venerdì 24 gennaio 2014

L'esorcista versione anniversario e L'evocazione – The Conjuring


L'esorcista. Padre Damian Karras (Jason Miller) è il pastore di una piccola comunità di Georgetown e vive insieme alla madre malata. Regan MacNeil (Linda Blair) è la figlia di un'attrice (Ellen Burstyn) ed è ammalata al punto da mutare la sua personalità. La madre, non credente (e bestemmiatrice incallita, almeno nella versione italiana) cerca in tutti i modi di scoprire le cause della malattia di Regan affidandosi all'ospedale, sottoponendo la figlia a tutti i possibili controlli in ambito celebrale e non, ma la situazione non cambia e anzi degenera. Fino a che non si rassegna a considerare l'imponderabile, il soprannaturale, e decide di contattare padre Damian. Il giovane prete, trovandosi davanti a un drammatico caso di possessione chiede ai superiori il da farsi e la Chiesa invia in suo aiuto l'anziano esorcista Padre Merrin (Max Von Sydow), tanto devoto quanto debilitato nel corpo. Sotto la guida di Padre Merrin e con il supporto della madre della bambina Padre Damian parteciperà a un lungo e difficile rito di esorcismo che minerà le sue convinzioni, insinuerà in lui terribili dubbi e lo porterà a una rinnovata fede. Monumentale
Il film di William Friedkin rappresenta una delle pagine più importanti della cinematografia mondiale. Attori straordinari mettono in scena il grande conflitto tra bene e male, fornendo una dolorosa e realistica interpretazione supportata da una solida sceneggiatura, ricca di informazioni di stampo documentale-scientifico. Linda Blair offre nello specifico un'interpretazione pregna di spaventosa violenza visiva, tanto da assurgere a icona del genere horror. La pellicola è seguita dal valido ma non pari ai botteghini “L'esorcista – l'eretico”, ma gli altri seguiti non riescono a fare altrettanto bene. La pellicola originale vive per anni nel circuito delle seconde visioni prima e dell'home video poi, trovando nel 2000 la strada per una nuova versione director's cut (a parer mio anche piuttosto illogica nel modo in cui rimonta determinate scene) e ora viene riproposta con un libretto allegato sulla produzione e tanti extra nel nuovo formato blu ray. Decisamente imperdibile.

L'evocazione. Lorraine (Vera Farmiga) ed Ed (Patrick Wilson) Warren sono dei demonologi o esperti dell'occulto per altro realmente vissuti e coinvolti in casi di possessione documentati e trasposti pure in pellicola come il noto Esorcismo di Emily Rose e la possessione di Amityville. Lorraine è una sensitiva, da sempre in possesso del dono-maledizione di vedere i fantasmi. La sua vita non è facile e ogni volta che entra in contatto con creature del mondo dell'ombra è come se una parte di lei si andasse a perdere. Tuttavia Lorraine crede che questi suoi poteri debbano essere messi a disposizione di tutti, sente la necessità di fare del bene al prossimo. Ed è un ex poliziotto e ha deciso di seguire la moglie, di starle vicino nella sua missione. Teme per lei, si rimprovera di non potere vedere quello che Lorraine vede, cerca di fare in modo che la moglie corra meno pericoli possibili e in cuor suo maledice la frase con cui spesso lo rimbrotta: “E' il destino che ci ha fatto incontrare, perché tu mi permetti di fare questo lavoro proteggendomi”. Pertanto Ed la protegge con il massimo del suo amore e con la scienza, elaborando e mettendo in atto i principali protocolli e apparecchiature per la caccia ai fantasmi e difendendo la loro abitazione con continue benedizioni da parte del prete locale. Perché spesso il male si trasmette attraverso gli oggetti e per proteggere il resto del mondo da tali manufatti loro li raccolgono. Nella casa dei Warren vi è infatti una stanza, interdetta alla figlia, nella quale i manufatti vengono stipati e sigillati, nonché costantemente benedetti, per privarli del potere o quantomeno cercare di contenerli. Lorraine ed Ed Warren vivono la loro maledizione con coraggio e altruismo, aiutano nel casi soprannaturali più strani e tengono saltuariamente conferenze per spiegare come il mondo dell'occulto spesso si confonda e mimetizzi nei confini della scienza.

