Il
pagliaccio Pennywise, il bullo metafisico conosciuto anche come "It",
che ama i palloncini rossi e divorare i bambini più insicuri, è di nuovo uscito
dalle fogne.
Sono
passati 27 anni e i ragazzini di Derry che lo avevano sconfitto negli anni '80
sono richiamati in città da uno di loro, per tornare ad affrontarlo. Le
morti misteriose sono riprese. Come sempre i perdenti saranno soli, in quanto
la misteriosa entità rimane invisibile agli abitanti di Derry, sopratutto
adulti, che non siano sue vittime. Ma saranno in grado di tenergli nuovamente
testa? Forse c'è una soluzione per sconfiggerle "It"e impedire che
ciclicamente lui si rigeneri e torni a uccidere i bambini della piccola
cittadina americana. Solo che i "Perdenti" sono cresciuti e ora, come
per magia (come in Hook - Capitan Uncino), non si ricordano più gli eventi
del loro passato che gli hanno in qualche modo dato la forza per affrontare il
mostro. Riusciranno nuovamente a vincerlo?
A
distanza di un paio di anni, grazie anche alle cifre da capogiro del box
Office, la New Line, celebre compagnia che diede i natali a Nightmare in Elm
Street di Wes Craven, torna nelle sale con la trasposizione di uno dei
più amati romanzi di Stephen King. Alla regia e sceneggiatura confermati i
fratelli Muschietti di La Madre, piccolo cult prodotto da Del Toro
(presto nelle sale un altro film dello stesso sapore è sempre prodotto da Del
Toro, Scaries stories to tell in the dark), nel cast oltre ai giovani e
bravissimi attori della prima pellicola anche delle star di grande successo che
ne impersonano i ruoli da adulti, come Bill Hader, Jessica Chastain, James
McAvoy. A indossare di nuovo il cerone del pagliaccio è Bill Skarsgard, che
sembra guardare a breve distanza, sfidandolo, un altro pagliaccio che presto si
impossesserà delle sale, il Joker di Joaquin Phoenix per quel matto di Todd
"Una notte da leoni" Phillips.
Il primo
film, prendendo le 1000 e passa pagine del libro di King, aveva scorporato il
sistema narrativo di continui flashback del libro, raccontando solo dei
protagonisti da giovani, creando una avventura dall'aria vintage anni '80 nostalgica, che attingeva a piene mani da Stand by me, Explorers, I Goonies e
ovviamente e soprattutto (e guarda caso) da Nightmare on elm street. It si
poteva tradurre in mille altri modi, ma le scelte dei Muschietti sono state
funzionali a una pellicola per me divertente e ben confezionata. Nonostante
una resa narrativa un po' frammentaria i giovani interpreti scelti, tra cui
Jeremy Rey Taylor, Sophia Lillis, Jaeden Martell, erano stati davvero
straordinari, gli effetti visivi gioiosamente grotteschi alla Nightmare
funzionavano e davano un tocco "sopportabile/ilare" ai continui
jumpscare, la scenografia e fotografia erano favolose. Il film avrebbe
funzionato anche se non avessero mai girato il capitolo 2, cosa che
scaramanticamente non pianificarono prima di vedere il box Office.
"Formula
che vince non si cambia", sembra abbiamo pensato in New Line per questo It
parte due. Non è una novità considerati i trascorsi di " serialità spinta" che da sempre caratterizzano i prodotti di punta di New Line (quindi non parlo di Shine o Dancing in the dark ovviamente) dalle saghe di Nightmare
a Final Destination, Blade (i primi a fare seriali i supereroi!! Prima degli
X-Men), Il signore degli anelli, The Conjuring, Creed. Così più che raccontarci
la parte degli adulti, dei perdenti che tornano a Derry dopo 27 anni per
affrontare di nuovo "It", le tre ore della pellicola preferiscono
indugiare sui flashback delle avventure dei giovani protagonisti, tagliando e
semplificando a non finire tutto il resto. Una scelta che per me ha anche la
voglia di staccarsi da altre trasposizioni kingiane, come Cose Preziose, sempre
guarda caso adattata sullo schermo da New Line, dove spesso le troppe righe di
dialoghi (spesso perfette sulla carta) annacquano il ritmo. It capitolo
2 vuole essere una giostra, un rollercoaster scatenato, quanto il primo
capitolo, pieno di spaventarelli, umorismo e ritmo.
I
bambini sono più divertenti degli adulti, sempre, anche se il cast degli adulti
è di tutto rispetto e forse la costruzione narrativa qui funziona pure
meglio che nel primo film, più solida, più compatta, più drammaturgica.
