martedì 19 maggio 2020

Dragonero il ribelle - n.7: Il destino di Keyra


- Sinossi fatta male: Quanto sarebbe bello in questo periodo di distanza sociale per prevenzione pandemica ficcarsi, come l'orco brizzolato Gmor, sotto una classica "tenda del sudore" erondariana. Magari in riva al mare, a fare cosacce con una bella orchetta come Keyra, sexy e muscolosa quanto la Shokan Sheeva di Mortal Kombat (personaggio tornato nella saga grazie alla recente espansione digitale Mortal Kombat 11: Aftermath). Quanto sarebbe bello poi andare insieme agli amici alla taverna del Cinghiale Basito (nome che mi ricorda un po' Boris, "F4 basito"..) a farsi una birra senza i due metri di distanza tra i tavoli, guanti e mascherine? Oggi possiamo solo sognare di amarci alla vecchia maniera per tramite dei fumetti, come attraverso questa nuova storia di Vietti, perché il presente ricorda drammaticamente ciò che accadeva ne La pallottola spuntata...




Ma sembra che anche nel fantasy Bonelliano, come da noi oggi, permangano problemi circa la possibilità di andare su una spiaggia per farsi i cavoli propri. Forse Gmor non ha con sé l'autocertificazione aggiornata, forse non convince che Keyra rientri nella definizione di "congiunta", ecco che la nostra verde coppietta viene circondata dai temibili vigili ghoulin, efficienti e zelanti come non mai. In realtà l'incontro con i ghoulin cela però retroscena diversi, più "umani"; Keyra, che ora è a capo di una fazione di orchesse come primo rappresentante femminile dei clan, deve recarsi sull'isola degli orchi per via di questioni politiche orchesche. Si parla di roba grossa e verde. Così dopo una birra al Cinghiale basito con Aura la mezza vampira maga e Ian l'ammazzadraghi, Gmor e la sua vecchia fiamma decidono per una gita all'isola degli orchi tutti insieme, tutti sul battelletto tecnocrate a noleggio. Nel frattempo presso l'Isola Orfana il saggio Vrill Ausofer si lamenta con Briana, la fiamma attuale di Ian, perché questo "Dragonero-il ribelle" non va avanti, sono già due episodi di filler in cui la trama sta ingolfata e nessuno si impegna davvero nella nuova vera missione dei ribelli. E dire che all'orizzonte ci sarebbe la cosiddetta missione "pokemon", con cui recuperare un uovo di regina viverna per creare la nuova armata pennuta volante. Misteriosamente si parla di grossi uccelli volanti ma nel numero non compare Sera: ci restiamo un po' male. 
Sempre nel frattempo, a Vahlendart l'impero si fa delle menate sul possibile scontro con quei bifolchi barbuti dell'Enclave delle Montagne, con il santone Leario che bulleggia lo psicopatico Roney che alla fine si sfoga con il primo corriere di Amazon che trova a tiro. Siamo quasi a pagina 60 e non è successo ancora molto, quanto i nostri eroi si trovano in una foresta in cui succedono cose strane che ci verranno spiegate a pagina 76 e 77. Finalmente arriviamo con slancio al famoso incontro orchesco sopra lungamente anticipatoci... Cosa succederà? 

- Crisi di coppia in vista? Il tema che idealmente unisce gli eventi raccontati nel numero 7 di Dragonero-Il ribelle è un po' quanto viene sintetizzato in quella canzoncina Disney del Re Leone di quando Simba scopre l'universo femminile e non può più stare tutto il giorno a mangiare locuste insieme al suricato e al Cinghiale. 



È la vita, è triste ed è normarle che anche un cinghiale davanti a questo resti basito come da brand dell'omonima taverna erondariana. Solo che Ian e Gmor sono a un passetto prima della celebre canzoncina Disney, sono Timon e Pumba per intenderci, temendo reciprocamente che l'amico faccia la fine di Simba. Hanno queste due femmine che stanno iniziando a piantare le tende nella loro vita e non solo "per sudare". L'istinto primario impone, anche giustamente, ma pure compulsivamente, la fuga. Si inventano così gite dall'altra parte del continente organizzate un paio di ore prima di partire con scuse tipo: "Scusa cara, nel pomeriggio pensavo di andare con amici miei in Marocco". Chiedono di rispettare un po' i loro spazi e i loro tempi, poi finiscono comunque tutte le sere al Cinghiale Basito o davanti a birre dove annegano il loro tempo in ricordi del passato da cui (figurativamente ma anche, e in modo ingegnoso, pure narrativamente) non riescono più a "svegliarsi". Insomma, è tutto molto bello e divertente quando si possono roteare le spade e le scuri contro mostriciattoli e similia, con tanto di gente che ti ricorda quanto eri figo da giovane, ma poi si finisce sempre a farsi le menate sui quarant'anni, il complesso di Peter Pan e quel grandioso viaggio a Barcellona del '87 mai fatto come in una pellicola di Gabriele Muccino. Capita anche nel fantasy di diventare "grandi", potrebbe essere il momento anche per il piccolo mondo di Ian e Gmor, a quanto ci suggerisce Vietti attraverso i vari tasselli narrativi di questo numero. La coppia potrebbe scoppiare? Diciamo che ci sono nubi all'orizzonte, con i temi della discendenza e del sangue che iniziano a farsi centrali nelle loro storie, quasi a comprimere sulla lunga distanza la gioiosa libertà dei nostri eroi. 



- Un po'di analisi: il numero 7 sceglie una strada narrativa frammentaria, crea mattoncini che andranno a costruire un mosaico più vasto in futuro. Vietti risulta interlocutorio, ci aggiorna su come i nostri eroi stanno cambiando interiormente e per alleggerire condisce con classiche scene d'azione escapiste, divertenti e smargiasse da inizio a fine volume. Ciò che accade nelle pagine centrali non risulta forse del tutto intellegibile alla prima lettura e quando arriva la spiegazione forse si vorrebbe che non fosse così repentina. Interviene a favore della leggibilità degli eventi la "colorazione di margine" delle tavole, come una seconda analisi dei disegni, magari con pigio "enigmistico" alla ricerca di un certo particolare mancante. Il finale è forse un po' compresso. I disegni del trio Galliccia, Pagliarani e Riccardi sono grintosi e plastici, riescono bene a tratteggiare la sensualità di Keyra senza comprimerne troppo le connotazioni fisiche orchesche più spigolose. Aura non trova forse una altrettanto chiara definizione visiva nella sintesi dei disegnatori: una è molto mascolina e minuta, una decisamente sexy e più slanciata. Noi preferiamo la seconda. Buone le scene notturne ambientate nella foresta, che qualche volta fanno tanto Blair Witch Project e qualche volta sembrano la copertina di un cd degli Halloween. Anche lo scontro nel villaggio ha delle intuizioni interessanti, soprattutto nella gestione degli spazi. Rodey ha una buona caratterizzazione, è un personaggio contratto, che sembra "fremere" dalla voglia di mettersi al centro della scena, con esiti a volte esplosivi dopo momenti di calma apparente stile Joe Pesci. Un plauso anche alla rigogliosa scenografia delle ultime tavole dell'albo, un paesaggio naturalistico e architettonico quasi da civiltà Inca.  
Il numero 7 risulta molto gradevole, migliora a una seconda lettura. Vorremmo vedere ancora il popolo degli orchi e Keyra in futuro, compreso quello che risiede al di là del portale. Ci sono un sacco di storie fantastiche da immaginare. 
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