lunedì 14 marzo 2016

Hardcore Henry - trailer


E se la modalità campagna di un gioco alla Call of Duty diventasse un film? Non dico un film generico su Call of Duty, che prima o poi è inevitabile, ma proprio la campagna, "giocata in prima persona" che si trasforma forse nell'evoluzione più estrema del found foutage movie. Via quella cacchio di telecamera a mano, spesso ingiustificabile con questioni di logica e sopravvivenza più primordiali, e benvenuta visione direttamente dalle palle degli occhi del protagonista, in un'estetica da proto first person shooter cinematografico. Certo non è la prima volta che si tenta qualcosa di simile, ci sono stato film d'autore che ci hanno provato e alcuni frammenti di film che hanno fatto ricorso a questa tecnica "telecamera free". Mi vengono in mente le scene di "possessione" di Essere John Malkovich, le soggettive di Lo Scafandro e la farfalla, molte scene di Robocop di Verhoeven, a cui questo Hardcore Hanry sembra ispirarsi in più di un punto, cybernizzazione compresa del protagonista. Ma il referente immediato che per primo mi è balenato alla mente dopo la visione del trailer è il finale di Doom, film del 2005 di Andrzej Bartkowiak ispirato a Doom 3, in cui per un attimo vedevano gli occhi dalla prospettiva dell'attore Karl Urban. Il film, bruttino a dirla tutta, per un istante si impennava trasformandosi esattamente in un livello del videogame.


All'epoca per un videogiocatore questo rappresentava un orgasmo multiplo. Da allora, come una profezia, mi convinsi che per vedere nuovamente qualcosa di simile avrei dovuto fare affidamento solo su un regista dall'altrettanto nome impronunciabile. Ed è arrivata quindi Ilya Naishuller. Naturalmente dietro la supervisione di quel geniaccio di Timur Bekmambetov, il massimo regista russo dell'action, con all'attivo bombette come I guardiani della notte, il film "bello e non palloso" su Lincoln e Wanted. Il progetto è stato supportato da una campagna di crown founding e il protagonista della pellicola, quello che non vediamo perché è in prima persona e l'unico a non avere il cognome in russo è l'attore feticcio di Blomkamp, Sharlto Copley, l'uomo chiamato Chappie. 


Dalle prime immagini sembra che il tasso di spettacolarità della pellicola sia alto. Il contesto fantascientifico -splatter poi ci ricorda , oltre a Robocop, pure cose di questo tipo



L'incognita è se il film riuscirà a tenere alta l'attenzione degli spettatori per tutto il tempo, soprattutto per coloro che non sono soliti guardare su youtube o twich ore di videogiochi giocati da altri. Ma l'operazione ci piace, sembra divertente e sopra le righe quanto basta a diventare un piccolo cult. E se va bene sono stra-convinto che film di questo tipo ne vedremo parecchi. 
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