Disegni: Matteo Mosca. Storia: Alessando Bilotta
Berlino, prima
della caduta del muro. Nella parte della città della Repubblica
Democratica Tedesca la Stasi, la polizia politica, in un clima di
terrore sorveglia con pugno di ferro ogni possibile moto di
ribellione, soffocando nel sangue ogni minaccia. Friedrich
è un ottimo agente, uno che porta dei risultati concreti, un uomo
freddo e determinato, silenzioso. La sua vita al di fuori del lavoro
è solitaria, dedita per lo più al modellismo e al sesso frugale,
vissuti con pari indifferenza. Dopo aver sedato un oppositore del
regime, freddandolo tra le braccia della stessa madre, all'agente
viene conferito un nuovo incarico, tenere sotto controllo la cantante
Marlene Becker, rea di aver espresso opinioni non gradite al partito.
Lo scopo non è però indagare, ma confermare possibili complotti o,
nel caso, crearli ad hoc. E dire che la Becker ha l'abitazione
proprio in Friedrichstrasse, sul confine, a ridosso del muro, a un
passo dalla libertà.
La storia di
questo mese ripropone un tema già affrontato dalla collana con il
numero 6, Ritorno a Berlino. La casa di via Buonarroti ha molto a
cuore questo tema, non vuole che sia con gli anni dimenticato e per
questo punta sempre su autori e disegnatori di prima grandezza. In
questo numero ritroviamo con piacere quindi gli stessi artefici di
due delle più belle storie della collana, il n.5, "Il lato oscuro
della luna" e il n.10, "Nobody". É sempre affascinante constatare come
pur muovendosi in contesti sempre diversi, vuoi la fantascienza, vuoi
il romanzo d'avventura o il thriller, la coppia Mosca-Bilotta riesca
sempre a dimostrarsi fresca, innovativa, originale. Il personaggio di
Friedrich nasconde molto più di quello che l'apparenza mostra. È un
uomo tormentato, ma con una sua precisa morale e determinato a fare
sempre la cosa giusta per il partito. Quando incontra la Becker
arriva ad un punto di rottura ma non perde la sua scorza, pur
giungendo a una lenta rinascita esistenziale. Ugualmente complessa è
la figura di Marlene Becker, donna che ha conosciuto le luci dei
riflettori e ora è costretta a vivere tra le quattro mura di un
appartamento senza poter nemmeno parlare, per evitare che i microfoni
sondino e con interpolazioni trovino una scusa qualsiasi per
eliminarla. Si potrebbe dire una situazione peggiore di quella di un
uccellino in gabbia, al quale per lo meno la voce per cantare rimane.
Una condizione di vita disumana che muta profondamente la Becker, in
virtù anche del fatto che le sue deboli contestazioni al regime sono
di fatto più un capriccio da diva, un piccolo errore che ingigantito
dalla Stasi la sta portando a una lunga agonia. Personaggi
tormentati quindi, non privi di lati oscuri e contraddizioni, che
vivono in bilico del muro. Mosca li dipinge sofferenti, ingabbiati in
una Berlino simile a un gabbia geometrica in cui tutti i luoghi,
persino quelli aperti, paiono scorci di una enorme prigione. Come per "Nobody" e "Il lato oscuro della luna" non mancano ad ogni modo momenti
di lirismo e i sentimenti umani sono sempre autentici e ben
rappresentati.
Se siete
interessati al tema la rubrica Story Teller propone ottimi libri e
film sul tema, consigli ai quali vorrei umilmente aggiungere il
dissacrante film "Confessioni di una mente pericolosa!. Numero
consigliato.
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