martedì 17 settembre 2019

It - capitolo 2 : la nostra recensione




Il pagliaccio Pennywise, il bullo metafisico conosciuto anche come "It", che ama i palloncini rossi e divorare i bambini più insicuri, è di nuovo uscito dalle fogne. 
Sono passati 27 anni e i ragazzini di Derry che lo avevano sconfitto negli anni '80 sono richiamati in città da uno di loro, per tornare ad affrontarlo. Le morti misteriose sono riprese. Come sempre i perdenti saranno soli, in quanto la misteriosa entità rimane invisibile agli abitanti di Derry, sopratutto adulti, che non siano sue vittime. Ma saranno in grado di tenergli nuovamente testa? Forse c'è una soluzione per sconfiggerle "It"e impedire che ciclicamente lui si rigeneri e torni a uccidere i bambini della piccola cittadina americana. Solo che i "Perdenti" sono cresciuti e ora, come per magia (come in Hook - Capitan Uncino), non si ricordano più gli eventi del loro passato che gli hanno in qualche modo dato la forza per affrontare il mostro. Riusciranno nuovamente a vincerlo? 
A distanza di un paio di anni, grazie anche alle cifre da capogiro del box Office, la New Line, celebre compagnia che diede i natali a Nightmare in Elm Street di Wes Craven, torna nelle sale con la trasposizione di uno dei più amati romanzi di Stephen King. Alla regia e sceneggiatura confermati i fratelli Muschietti di La Madre, piccolo cult prodotto da Del Toro (presto nelle sale un altro film dello stesso sapore è sempre prodotto da Del Toro, Scaries stories to tell in the dark), nel cast oltre ai giovani e bravissimi attori della prima pellicola anche delle star di grande successo che ne impersonano i ruoli da adulti, come Bill Hader, Jessica Chastain, James McAvoy. A indossare di nuovo il cerone del pagliaccio è Bill Skarsgard, che sembra guardare a breve distanza, sfidandolo, un altro pagliaccio che presto si impossesserà delle sale, il Joker di Joaquin Phoenix per quel matto di Todd "Una notte da leoni" Phillips. 


Il primo film, prendendo le 1000 e passa pagine del libro di King, aveva scorporato il sistema narrativo di continui flashback del libro, raccontando solo dei protagonisti da giovani, creando una avventura dall'aria vintage anni '80 nostalgica, che attingeva a piene mani da Stand by me, Explorers, I Goonies e ovviamente e soprattutto (e guarda caso) da Nightmare on elm street. It si poteva tradurre in mille altri modi, ma le scelte dei Muschietti sono state funzionali a una pellicola per me divertente e ben confezionata. Nonostante una resa narrativa un po' frammentaria i giovani interpreti scelti, tra cui Jeremy Rey Taylor, Sophia Lillis, Jaeden Martell, erano stati davvero straordinari, gli effetti visivi gioiosamente grotteschi alla Nightmare funzionavano e davano un tocco "sopportabile/ilare" ai continui jumpscare, la scenografia e fotografia erano favolose. Il film avrebbe funzionato anche se non avessero mai girato il capitolo 2, cosa che scaramanticamente non pianificarono prima di vedere il box Office. 
"Formula che vince non si cambia", sembra abbiamo pensato in New Line per questo It parte due. Non è una novità considerati i trascorsi di " serialità spinta" che da sempre caratterizzano i prodotti di punta di New Line (quindi non parlo di Shine o Dancing in the dark ovviamente) dalle saghe di Nightmare a Final Destination, Blade (i primi a fare seriali i supereroi!! Prima degli X-Men), Il signore degli anelli, The Conjuring, Creed. Così più che raccontarci la parte degli adulti, dei perdenti che tornano a Derry dopo 27 anni per affrontare di nuovo "It", le tre ore della pellicola preferiscono indugiare sui flashback delle avventure dei giovani protagonisti, tagliando e semplificando a non finire tutto il resto. Una scelta che per me ha anche la voglia di staccarsi da altre trasposizioni kingiane, come Cose Preziose, sempre guarda caso adattata sullo schermo da New Line, dove spesso le troppe righe di dialoghi (spesso perfette sulla carta)  annacquano il ritmo. It capitolo 2 vuole essere una giostra, un rollercoaster scatenato, quanto il primo capitolo, pieno di spaventarelli, umorismo e ritmo.
I bambini sono più divertenti degli adulti, sempre, anche se il cast degli adulti è di tutto rispetto  e forse la costruzione narrativa qui funziona pure meglio che nel primo film, più solida, più compatta, più drammaturgica. 


