martedì 5 gennaio 2021

Operation Mekong - La nostra recensione della versione cinese del Commissario Rex


Siamo nell’oriente più povero e carico di foreste, all’ombra delle grandi città. Il fiume un po’ maledetto Mekong, in epoche antiche piratato dai pirati, di recente è trafficato di trafficanti, la droga scorre a fiumi dalla agricoltura biologica al servizio di consegna internazionale, in genere chi comanda è brutta gente che fa fare a bambini di 6 anni la roulette russa stile Il cacciatore a uso ridere. Ecco, per esempio il bullo locale che comanda il traffico nella zona  è ovviamente uno psicopatico che va in giro con armi d’oro, si crede il colonnello Kurtz, distrugge consolati seminando bombe a mano e crea in genere conflitti internazionali che fanno girare le balle pure ai suoi colleghi trafficanti “più seri”. Così un giorno accade un casino, muoiono dei cinesi che passavano sul fiume un po’ maledetto, c’è una storiaccia su un sacco di droga sequestrata, non se ne può più e i quattro paesi confinanti scontenti creano una forza di polizia internazionale per fare secco il traffico mekonghino. Si crea un super-super team di super-poliziotti e lo si manda in zona, a stanare trafficanti sotto la guida di uno 007 locale. 



Nel gruppo di ragazzotti ricchi di orgoglio patrio coinvolti, a questo giro con nomi in codice che richiamano la mitologia greca, spicca però Bingo il cane lupo. Bingo è un giocherellone, ma sa trovarti a chilometri di distanza meglio di un gps, avverte delle minacce imminenti, sa attaccare i conducenti delle auto in corsa, distrugge campi minati correndo. È un super-sbirro da film action cinese ex Hong Kong, con tutto il background malinconico alle spalle, una attitude alle arti marziali canine, pose plastiche da figo. E ci tiene a fare tutto senza sconti, tanto che quando provano a mettergli addosso il giubettino antiproiettile come i cani sfigati di Call of Duty lui si rifiuta, attacca a petto nudo scolpito e peloso, bucando i cattivi e lo schermo con il suo carisma. C’è una scena da denuncia penale in cui i super poliziotti cercano di infinocchiare i narcotrafficanti cattivi sfoggiando improbabili vestiti da papponi e parrucconi colorati. Bingo si rifiuta di partecipare alla scena, immaginando distruggendo per protesta il camerino come Val Kilmer, per poi comparire più gagliardo che mai nelle scene che contano. Puro stile. Il film ci porta in una specie di continuo nascondino in cui allo 007 i cattivi scoprono un collaboratore poi l’altro, fino al randevuz con elicotteri e mitragliatori. Tanti inseguimenti, tante sparatorie, una azione sempre ripresa nel modo più complesso e stiloso sullo stile del regista Dante Lam: tanti rallenty di auto che volano, cambi di inquadratura a ghigliottina, cura per i personaggi e qualche michaelbayata. Il cast è di suoi aficionados, li abbiamo già visti in Unbeatable (Eddie Peng) o li vedremo in seguito in Operation Red Sea (Zhang Hanyu) e sono in genere attori famosissimi in patria, gente che è stata in The Great Wall di Zang Yimou, The Taking of Tiger Mountain di Tsui Hark, Bodyguard and Assassins di Sun Wen (tutti filmoni che potete trovare anche in Italiano grazie ad Eagle, Cecchi Gori e Linea Fareast). Ci si diverte nella trama fatta di bromance e intrighi in cui ogni tanto forse ci si perde, ma c’è Bingo, anzi “Bingo c’è“ e il film quando gli si cuce addosso sfila benissimo, è un vero action dog. Ora mi aspetto che prima o poi anche i Thailandesi, i Coreani, gli Indonesiani e il cane di Scott Adkins, si mettano tutti a sviluppare il genere degli action-dog cazzuti. Chissà se un giorno anche i migliori action-dog cazzuti faranno una comparsata di tre secondi senza senso in un nuovo film di Star Wars, come fece già tra gli altri un vecchio “Mad Dog” (questa lo ammetto è una battuta che possono capire di più gli addetti ai lavori).

Bingo che spiega la scena a una comparsa


Bingo che riflette sul suo passato tragico davanti al mare come Chow Yun-Fat in A Better Tomorrow



Operation Mekong fila liscio, ha tanta azione e stile. Come film “militaresco cinese moderno” sfoggia la sua bella componente di brochure per reclutamento, da una bella (esageratissima) simulazione militare per salvare gli ostaggi di un pullman a colpi di dispositivi vibranti per far esplodere i vetri, ai mille gadget dei super-sbirri. Droni volanti che lanciano scariche elettromagnetiche e robottini cingolati lancia mine a frammentazione che pensavo reali solo in Gundam. Un fucile con proiettili perforanti e che colpisce anche dietro gli angoli, tracciatori olografici per valutare la traiettoria dei proiettili. Molti giocattoloni per gli amanti del genere quindi. Ma l’effetto speciale migliore è lui, il Bingo. Il nuovo Die Hard me lo immagino tutto suo, Bruce Willis spostati. 

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