lunedì 4 agosto 2014

The innkeepers - dopo quasi quattro anni buoni, esce in dvd e blu ray anche da noi



la locandina che abbiamo anche noi per l'home video, bruttissima rispetto all'originale
Sinossi: Claire (Sara Paxton) e Luke (Pat Healy) sono gli ultimi dipendenti del Yankee Pedlar Inn, albergo ormai fatiscente e prossimo alla chiusura. Al suo interno vi sono solo un paio di clienti, una moglie separata con figlio fetente e piagnucoloso. Una diva della tv del passato (Kelly McGillis, dai tempi di Top Gun invecchiata paurosamente)  in città per una convention di sedicenti mistici. Claire è una ventenne annoiata con il cruccio di non aver ancora combinato niente nella sua vita. Luke è un disilluso programmatore informatico senza nessuna prospettiva. In un clima sfigato-giocoso alla Clerks i due si alternano alla reception cercando il modo più indolore di ammazzare il tempo. Fino a che Claire non si sofferma sul sito di indagini paranormali allestito da Luke e scopre che nel Yankee Pedlar Inn è presente un fantasma. Da allora tutti i rumori strani e cigolii del vecchio albergo sembrano presagire qualcosa di sinistro.


Giusto un paio d'anni d'attesa: Fare horror non è facile, i rischi di risultare banali o semplicemente di "non far paura" sono dietro a ogni angolo e molte persone lo giudicano per lo più un genere alimentare, minore e con pellicole usa e getta. Tuttavia ogni tanto qualche buon regista arriva e il prodotto risulta meno banale del solito. Il problema è che la grande distribuzione a volte non se ne accorge. Ti West è senza dubbio uno dei più interessanti registi horror emergenti. Classe 1980,  ha già all'attivo il bellissimo The House of the devil (da non confondere con Devil's Rejects di Rob Zombie, arrivato da noi appunto come La casa del diavolo), il rimaneggiato ma gradevole Cabin Fever 2 e l'interessante The sacrament. Per motivi più o meno ignoti in Italia è pressochè sconosciuto, The house of the devil si è visto fugacemente in dvd ed è già fuori catalogo e questo suo Innkeepers del 2011 esce da noi solo tipo "ieri". Per fortuna è comunque arrivato!

classico corridoio con gemelline inquietanti dietro l'angolo...volete andare a vedere?
Come spesso accade per Tarantino è l'attesa del momento clou, il salire della tensione, il vero spettacolo. West non transige a questa regola ma anzi cerca di espandere l'attesa a tutta la pellicola, fino ai 15 minuti finali (o anche meno) che chiuderanno definitivamente i giochi. Il come si arrivi a quei 15 minuti è frutto di una formula del tutto originale del nostro regista, di cui vi parlerò nei dettagli più tardi.  Posso dire che a essere onesti West non è ancora riuscito del tutto a padroneggiare una così radicale tecnica, ci sono delle sbavature da correggere soprattutto a livello di scrittura, ma il potenziale c'è, si può tastare. Speriamo di riuscire a vederlo sbocciare in un grandissimo regista, prima o poi. Nel mentre ringraziamo 01 Distribution per averci portato questo interessante Innkeepers.

La povera Claire sta per vedere il classico di youtube sulla "sedia che dondola" mentre Luke se la ride
Il vedo e non vedo degli show televisivi sui fantasmi: Le storie di fantasmi piacciono. La consapevolezza di potere un giorno trovarsi davanti ad una testa mozza volante atterrisce quanto gasa alla follia. Un tempo i più temerari si recavano in loco, nei luoghi dove le guide spiritiche attestavano la presenza di entità erranti o stanziali. Oggi la rete e soprattutto il tubo ci permettono di vedere sedicenti documentazioni presunte vere e totalmente farlocche. Alla fine solo ombre, pulviscoli volanti o scherzi sadici come appunto la nota "sedia che dondola". Però noi ci cadiamo sempre, clicchiamo e vediamo, magari facendoci affascinare da leggende urbane come quella del fantasma del film Tre uomini e una culla. Ve la ricordate? Gli appartamenti per le riprese del film furono affittati da una coppia il cui figlio era morto pochi anni prima. Al cinema la coppia con stupore riconobbe il figlio in una inquadratura della pellicola, la cui immagine appare semi-coperta da una tenda quando nell'inquadratura precendete a quella finestra non c'era nessuno. Andate al secondo 36 del filmato qui sotto e fatevela sotto.


