Diretto
da un Matthew Vaughn in forma straordinaria, tratto da una graphic novel di
Mark Millar (che in pratica ha influenzato TUTTI i cinecomic Marvel recenti,
l'ultimo Wolverine compreso), con co-protagonista un Colin Firth super -spia
leggendario (la scena della chiesa è già storia del cinema action), con una
Sophia Boutella villain instant-icon e un Samuel Jackson bad-guy in forma, il
primo Kingsman- Secret service è deflagrato come un asteroide
incazzato nel panorama degli spy- movie più testosteronici spingendo a mille
l'acceleratore sulle esplosioni emoglobiniche (c'erano teste che esplodevano
come fontane di sangue multicolore con il sottofondo di un valzer), quanto
sulle potenzialità di un mondo narrativo quantomai, si ipotizzava, abusato e
avvizzito. È di nuovo figo indossare il gessato da spia, gli orologi costosi e
pieni di armi nascoste, andare in giro con un ombrello - mitragliatore, guidare
auto laccate che risultano coriacee come carriarmati. Vaughn prendeva le
suggestioni di Fleming su mondo, look, stile, onore e giocattoli hi-tech e li
legava a un contesto da Harry Potter sotto acido, ma ben contestualizzato al
mondo periferico londinese più povero e reale. Diventare spia frequentando una
magica scuola "per spie" era fare quel salto sociale che portava a indossare il famoso gessato, che assurgeva quasi a costume da supereroe. E
allora si poteva uscire dalla periferia e affrontare un altro mondo, fatto da
armi silenziate, protesi bio-mediche che diventavano lame di un metro,
scienziati pazzi e covi segreti pieni di belle donne, lusso e pericolo. Ma
prima c'era la scuola Harripotteriana da passare, con a capo non un ordinario
Silente, ma un non meno carismatico Merlino. Piccole spie crescono, aiutate da un veterano come il miglior Colin Firth cinematografico di sempre. Un gusto /
venerazione per il vintage '50/'60 più sfrenato, che da lì a poco sedusse Guy
Ritchie. Un contesto da ciclo arturiano davvero cool. Un mondo esagerato
ma non troppo riempito tutto di polvere da sparo. E poi un acceleratore premuto
a bestia tra inseguimenti, arti marziali e splatter da risultare
gasante quanto parossistico. Kingsman era esagerato e amabilmente scorretto. Le
spie salvano in mondo, fanno esplodere tutti usando armi e arti marziali e
hanno in premio super - sesso, come ai tempi di Sean Connery. Come ai tempi dei
film più semplici, intrattenimento al posto della geo-politica di Quantum of
Solace. Niente dramma interiore da spia dormiente prigioniera di un passato che
non ricorda. Niente "lupi vestiti da pecore". Un mondo semplicemente
"altro", dove giocare alle spie senza pensarci troppo. Austin Powers
approverebbe. E quella era la vera svolta, l'eccesso ricercato fino ai confini
quasi fumettistico/super-eroistici era la precisa carta d'identità del primo
Kingsman, quella che ancora oggi spinge i fan a vederla e rivederla e
rivederla. Fece un filmone.
Ma
reggerà al "capitolo 2"? Abbiamo avuto Craig/James Bond, 4 film,
ascesa fulminante (Casinò Royale e buona tenuta fino al bello ma controverso
Skyfall, agli albori del blog trovate una recensione) e la sua crisi (Spectre
è "bruttino", indietro nel blog c'è un post e li vi mando per
dettagli). Abbiamo avuto Damon/Bourne, 4 film e mezzo, inizio favoloso e la
sua crisi (l'ultimo film è moscio, anche se "moscio di gran classe"). Vin Diesel/Xander Cage, 2 film e poco più (l'involontariamente comico Ice
Cube come possibile successore non conta, anche perché davvero patetico) che
doveva spaccare il mondo spogliando le spie dei loro gessati e la sua crisi (nel secondo film già si dava per morto, resuscita nel terzo ed era quasi meglio
se non lo faceva... diciamo però che i geni di Xander si sono fusi con quelli
di Dom Toretto). Reggerà al capitolo due Kingsman? Il cast sembra interessante
ma alcuni personaggi molto iconici, giocoforza, non sono "sopravvissuti al
numero 1". Il contesto, il "lore", si è allargato e ora oltre
alla ultra segreta Kingsman c'è anche un'associazione gemella americana. Ci
saranno cattivi "più grandi" da combattere insieme a differenze
culturali ancora più grandi da sopportare. I colleghi americani sembrano tutti
cowboy e vederli assieme ai Kingsmen in perfetto gessato bondiano fa un effetto
già ironico. L'azione che si preannuncia pare abbondante e per gli amanti dei
classici topoi di Fleming già nel trailer troviamo una macchina che diventa
sommergibile (The spy who loved me). Se mi metto a elencare tutti gli attori
presenti non finisco più. Channing Tatum, Jeff Bridges, Halle Barry, Mark
Strong, Julianne Moore, ma pure chicche come Sir Elthon John. E poi c'è anche
il ritorno del nostro protagonista Taron Egerton, una faccia da schiaffi che
manco Orlando Bloom ma alla fine in sala davvero spassoso e divertente. Noi ci
vogliamo scommettere su questo numero 2, soprattutto per l'ultima scena del
trailer, quella con Colin Firth. Non vediamo l'ora che esca.
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