giovedì 6 agosto 2015

Pixels - la nostra recensione!


1982. Brenner è un ragazzino come tanti, fino a che scopre di possedere un talento incredibile per i videogames. In pochi secondi riesce a comprendere gli schemi di movimento delle insidie su schermo e questo fa di lui il campione della sala giochi locale.
Da idolo di quartiere a contendente del primo torneo di videogames della storia americana il passo è breve. Ad accompagnarlo all'evento c'è il suo amico di sempre Cooper, che ama farsi chiamare "Chewie" per via della sua passione per Star Wars. Nei giochi è una pippa, ma è un drago con il giochino dell'artiglio che pesca i palloni. Solo che l'artiglio non è tra i giochi dell'evento, capolavori senza tempo come Galaga, Centipede, Pac - Man, Q - bert, Defender e Donkey Kong. La sfida, presentata da Dan Aykroyd, è un evento così importante per la cultura dell'epoca che sarà ripresa su videocassetta e inviata dalla NASA nello spazio con una "capsula della memoria" insieme a dischi, libri e altri video degli anni 80, per far conoscere la nostra cultura agli alieni che ci si imbatteranno. Se mai esistessero. E' il momento per Brenner, in breve riconosciuto come campione assoluto di Galaga, di entrare nella storia. Ma la competizione è serratissima e lo porterà a gareggiare per il record più alto con campioni come lui. Ludlow "Wonder kid", un autentico asso del joystick a Centipede morbosamente legato alla nonna e innamorato di Lady Lisa, la protagonista di un gioco fantasy pre-barbarian (ossessione che si rivelerà inquietante più in là nella pellicola). Eddie "Fire blaster", campione dei campioni (peraltro ispirato ad un campione reale Billy Mitchell) , sbruffone e arrogante, recordman di Pacman e  Donkey Kong.


La finale vede contrapporsi Brenner e Fire Blaster a Donkey Kong in una sfida infinita come un incontro di Rocky. Solo che Donkey Kong è un gioco che oltre un certo livello non segue più degli schemi e attacca a caso, aspetto che scoraggia Brenner, che infine nonostante l'impegno perde ai punti.
Ma uno con la mente matematica come la sua sicuramente avrebbe fatto strada in futuro, la sua capacità di ragionamento lo avrebbe sicuramente spinto al MIT. Ma quello del 1982 sarà purtroppo l'ultimo successo della vita di Brenner. Oggi (diventato Adam Sandler) fa il tecnico di una catena audio-video. Vive tranquillo e tra un'installazione e l'altra si mette a caccia di qualche notevole milf come Violet (Michelle Monaghan). È rimasto amico di Cooper (Kevin James), che trova sempre tempo per lui nonostante i suoi impegni da presidente degli Stati Uniti. Chewie ha davvero bisogno di un amico come lui, come presidente è piuttosto criticato per i suoi irresistibili mille difetti, tra cui una non perfetta capacità di lettura (c'è una scena in cui legge favole a degli scout ripresa come in un celeberrimo filmato di George W Bush) ma in fondo quello che si è scelto l'America. Tutto sembra tranquillo fino a che arrivano gli alieni e attaccano la terra con raggi che trasformano persone e oggetti in cumuli di cubetti colorati.
Il presidente degli Stati Uniti visiona un attacco aereo degli invasori spaziali e, preoccupato, chiama il suo amico di infanzia. In quell'attacco c'è qualcosa di famigliare e inquietante. I due convengono che le navi si muovano seguendo gli schemi di Galaga. L'originale Galaga da sala giochi del 1982.
Gli alieni esistono. Hanno trovato la capsula della memoria e inteso il campionato dei videogiochi del 1982 una specie di dimostrazione di forza con chiari intenti terroristici. Del resto se uno si diverte ad abbattere Ufo, questo tizio plausibilmente potrebbe essere una concreta minaccia alla possibilità di futuri incontri ravvicinati. Così gli omini spaziali hanno deciso di sfidare la Terra, assumendo la forma e gli armamenti di quei videogame con cui li "sbeffeggiavano". Dopo cocenti sconfitte, il presidente Chewie decide di schierare in campo i campioni di videogame del 1982. In fondo gli omini verdi si sono impuntati a seguire pedissequamente gli stessi schemi di movimento e attacco di quei videogame. Orgoglio alieno. È il momento per Brenner, Wonder Kid (Josh Gad) e Fire Blaster (Peter Dinklage) di insegnare alle nuove generazioni come si combattevano gli invasori nel 1982. Hanno le armi (perché la DARMA nasconde tra i segreti militari roba futuristica), hanno la motivazione giusta e tutine blu che li fanno sembrare i novelli Ghostbusters. È tempo di diventare eroi. Lo schermo dei vecchi cabinati diventerà  tutto il mondo, ma le regole non cambiano. È ora di contrastare millepiedi giganti, funghi colorati, robottini impazziti ed enormi Pac Man giganti.