La famiglia Perron ha da poco cambiato abitazione scegliendo per una stranamente economica abitazione ai margini di un bosco. Ha fatto all'apparenza un affare, ma il posto nasconde delle insidie inaspettate. Ogni notte una delle figlie, già affetta da sonnambulismo, sbatte la testa contro un armadio mentre l'altra si sente tirare i piedi nel buio da mani invisibili. Con il tempo tutto degenera, iniziano a comparire ombre minacciose, le porte della casa si aprono senza motivo e qualcosa sembra abitare la sinistra cantina interrata. La logica non sembra più potersi applicare. Nella casa c'è qualcuno. Carolyn Potter (Lily Tayor) decide così di rivolgersi ai Warren.
Regista del primo Saw e nuovo regista per la saga di Fast'n'Furious, James Wan negli anni si è confermato come abile e dotato cineasta, particolarmente devoto al genere horror e thriller. Con grande rispetto per le tematiche più classiche del cinema di genere, spirito citazionista, capacità di re-invenzione e sapiente utilizzo della macchina da presa oltre a omaggiare Cane di Paglia con "Dead Sentence", ha rinverdito il mito dei film sui pupazzi maledetti, ha confezionato anche l'interessante "Dead Silence" e diretto la sua personale re-interpretazione della casa stregata con la saga di Insidious. Con "L'evocazione" Wan reinterpreta e mette la sua personale impronta autorale nel genere delle pellicole sulla possessione diabolica, accogliendo la lezione di opere del passato di spessore come "L'Esorcista" e creando con esse un ponte con le attuali tendenze dell'horror moderno rappresentate da "Paranormal Activity" e le nuove tv serie di sedicenti cacciatori di fantasmi. Quello che ne esce è un prodotto dalle qualità grandemente superiori alla media grazie a una sapiente e chirurgica regia, attori strepitosi tra i quali si segnala una straordinaria Vera Farmiga, un intreccio intenso e credibile e una prospettiva per molti aspetti nuova nell'affrontare il tema. Una pellicola giustamente premiata al botteghino nonché una delle principali sorprese di questo ultimo periodo di horror movie.
La concomitanza de "L'esorcista" e de "L'evocazione" in Home video mi permette di parlare un po' dei film a tema possessione. Un filone florido nel campo dell'horror che vede nelle due pellicole sopracitate una diretta connessione per temi e meccaniche. Due prodotti di qualità che a ogni modo non voglio mettere in relazione in ambito di chi sia il più bello (che comunque è L'esorcista, pur restando L'evocazione un ottimo film) quanto di quello che rappresentano o per me rappresenterebbero oggi nello sterminato campo dell'horror cinematografico.
"E' pronta la cena!"
"Arrivo mammina!"
"Ti porto dal medico..."
Chi non è credente vede nei film sulle possessioni diaboliche un motivo come un altro per provare dei brividi, testare la capacità del regista di spaventare. In fondo che si sogni Freddy Kruger, due gemelline che si incontrano per caso svoltando nel corridoio di un hotel deserto o ci si imbatta in un fauno con gli zoccoli tra le rovine di un giardino, quello che conta maggiormente è che il film possa spaventare. Certo il diavolo risulta mattatore in gran parte delle pellicole horror, contendendosi con gli zombi il maggior numero di pellicole dedicate. Ha i suoi “fan cinefili” anche solo come icona horror. Per chi è credente invece non c'è niente di peggio che un film horror sulle possessioni diaboliche, si avverte una pulsione trascendente che spaventa a prescindere dallo spettacolo inscenato. Questa dicotomia, in un mondo in cui tantissima gente ama spaventarsi, fa indubbiamente la fortuna di pellicolacce da due soldi tipo “L'altra faccia del diavolo” (che vengono visionate per sfizio per poi essere giustamente dimenticate), ma non impedisce che siano realizzate pellicole realmente belle e complesse sul tema, frutto di complessi studi e documentazioni, come "L'Esorcista", la saga classica di "Omen", "Rosmary's Baby", "Il Rito", "Paranormal Activity" (in parte), "Rec", "L'esorcismo di Emily Rose", "Insidious" (che affronta in piccola parte il tema, ma il cui “demone” è terrificante) e appunto questo, splendido, "L'evocazione". Pellicole che al di là di fare paura si soffermano su rituali e stilemi classici delle pratiche di esorcismo, dimostrandosi nei casi più estremi quasi dei medical drama “religiosi” più che film horror in senso stretto.

