sabato 15 giugno 2013

After Earth



Futuro futuro. La razza umana ha dovuto combattere contro una razza aliena brutta e cattiva. Per vincere ha disintegrato la terra con bombe atomiche o qualcosa che comunque non si spiega e non si capisce. Ora l'amato pianeta azzurro, parecchio tempo dopo il conflitto è diventato-ritornato un idillio che manco il paradiso terrestre, solo che è dominato da animali oltremodo aggressivi e spesso giganteschi, chissà perché niente dinosauri, ma solo creature note al wwf (con buona pace per il piccione smerigliatore di Cislago, ormai estinto). Tuttavia la razza umana non lo sa ancora e vive nello spazio in una qualche colonia su Alfa Centauri, continuando però a fare a botte con gli alieni di cui sopra. I pezzi grossi del governo planetario che fu danno la gestione del conflitto agli space (Texas) ranger, tra i cui massimi ranghi milita il cazzuto Cypher Raige (Willie Smith), uno dei primi “spettri”. "Che cacchio sono gli spettri?" dirà qualcuno dei miei piccoli lettori, magari che non ha mai giocato a Starcraft. Per rispondere a questo quesito serve una premessa di due o trecento caratteri. Diciamo che chissà come, chissà quando (alla trama su questo come su molte altre cose “non frega”) gli alieni si pongono seriamente il problema del bilancio militare. Perché quando le marziane si vedono aumentato il costo delle banane fosforescenti non ci vedono più... Investire in corazzate spaziali, truppe d'assalto, robot giganti et simila costa un casino, vai con i tagli. 

