sabato 4 maggio 2013

Ghost in the Shell


Parliamone un po' così, spensieratamente

Tra tutte le suggestioni di mondi futuri che abbraccia la science fiction, grande successo e seguito ha la visione di un domani sempre più popolato dalle intelligenze artificiali. Se in passato si parlava di robottoni cattivi, oggi si parla sempre più di creature parcellizzate in polvere digitale, connesse a elaboratori di dati come a polmoni d'acciaio, in bilico tra umano e sintetico, artefice e prodotto. Se in Blade runner i cyborg, creature artificiali così perfette da provare sentimenti, venivano usate come schiavi e vedevano la loro vita relegata ad un brevissimo arco di tempo, per impedirgli di insorgere sugli umani, in Ghost in the Shell abbiamo esseri umani che, arto dopo arto, sono riusciti a sintetizzare e meccanizzare i loro corpi, fino a che di loro non è rimasta che la mente, lo spirito del guscio, che come onda digitale può vagare libera nella rete. Dalla paura dell'altro, del nuovo e della tecnologizzazione estrema si passa così alla paura di aver perso la propria autodeterminazione, mutuata e incatenata da una tecnologia che sempre più risucchia il quotidiano. Al di là dei trip mentali che ne scaturiscono, le derive action che tali visioni comportano sono sublimi. Tra macchine rivestite di carne e corpi metallici in cui risiedono menti umane, le possibilità di allestire dei mega scontri tra terminator è ghiotta. Certo bisognerebbe che ci fossero autori capaci di conciliare un sincopato ritmo narrativo con le giuste dosi di implicazioni filosofiche del caso. Sì sarebbe bello...

