martedì 3 maggio 2022

The Lost city: la nostra recensione del nuovo film con Sandra Bullock, Channing Tatum e un pizzico di Brad Pitt in versione “Vento di passioni”

La scrittrice di romanzi “rosa di avventura” Angela (Sandra Bullock) voleva in realtà fare l'archeologa e oggi è incatenata a una vita che non la stimola più. Ogni nuovo libro significa per lei anche un estenuante tour promozionale in compagnia di Dash (Channing Tatum), un vanitoso attore di quinta categoria che impersona per le sue fan il co-protagonista fascinoso, dai muscoli guizzanti e dai lunghi capelli biondi fluenti delle sue avventure romanzate. Tra Dash che crede di essere per davvero quell’eroe dei romanzi e spesso si improvvisa stripper e Angela che è costretta a indossare improbabili capi di abbigliamento glitterati per riprodurre dal vivo le copertine di questi “harmony”, la scrittrice sogna di scappare via da tutti e da tutto. Poi in effetti viene rapita, da un super fan milionario e pure un po’ pazzo (Daniel Radcliffe) che è convinto che dietro ai romanzi di Angela si trovi la chiave per raggiungere una fantomatica città misteriosa (simile a quella “Z” che per qualcuno è Eldorado). Di fatto Angela per i suoi libri si ispira a delle reali ricerche svolte da lei quando si occupava di archeologia e la cosa può sembrare meno insensata di quanto si penserebbe: motivo per cui la scrittrice viene rapita anzitempo da questo fan e dal suo esercito personale di mercenari hi-tech, con Dash che parte all’inseguimento seguendo il gps del suo cellulare. L’attore raggiungerà la scrittrice in una misteriosa località esotica anche grazie all’aiuto del suo insegnante di yoga/guru/personal trainer Jack Trainer (Brad Pitt).

I “Nee Brothers”, Aaron e Adam Nee, che forse un giorno ricorderemo anche per il futuro film dei Masters of the Universe (se si concretizzerà), confezionano un commedia action divertente e carica di black humor, che idealmente ci rimanda a film come Alla Ricerca della pietra verde o il Gioiello del Nilo, strizza l’occhio a cose come Grimsby e soprattutto non disdegna una spruzzata o due dei coloratissimi e ultra-action nuovi Jumanji. In tutto questo c’è però un buon equilibrio, frutto di una sceneggiatura ben scritta e di ottimi interpreti. Presentato dai trailer, come dalle prime scene, come un film molto ridanciano e sopra le righe, quasi una “farsetta”, in realtà The Lost City presto abbassa i toni, si fa più sentimentale, diventa quasi uno psicanalitico Road movie a due, ma senza mai abbandonare situazioni assurde e un senso dell’azione che potremmo dire quasi “giocosamente splatter”. C’è l’archeologa della Bullock, finita “infelicemente” per diventare scrittrice di romanzi rosa, c’è l’attore spiantato di Tatum, finito “felicemente” a interpretare una specie di cosplayer per le fiere. E poi ci sono i pazzi, il cattivo stile 007 di Radcliffe e il “super personal trainer“ di Pitt, vicino al suo stunt-man di C’era una volta Hollywood quanto con il capello fluente del Tristan di Vento di Passioni, che sembrano giocosamente vivere sospesi tra realtà e fantasia, come i protagonisti improbabili di un fumetto. La Bullock non sembra invecchiata di un anno dai tempi di Miss Detective, sia dal punto di vista del suo fisico strepitoso che da quello del suo senso dell’umorismo, i perfetti tempi comici e l’autoironia. Tatum, presto in sala anche con un bel film ”Eastwoodiano”, Dog, da lui anche diretto, non è assolutamente da meno e a fianco dei muscoli di Magic Mike sfoggia con disinvoltura le doti comiche emerse nei suoi 21 Jump Street come nei piccoli camei nelle produzioni Franco/Rogen (il suo cameo in Facciamola finita è ancora il suo apice autoironico). Come coppia la Bullock e Tatum funzionano molto bene, sono affiatati, spontanei  e riescono con entusiasmo a lanciarsi nei momenti più assurdi della pellicola. 

Molto grazioso, divertente e carico di azione, The Lost City è la pellicola ideale per una serata spensierata, specie se amate i muscoli e i capelli fluenti biondi di Tatum e Pitt. 

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