martedì 25 aprile 2017

Kingsman 2: the golden circle - il primo trailer



Diretto da un Matthew Vaughn in forma straordinaria, tratto da una graphic novel di Mark Millar (che in pratica ha influenzato TUTTI i cinecomic Marvel recenti, l'ultimo Wolverine compreso), con co-protagonista un Colin Firth super -spia leggendario (la scena della chiesa è già storia del cinema action), con una Sophia Boutella villain instant-icon e un Samuel Jackson bad-guy in forma, il primo Kingsman- Secret service è deflagrato come un asteroide incazzato nel panorama degli spy- movie più testosteronici spingendo a mille l'acceleratore sulle esplosioni emoglobiniche (c'erano teste che esplodevano come fontane di sangue multicolore con il sottofondo di un valzer), quanto sulle potenzialità di un mondo narrativo quantomai, si ipotizzava, abusato e avvizzito. È di nuovo figo indossare il gessato da spia, gli orologi costosi e pieni di armi nascoste, andare in giro con un ombrello - mitragliatore, guidare auto laccate che risultano coriacee come carriarmati. Vaughn prendeva le suggestioni di Fleming su mondo, look, stile, onore e giocattoli hi-tech e li legava a un contesto da Harry Potter sotto acido, ma ben contestualizzato al mondo periferico londinese più povero e reale. Diventare spia frequentando una magica scuola "per spie" era fare quel salto sociale che portava a indossare il famoso gessato, che assurgeva quasi a costume da supereroe. E allora si poteva uscire dalla periferia e affrontare un altro mondo, fatto da armi silenziate, protesi bio-mediche che diventavano lame di un metro, scienziati pazzi e covi segreti pieni di belle donne, lusso e pericolo. Ma prima c'era la scuola Harripotteriana da passare, con a capo non un ordinario Silente, ma un non meno carismatico Merlino. Piccole spie crescono, aiutate da un veterano come il miglior Colin Firth cinematografico di sempre. Un gusto / venerazione per il vintage '50/'60 più sfrenato, che da lì a poco sedusse Guy Ritchie. Un contesto da ciclo arturiano davvero cool. Un mondo esagerato ma non troppo riempito tutto di polvere da sparo. E poi un acceleratore premuto a bestia tra inseguimenti, arti marziali e splatter da risultare gasante quanto parossistico. Kingsman era esagerato e amabilmente scorretto. Le spie salvano in mondo, fanno esplodere tutti usando armi e arti marziali e hanno in premio super - sesso, come ai tempi di Sean Connery. Come ai tempi dei film più semplici, intrattenimento al posto della geo-politica di Quantum of Solace. Niente dramma interiore da spia dormiente prigioniera di un passato che non ricorda. Niente "lupi vestiti da pecore". Un mondo semplicemente "altro", dove giocare alle spie senza pensarci troppo. Austin Powers approverebbe. E quella era la vera svolta, l'eccesso ricercato fino ai confini quasi fumettistico/super-eroistici era la precisa carta d'identità del primo Kingsman, quella che ancora oggi spinge i fan a vederla e rivederla e rivederla. Fece un filmone.



Ma reggerà al "capitolo 2"? Abbiamo avuto Craig/James Bond, 4 film, ascesa fulminante (Casinò Royale e buona tenuta fino al bello ma controverso Skyfall, agli albori del blog trovate una recensione) e la sua crisi (Spectre è "bruttino", indietro nel blog c'è un post e li vi mando per dettagli). Abbiamo avuto Damon/Bourne, 4 film e mezzo, inizio favoloso e la sua crisi (l'ultimo film è moscio, anche se "moscio di gran classe"). Vin Diesel/Xander Cage, 2 film e poco più (l'involontariamente comico Ice Cube come possibile successore non conta, anche perché davvero patetico) che doveva spaccare il mondo spogliando le spie dei loro gessati e la sua crisi (nel secondo film già si dava per morto, resuscita nel terzo ed era quasi meglio se non lo faceva... diciamo però che i geni di Xander si sono fusi con quelli di Dom Toretto). Reggerà al capitolo due Kingsman? Il cast sembra interessante ma alcuni personaggi molto iconici, giocoforza, non sono "sopravvissuti al numero 1". Il contesto, il "lore", si è allargato e ora oltre alla ultra segreta Kingsman c'è anche un'associazione gemella americana. Ci saranno cattivi "più grandi" da combattere insieme a differenze culturali ancora più grandi da sopportare. I colleghi americani sembrano tutti cowboy e vederli assieme ai Kingsmen in perfetto gessato bondiano fa un effetto già ironico. L'azione che si preannuncia pare abbondante e per gli amanti dei classici topoi di Fleming già nel trailer troviamo una macchina che diventa sommergibile (The spy who loved me). Se mi metto a elencare tutti gli attori presenti non finisco più. Channing Tatum, Jeff Bridges, Halle Barry, Mark Strong, Julianne Moore, ma pure chicche come Sir Elthon John. E poi c'è anche il ritorno del nostro protagonista Taron Egerton, una faccia da schiaffi che manco Orlando Bloom ma alla fine in sala davvero spassoso e divertente. Noi ci vogliamo scommettere su questo numero 2, soprattutto per l'ultima scena del trailer, quella con Colin Firth. Non vediamo l'ora che esca. 
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