mercoledì 4 novembre 2020

Dragonero Il ribelle n.12 - Dove la luce muore: La nostra recensione a risparmio energetico



In un oscuro bosco fantasy, pieno di nebbia, che sembra maledetto e carico di fantasmi, Ian, Aura e Gmor, insieme ad un nutrito numero di comprimari sacrificabili stile i pigiami rossi di Star Trek, incontrano per l’appunto i fantasmi di cui sopra. O per lo meno una versione tostissima, ultra-fantasy degli stessi, che risultano aggressivi, pompati, in grado di uccidere, probabilmente perché alimentati da una pietra maledetta che ne potenza i poteri. Ebbene sì, ci troviamo in una classica avventura da D&D che definisco di “ricerca dell’oggetto magico per Sandro”. Sandro giocava a D&D con poca voglia, saltava gli after-hours con il gruppo, non c’era mai. Così il suo personaggio rimaneva indietro e il Roby, un game-Master onesto stile metà anni ‘80, invece di appioppare il personaggio di Sandro ad un altro, gli faceva le avventure dedicate per livellarlo a suon di missioni speciali. Quindi pure i nostri eroi oggi sono in cerca di una pietra magica per potenziare i punti magia di Alben-Sandro e presto scopriranno che per ottenerla devono raccoglierne più pezzi dispersi sulla mappa, forse fonderla, forse fare due o tre subquest ed extra. Perché giocare solo per Sandro in fondo è una palla. Così, dopo una strage di pigiamini rossi, che vanno a morire male nella nebbia prima che ne abbiamo assimilato nome, equipaggiamento e punti abilità, i nostri eroi giungono in un villaggio abbandonato, ma dove il cibo non manca sui tavoli della locanda, tipo La città incantata di Miyazaki, ultimo film che deve aver visto il Roby per ispirarsi. I nostri si mettono a mangiare da pagina 22 a 38, magari in attesa che il Sandro si palesi per la sua avventura. Nel mentre nel palazzo dei cattivi, Rodney, il cattivo dal braccio strano, incontra tipi che gli comunicano cose misteriose su persone misteriose. Farà mai qualcosa in questa serie Rodney, a parte tramare e incazzarsi perché non lo tengono in considerazione? Lo scopriremo nelle prossime puntate! Nel mentre Alben-Sandro lo stregone, da tutt’altra parte dello scenario di gioco e immaginiamo pure nel mondo reale,  prova un nuovo bed’n’breakfast consigliatogli dalla nuova guida degli scout erondariani. Il pollo con le erbette al fuoco pirico sembra da paura e c’è pure la stanza con vista panoramica! Perché quel maledetto di Sandro ha alla fine telefonato tirando il pacco, con il master Roby che per disperazione crisi isterica ha cercato di fargli fare un paio di turni in viva voce al telefono, materializzandogli contro un paio di maghetti direttamente al bad’n’breakfast. Tristezza e sconforto, si fa una certa. Nel villaggio misterioso arrivano i misteriosi  abitanti che raccontano al party una storia misteriosa sul fatto che una pietra magica ha incasinato le cose e in buona sostanza per tenere insieme le cose hanno fatto una brutta azione “diverse volte”, il bosco vicino al villaggio è in balia di questi fantasmi, loro si sentono un po’ stronzi per l’accaduto... esattamene come dovrebbe sentirsi un po’ infame Sandro, che sono tre giornate che manca!!! Nel bosco c’è inoltre qualcuno che si è opposto al villaggio, un po’ come la Principessa Mononoke. Si vede che il Roby oggi è in fissa con Miyazaki... sempre meglio di lunedì scorso, quando era in fissa con Nathan Never e aveva riempito tutta la storia di alieni, robot e astronavi. Risolveranno i nostri eroi la situazione ? Del resto è un affare che i villici non potevano gestire fino a quando non sarebbe arrivato un vero eroe! Non uno che pacca!! 



Il mitico Vietti racconta (sicuramente tra e righe) in questo numero uno dei momenti di maggiore sconforto di un appassionato di D&D, quando il tuo compagno di giochi di ruolo pacca e il resto del gruppo non può andare avanti senza inventarsi qualcosa. Perché si fa presto a dire “faccio anche il suo personaggio”, ma è di una tristezza atavica, pare di gestire un morto, non si può sentire. Quindi, in tema di morti “ruolistici”, è giusto che la storia prenda delle atmosfere horror e parli di gente amica che si è fatta fantasma. Ci sono le atmosfere giuste, tra nebbie e avamposti isolati, giungle tossiche (aridaje con Miyazaki), zombie. Ci scappa anche un bel power-up Segreto per Ian in stile Devil May Cry che sicuramente il pubblico (me compreso) amerà. Il ritmo è veloce, come sempre non vengono lesinate le scene di azione, tra cui svetta la sequenza finale, in un tripudio di zolfo e corpi corrotti. Molto bello il lavoro grafico svolto da Fabio Babich e Fabrizio Galliccia dalle prime tavole immerse nella nebbia alla resa traslucida dei fantasmi, passando per la dinamica sequenza che coinvolge Alben. Come già accennato, di forte impatto anche i disegni della parte finale della storia, carichi di mille effetti speciali. Delle diverse filosofie di disegnare Aura, qui si sceglie la via un po’ sexy, un po’ da miss camicetta bagnata, e io apprezzo. 
Un altro numero divertente, leggero e pieno di azione, mentre si avvicina sempre di più un mega-scontro all’orizzonte. Avanti così! 
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