
È notte a Gotham City. Piove e tutto è
buio o illuminato di rosso, serioso e poco divertente come nella run di
Daredevil scritta da Brian Michael Bendis e disegnata da Alex Maleev. Per le
strade si vive un lungo halloween di paura e violenza, vicino parente della
bomba sociale deflagrata nel finale di The Joker di Tod Phillips (anche se il
tempo e contesto sono diversi). La polizia latita, la gente comune fugge, bande
armate pitturate come in The Purge impazzano, devastano e si filmano per le
storie di Instagram. Poi il cielo si illumina di una seconda luna e tutti i
“malvagi” tremano, abbandonano le armi, il bottino e le vittime e si disperdono
confusamente. Perché quello che appare, sottolineato da una marcia solenne e
funerea composta da Michael Giacchino, è l’occhio di Batman (Robert Pattinson) che tutto osserva e giudica: il Bat-segnale. Si può vedere per
chilometri e chilometri ma è segno che il vigilante di Gotham può essere a
pochi metri da chiunque e arrivare implacabile, coperto dalle ombre, pronto a
colpire, protetto dai proiettili dalla sua armatura nero pece. Un paio di
scaramucce e il supereroe da molti ribattezzato onorificamente il
“detective” appare sulla scena di un crimine, su espresso invito del commissario
Gordon (Jeffrey Wright). È stato ucciso un pezzo grosso della politica a pochi
giorni dalle elezioni, come successo anni addietro a Thomas Wayne (Luke
Roberts), e per questo il vigilante di Gotham si sente particolarmente
coinvolto, mentre scruta ogni dettaglio della stanza con le sue lenti a
contatto hi-tech e riceve da Gordon una busta misteriosa con all’interno un
indovinello, a quando pare espressamente indirizzata al vigilante dal presunto
assassino. È un nemico? Un ammiratore? Qualcuno che conosce la vera identità
dell’uomo pipistrello? Di sicuro, è il messaggio di qualcuno che vuole giocare
con Batman, coinvolgendolo in una caccia al tesoro mortale che lo porterà a
incrociare la strada con il faccendiere Oswald Cobblepott (Colin Farrell), la
ladra Selina Kyle (Zoe Kravitz) e il padrino di Gotham Carmine Falcone (John
Turturro). Sebbene ancora giovane e inesperto, Batman potrà contare sull’aiuto
del suo fido maggiordomo, nonché ex soldato delle forze speciali, Alfred
(Andy Serkis).

Matt Reeves, regista di Cloverfield, del
remake americano di Lasciami Entrare e del secondo e terzo film dell’ultima
saga del Pianeta delle scimmie, scrive e dirige questo “The Batman”,
presentato come primo tassello di una nuova trilogia cinematografica volta a
rilanciare e rinnovare il mito di uno dei più celebri e amati supereroi della
DC Comics. Un film dedicato espressamente e unicamente a Batman mancava nelle
sale dal 2012 (anno di Il cavaliere oscuro - il ritorno per la regia di
Christopher Nolan e con interprete Christian Bale), ma il personaggio creato da
Bob Kane e Bill Finger in seguito è apparso comunque più volte, impersonato da
Ben Affleck, in molte pellicole legate all’universo DC (da Batman v Superman
del 2016, ma si dice sarà presente anche nel nuovo film di Flash previsto in
uscita proprio quest’anno). Si era parlato inizialmente di un The Batman
scritto, diretto e interpretato dallo stesso Affleck, peraltro reduce all’epoca
della regia dello stupendo Argo, ma quella produzione ha subito imprevisti di
ogni tipo, l’avvicendamento di Matt Reeves alla regia e infine il tutto è stato
dirottato su questo progetto, di fatto del tutto autonomo e slegato al DC
Universe quanto il Joker di Todd Phillips. Joker ci presentava una società allo sfascio per via della corruzione e di un eccessivo divario tra
ricchi e poveri, pronta ad accogliere come suo simbolo un vendicatore anarchico
e autodistruttivo. The Batman ci presenta una società già sfasciata e corrotta
dalla quale forse può rialzarsi, piano piano, un eroe positivo. Forse ancora
troppo inesperto, ma con delle potenzialità, in un mondo poco super-eroico e
anzi piuttosto realistico e tristanzuolo. Se volete vedere gente che vola e che
si mena con alieni robotici, questo The Batman non è fin dall’inizio il vostro
film, aspettate piuttosto Black Adam con Dwayne Johnson. Qui un approccio più
“terra terra” ci sta ed è anzi impostato in modo carino. Questo The
Batman è un eroe spettinato e spelacchiato che per avere la bat-caverna
sub-affitta una stazione abbandonata della metro, che ama viaggiare su una
bat-mobile zarra che sembra più una Dom Toretto-mobile e che soprattutto, come
capita a molti giovani che stanno imparando ad essere adulti (e quindi non a
quel tipo di Batman descritto da Frank Miller più volte con l’aggettivo unico
di “smart”), “fa le cazzate”. Nelle zuffe prende un sacco di botte affidandosi
troppo all’armatura. Durante le indagini dimentica di avvicinare una
testimone-chiave preferendo seguire una sventola in latex (Zoe Kravitz in
latex è tanta roba). È pronto a credere alle parole di un criminale appena
conosciuto. È un bat-ragazzino ed è tanto, tanto arrabbiato con il mondo. Non
si presenta come “io sono Batman”, ma come “io sono vendetta” (come segno di
una sana adolescenza benedetta da qualche buona lettura di Alan Moore). Il
Batman dì Affleck era grosso, incattivito dalla vecchiaia, sarcastico e dalla
mano pesante. Il Batman di Pattison è alto ma gracilino, con le idee ancora