La formula è quella di Ghostbusters. Invece di un dio sumero qui abbiamo gli alieni a decidere la "forma" in cui si presenteranno le loro truppe, ma l'azione è la stessa. I cieli e le strade si riempiono di mostriciattoli pixellosi e dei cacciatori armati di "figate tecnologiche" devono farli a pezzi.
La sceneggiatura vorrebbe pure lei rifarsi a Ghostbusters. Attori comici che vengono inseriti in un contesto spiccatamente action dai toni tipici del disastrer movie. Tante battute alternate a scene epiche. Eroismo spiccio e flussi incrociati.
La scenografia, quel bellissimo flashback iniziale e le comunicazioni rielaborate da filmati vintage che gli alieni inviano usando la tv per "sfidare il mondo come nei videogame, di livello in livello" sono un tripudio di citazioni degli anni '80. Oltre a Ghostbusters nei dieci minuti iniziali si riesce quasi a respirare "aria di Goonies", certe "dolci ingenuità" della trama fanno tornare alla memoria Explorers. Per chi era bambino in quei tempi una miscela letale migliore di un attiramosche.
Il regista  e sceneggiatore Chris Columbus è proprio lui, non un omonimo. Lo stesso che è stato sceneggiatore di Goonies, ha scritto Gremlins e Piramide di Paura, è dietro a successi per ragazzi come Mamma ho perso l'aereo, Harry Potter, Mrs Doubtfire. Tutti film bellissimi. Columbus ha dichiarato che con Pixels voleva realizzare il suo personale Ghostbusters. E tornando al cast, ripeto, c'è pure Dan Aykroyd in persona e niente fa più Ghostbusters di Dan Aykroyd.
Il corto cui il film si ispira è una figata assurda. E' scritto da Patrick Jean e dovete troppo vederlo. Visivamente funziona e un film che utilizza la stessa formula non può che venire visivamente eccelso. E me ricorda il finale di Ghostbusters..


Infine ci sono dietro Sony e Columbia Tristar. Che riempiono le scene di playstation, colori pazzeschi, mostriciattoli colorati e pure una specie di Slimer.... e sono anche i produttori di Ghostbusters.
E poi ci sono i miei ricordi di infanzia. Il cabinato di Pac-Man che c'era sul baretto vicino alla spiaggia di San Remo, Donkey Kong, che un amico aveva sul "GigTiger", Defender che girava sull'Atari di mio cugino. E poi il primo gioco che ho agognato per il c64 che non avrei mai avuto, di un paio di anni dopo, della Activision: Ghostbusters.
Cosa poteva andare male? Amarcord anni '80, Columbus e Ghostbusters, Ghostbusters urlato dappertutto in un momento che tutti i fan di Ghostbusters sono emotivamente fragili, spaventati e un po' incazzati per quello che sta combinando Kevin Feig al brand, col suo folle progetto di riempire di patata roba percepita "nerd exclusive". Ci andremo tutti, come drogati, a vedere questo Pixels, ci hanno già comprati a inizio progetto. Per i nomi coinvolti, per gli effetti speciali e aggeggi tecnologici (che già vi dico essere bellissimi ) che ribadiscono "zaini protonici", per quella mega topa della Monaghan che ora mi metto il poster in camera, per il nostro essere (almeno noi) nella fascia tra i trenta e quaranta e quindi schiavi della memoria di quando eravamo giovani. Cosa cavolo poteva mai andare storto?


Poi vedi imdb, voce sceneggiatura, scopri Tim Herlihy, amico di Sandler e fautore di robe inenarrabili. Ti si ghiaccia il sangue. Scopri che a cacciare una barca di soldi è sempre Adam Sandler e tutto in pratica è tacitamente gestito da lui. Quando avevi Columbus, che come sceneggiatore è uno dei più grandi. Quando avevi la Sony.
Una cosa mi ha però subito confortato. Il film in America è andato malissimo. Solo un altro film di Sandler aveva fatto peggio, Zohan. E Zohan è uno dei miei film preferiti. Eccessivo, volgare, impresentabile a dei parenti ma che in qualche modo intercetta il mio spirito più becero e malato facendomi ridere come un idiota. Ed io in genere detesto Adam Sandler.
Su internet questo Pixels è stato da subito bersaglio di una shit - storm. Sono quindi arrivato in sala con aspettative bassissime, con giusto  la convinzione che sarebbe stato un film a livello di Zohan (il Sandler che fa ridere a me non fa ridere gli americani e viceversa), con la mia maledetta crisi di astinenza da Ghostbusters, che mi ha ciclicamente spinto verso prodotti come Men in Black, Evolution, Vicini del terzo tipo e RIPD.
E in effetti la sceneggiatura è una merda.
Riesco però a ridere e divertirmi qua e là perché amo Kevin James, adoro Peter Dinklage a prescindere qualsiasi cosa faccia, Josh Gad  è simpatico nella parte del nerd inquietante, ci sono comprimari di lusso come Sean Bean, Dan Aykroid, Brian Cox, la dolcissima Jane Krakowski e quella patata assoluta che è Michelle Monaghan. Sandler fa Sandler, ma lo fa forse un po' meno del solito, non riesci davvero a odiarlo. Le ricche scene d'azione sono una delle cose più fighe che un fan dei Ghostbusters potrebbe sognare negli ultimi tempi, vi consiglio la visione in 3D magari su mega schermo.
Ma la sceneggiatura, ribadisco, è una merda. Non tanto nelle battute, quanto nel motivare come "dal punto a si passi al punto b". Non si riesce davvero a capire poi come possano essere utili dei gamers d'annata in un conflitto extraterrestre che va oltre ai muri di uno schermo, al di là della "giustificazione salva-tutto" che riescono a riconoscere degli schemi di attacco. Con dei mostri che piovono dal cielo non sarebbero stati più utili i ragazzini di oggi drogati dei first person shooter come Call of Duty o Halo, magari guidati dai vecchi nerd? C'è pure un passaggio interessante della trama che parla della differenza dei giochi del passato con quelli del presente, del modo in cui si sarebbe evoluto o involuto il giocatore moderno. Uno spunto che poteva diventare grande come una casa e cambiare il senso a tutto il film. Ma voglio pensare che tale prospettiva se la tenessero da parte per un "numero 2", volendo cavalcare per questo primo capitolo l'amarcord dei bei tempi andati, il senso di rivalsa dei nerd "d'annata" come membri ancora attivi e utili alla società, quasi a giustificarsi che il tempo perso con i giochi non fosse effettivamente stato inutile.


