di
Steven C.Miller
Piccolo paesino
della provincia americana. Feste di Natale. La bella vice-sceriffo (Jamie King) vorrebbe per una volta evitarsi la ronda di Natate.
L'anno passato è stato piuttosto tragico per lei e la prospettiva di
passare la giornata a letto è allettante. Lo sceriffo (Malcom
McDowell) ha però bisogno di lei per gestire quella specie di circo
di miracoli che è il locale distretto di polizia, per altro
momentaneamente sotto organico, e perciò insiste che lei venga al
lavoro per una delle più incasinate giornate di sempre.
Inoltre sembra ci sia in giro un molesto Babbo Natale che ami
spaventare a morte i bambini, un tipo losco che bene si nasconde in
ragione della colossale parata natalizia che ogni anno, quel giorno,
fa della cittadina la meta di molti visitatori.
E' stato un
attimo. Nemmeno dieci secondi che il mio sguardo incrociava la
copertina di Silent Night, recante un tremendo e inquietante Babbo Natale armato di lanciafiamme, che già mi dirigevo in cassa per
l'acquisto. Certo Jamie King (la bellissima Goldie di Sin City e
sempre bellissima in The Spirit) così come Malcom McDowell (da
Arancia Meccanica in poi un mio mito) sono nomi che da sempre mi
attirano, il regista esordiente C.Miller non lo avevo mai sentito. Ma
l'idea di un film slasher alla Venerdì 13 ambientato a Natale, con
tanto di serial killer che fa uso di esecuzioni a tema, tra sedie
elettriche fatte con luci di natale e macchine per tagliare abeti
usate in contesti più “organici”, mi ha attirato come la mosca è
attirata dalla cacca. Certo una vocina nella testa mi urlava che
poteva pertanto trattarsi di cacca, che avrei dovuto quantomeno
documentarmi prima di elargire moneta sonante, ma chissene frega,
pensavo. E avevo ragione; inaspettatamente questo Silent
Night è una pellicola carina che, pur con dei limiti, si lascia
guardare più che discretamente. Attori ben integrati nella parte,
un'atmosfera ben più nobile del classico b-movie, un make-up per il Babbo Natale cattivo davvero accattivante, ottimi effetti splatter,
pure una razione extra di sempre gradite tette. Tanto divertimento e
il giusto approccio retrò che ai fan di annata come me non può che
piacere.
Questo di “Silent night” è il classico psicopatico “anni
uttanta” alla Jason, una specie di pazzo vendicatore-moralizzatore
che punisce bambini troppo pretenziosi e impertinenti, spacciatori
che si fanno chiamare “mr neve”, coppiette fedifraghe, prostitute
o quasi, preti lascivi. Un pazzo con codice morale distorto, peraltro
spinto da sana vendetta, per il quale si può facilmente provare
simpatia, anche in virtù di attoroni come McDowell (qui bravissimo),
specializzati nel fare gli ottusi boriosi e di procaci donzelle
pronte a correre ignude o quasi nella neve. Regia adeguatamente
valida da tenere alta l'attenzione. Fotografia cool ma un
po' rompicoglioni per via di un'illuminazione ultra-foto-sensibile
mutuata direttamente da pellicole tipo Star Trek di J.J., roba che
un fascio di luce diretta va a definire una specie di riga
orizzontale bianca. Perchè una fotografia simile? Boh. Diciamo che
ci si abitua ma che un po' rompe. Peccato veniale comunque. Altro
difetto il finale, fico ma meno fico del resto della pellicola. Il
film infine diverte, questo conta, ed è un vero bene che abbia
trovato la strada della distribuzione italiana. Lo dico perchè ho
scoperto essere un reboot di una serie di 5 film mai giunti da noi.
Niente di indimenticabile, siamo sicuri, ma comunque un modo
divertente e e dissacrante per sdrammatizzare le maxi dosi di
saccarosio proprie delle classiche pellicole natalizie. Finalmente
quando gli zii vi diranno: “Dai metti su un film di Natale” voi
saprete bene quello che vorrete mettere (almeno idealmente) nel
lettore. E non è un film dei Vanzina o Parenti. A questo punto non
vedo l'ora di vederne a che un capitolo 2, 3 e quattro, ogni anno.
Perchè un Babbo Natale con lanciafiamme e maschera alla Mike Myers
non è proprio niente male.
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