Molti non credenti pensano che "L'Esorcista" (da poco uscio in una lussuosa riedizione celebrativa in blu ray) debba gran parte del suo successo agli effetti speciali all'avanguardia (e alcuni oggi lo bollano come “bruttino” perché ritengono oggi tale effettistica antiquata), al di là del fatto di essere indubbiamente un bellissimo film recitato magistralmente e assolutamente terrificante. Ma per i credenti gran parte del successo della pellicola risieda in due aspetti che stranamente vengono meno frequentemente citati. La componente scientifica del racconto e il realismo dei personaggi, spesso uomini comuni e non “peccatori da punire” come nella maggioranza dei film horror moderni, soprattutto nei “teen horror” (vedasi in merito il simbolismo fornito ad hoc in pellicole spettacolari come “Quella casa nel bosco”). Un approccio clinico alla materia, una attenta e procedurale disamina della fasi dell'intervento, supportato dall'uso anche di materiale scientifico realmente esistente, donano alla messa in scena dei film sulle possessioni un taglio documentaristico in grado di offrire una certificazione dei fatti, di calarci nel reale. É noto come tale strada sia poi stata la fortuna di film come Rec o Paranormal Activity in cui è la telecamera a fornire la giusta prospettiva documentaristica. A tale approccio realisti ai tempi de L'Esorcista contribuì una circostanza del tutto imprevista e davvero spaventosa (e dove la religione ha il suo peso), il Vaticano in occasione proprio di questa pellicola ha confermato l'esistenza delle pratiche di Esorcismo, una specie di parente scomodo tra le pratiche demandate ai sacerdoti di cui si accennava nel diritto canonico (chi ha studiato magari a giurisprudenza la materia saprà che in un tempo passato il cosiddetto “esorcistato” era materia del primo anno nel corso per sacerdoti praticato nei seminari), ma che non era bella cosa mostrare troppo. Certo era poi contorto anche a livello meramente di catechesi affermare l'esistenza di Dio discendendo dall'esistenza del diavolo. 
Non son tanto bella, ma parlo cinque lingue!
Ai tempi de “L'esorcista” veniva a ogni modo dalla Chiesa autenticata la presenza di preti-combattenti-specializzati, effettivamente schedulati e operanti nel mondo che, spinti da fede incrollabile, erano di fatto capaci di confrontarsi e sconfiggere entità di tipo ultraterreno. Ulteriore riserbo sulle pratiche di esorcismo da parte della Chiesa era volto a impedire la strumentalizzazione di tali pratiche, gli abusi da parte di sedicenti guaritori o esaltati che oggi impestano anche youtube trasformando quasi in barzelletta l'intera pratica (mi vengono in mente video di predicatori americani che a colpi di kung fu scacciano demoni che collaboratori gli lanciano contro). Ma non si poteva ulteriormente non dare conto dell'esistenza degli esorcisti, che da sempre operano solo e soltanto dopo che vi siano accertamenti medico-scientifici e l'approvazione vescovile all'uso. Pertanto esiste addirittura un corso in Vaticano, presso il Pontifico Ateneo Regina Apostolorum, cui è possibile accedere con certi requisiti (ma sembra che sotto richiesta si possa partecipare anche senza essere sacerdoti e siano pertanto aperti agli interessati); se siete interessati vi consiglio anche il recente film “Il rito” con Hopkins nonché il libro da cui lo stesso è tratto, che riporta sotto forma di saggio una dissertazione del suddetto corso ed esperienze di esorcismo pratiche, focalizzandosi sui metodi di indagine investigativa e sulla critica analisi di casi limite, dove possessione e schizofrenia potrebbero sovrapporsi. Questo libro, interessante proprio per il suo punto scientifico più che religioso, si intitola: “Il rito - storia vera di un esorcista di oggi” di Matt Baglio.Tornando a noi, se ci sono quindi esorcisti addestrati, ci sono anche figure come i demonologi, laici che insieme a medici e psicologi si impegnano allo scopo di fornire le prove scientifiche propedeutiche perché l'esorcista possa essere autorizzato a intervenire, referti che con certezza escludano cause mediche o in ogni caso incompatibili con un intervento che, se non necessario, potrebbe minare la sanità mentale del soggetto passivo. 
"Mamma guarda cosa ho imparato dal gufo dello zoo!"
Considerazione personale. Si può cassare tutte queste storie, buttare tutto via e ritenere che sia tutta una recita organizzata a uso e consumo della campagna acquisti di nuovi credenti. Ma al di là della bontà ti tale prospettiva (che poi vi pare possibile che si riesca davvero a convincere qualcuno a convertirsi al cristianesimo paventando un uomo nero con corna e zoccolo? Per me no) siamo davvero disposti a “chiudere quella porta”, a ritenere che tutto sia finto al di là di un ragionevole dubbio? Come possono persone di colpo parlare in lingue antiche mentre i loro connotati si deformano? Come possono delle preghiere, pur mirate, portare alla guarigione di dette persone? Possibile che esorcismi si pratichino in altre culture, ho in mente il Buddhismo, e i procedimenti ed esiti siano similari? Circostanze strane e (ad oggi) non spiegabili (a meno che non si “creda in qualcosa”... e “credere” significa “affidarsi senza poter sapere”). Anche il più fermo non credente teme in una certa misura l'ignoto e l'inesplicabile, dopotutto, così come considera il Big Bang come l'inizio di tutto pur non sapendo cosa ha provocato “dal nulla” quel Big Bang. Personalmente apprezzo il dubbio, lo nutro come stimolo intellettuale, fidando e al contempo diffidando di tutto, ma non escludendo a priori qualcosa (e ricordandomi di avere una testa pensante). Vi invito a non tracciare confini definiti-definitivi su nulla: il mondo vi apparirà di colpo più interessante.

