giovedì 23 gennaio 2014

Le storie vol. 16 Friedrichstrasse

Disegni: Matteo Mosca. Storia: Alessando Bilotta


Berlino, prima della caduta del muro. Nella parte della città della Repubblica Democratica Tedesca la Stasi, la polizia politica, in un clima di terrore sorveglia con pugno di ferro ogni possibile moto di ribellione, soffocando nel sangue ogni minaccia. Friedrich è un ottimo agente, uno che porta dei risultati concreti, un uomo freddo e determinato, silenzioso. La sua vita al di fuori del lavoro è solitaria, dedita per lo più al modellismo e al sesso frugale, vissuti con pari indifferenza. Dopo aver sedato un oppositore del regime, freddandolo tra le braccia della stessa madre, all'agente viene conferito un nuovo incarico, tenere sotto controllo la cantante Marlene Becker, rea di aver espresso opinioni non gradite al partito. Lo scopo non è però indagare, ma confermare possibili complotti o, nel caso, crearli ad hoc. E dire che la Becker ha l'abitazione proprio in Friedrichstrasse, sul confine, a ridosso del muro, a un passo dalla libertà.

La storia di questo mese ripropone un tema già affrontato dalla collana con il numero 6, Ritorno a Berlino. La casa di via Buonarroti ha molto a cuore questo tema, non vuole che sia con gli anni dimenticato e per questo punta sempre su autori e disegnatori di prima grandezza. In questo numero ritroviamo con piacere quindi gli stessi artefici di due delle più belle storie della collana, il n.5, "Il lato oscuro della luna" e il n.10, "Nobody". É sempre affascinante constatare come pur muovendosi in contesti sempre diversi, vuoi la fantascienza, vuoi il romanzo d'avventura o il thriller, la coppia Mosca-Bilotta riesca sempre a dimostrarsi fresca, innovativa, originale. Il personaggio di Friedrich nasconde molto più di quello che l'apparenza mostra. È un uomo tormentato, ma con una sua precisa morale e determinato a fare sempre la cosa giusta per il partito. Quando incontra la Becker arriva ad un punto di rottura ma non perde la sua scorza, pur giungendo a una lenta rinascita esistenziale. Ugualmente complessa è la figura di Marlene Becker, donna che ha conosciuto le luci dei riflettori e ora è costretta a vivere tra le quattro mura di un appartamento senza poter nemmeno parlare, per evitare che i microfoni sondino e con interpolazioni trovino una scusa qualsiasi per eliminarla. Si potrebbe dire una situazione peggiore di quella di un uccellino in gabbia, al quale per lo meno la voce per cantare rimane. Una condizione di vita disumana che muta profondamente la Becker, in virtù anche del fatto che le sue deboli contestazioni al regime sono di fatto più un capriccio da diva, un piccolo errore che ingigantito dalla Stasi la sta portando a una lunga agonia. Personaggi tormentati quindi, non privi di lati oscuri e contraddizioni, che vivono in bilico del muro. Mosca li dipinge sofferenti, ingabbiati in una Berlino simile a un gabbia geometrica in cui tutti i luoghi, persino quelli aperti, paiono scorci di una enorme prigione. Come per "Nobody" e "Il lato oscuro della luna" non mancano ad ogni modo momenti di lirismo e i sentimenti umani sono sempre autentici e ben rappresentati.

Se siete interessati al tema la rubrica Story Teller propone ottimi libri e film sul tema, consigli ai quali vorrei umilmente aggiungere il dissacrante film "Confessioni di una mente pericolosa!. Numero consigliato. 
Talk0

Nessun commento:

Posta un commento