Il primo
capitolo parlava della difficoltà di vivere di alcuni ragazzini sfigati in una
triste provincia americana, tra genitori assenti o maneschi, dove i bulli (e
It in fondo non è troppo diverso e più fastidioso del bullo locale interpretato
da Nicholas Hamilton) e i bifolchi sembravano costantemente impegnati a
spegnere ogni speranza di una vita serena e "futuro". It era una
specie di Peter Pan al contrario, che portava i bambini in un mondo di merda e
fogne per terrorizzarli e mangiarli. Sconfiggerlo era la più classica delle
storie iniziatiche, con i ragazzi che diventavano adulti. Tutto nel capitolo 1
può correre al ritmo sfrenato di un videogame.
Il
capitolo 2 parte da questi adulti, pure "vincenti nella vita" in
quasi tutti i casi, ma che hanno dimenticato il loro posto nel mondo, hanno
scordato i loro amici e devono dolorosamente riunirsi, ricostruirsi, come ne Il
grande freddo. E It li spaventa nella misura in cui era un nemico che aveva
affrontato in qualche modo la versione "migliore di loro", quando
erano giovani, quando erano uniti e pronti a combattere nonostante la provincia
depressa, la gente bifolca, tutto. Erano eroi e avevano battuto un mostro da
film fantasy, a una età in cui il fantasy era il massimo (chiedete a ogni giocatore
di Dungeons and Dragons degli anni '80). Ho sentito in sala e in rete molti
ragazzini che dicevano come questo capitolo 2 facesse "meno paura",
che "fa più ridere" (questo per il classico meccanismo di rimozione
dei fan che da Guerre Stellari dimenticano le scene comiche, i robottini, le
guardie imperiali a cui rubano gli abiti e gli Ewok nella conferma di
"guardare Shakespeare"). Li inviterei a tornare a vedere la pellicola
tra vent'anni, quando farsi spaventare da un pagliaccio è davvero l'ultimo dei
problemi di un adulto che ogni mese deve fare bilanci sul senso della propria
vita.
Ma la
malinconia è roba da film francesi come Lo scafandro e la farfalla, non fa i
numeri al botteghino e non vende i pupazzetti Funko Pops, la New Line ha
preferito stare dalle parti fu Freddy Kruger. Nel secondo capitolo "a
stare con gli adulti" It non poteva che essere una creatura più marginale,
lunare. La produzione ha scelto di rimanere più che poteva con i bambini,
ma alla fine si è dovuti arrivare al finale, allo scontro inevitabile tra
gli adulti e il mostro, senza però che il film facesse tutto quel lungo
discorso onirico, filosofico e complicato che allestiva il libro di King.
Come
successo per la serie televisiva, la parte finale del film è anche la più
debole, quella più stilizzata e agganciata male a tutto il resto. Un
"resto" che è ottimo e godibile quanto il primo film, magari ancora
frammentario in alcuni punti ma carico delle stesse (ma sempre nuove) trovate
e fascino, arricchito da una vena malinconica che il cast adulto riesce
comunque a infondere. Sono tre ore di film, ma mi sono volate. Salvo il
finale, che si trascina lungo sullo stile de Il ritorno del re,
guarda caso un altro film New Line. Nel complesso questi film mi sono piaciuti,
li ho guardati con la malinconia e divertimento con cui rivedo oggi I Goonies e
i film con Freddy Kruger.
Ora si
pensa al futuro. Qualcuno ai piani alti ha ventilato la possibilità di un
prequel incentrato su Pennywise, magari dalle suggestioni che si ricavano dal
ritorno a casa di Beverly che si vede anche nei trailer. Non sarebbe una così
cattiva idea, ma bisogna chiedere a King cosa ne pensa.
I
Muschietti stanno ragionando su una nuova versione estesa delle due pellicole
che non solo incorpori le molte scene tagliate già girate ma che introduca
anche scene inedite e possa avvalersi di un nuovo montaggio, che renda
l'esperienza schematicamente più simile alla struttura del libro. Con l'Hobbit
e Il Signore degli Anelli la New Line ha dimostrato grande interesse nelle
versioni estese e quindi è possibile che tra un annetto, dopo che saranno
andate a ruba le copie home video di It Capitolo 2, potremo goderci di una
ultra-super-extended-limited-funko-edition di It, da otto ore. Magari potrà
essere un prodotto più ponderato in grado di attirare di nuovo l'attenzione
mediatica grazie a un lavoro più organico. Se si concretizzerà questo progetto
o il progetto prequel, bontà del botteghino permettendo, saremo da queste parti
sempre felicissimi di tornare a Derry.
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