Così una razza che ci ha fatto un fondo così spingendoci a migrare altrove decide di mandarci addosso dei comodi ed economici mostracci illogici biodegradabili, gli Ursa: tizi grossi e cattivi che sono in grado di scovare e squartare gli umani del futuro (che vanno in giro con stupidissimi completi da jogging comprati da decathlon, una razza evoluta di ciclisti della domenica che solo per ciò merita lo sterminio) avvertendone la paura, letteralmente fiutando la preda dall'odore di chi se la fa addosso. “Che figata”, avrà esclamato il capo dei marziani cattivi “è una feature tanto allettante che possiamo rinunciare a tutto il resto! Risparmiamo! Non dotiamo i mostracci di vista, olfatto, gusto, tatto che mi è bastato vedere il preventivo che svenivo. Con questo compromessino siamo in grado di portare questa estate i piccoli marziani a Gardaland”. Cosa fanno i terrestri per far fronte agli alieni? Devono esserci problemi di budget anche dalle nostre parti. Armi da fuoco et simila, forse in un impeto ecologista, (effetto riflesso di viaggiare su inquinantissimi incrociatori spaziali) sono state sostituite da bastoni retrattili multifunzione. Prima di invocare la “stronzata galattica” vi dico che gli stessi bastoni posseggono una struttura liquida simile al T100, possono mutare foggia e lama e possono separarsi in due mini bastoni. Diminuito l'effetto “stronzata”? Come immaginavo no... Tronfi di tale importante innovazione tecnologica nell'armamentario del ranger spaziale, armato di tuta decathlon modello Patric de Gayardon, scarpette jogging e zainetto, non figurano manco degli archi. Si torna all'ecologicamente accettabile combattimento dei primitivi contro i dinosauri, ma questo si può comunque fare grazie all'evoluzione di una capacità umana, la spettralità. 
Ginocchio a Terra cretino! 
Gli Ursa cacciano i feromoni della paura. Basta non provare paura e si sarà completamente invisibili a loro. Così anche con un'arma del cavolo è possibile farli a pezzi in una sorta di nascondino-kung-fu. Certo che imparare la spettralità non è cosa di tutti i giorni, gli addestramenti sono durissimi e a livello di rapporti interpersonali si diventa più espansivi di Spok. Ed eccoci alla storia. Il generale Raige vive una forte conflittualità nei confronti del figlio Kitai (Jared Smith), a cui imputa, sebbene inconsciamente, la morte della sorella Senshi (Zoe Kravitz). Il figlio ce la mette tutta per dare il massimo ed eccellere nell'addestramento a ranger, ma non riesce a passare l'esame attitudinale, troppo emotivo. Così mentre il padre che già lo rimbalza lo detesta, la madre Faia (Sophie Okonedo) insiste perché il generale passi un po' di tempo con lui fino a che quest'ultimo decide di portarselo dietro in una missione di routine. Sarà un disastro. Caduta in una tempesta di asteroidi l'astronave cadrà sulla Terra, divelta in due parti come l'aereo di Lost. Unici sopravvissuti, padre e figlio, stipati nel corpo centrale dell'astronave. Unica via di salvezza, recuperare il congegno per le comunicazioni ancora funzionante, presumibilmente rintracciabile nel relitto di coda, a quasi 100 miglia di distanza da dove è caduto il corpo centrale. L'unico in grado di compiere la missione è Kitai, Cypher ha una gamba andata. Ma grazie a dei sistemi satellitari (che nessuno spiega quando siano stati istallati) e alle telecamere sulla tutina del figlio, oltre ad un possibile strumento di scansione termica tridimensionale, il padre sarà in costante continua comunicazione con il figlio e potrà guidarlo tatticamente al meglio. Rompendogli le palle con una costanza che farebbe invidia ad un Metal Gear Solid, papà Cypher sarà sempre con Kitai. Armato di tutina e zainetto, lancia retrattile e provviste, e nel futuro la razione giornaliera è costituita da una singola unità di cose che sembrano Gemme del Mulino Bianco. Riuscirà il figlio, guidato dal padre, a raggiungere la radio per chiamare gli aiuti percorrendo da solo 100 miglia nel selvaggio mondo preistorico-futuro dell'amata Terra? Sarà dura. Sull'astronave era presente anche un Ursa...
Le gemme del Mulino Bianco permettono al piccolo
Smith di respirare l'aria ormai tossica della Terra
Ho riflettuto un po' prima di elaborare un mio giudizio personale sull'opera. Il primo istinto è stata una bocciatura senza pietà. Nel ricordo del grande regista che fu M.Night Shyamalan, partito a razzo nell'universo dei registi da film tripla A per poi finire a fare cose come The last Airbender, nel constatare come Willie Smith abbia rinuciato al ruolo di Django nell'ultimo Tarantino per girare questa pellicola padre-figlio un po' zuccherosa, nel rassegnato stato d'animo di aver visto un film sulla sopravvivenza “pompato” a fantascienza per attirare magari più spettatori. Poi l'illuminazione. Il film non è “per me”, ma è un film per famiglie indirizzato ai più piccoli. Mi basta girare la testa alla fine della proiezione per vedere lo sguardo raggiante dei bambini e capire quello che forse doveva essermi ovvio da subito. Ogni bambino può correre in un parco con una tutina presa da decathlon, mangiare Gemme del Mulino Bianco e sognare di passare un po' di tempo in più con suo padre. Se è un bambino l'utente finale non si possono se non in modo stilizzato rappresentare scene di violenza, magari bandendo sangue e armi da fuoco. Certo ci sono cose come l'albero dei cadaveri, ma non vanno al di là di una iconografia da favola e sono funzionali al messaggio che vuole dare il film: si può essere preoccupati nel difficile percorso di crescita, si deve essere accorti per comprendere ed evitare i pericoli, ma non si deve, mai, essere dominati dalla paura, perché la paura è solo frutto della nostra testa. Ed un film che aiuti i bambini a far fronte delle loro paure non può che essere un bel regalo.
Dai papà sorridi ogni tanto!

