Con il terzo
numero è giunto il tempo di fare luce su Ringo, il componente della
elite militare egli Orfani con il nome in codice di “Pistolero”.
A differenza degli altri ragazzi, prima che tutto iniziasse Ringo era
già un guerriero, giovanissimo, nella giostra della corrida di
Barcellona. Un carattere altezzoso, impertinente controbilanciato da
abbondanti dose di coraggio e determinazione e da un sincero e
incondizionato affetto per la piccola Sam, per la quale si getterebbe
nel fuoco, ne fanno una testa calda alla quale inevitabilmente si
finisce per affezionarsi.
In alternativa lo riterrete un bulletto e
punto. Anche in questo numero la narrazione è sfalsata tra i giorni
dell'addestramento e l'invasione del pianeta alieno, seguendo una
scaletta ormai classica quanto ormai rigida, riconoscibile e
caratteristica. Nel passato gli istruttori del capo Dorsoduro
iniziano ad avere paura di aver dato troppi steroidi ai ragazzini,
che ora potrebbero pure menarli facilmente. Nel futuro assistiamo a una missione in solitaria di Ringo contro i soliti orsetti gommosi. Recchioni si dimostra ancora una volta un
abile narratore, rapido e divertente, i disegni di Cavenago e i
colori di Florean sono spettacolari e in linea con l'altissimo
livello della serie. Ho trovato bellissima l'ambientazione del bosco
alieno, davvero un tocco di classe. Seguendo il solito giochino delle
citazioni, i fan della fantascienza non potranno che cogliere rimandi
più o meno velati all'Impero colpisce ancora. Rimane il solito
problema di fondo della durata effettiva della lettura, sempre molto
veloce in ragione di molte scene, pur bellissime, dedicate all'azione
e ai paesaggi, così come permane il senso di una narrazione
semplificata, qua e là sempliciotta, ottima ad adattarsi alle fasce
d'età più imberbi (Recchioni! Cita di qua, cita di là ma ispirati
pure ogni tanto a Warren Ellis e Garth Ennis se ti capita,
magari... dacci degli orfani cazzuti e non cazzoni...).
Siamo sempre noi, gli alieni gommosi! Uccidiamo i ragazzi-stereotipi! |
Ma, lo
ripetiamo, non sono questi i problemi della vita e lo spettacolo si
gusta con gioia comunque. A differenza del solito, il finale del
volume regala un bel cliffhanger a mettere un po' di pepe sulla
trama (speravo che anche il numero due terminasse in un cliffhanger ma
mi sbagliavo... qui non dovrei sbagliarmi, credo...), sarà nostro vivo
interesse scoprire a gennaio come la matassa si sbroglierà. Un
altro numero buono, migliore del secondo. Menzione d'onore per la
suggestiva copertina di Carnevale, per me fino ad ora la migliore
della serie.
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