domenica 20 giugno 2021

Revolt - il film di debutto di Joe Miale

 


Siamo in Kenya. Quello che sembra un soldato americano (Lee Pace) che ha perso la memoria, ma possiede strani poteri di matrice elettrica, si sveglia in una prigione. Fuori infuriano contro dei soldati male equipaggiati dei robot alieni simili a polli giganti, in grado di vaporizzare tutti con un raggio stile La guerra dei mondi. Mentre scoppia tutto il nostro eroe fugge, dimostrandosi un’iradiddio delle arti da combattimento, con una dottoressa imprigionata con lui. Lei spiega che era dentro per questioni tipo miliziani locali contro forze di pace internazionali, ma forse anche no perché di fatto il mondo è ormai distrutto, non ci sono più eserciti, furoreggiano i robo-polli. Lei sembra confusa, lui risponde “Boh” e lei decide di chiamarlo “Boh”. Sostanzialmente “perché Boh”, una cosa vaga vale l’altra e a lui di essere chiamato “Boh” non frega un granché. Che “Boh sia”. Poi i due partono per un viaggio verso qualche parte “perché boh” e incontrano gli irregolari kenyoti che parlano Swahili, ma forse pure americano, ma tanto va bene uguale perché si scopre che il Soldado e la dottoressa sono poliglotti e chissenefrega. I miliziani forse vogliono dell’acqua, forse vogliono rapirli, forse vogliono ammazzarli, forse chissenefrega. Poi il super soldato elettrico ne ammazza un paio e diventano quasi simpatici, danno informazioni, dicono che gli americani hanno mandato i robot polli per invadere il Kenya, che comunque è colpa loro perché è tutto distrutto tranne una parabola americana più avanti, ma in fondo che ne sanno loro, erano solo lì di passaggio, forse non sono neanche kenioti, forse i tizi uccisi dal soldato gli stavano pure sulle palle. I due eroi dicono “vabbeh, amici, noi vi prendiamo il jeeppino, andiamo avanti, vediamo posti, incontriamo gente, ci si vede. Forse si va alla parabola, ma anche no”. Parte un viaggio on the road tra animali della fauna keniota, tra cui elefanti visibilmente di gomma e le scimmiette. Poi arrivano altri  kenioti, questi sono bracconieri a caccia di scimmiette che però catturano anche i nostri due, perché sì, proprio mentre i due erano interessati ad ascoltare una radio che in inglese parlava di una invasione aliena di robot polli imminente, o che forse era già iniziata da anni o roba così. Arrivano altri mega polli robotici alti quattro metri che disintegrano tutti come palloncini, mentre in sottofondo c’è una musica da fantascienza anni ‘80 stile Moroder. In effetti è tutto molto bello da vedere e da seguire, grazie alla fotografia ed effetti speciali di tizi che hanno lavorato a Stargate e Indipendence day. Poi c’è il super potere segreto del soldato “Boh” che si attiva!! In pratica i robot polli non gli sparano. Naturalmente la cosa non viene spiegata. Con la trama così a dir poco così confusa, deve piovere dal cielo un tizio a dare informazioni: un fotografo di guerra americano. Questo racconta di quando era in Kosovo a fare i servizi seri, che è poi arrivato lì in Kenya per una roba sui soldati bambini, che poi ha visto una tempesta elettrica, ma forse erano robot polli alieni, che comunque lo ha mandato Dio per dargli la foto della parabola. Anzi, non ha una mappa o un gps, ma dà ai due una serie di foto che secondo lui, a vista d’occhio, lette in sequenza, possono ricostruire la strada per arrivare alla parabola. Tipo “briciole digitali”. Poi il fotografo sta morendo e poi boh, forse no. Con la trama che rimane confusa, il regista decide pure che deve partire un flashback che spieghi al soldato smemorato Boh delle cose che non si ricordava. Cose che alla fine del flashback comunque non si ricorda. I due cercano la parabola seguendo quella demenziale caccia al tesoro proposta dal fotografo, cercando a ritroso tutti i luoghi dove ha scattato le foto in sequenza. Poi il regista ci ripensa, capisce che è una stronzata e “fa finire la batteria della telecamera che contiene le foto”. Ma fa trovare ai due una macchina americana custom in pieno Kenya, che il soldato riesce a riparare con buffi rumori fuori dalla scena. Poi i due, beh, partono per qualche parte, anche perché da qualche parte a caso comunque arriveranno, fino a che un esercito di robot polli inizia a inseguirli come per dirigerli verso un sensato sviluppo narrativo. Ossia una casetta di riparo dove i due possono innamorarsi, scoprirsi anime gemelle e poi perdersi perché lei è tipo risucchiata da un'astronave aliena, ma lui no perché è trattenuto a terra perché sì e perché boh. Da qui lui vaga e il film continuerà a vagare con lui fino alla fine. Ancora tanta gente da incontrare, cose da fare, i mega polli, e qui prima era tutta campagna... quella roba lì, dai...

Fino a che si troverà questa cavolo di parabola! Che stava a chilometri come a tre passi, piena di alieni ma forse anche di brave persone kenyote, roba così.



Questo film è “vago” e “ondivago”. Non si perde in dettagli, non indaga i personaggi, fa “capitare le cose” e poco più. Ma dà la sensazione di un bel viaggio e forse è questa la cifra importante di questa opera prima. Belli gli effetti speciali, bella la fotografia, ben girate le scene d’azione e oserei dire ben diretti gli attori. La sceneggiature invece è di un vacuo maledetto e tende a peggiorare in modo costante, perdendo pezzi logici e annientando in pochi secondi una serie infinita di personaggi con cui non si fa materialmente in tempo ad empatizzare. C’è un mistero che viene risolto verso la fine e che premette, se non a farci trovare un senso profondo alla trama, almeno di orientarci verso un possibile finale. Alla fine devo dire che mi sono divertito però. Ho spento il cervello ed è andato tutto bene. Sarà la musica elettronica, l’ambientazione originale di stampo “Kenyota” (ma è girato a Johannesburg), gli effetti, i botti, i fulmini. Sono belli anche i robottini alieni alla fine e la decisione di eliminare un personaggio via l’altro dona un senso di crudezza generale interessante, anche se spesso parossistico. Alla fine sembra di stare dalle parti di District 9, anche se qui l’esito è più acerbo, meno satirico, meno ispirato. Però, se volete passarci una serata senza troppe pretese, magari con un paio di birre, il film fa il suo dovere. Leggendo un po’ in giro sembra che il film abbia dovuto far fronte a un budget minimale per lo standard dei film sulle invasioni aliene. Ma questa prova mi appare felicemente superata, confermando da ora il grande talento del regista nel confezionare immagini action di forte impatto e complessità. Un talento cristallino che farà perdonare facilmente ai fan degli action sci-fi una sceneggiatura con il potenziale, ma anche no, ma anche, come il nostro protagonista “un po’ Boh”. 

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