confuse su cosa vuole fare da grande, introverso e più intento ad usare le mani
per aggrapparsi a qualcosa (spesso per non cadere da due o tre piani) più che
per menare. Quando prova a volare fa quasi tenerezza, con quella tuta alare
prese da Decathlon. Pattinson va bene, perché non esiste un “solo” Batman e un
solo modo di interpretarlo. C’è stato il Batman dilaniato dalla ricerca della
giustizia di Bale. Il Batman nichilista di Michael Keaton che faceva saltare in
aria i pagliacci, il Batman narcisista in analisi di Val Kilmer (con per
psicologa una sexy Nicole Kidman!!), il Batman paterno di Adam West e George
Clooney. Personalmente ritengo che il migliore di tutti i Batman sia in realtà
un fake-Batman, ossia il Big Daddy di Nicolas Cage, dal film/fumetto Kick Ass,
con al seguito la sua piccola e agguerritissima Hit-Girl (Cloe Grace Moretz,
la migliore fake-Robin/Nightwing di sempre). Ma Pattinson è in fondo un buon
“giovane Batman” alla fine, sulla linea del giovane Batman di David Mazouz della
serie tv Gotham e anche lui in qualche modo legato positivamente “nel percorso
di crescita” da una Cat-Woman, che in Gotham era Camren Bicondova mentre in The Batman è Zoe Kravitz. Come nella serie Gotham diventano centrali nella
narrazione il losco club gestito dal vanitoso Pinguino, il sottobosco criminale
dei boss Maroni e Falcone, il piccolo mondo dietro al distretto di polizia, la
figura paranoide a tinte fosche dell’enigmista. Geniale l’idea di fare
dell’enigmista quasi (censura permettendo) un epigono di Saw-l’enigmista di
James Wan, o del Simon Says di Die Hard 3, dando vita a sfide per l'eroe in cui la stessa urbanistica di Gotham un personaggio a sé. È
un film lungo sulle tre ore tonde The Batman e di sicuro si prende tutto
il tempo che vuole per costruire un mondo complesso e articolato. Ed eccoci al
nodo dolente, che va al di là delle ottime intenzioni del soggetto di base e di
tutta la lussuosa cornice del progetto, andando ad evocare idealmente in
qualche modo una delle celebri famiglie criminali di Ghotam: Maroni. Perché
vedere questo The Batman ti fa venire “due maroni” grossi come palloni
aerostatici. Bella la fotografia di Greig Fraser, con quelle cromie tra il
bianco, il nero e il rosso che tanto mi ricordavano il Daredevil di Maleev, ma
tre ore tutte ambientare di notte tra il nero, il rosso e il bianco, sono
davvero tante. Non si avverte una “sana” claustrofobia stile Blair Witch di
Wingard, quanto una mancanza di altre idee visive. Va bene la “luce”, che fa
largo idealmente al buio e al “sangue”, in una scena che ricorda il Godzilla di
Edwards: ma serviva “qualcosa di più” dell’idea di “infinita notte al neon” per
lo più mutuata dal non indimenticabile Daredevil con Ben Affleck. Interessanti
le coreografie dei combattimenti, per lo più ruvidi e confusi, ma tre ore di
combattimenti al buio ruvidi e confusi e sotto la pioggia sono troppi, così
come non è possibile appassionarsi a degli inseguimenti in auto, con la
suddetta pioggia notturna battente e virata di rosso protagonista assoluta,
dove abbiamo una visibilità dell’azione pari a un costante muro di nebbia. A
questo aggiungiamo un incedere narrativo pachidermico, che spesso si incastra
su se stesso nella “caccia alla talpa” peggio sviluppata di sempre, con tanto di
enigmi e giochi di parole tradotti abbastanza malamente in italiano, e vediamo
che siamo ben lontani da un potenziale film auspicato in cui c’è Batman che
incontra Saw - l’enigmista, che incontra Die Hard 3. Ma anche fregandocene
delle aspettative (che in fondo è poca cosa) e sposando in pieno questa idea
di Batman fieramente anti-spettacolare, buio, triste, adolescenziale, ruvido,
tutto piovoso e rosso, The Batman è noioso. Mortalmente noioso. Con l’ultima
ora che quando arriva (cioè quando sembra che hai già passato mezza giornata
al cinema) sembra dirti: “Guarda che durerò ancora parecchio, fidati!! E guarda
che sarò fino alla fine un film antispettacolare, buio, piovoso, azione
confusa, inseguimenti con la nebbia, con luci rosse, colonna sonora pomposa e
ritmo mooooooolto riflessivo. Perché sono un film coerente fino alla fine,
io!!”.

The Batman è “bello, ma non balla”, per
parafrasare una frase celebre. Il film di Reeves non riesce
drammaticamente a uscire dalle suggestioni espresse nei due minuti del
suo trailer. La trama gira spesso su se stessa in modo macchinoso, l’azione
risulta poco chiara per evidenti (e controverse) scelte di regia, la durata
risulta abbastanza poderosa (cosa che in una visione casalinga può essere
magari aggirata/spuntata da una fruizione “a puntate”). Il soggetto di un
“Batman realistico e ruvido” nonostante tutto rimane molto interessante, come
la scelta del cast e delle ambientazioni. Un soggetto così interessante, unito
a un attore protagonista che di anno in anno è sempre più bravo, potrebbe
far chiudere un occhio o due sulle magagne del film di Reeves, magari nella
prospettiva che nei seguiti si aggiusti il tiro. Allo stato attuale, la visione
di The Batman risulta piuttosto impegnativa, non esattamente appagante e
sinceramente noiosetta, ma se siete dei super super super fan di Pattinson o di
Batman magari passerete sopra a queste magagne.
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