicato all’intervista della nostra Bridget al suo attore preferito, Colin Firth, interprete di Mr Darcy in una fiction inglese. Ecco quindi l’arrivo dei film. 

La bellissima Renee Zellweger, morbidosa e piena di difetti, sulla scena con il perfettissimo Hugh Grant, nei panni del capo/crush Daniel Cleaver, prima volta da “villain” per lui che veniva dall’essere il timido imbranato di Quattro matrimoni ed un funerale o l’ancor più timido libraio dell’adorabile Notthing Hill. E sulla scena c’era poi proprio lui, Colin Firth, l’interprete dei sogni della scrittrice, l’uomo perfetto per Bridget per “proprietà transitiva”: Marc Darcy! 

Nel primo film Bridget è sovrappeso, beve, fuma, ha un lavoro che non la soddisfa ma alla fine, dopo uno scontro in cui “piovono uomini”, viene amata “così com’è” dall’uomo perfetto. 

Nel secondo film Bridget non riesce proprio a vivere felice, per cui farà di tutto per perdere l’uomo che ama, cacciarsi nei guai con la giustizia thailandese ed infine tornare assieme al suo Mark. 

Ma nuove avventure attendono la nostra Bridget ed ecco giungere un terzo film con nuove sfide per la carriera, nuovi sogni e forse “un po’ meno divertimento”. L’orologio biologico è agli sgoccioli… quale migliore occasione per l’arrivo di un bebè in pieno stile Bridget Jones? 

Il primo film era carino. Forse meno “raffinato” rispetto al libro, ma carino. Il secondo film dal secondo libro prendeva solo spunto, ma si lasciava comunque vedere. Se già per il terzo film pure Hugh Grant “si era già dato alla macchia”… c’era proprio bisogno di un quarto? 

Eppure eccoci qui con il quarto capitolo di Bridget Jones! 

Bridget dopo aver messo su famiglia con l’amore della sua vita, rimane vedova. Ed ecco quindi una serie di avventure che la rimettono “sul mercato” in cerca di un nuovo inizio. Bridget è una mamma a tempo pieno che non lavora. Due sono i bambini Jones-Darcy. Il maschio più simile al padre, timido e introverso, sente la mancanza del genitore e soffre in silenzio. La bambina molto più Bridget e propensa a figure discutibili. Compito di Bridget è accompagnarli tutti i giorni a scuola dove li attende il professore di scienze, ma anche assistente all’ingresso, attraversatore di strisce pedonali e factotum, Mr Wallaker (il sempre super fascinoso Chiwetel Ejiofor). Altre attività non ha. Spinta da consigli da ogni parte dei suoi amici e di sua madre, si ritrova a voler tornare a lavorare e si ritrova pure a non disdegnare l’idea di trovare un altro uomo… eccola quindi alle prese con app di dating.

Un pomeriggio decide di trascorrere del buon tempo in famiglia andando al parco coi bambini. Ed eccoci quindi nella tipica situazione Bridgetoniana: bambini e mamma restano incastrati su un albero. In loro soccorso compare il bel giovane Roxster (Leo Woodall). Ormoni a mille! Ma ecco anche giungere il bel Mr Wallaker….

Inizia quindi una nuova vita per la nostra protagonista. Chatta con il bel Roxster, torna al lavoro, assume la tata perfetta, fa da mentore al suo amico Daniel Cleaver… ma potrà la nostra lasciarsi andare? Lo scopriremo solo alla fine del film…


Quarto capitolo, a questo giro con la regia di Michael Morris, di cui non si sentiva esattamente la necessità ma che invece porta un paio d’ore di risate e simpatia. Più riuscito questo film rispetto al secondo ed al terzo capitolo, che facevano del marchio Bridget Jones una saga più in stile Vacanze di Natale che Harry Potter, però va bene così. 

Bravi i protagonisti, una Renee Zellweger bellissima non dimostra l’età che ha, anche se, mio parere personale, non mi va giù che Bridget sia così magrissima ed in forma… la donna media non riesce ad immedesimarsi. Splendidi, in tutti i sensi, i protagonisti maschili (Ejiofor, Woodall e Grant) che mostrano tre tipologie differenti di uomo che tutte, prima o poi, abbiamo incontrato. Ci sono un sacco di scene buffe e divertenti che fanno molto ridere gli spettatori (il lucidalabbra su tutti). 

La trama riesce a essere fresca e divertente, ma “l’assenza”, sulla scena e nel cuore della protagonista, del personaggio di Colin Firth conferisce una nota particolarmente malinconica e agrodolce a tutta la narrazione. Da qui prende piede un racconto molto tenero e sentito, sul modo in cui la piccola famiglia di Bridget cerca di “ricostruirsi” dopo il lutto: attraverso piccoli genti e occasioni che mettono in luce anche la bravura degli interpreti più giovani: Milla Jankovic nel ruolo di Mabel e Casper Knopf in quelli di Billy.

Molto buffa anche la ginecologa interpretata da Emma Thompson e bravo anche tutto il cast di comprimari che da sempre accompagnano la serie formano ormai una sorta di grande famiglia allargata.

Perfetto da vedere in compagnia delle amiche. 

B-Gis

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