Oltre a questo approccio scientifico l'Esorcista aveva un altro indubbio merito, rappresentava persone di indubbia normalità e umanità. Padre Damien non era un eroe senza paura, ma un uomo pieno di dubbi che viveva preoccupato per la salute della madre e si trovava di colpo in un mondo per lui troppo grande; lo stesso esorcista era un uomo anziano e provato, pronto a sacrificarsi per il bene altrui. Stessa impostazione realistica che riscontriamo in "Rec", un po' meno in "Paranormal Activity". Il film potrebbe reggersi da solo anche senza gli effetti speciali.

Scientificità dell'approccio e umanità dei personaggi. Queste sono le chiavi per me del reale successo de "L'esorcista". Le stesse chiavi di lettura che troviamo oggi magistralmente impiegate ne "L'evocazione" di James Wan. Ma dove i due film meno si accostano è sulla speculazione della paura con “connotazioni religiose”, per me affrontata diversamente anche alla luce dei differenti periodi storici in cui sono state concepite queste opere. "L'esorcista" è terrificante, subdolo, carico di agghiaccianti immagini subliminali volte ad espandere il terrore dello spettatore. In esso bene si rispecchia un periodo (metà anni '70) in cui la religione vacillava a causa di una sempre più accesa crisi dei valori cristiani. Si può quindi dire che l'opera bene descriva una crisi della religiosità. "L'evocazione" ha un approccio più soft, spiega che anche le presenze più terrificanti sono in fondo creature definite che, pur avvolte da una cortina di fumo che le rende intangibili, non riusciranno mai a sfondare la quarta parete, rimanendo prigioniere della loro dimensione. Per questo possono essere combattute e contenute. "L'evocazione" (così come "Il rito" e in una certa misura "Rec") giunge in un periodo di crisi della religiosità così acuta che più che spaventare punta a riaffermare le potenzialità della fede. "L'evocazione" è frutto di un rinnovato sentimento di fiducia verso la religione, frutto peraltro dei tempi recenti. Se nel caso de "L'esorcista" provavamo quindi paura per via delle spuntate armi della fede (che nonostante tutto vinceva grazie al titanismo sacrificale del prete e dell'esorcista) ne "L'evocazione" la paura, che pur rimane potente e strisciante, può essere guardata negli occhi, da occhi che quasi la sezionano in modo scientifico, e sconfitta, pur a monte di grandi sacrifici. Conta maggiormente l'indagine che il senso di paura collegato, si potrebbe dire. Qualcuno si è lamentato del fatto che "L'evocazione" spaventi molto di più nella prima parte, dove le presenze sono per lo più invisibili, rispetto alla seconda parte del film, dove gli occhi di Loranne Warren riescono a vedere chiaramente i mostri che cercano di nascondersi nell'ombra, riuscendo nel contempo a definirli e catalogarli grazie alla collaborazione del marito e del loro staff. Di fatto non avviene proprio così e certe scene della seconda parte sono in grado di farvi schizzare sulla sedia. Ma per me è proprio questo l'aspetto più accattivante dell'opera di Wan, il trattare il tema delle possessioni come una malattia da curare e opportunamente studiare scientificamente. 
