martedì 1 dicembre 2020

Dragonero il ribelle n.13 Le figlie di Karnon -la nostra recensione

 


La grande “Toscana Erondariana”, terra dei cavalli del palio della Siena erondariana e delle cosplayer mezze nude del Lucca Comics Erondariano. Proprio nel mese di novembre, in tempi remoti, delle ninfe generose (s)vestite da Witchblade, Vampirella, Poison Ivy, Felicia di Darkstalkers, Gatta Nera e altro ben di Dio... scendevano dai boschi fatati in terra lucchese (sempre erondariana) per allietare lo sguardo dei divoratori di fumetti e fargli credere per un attimo che il mondo in fondo non è un posto tanto male. Solo che quest’anno, in pieno lockdown e con il festival solo online, addentrarsi nella provincia lucchese erondariana diviene pericoloso e una giovane cosplayer di una rivisitazione sexy di Squirrel Girl finisce impallinata. La reggente della comune hippie di cosplayer silvestri, una strega di Warcraft, decide così di vendicarsi e forse scatenare su di loro la violenza apocalittica del carro della Viareggio erondariana dedicato al Dio - Bestia di Princess Mononoke, divinità spesso evocata in tutta la Toscana Erondariana quando vanno male le cose.

Nel mentre Ian e Gmor stanno gustando le migliori fiorentine erondariane in attesa di mettere le mani su una partita di cavalli di Maremma erondariana, che a una rivoluzione fantasy non si può andare solo con una due cavalli, come nel mitico libro sul ‘68 di Marco Ferrari. È tanto che Gmor e Ian non hanno un momento tutto per loro per mangiare due costate da sei chili al chiaro di luna e guarda caso si trovano molto vicino al bosco delle cosplayers dal quale sta partendo un casino degno di Blair Witch Project. Sera ormai è grande e ha lasciato la sua casetta sull’albero, chissà mai che la coppia decida tra un inseguimento e una scazzottata di adottare una piccola cosplayer da allevare nel villino di Solinan.

Era doveroso in questo strano novembre che Dragonero ricordasse a suo modo il Lucca Comics and Games (ovviamente stiamo scherzando, è solo una nostra personale lettura “stupidina” del volume). Lo fa con una bella storia tra “favola e paura”, tra bigottismo, fanciullezza violata e voglia di indipendenza come in VVitch di Robert Eggers, ambientata tra i boschi notturni, scritta da Luca Enoch e disegnata magistralmente da Lorenzo Nuti. Un intreccio semplice ma amabilmente crudele e ben ritmato, che parte subito come affascinante tour de force visivo, con tavole dense di natura, bui e lampi di luce, tra animali notturni e sensuali, fino a diventare poesia di chiaroscuri caravaggeschi crudeli, luoghi di sabbah sanguinolenti, teatri di scontri disperati. Un autentico banco di prova delle enormi capacità del disegnatore nel saper creare atmosfere e personaggi unici. Tra i boschi notturni gli alberi hanno le cortecce simili a spartiti musicali di Sergio Toppi. Le creature silvane hanno gli guardi obliqui, matti, pungenti e carichi di vita di Alberto Breccia, i corpi femminei attraenti e beffardi di Manara. Animali e mostri sono cupi, pieni di corna e zanne, emergono dal buio nel modo più narrativamente spaventoso, pungente, assediano lande cariche di una natura lussureggiante, viva. Vorrei come solito fare una top delle tavole più belle, ma è impresta quanto mai ardua. Il tratto di  Nuti mi ha affascinato e trascinato dentro un mondo visivo dal quale non si vorrebbe più uscire. Da pagina 5 a 13 il lettore cambia il suo punto di vista circa una creatura silvana. Passo dopo passo, tavola dopo tavola, da bambina appare come donna dalle forme sensuali. Poi di colpo dal suo sguardo scopriamo essere di natura ferina, ne abbiamo paura, ma subito dopo ritornano ad affiorare i suoi tratti ingenui. Così, quando questa creatura viene attaccata, noi comprendiamo perché i villici ne abbiano spavento, ma al contempo non vorremmo che le facessero del male. Tutto questo avviene con una regia perfetta, con una mimica facciale e corporale incisiva. Da pagina 26 a 31 appare la strega nel villaggio portando con sé il buio della notte, che si piega solo ai suoi occhi diabolici. Ma un istante dopo non è più un mostro, ha il volto di una madre colpita da un lutto improvviso. Umanità e mostruosità danzano insieme per tutto l’albo, confondendoci e spesso attraendoci in un unico caleidoscopio che lascio scoprire per il resto a voi. Sono certo che sentiremo molto parlare per future opere di Sergio Bonelli Editore  di Lorenzo Nuti. Attivo dal 2011, inizio folgorante sul mercato francese, già edito per  Kleiner Flug e insegnante di anatomia artistica per la Scuola internazionale di Comics di Firenze, dove è direttore un gigante come Frank “Rocketo” Espinosa (di cui presto parleremo sul blog ). Attendiamo con gioia tutti i suoi futuri lavori. 

Il nuovo numero di Dragonero ci ha convinto per la sua forte carica emotiva e meravigliosi disegni. La trama generale della nuova saga sembra ancora di ampio respiro, si procede con calma godendo passo dopo passo dell’enorme e lussureggiante panorama erondariano. 

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