giovedì 22 ottobre 2020

Dragonero il ribelle n. 11: La spada verso il cielo - la nostra recensione

 


 La spada verso il cielo è il simbolo della ribellione, Trademark registrato, e in questo numero 11 di Dragonero il curatore della testata, Luca Barbieri, vi insegnerà a disegnarlo con un simpatico Art Attack a pagina 4! Avete preso penna, foglio e colla vinilica? Forza, è il momento di realizzare tanti bei disegnini in giro per le smemorande! 

Riposti nell’astuccio matita e pastelli colorati, ci aspetta invece un numero antologico di cento pagine, diviso in tre racconti, che ci aggiorna sullo stato di alcuni dei nostri amatissimi eroi in giro per l’Erondar a fare baruffa. 

Il primo racconto, da pagina 5 a 35 è quanto di più atteso da tempo da grandi e piccini: la felice reunion tra Gmor e Sera. In un momento di pausa dallo squartamento degli imperiali, la giovane elfa oscura, sempre in piena adolescenza ribelle, scende per un attimo dai mille uccelli volanti sui quali si trastulla per riabbracciare il petto peloso di mamma Gmor. Tutto il mondo è paese, pure quello Fantasy. Gli elfi non sono più quelli di una volta, trovano le peggio scuse per troncare una relazione, prima tra tutte: “Non piaceresti a mamma”. Anche i valiedarti che si dichiarano “moderni“ ti piantano dopo una vita insieme, a pulire notte e giorno il villino di Solian,  per la prima donna dell’est Erondar, bionda, più giovane e guarda caso già incinta dopo un mese. Un attimo di consolazione reciproca, un po’ di schermaglie nei confronti della nuova e antipatica colf elfica stile A spasso con Daisy e poi via verso nuove avventure, nello specifico quella che va da pagina 36 a 68. 



Rehka il rasta e Yannah la barbara, che nell’universo dragoneriano stanno per notorietà dalle parti della Skrull Kill Crew per l’universo Marvel, hanno finalmente una loro fantastica avventura! Andando in cerca di una pinta in una vecchia birreria chiusa dopo il Cov... chiusa dopo i tumulti imperiali, i nostri eroi incontrano una specie di Bart Simpson elfico che si dichiara amicissimissimo di Ian, anche se non sembra noto a nessuno, esattamente come loro. I tre faranno zuffa con delle guardie imperiali per tante belle pagine con botte da orbi, in attesa di trovare almeno una birretta nel posto più vicino, mentre da pagina 66 a 98 ci aspetta la terza avventura. Più emozionante di Linea Verde, più “estremo” di Rai Nettuno “speciale Mesopotamia”, Alben lo stregone esplora con la vampira Aura, che vorrebbe trovarsi da tutt’altra parte insieme ai lettori, la sede segreta dei luresindi. Tra muri di parole infinite ed edifici illustri di un passato glorioso carichi di capitelli, guglie e preziose librerie amanuensi, il dinamico duo prima incontrerà altri noiosissimi luresindi, poi finalmente si imbatte in qualcuno con cui menarsi, dei fichissimi supercattivi che faranno furore nei prossimi numeri. Qualcosa di nuovo (i nuovi maghi), un gioco (la scazzottata per la birretta) e del cioccolato (le coccole tra Gmor e Sera). Questa la ricetta kinder vincente di questo nuovo numero di Dragonero. Un numero che il buon Vietti usa per pianificare meglio e ingrossare la trama in vista di eventi futuri, divertente e vario, anche se debitrice del classico, e già sperimentato più volte nella testata e speciali, complesso del “tris di primi”. Come capita in tutte le trattorie fantasy e non, il temibile “tris di primi“ permette di godere della varietà della cucina, con lo scotto di una porzione bonsai delle specialità più ambite e magari la presenza, una su tre, di un piatto che non fa impazzire. Vorremmo in sintesi e per opinabilissimi gusti personali, stare più tempo con Gmor e Sera, conoscere un po’ di più il Simpson elfico e lasciare che Aura si sorbisca Alben  e la sua puntata di Rai Storia “off-screen”. Ma effettivamente c’è chi potrebbe volere più Alben, meno Simpson e più Sera. Il tris di primi contenta e un po’ scontenta tutti, seguendo la formula gastronomico/alchemica dei 2/3 di gradimento garantito, ed è un po’ quello che capita felicemente con questo numero. Ai disegni un bel manipolo di autori, Cristiano Cucina, Giuseppe De Luca, Fabrizio Galliccia e Vincenzo Riccardi. Nella prima storia tra le molte e dettagliate scene di combattimento aereo, vince per me il bel momento dopo la battaglia, nella calma della natura, di pagg. 18-20. Così come le pagg. 32-33 riescono a trasmettere una perfetta sintesi emotiva, che rende speciale e autentico il rapporto tra Sera e Gmor. Il secondo racconto si apre a pagina 38 tra la pioggia scrosciante che avvolge spettralmente un borgo notturno e carica il lettore con la spettacolare sequenza action di pagg. 50-57. Il terzo racconto da pagina 68 ci porta in un luogo pieno di architetture spettacolari e infiniti dettagli da scoprire uno per uno, fino a che irrompe la splash page di pagina 76, che anticipa lo scontro mistico (“in salsa copertina psichedelica dei Supertramp” come direbbero i 7 lettori delle mie recensioni) che arriva da pagina 86 a 92. Molto fico.

Un altro bel numero della testata, avanti così! 

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