Il terrore non deve per forza risultare solo dal “buh!” che vi fa rizzare i capelli a ogni cambio repentino di inquadratura (aspetto su cui ha sadicamente giocato Zemeckis ne "Le Verità Nascoste"), ma può essere qualcosa di più inconscio e strisciante, una “sensazione di disagio” che bene può corrispondere alla apertura di una porta sull'ignoto. E ciò corrisponde a una precisa filosofia di Wan nel trattare del soprannaturale, riscontrabile anche nel suo "Insidious" e in "Dead Silence", opere che risultano per solidità di tali “regole” quasi legate da un filo rosso (che mi dite se speculo sul fatto che la megera dei burattini di "Dead Silence" potrebbe essere la stessa dama velata “che muove corpi altrui” di Insidious nonché lo spirito che alberga nella terrificante bambola de "L'evocazione"? Potrebbe starci...). Wan non mira a spaventarci a morte quanto a ricercare nel reale la presenza di mondi diversi. Ma non sottovalutate in ambito horrorifico le potenzialità del senso di “smarrimento dello spettatore” di cui si pregna questa pellicola, è qualcosa di molto più potente di un qualsiasi babau alla Jason o Freddy. Per questo, per farci credere che stiamo assistendo a qualcosa di reale, è ben disposto a sacrificare persino colpi di scena e spettacolarità. E l'operazione riesce talmente bene che il film potrebbe funzionare anche senza gli elementi soprannaturali, limitandosi a raccontare il profondo legame affettivo tra un marito devoto e una moglie destinata alla sofferenza ma spinta da profondo altruismo, un sentimento che grazie alla straordinaria bravura di Patrick Wilson e Vera Varmiga riesce davvero a commuovere e coinvolgere anche i più tenaci amanti dell'horror. 
Alla luce di tutto quanto sopra esposto, ci troviamo davanti aduno script straordinario, attori eccezionali e un'impostazione dal taglio quasi documentaristico nel narrare eventi soprannaturali. Gli effetti speciali, complice un budget contenuto, sono davvero minimali. Zero computer grafica, zero gratuiti effetti spavento posticci (ma solo autentici e terribili effetti spavento correttamente e funzionalmente collocati). Atmosfera a mille. Ce ne fossero di film di questo tipo! Non sorprende che si stiano già muovendo per un capitolo 2, questa pellicola è solo un assaggio di tutti i casi documentati dei Warren e nasconde “in bella vista” suggestioni degne di essere trattate in più di una iterazione cinematografica. Ad ogni modo da spettatore mi auguro che le prossime storie permettano di stare ben lontani, a una distanza di sicurezza di 20 km minimo diciamo, dalla personale stanza delle “reliquie” dei Warren. Ce n'è abbastanza da non riuscire a dormire mai più. 
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3 commenti:

