martedì 20 febbraio 2018

I primitivi

 La nostra recensione del film animato sull'importanza del gioco del calcio nell'evoluzione della storia umana. Aspetto che, siccome siamo in Italia, nessuno ha provato per lo meno a pubblicizzare...



- Sinossi fatta male: Un tempo c'erano i dinosauri sulla Terra, l'uomo non se la passava benissimo ma già viveva, sovraffollato e incazzato, su quello che sarebbe stato conosciuto come il suolo inglese. Poi arrivò dal cielo, all'incirca verso l'ora di pranzo, un gigantesco meteorite. L'enorme palla di roccia e fuoco portava morte e distruzione, apriva crepacci lavici ovunque, incendiava tutto ma, in fondo, oltre a un po' di rogne climatiche di lungo corso, avrebbe portato con se il più incredibile degli sconvolgimenti sociali di sempre. Cosi, uno dei frammenti del meteorite si fece piccolo piccolo, divenne leggero se non quasi elastico, smussò gli angoli, si levigò, assunse una forma sferica quasi perfetta, accattivante... I primitivi si avvicinarono e iniziarono a toccarlo e subito dopo erano lì a palleggiarci. Si formarono spontaneamente due squadre, si definì un campo e la Storia umana ebbe inizio: il calcio fu. Le prime pitture rupestri sono di fatto schemi calcistici. Ora lo sappiamo. Anni dopo, parecchi anni dopo, in quello stesso luogo Dag fu. Dag (con la voce in originale di Eddie Redmayne e in italiano di Riccardo Scamarcio) è ancora evolutivamente un primitivo, con i piedoni, i dentoni, la faccia un po' da pirla e con il vestito in pelo con sotto le mutande in pelo. È tutto sommato un "giovanotto", ha come amico un piccolo e amabile cinghiale da compagnia, Grugno (il cui "verso" è dello stesso regista-capo della Aardman, Peter Lord), ed è rimasto fedele al motto di tutti i veri primitivi: "Arrivare prima!". Nel suo piccolo villaggio di primitivi è il primo a svegliarsi alla mattina, è il più entusiasta nel trascinare le attività di caccia del gruppo (che è effettivamente un gruppo di disorganizzati primitivi), il più carico all'idea di fare il grande passo evolutivo lancia in pugno e tattica in testa, ossia cercare di cacciare animali più grandi dei conigli. Perché magari, con il giusto impegno, con la volontà di tutti, insieme, si potrebbero cacciare pure dei mammut!! Il capovillaggio, Barbo (doppiato da Corrado Guzzanti), non è entusiasta neanche la metà di Dag. I mammut sono pericolosi e in fondo come fai ad affrontarli se già i conigli sono delle creature in grado di sbaragliare tutti i cacciatori del villaggio? In effetti di lì a poco la cosa sarà confermata, in quanto saranno tutti sbaragliati da un temibilissimo, astutissimo e quasi diabolico  coniglietto puccioso, ma la disfatta avrà delle conseguenze se possibile ancora più drammatiche. I nostri primitivi hanno scoperto di non essere soli in quella che in futuro sarà l'Inghilterra. C'è una tribù sconosciuta, potente, numerosa e tecnologicamente evoluta a solo due passi da loro, una civiltà che ha già raggiunto l'età del bronzo. Non c'hanno i piedoni, non c'hanno i dentoni e la faccia un po' da pirla, non vivono con cinghiali da compagnia e non si vestono con mutande intime di pelo. C'hanno le case, le armature, le monete, gli uccellini parlanti-mimi per le video-chiamate (una cosa spassosissima), ma soprattutto hanno uno stadio da calcio. Uno stadio e una squadra di campioni venerati, con tanto di figurine, gadget, poster e marchandising collegato. Lord Nooth (doppiato da Salvatore Esposito) è un sovrano avido e arraffone, i primitivi sono destinati a dover lasciare il loro villaggio a lui ma Dag ha un moto di rivalsa, sfiderà i campioni di Nooth insieme ai suoi compaesani a calcio, aiutato anche da una amica insperata, Gianna (Paola Cortellesi). Ma potranno dei primitivi affrontare dei campioni? Forse sì, perché le prime pitture rupestri con gli schemi calcistici si trovano proprio vicino al villaggio di Dag. I primitivi sembra che il calcio ce lo abbiamo proprio nel sangue... e nei piedoni..,



-W la plastilina!! Torna nelle sale la Aardman di Peter Lord, lo studio very very british di Wallace e Gromit, Shaun la pecora, Galline in fuga, Giù per il tubo, Pirati! Briganti da strapazzo. Sono un manipolo di sopraffini artigiani della plastilina, umoristi sagaci, cantastorie e in genere tra le persone che amiamo di più nel mondo dell'animazione mondiale. Negli anni recenti si sono sentiti poco, ma d'altronde il tempo richiesto per realizzare con il "passo a uno" i loro capolavori in stop motion è immane. Noi amanti della plastilina ci siamo un po' consolati con la Laika ed è bello che nel mondo dell'animazione moderna, fatto sempre più dal digitale, ci sia posto ancora per gli artigiani della plastilina. Ed eccoci finalmente arrivare al nuovo lavoro Aardman, come sempre accolto dai fan con gioia infinita e dal resto del mondo, pubblicitari compresi, bellamente ignorato e relegato agli orari più scomodi e alle salette più anguste dei multisala. Io ho visto I Primitivi in una sala così piccola che se lo avessero proiettato nella attigua stanza dei bagni avrei potuto almeno allungare le gambe. Ma la Aardman rimane una garanzia di cura per le storie, tradizione, amore sconfinato per il proprio lavoro. La storia è semplice, ricorda un po' pure Shaolin Soccer ma si innesta bene in quel filone di commedie inglesi in cui gli appartenenti alle classi più umili o gli abitanti della provincia inglese più remota e "chiusa" cercano con sforzi e inventive di fare gruppo per superare la spocchia delle caste più ricche e agiate. Penso a Billy Elliot, Svegliati Ned, Full Monthy, Calendar GirlsI primitivi è abbastanza canonico in questo, ma presenta un mare così vasto di trovate visive e tocchi di classe in cui è bello tuffarsi dentro, iniziare a ridere come cretini, spalancare gli occhi e a volte quasi commuoversi. Il film è veloce (forse pure troppo, mannaggia) e quando arrivano i titoli di coda vorremmo restare ancora un po' in questo mondo colorato e buffo, pieno di pupazzetti amabilissimi. Andatelo a scovare nei più scomodi pertugi in cui è stato relegato nei multisala d'Italia. Per i fan del pallone è quasi un obbligo morale vederlo, perché il calcio ne esce davvero bene e la passione che gli inglesi rivestono per questo gioco non è per nulla inferiore alla nostra. E poi c'è pure un personaggio, il giocatore Dribblo, doppiato dal mitico Alessandro Florenzi. Come si fa, davvero, a non andare a guardare, da italiani, un cartone animato sul calcio? Come si fa da amanti dell'animazione a mancare l'appuntamento con un cartone animato Aardman? 
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