Mito? Verità? Suggestione? Semplicemente un ragazzino che passava per caso sul set e si è messo a librare in aria oltre alla finestra del 15° piano pur di scorgere una inquadratura del film? Trucco orchestrato per vendere, prima dell'arrivo di youtube, milioni di videocassette? La risposta probabilmente c'è, è triste e plausibile ma non frega a nessuno, per molti quello è il fantasma di Tre uomini e una culla.  Ci piace spaventarci, ci piace credere che sedicenti medium possano trovare bambini dispersi, aneliamo avere contatti con una qualsiasi Twilight Zone pur sapendo quanto possano essere pericolosi certi incontri ravvicinati. Spesso riusciamo a spaventarci anche davanti a pure invenzioni di sceneggiatura perché pur dietro a un personaggio immaginario scorgiamo il volto del male, come scriveva King in It. Le conseguenze di una eccessivamente morbosa attrazione per il paranormale sono piuttosto classiche. Il mondo ci appare di colpo più grande, ma allo stesso tempo abbiamo una paura tremenda di affrontarlo e ogni cigolio, frase composta dal vento o luce strana prodotta dai fari di un'auto ci fanno tornare bambini impauriti. Il risultato finale è che si potrebbero vedere anche cose che (effettivamente) non ci sono. Il film indaga questa situazione limite tra spavento e autosuggestione e lo fa alla grande.
Escher insegna che le scale fanno venire grossi mal di testa esistenziali.
Chi vuole passare un po' di tempo in un albergo fatiscente?  I vecchi alberghi mettono una paura fottuta. Questa è una regola non scritta esposta tra i tanti da Hitchcock (Psycho) certificata da Kubrik (Shining), confermata dai fratelli Cohen (Barton Fink). Gli alberghi sono "abitazioni momentanee" in sospeso tra i luoghi che chiamiamo casa, luoghi in cui estranei (pur gentilissimi) entrano a rifarti il letto e a rifornirti di alcolici il frigobar. Palazzi costituiti da lunghi corridoi con stanze tutte uguali ed equidistanti, scale infinite coperte da tappetini e carta da parati floreale  ovunque a dare al cemento un aspetto più umano (non riuscendoci). Luoghi ideali per la pazzia e i fantasmi, geometricamente costruiti come le più classiche (e di successo) scenografie dei film di Argento.
Anche se faranno altri diecimila film ambientati in alberghi a me faranno sempre paura, la formula è virtualmente vincente. Datemi due porte che cigolano e un corridoio buio e sono già terrorizzato, ma se a farlo è un regista che sa dosare ogni inquadratura come James Wan o il nostro Ti West andrò dritto in visibilio.
Tuttavia non si può fare un film di tensione senza bravi attori e qui Ti West davvero si supera. Perché non cerca la solita gente che sappia urlare di paura, ma davvero rivoluziona il genere.  Prende la bellissima Sara Paxton e la trasforma nella sempre bellissima, ma dall'aria trasandata, Claire. Prende il rodato caratterista Pat Healy e ne fa l'altrettanto stralunato Luke. La novità è che i due non sono clienti dell'albergo ma commessi che ci vivono tutti i giorni, notti comprese. L'albergo non è per loro un luogo nuovo oppure ostile, ma lo scenario della loro quotidianità, tra sacchi della spazzatura da eliminare prima che riversino per strada liquami e asciugamani sporchi da lavare. Il cliente non è un alieno, ma il rompipalle che si lamenta per la lentezza del servizio in camera o gli schiamazzi notturni. Il film parte così con i toni più propri della commedia alla Clerks, come dicevamo poco sopra, utilizzando il bancone della reception come luogo adatto per una sit com. E Luke e Claire sono davvero buffi (e pertanto Paxton e Healy bravissimi) nel loro continuo battibeccare e girare in mutande proprio nel momento che serve a stemperare un accenno di thriller nella pellicola. Il quotidiano, la routine, pare essere il tema ricorrente e giorno dopo giorno ci affezioniamo a i nostri due eroi, magari sognando che da una sbronza nasca qualcosa di più.  Ma la pellicola inevitabilmente punta dritta a spaventare e quando i fantasmi diventano ossessione tutti gli equilibri si confondono con il risultato che mentre per le mille vittime abbozzate di uno slasher ci dimentichiamo della loro esistenza dopo lo squartamento canonico, West riesce a darci l'impressione di aver conosciuto davvero delle persone e di aver avuto paura per il loro destino.

chi si ricorda questa bella topolona in Top Gun?
Finale, in tutti i sensi: Abbiamo detto di come Ti West costruisca una storia del tutto atipica, che parte lenta, quasi come una commedia, per diventare poi qualcosa di più drammatico, insostenibile nel climax finale.  Il finale è decisamente geniale, ambizioso, aperto ma per molti è risultato insoddisfacente per più di un fondato motivo. In primis per il ritmo narrativo, che regala spaventi, tanti, ma stempera con la commedia. Molti duri e puri da un film horror richiedono solo spaventi e basta e quando c'è una costruzione narrativa minima si annoiano. Pace. In seconda istanza si critica la natura stessa dei fantasmi, alla The grudge se vogliamo ma anche no. Anche questa è una critica che viene mossa alla stessa peculiare costruzione del film, che può piacere o meno, ma al contempo è pure una critica che dimostra come si sia affrontato in maniera errata lo spettacolo, a mio parere. Ma le critiche più consistenti arrivano dritte al finale. In effetti è uno di quei finali in grado di trascinarsi dietro tutta la credibilità e fascino del film, il classico tassello in grado di traslare lo stato d'animo dello spettatore da amore a odio. Forse se Ti West riuscisse a dosare meglio i suoi 15 minuti finali, donando alla pellicola un tocco di "populistico buon senso" in più spiegazioni razionali, avrebbe meno detrattori. Anch'io in un primo momento sono rimasto scornato dal finale. Ma poi a mente lucida, ricostruendo gli avvenimenti appena visionati, mi sono accorto di dettagli di non poco conto, disseminati nella trama ma accantonati da qualche parte nella mente. Dettagli che fanno sì la differenza e riescono a mostrare la bellezza e profonda "libertà interpretativa" che questo offre. Pertanto vi invito a vedere o rivedere il film concentrandovi sulle informazioni che vengono offerte, al peculiare modo che hanno i personaggi a relazionarsi fra di loro e soprattutto al peculiare modo con cui appaiono i fantasmi.
A conti fatti una pellicola che merita assolutamente di essere vista, senza indugio e magari un paio di volte. Pur consci del fatto che si potrebbe uscire incazzati dalla visione. A chi piacerà, questa pellicola piacerà molto. E non è cosa da poco. 
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