Il primo capitolo parlava della difficoltà di vivere di alcuni ragazzini sfigati in una triste provincia americana, tra genitori assenti o maneschi, dove i bulli (e It in fondo non è troppo diverso e più fastidioso del bullo locale interpretato da Nicholas Hamilton) e i bifolchi sembravano costantemente impegnati a spegnere ogni speranza di una vita serena e "futuro". It era una specie di Peter Pan al contrario, che portava i bambini in un mondo di merda e fogne per terrorizzarli e mangiarli. Sconfiggerlo era la più classica delle storie iniziatiche, con i ragazzi che diventavano adulti. Tutto nel capitolo 1 può correre al ritmo sfrenato di un videogame.
Il capitolo 2 parte da questi adulti, pure "vincenti nella vita" in quasi tutti i casi, ma che hanno dimenticato il loro posto nel mondo, hanno scordato i loro amici e devono dolorosamente riunirsi, ricostruirsi, come ne Il grande freddo. E It li spaventa nella misura in cui era un nemico che aveva affrontato in qualche modo la versione "migliore di loro", quando erano giovani, quando erano uniti e pronti a combattere nonostante la provincia depressa, la gente bifolca, tutto. Erano eroi e avevano battuto un mostro da film fantasy, a una età in cui il fantasy era il massimo (chiedete a ogni giocatore di Dungeons and Dragons degli anni '80). Ho sentito in sala e in rete molti ragazzini che dicevano come questo capitolo 2 facesse "meno paura", che "fa più ridere" (questo per il classico meccanismo di rimozione dei fan che da Guerre Stellari dimenticano le scene comiche, i robottini, le guardie imperiali a cui rubano gli abiti e gli Ewok nella conferma di "guardare Shakespeare"). Li inviterei a tornare a vedere la pellicola tra vent'anni, quando farsi spaventare da un pagliaccio è davvero l'ultimo dei problemi di un adulto che ogni mese deve fare bilanci sul senso della propria vita. 
Ma la malinconia è roba da film francesi come Lo scafandro e la farfalla, non fa i numeri al botteghino e non vende i pupazzetti Funko Pops, la New Line ha preferito stare dalle parti fu Freddy Kruger. Nel secondo capitolo "a stare con gli adulti" It non poteva che essere una creatura più marginale, lunare. La produzione  ha scelto di rimanere più che poteva con i bambini, ma alla fine si è dovuti arrivare al finale, allo scontro inevitabile tra gli adulti e il mostro, senza però che il film facesse tutto quel lungo discorso onirico, filosofico e complicato che allestiva il libro di King. 


Come successo per la serie televisiva, la parte finale del film è anche la più debole, quella più stilizzata e agganciata male a tutto il resto. Un "resto" che è ottimo e godibile quanto il primo film, magari ancora frammentario in alcuni punti ma carico delle stesse (ma sempre nuove) trovate e fascino, arricchito da una vena malinconica che il cast adulto riesce comunque a infondere. Sono tre ore di film, ma mi sono volate. Salvo il finale, che si trascina lungo sullo stile de Il ritorno del re, guarda caso un altro film New Line. Nel complesso questi film mi sono piaciuti, li ho guardati con la malinconia e divertimento con cui rivedo oggi I Goonies e i film con Freddy Kruger. 
Ora si pensa al futuro. Qualcuno ai piani alti ha ventilato la possibilità di un prequel incentrato su Pennywise, magari dalle suggestioni che si ricavano dal ritorno a casa di Beverly che si vede anche nei trailer. Non sarebbe una così cattiva idea, ma bisogna chiedere a King cosa ne pensa. 
I Muschietti stanno ragionando su una nuova versione estesa delle due pellicole che non solo incorpori le molte scene tagliate già girate ma che introduca anche scene inedite e possa avvalersi di un nuovo montaggio, che renda l'esperienza schematicamente più simile alla struttura del libro. Con l'Hobbit e Il Signore degli Anelli la New Line ha dimostrato grande interesse nelle versioni estese e quindi è possibile che tra un annetto, dopo che saranno andate a ruba le copie home video di It Capitolo 2, potremo goderci di una ultra-super-extended-limited-funko-edition di It, da otto ore. Magari potrà essere un prodotto più ponderato in grado di attirare di nuovo l'attenzione mediatica grazie a un lavoro più organico. Se si concretizzerà questo progetto o il progetto prequel, bontà del botteghino permettendo, saremo da queste parti sempre felicissimi di tornare a Derry. 
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