  1. IL MIO COMMENTO E RIVOLTI A TUTTI COLORO CHE SI RENDONO CONTO DELLA FANTASIA CHE IL REGISTA DEL FILM " L'ESORCISTA" HA AVUTO CON SUCCESSO, IN REALTA E' TUTTA UN ALTRA COSA . PRIMA DI TUTTO RIVOLGERSI A UN PROFESSIONISTA RELIGIOSO E' SBAGLIATISSIMO , SI RITORNA ALL'IGNORANZA DEL MEDIOEVO. OCCORRE IL MEDICO SPECIALISTA NEUROLOGO, QUESTI SE LO CREDE OPPORTUNO FA INTERVENIRE IL PARAPSICOLOGO CHE CON I SUOI ESPERIMENTI SBALORDITIVI SUL PAZIENTE DEVE CONVINCERLO A GUARIRE.(sempre sotto forma medicamentoso) MAGO PROF. SILVA

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  2. Non credo che un neurologo chiamerebbe mai un parapsicologo...

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  3. Certo tutto deve essere visto necessariamente nell'ottica di credere o meno a questi fenomeni. Infatti nel post mi pare di non prendere posizioni in merito quanto di constatare come di fatto esistono dei demonologi, esistono esorcisti ed esistono ferrei protocolli d'azione. Protocolli la cui base di partenza è strettamente medico-scientifica, analisi effettuate da specialisti comuni e non affiliati a congregazioni religiose. Nei film poi si ha l'esigenza di una sintesi narativa, ma i protocolli possono durare degli anni prima di chiamare l'esperto in soprannaturale, anni di cure prettamente mediche tradizionali. Dopo che i medici hanno"finito"senza esito si passa nel caso dei Warren ai demonologi, che ai loro tempo erano tipo 6 persone in tutta l'America. E nella maggioranza dei casi proprio da segnalazione medica. I demonologi devono raccogliere ulteriori prove, e ci vuole ancora diverso tempo, per poi chiedere l'intervento della Santa Sede. Quest'ultima di nuovo valuta il fondamento religioso e può chiedere pure nuovi accertamenti medici. Solo alla fine appare l'esorcista, il cui lavoro può essere di anni, e l'accertamento di fenomeni paranomali è di un 3 % dopo tutta la trafila precedentemente esposta. Questo almeno è quello che fa ( o dovrebbe fare) la chiesa cattolica. Poi ripeto, per me è interessante in sè, a livello sociologico-culturale, l'esistenza di un tale protocollo che unisce medicina a religione (come quello relativo alle commissioni sull'accertamento dei miracoli pertanto), come il fatto che esistano esorcisti e corsi propedeutici tenuti alla Santa Sede. Sul credere o meno a tali fenomeni ognuno è libero di pensare quello che vuole ; ) Talk0

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