E' poi interessante anche tutto il discorso dei giochi che col tempo diventano sempre più cinematografici, tendono a fare immedesimare le personenegli avatar e più che battere record i giochi puntano ora a raccontare una storia, dai risvolti anche morali o forse anche no. Ma anche questo è un tema che rimane troppo sfumato. Vabbeh! Excursus a parte, possibile che dei nerd riescano a sparare meglio dei Marines? Possibile che c'è un attacco in piena città per l'arrivo di Pac-Man e nessuno pensi a sgombrare le strade? E come funziona la cosa dei codici ? Ma poi, se ci dovrebbero essere di logica solo giochi del 1982, non c'è ogni tanto qualcuno un po'troppo recente?
Mi tocca citare un classico della sceneggiatura contemporanea (più o meno ), XXX con Vin Diesel. La battuta, detta a un cecchino da un tipo che si fa di red bull e si butta con il paracadute da dei palazzi: "Non starci a pensare! Spara! È come in un videogioco!!".
L'unico modo per far accettare al vostro cervello le mille forzature di una trama scema è pensare che i dialoghi esplicativi dei militari siano in russo e intelligentissimi, ma di oscuro significato. Li prenderete come una distrazione e non ci farete tanto caso. Certo questo espediente non salva tutto il film, ma un buon 40% di trama parrà più digeribile.
Insomma, non è Ghostbusters. È un film scemissimo, ma forse dal trailer già lo avevate capito. Diverte ma è parecchio di grana grossa e volgarotto. Ma esteticamente è un sogno, colorato, pieno di trovate, persino con degli inseguimenti in auto niente male e scene di sterminio esaltanti con armi rotanti che paiono uscite da Aliens Scontro Finale.
Ci si può divertire e i vostri occhi saranno contenti. Rimane inavvicinabile se avete repulsione per le trame sceme, se siete fan dei videogiochi duri e puri potrebbe irritarvi la sua superficialità, se amate il genere action potreste trovarlo troppo infantile. Che siate cinefili, videogiocatori, adulti o bambini o spettatori occasionali, potreste tutti considerare questa pellicola una boiata galattica. Ma, incredibilmente, se entrate nel mood giusto, non saranno due ore brutte. Se poi amate Ghostbusters c'è qui una cassiera che aspetta il vostro grano...
Talk0
P.s. Naturalmente solo se siete in crisi irrecuperabile di astinenza da Ghostbusters...

2 commenti:

  1. Ne parlano tutti malissimo, ma ho voglia di vederlo ugualmente.
    Essendo cresciuto proprio con quei videogiochi, sento addosso un richiamo irresistibile.
    Vorrà dire che spegnero' il cervello e vada come vada.

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  2. Visto al cinema nella spettacolarità di un mega schermo spegnendo completamente l'attività cerebrale si può uscire dalla sala stra-contenti e felici. ^_^
    Se ci si impunta sui dettagli diventa un calvario, anche perchè è palpabile la sensazione che hanno buttato via un potenziale franchise che per funzionare aveva bisogno solo di una spintarella in più. Visivamente è davvero notevole. Se compiranno il miracolo i box office mondiali e l'home video sarebbe davvero un'idea da sviluppare meglio in un sequel. Ok Sandler, ma via il suo scenggiatore. Il prodotto si potrebbe aggiustare in corsa e se si sfruttasse l'idea di contrapporre giocatori del passato ai nuovi , aggiornando lo scenario a qualcosa di più simile ad un Mars Attack! potremmo avere qualcosa di notevole.
    Buona visione! Poi dimmi se ti è piaciuto ^_^

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