M.Night Shyamalan affronta uno dei temi a lui più cari, già presente ne Il Sesto senso: il percorso di crescita da ragazzo ad uomo. Come nella pellicola del bambino che vedeva la gente morta, non manca al ragazzo (qui il sempre bravissimo Jared Smith) la guida di un adulto, in questo caso un padre (un Willie Smith molto profondo e drammatico, lontano anni luce dai registri comici ai quali ci ha abituato, più vicino alla sua fase mucciniana) forte e autoritario, un modello verso cui si cerca con tutti gli sforzi di avvicinarsi senza mai del tutto riuscirvi. Così il percorso di crescita, guidato, è possibile solo con l'accettazione dei propri limiti, nello spingere al massimo le proprie innate capacità e nella scoperta, la più importante, che il mondo che ci circonda è nostro avversario ma può essere nostro amico, se riusciamo a cogliere le immense risorse che ci prospetta. L'ambientazione permette al regista di tracciare idealmente un'elegia sul difficile percorso che ha portato l'uomo a trovare un posto nella natura (la scena dell'aquila mira a questo, anche se agli occhi di un adulto fa un po' storcere il naso come la similare scena di 10.000 a.c.) e per questo viene scelta l'ambientazione preistorica, dove le tracce umane tornano ad essere su pietra, con i geroglifici. I Paesaggi sono bellissimi, la profondità degli scenari è vertiginosa e abbaglia lo sguardo, l'azione è senza freni e i minuti di proiezione letteralmente volano. Anche la recitazione funziona. Profonda e realistica sembra una diretta evoluzione del rapporto padre e figlio che Willie e Jared hanno già sperimentato ne La ricerca della felicità di Muccino, una pellicola davvero imperdibile che consiglio a tutti di vedere. Le età di padre e figlio sono cambiate così, come la dinamica del loro rapporto, si avverte una profonda sinergia tra i due, un misto di affetto-rispetto reciproco e reale, qualcosa di unico nel panorama odierno. Ci troviamo davanti ad un bello spettacolo, ma dedicato a chi non si pone certi dubbi su trama (di contorno) e ambientazione (di contorno). Dedicato a chi guarda ai sentimenti e al cuore della pellicola, magari a chi ha ancora l'innocenza per voler volare su un drago bianco e spaventare i bulli di quartiere fino a farli nascondere in un cassonetto dei rifiuti. 
Talk0

2 commenti:

  1. Ho capito in modo diverso l'incipit del film; non che lo renda meno patetico, anzi... forse ancor più vicino a tematiche da Scientology di cui Smith è simpatizzante. In sostanza l'uomo stesso avrebbe distrutto la Terra con il suo comportamento irresponsabile, causando così la fuga forzata dal pianeta e la colonizzazione di Alfa Stacippa (o quel che è)su cui vivevano gli alieni che poi avrebbero fatto guerra agli umani usando l'evoluzione marziana dei Pitbull. Sulla Terra nel frattempo tutto si è evoluto per far fuori gli esseri umani, rei della quasi distruzione del pianeta: clima rigidissimo, animali enormi e aggressivi...una semplice sanguisuga, che Bear Grills userebbe in caso di avvelenamento da cobra, qui diventa letale. Anche l'aria è tossica, perché è mutata per impedire all'uomo di respirare, tanto che Smith jr. deve succhiarsi le famose gemme del Mulino Bianco di cui la foto! Questo perché l'uomo è cattivo e la sua condanna per lo sterminio delle specie animali è l'esilio dalla sua casa e mille anni di guerra con alieni misteriosi. Il film personalmente mi ha fatto ribrezzo, un insulto alla fantascienza; spero che Shyamalan possa riprendersi al più presto dal buco nero nel quale si è infilato negli ultimi anni...

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  2. In effetti dell'inizio non ci ho capito una fava, così come il 90% della sala. è narrato in modo piuttosto vago e confuso. probabilmente hai ragione tu, ma tutto può essere. Di fatto le Gemme del mulino sono l'unica cosa che ingurgita il pupo, se mi dici che sono solo una specie di depuratore e il suddetto parte per una missione semi suicida nella giugla, di quattro giorni, senza alcuna provvista (stante che tutto ciò che potrebbe raccogliere è tossico)la trama mi evolve in ancora più illogica (e non vi ho parlato del fatto che negli appartamenti del futuro le piante stanno sotto vuoto!!. Come parlavamo giorni fa, probabilmente la sceneggiatura era originariamente ambientata ai giorni nostri: un aeroe cade tra le montagne, le gemme Mulino Bianco sono le borracce, le armi dei bastoni di fortuna, l' "Ursa" probabilmente un "Orso". Tutto sarebbe meno spettacolare ma più logico. Il rapporto padre-figlio però mi è piaciuto, così come le scene d'azione e scenografie. Talk0

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