In un futuro deprimente e palloso, una squadra di pallosissimi-fighissimi agenti di polizia cyborg della sezione 9, che parlano come filosofi pallosi grazie ai loro chip potenziati, affrontano dei casi, riguardanti le a.i., il governo, la grande produzione delle protesi meccaniche, il terrorismo digitale, che risultano nel 99% delle volte essere così pallosi che non potreste mai immaginarveli (roba da corsi di cirillico sul canale Nettuno alle 4 di mattina) sotto un cielo plumbeo, piovigginoso alla Blade Runner ma infinitamente più palloso, con il sottofondo musicale più... aspetta che cerco il termine più esatto per esprimerlo... ecco, sì... dicevo, il sottofondo musicale più incommensurabilmente palloso che esista. Ecco in estrema sintesi la trama.
Tra il cyborg cazzutissimo e armatissimo Batou, l'ancora umano e responsabile Toguosa, un cecchino letale con occhio bionico e altri componenti del team dei “simpaticoni”, che saltuariamente guidano i ragno-carri armati pensanti (e simpatici... sì, solo loro sono simpatici) Tachikoma, c'è Motoko Kusanagi, agente a cui è stato sostituito integralmente il corpo con uno artificiale e potenziato. La storia di Motoko è il cuore dell'opera: può essere considerata umana una creatura che di fatto è integralmente digitale? A che punto l'essere umano diventa un prodotto, serializzato e inscatolato dall'uomo? Esiste davvero l'anima, al di là di un corpo artificiale, esiste quindi lo “spirito del guscio”? Ok, argomento peso. Ma con due poppe qua e un tizio con gli occhi strani (Batou) di là passa tutto... Ghost in the shell è il classico parto perverso-cyberpunk, nella media delle opere di Masamune Shirow: disegni buffi caricaturali (Orion, Dominion, Black magic), molto mecha anche fico (Gits, Appleseed, Dominion), trama così contorta da presupporre patologie bipolari (Gits, Orion, Dominion, Gist, Appleseed... cioè tutti i suoi fumetti, con forse meno “carico” su Dominion) e un sacco, una tasca infinita alla Doraemon, dalla quale fuoriescono tette e donne nude in ogni scena, con perversioni anche poco velate (vedasi proprio Ghost in the Shell cartaceo) a stabilizzare il tutto. Brav'uomo Shirow, i suoi art book Intron Depot hanno reso ciechi milioni di nerd . Dovendo tradurre in uno slogan tutto lo Shirow-pensiero non può che nascere spontaneo l'aforisma: “Criptico è figo, se pure perverso ancora più figo”. Shirow fa piuttosto scalpore in Italia, Granata Press e Star (che pubblica Gits su Kappa Magazine con il titolo, che mi deprime ogni volta che ci ripenso, di “squadra speciale ghost”) fanno a botte per pubblicarne i lavori e i fan italiani dei manga degli albori godono. 
La serie TV di Patlabor
Poi arriva Production I.G., studio di sua maestà, l'uomo della palla-paranoia Mamoru Oshii, uomo che è riuscito a prendere una serie divertente come Patlabor e farne una immensa e incommensurabile... mi serve un nuovo termine... che non c'è... ecco ho trovato, facendone per le trasposizioni anime una atrocerrima palla. La serie tv di Patlabor è roba che fa qua e là incazzare, anche perché leggendo il fumetto ci si aspetterebbe (per testi e disegni) qualcosa di più simile a Ranma piuttosto che l'appeal di un manuale per istallare tubi idraulici, poi Patlabor il film - 1 si salva, graficamente è da urlo, ma rende il pubblico depresso, con il 2 si è sul punto di suicidarsi, roba che si parla e si parla e si parla e si parla per tre ore e … basta! Con Patlabor 3 si è deciso di non distribuire all'estero per evitare insurrezioni popolari, anche perché di Patlabor ha solo i mech, che si vedono per 3 minuti in 2 ore. Poi è arrivato Oshii. Ha preso Ghost in the Shell e ha tolto umorismo, personaggi buffi, deformed vari. Almeno per la prima pellicola non è riuscito a togliere le tette, sarebbe stata insurrezione popolare, ma poi, con impegno e costanza, ce l'ha fatta. Sturbo visivo. Un trailer di Gits è “proietatto” anche nel videogioco Syndicate Wars. Roba grossa. Gist è anche il secondo maggiore successo dell'etichetta Manga Video (anche se per me il top seller sottobanco di Manga Video sarà poi agli annali futuri il blasferrimo Urotsukidoji... no, non so se avrò mai il coraggio di parlarne su queste pagine...). Essendo i film di Gits degli spettacoli visivi e narrativi clamorosi, gli viene perdonata una certa deriva pallosa, passandola per “impostazione adulta”, l'impegno realizzativo e il successo conseguente è tale che Gits di Oshii arriva quasi ad insediare nell'immaginario collettivo occidentale il film di Akira. Il secondo film, Innocence (tradotto da un poco ispirato titolista italico come “l'attacco del cyborg” manco fosse una pellicola b-movie con Lorenzo Lamas) è così cupo e plumbeo che il fandom chiede di alleggerire. Oshii rimarrà comunque allegro, ottimista e vivace come un 2 novembre anche nei lavori a venire. Poi ecco che si fa strada il nuovo progetto di GITS, le serie tv da 24 puntate a botta, Stand Alone Complex e il suo seguito Second Gig, che a loro volta porteranno ad un film: Solid State Society. 
Ghost in the shell: Innocence
Reboot? Remake? Di fatto vengono reinseriti i Tachikoma. Queste serie, anche se visivamente sono da urlo, sono la cosa più noiosa che sia mai stata concepita da mente umana e, come se non bastasse, mettono in scena una Motoko Kusanagi così monocorde, priva di sex appeal e asessuata che non è materialmente possibile empatizzare con lei, a qualsiasi livello. L'impressione che il vostro modesto cronista ha saggiato è che per tutta la serie si abbia una autentica riluttanza per la rappresentazione della femminilità della protagonista, a livello davvero patologico-misogino, un'autentica e immotivata mortificazione visiva. Shirow no avrebbe mai anche solo immaginato qualcosa di così spersonalizzato. Shirow avrebbe messo le poppe a tutti, anche ai personaggi maschili. Davvero. Le storie sembrano un pretesto per piazzare paroloni complicati e creare situazioni di finto complotto, ricercando un effetto alla “aaaah ma allora era questo che voleva dire quello...” che non convince e non stupisce nessuno e spesso fa insorgere il dubbio di essere stati truffati del proprio tempo libero. In poco tempo tutti i personaggi della squadra cyborg vi staranno sulle palle. Ma l'apice lo si raggiunge con il “boss” di Stand Alone: Complex, il famigerato “uomo che ride”. L'uomo che ride è IL personaggio più odioso della storia, di tutta la Storia da Hammurabi a oggi. Sul finale della prima serie potreste arrivare al punto di voler distruggere il disco per la presenza del palloso uomo che ride.
Ghost in the shell: Stand Alone Complex
Da tutta questa, ammettiamo poco esaltante, disamina, arriviamo al dubbio esistenziale massimo dell'acquirente finale. Può un livello tecnico da urlo far “passare sopra” alla trama più noiosa-presuntuosa-pasticciata di sempre? Certo che sì! Le due serie, pubblicate il Italia da Panini hanno anche avuto un grosso successo e oggi, insieme a tutte le altre opere legate a Gits, vengono pubblicate, in blu ray da Dynit! A molti, moltissimi, sono piaciute le serie animate di Gits e in Italia ci sono molti siti che vi consiglierebbero senza remore di seguire questa tecnologicamente avanzata saga fantascientifica. A me non ha convinto del tutto, le ho preferito opere anche cervelloticamente più contorte, ma con maggiore “cuore” come Ergo Proxy, ma questa è un'altra storia. Ma chissà che a riguardarli in futuro io non possa cambiare idea... in fondo ci sono i robottoni e si spara... A questo punto mancherebbe solo da portare da noi questa nuova fatica, questa quadrilogia filmica dal nome Arise. Un prequel, un reboot o quello che sarà... cupezza e austerità comunque sembrano confermate... alla faccia di Shirow e di Intron depot e delle sue eroine nude che “combattono” con cavalli umanoidi superdotati (la comunità nerd italiana ringrazia star comics di averci offerto tale disturbante spettacolo estremo all'interno della purtroppo defunta rivista contenitore Kappa Magazine)

In estrema sintesi allora mi rivolgo alla massima etichetta italiana specializzata in anime: “A Dynit... già che hai fatto 30...”
Talk0

2 commenti:

  1. Hai scritto un'opera d'arte e non c'è neanche un commento.
    Così, giusto per rendere noto che, nonostante l'ora e l'intenzione di andare subitissimo a dormire, ho preferito sbrodolarmi l'articolo.
    Fantastico.
    Tuttavia credo che al cinema ci andrò comunque (lo avresti mai immaginato in quel fatidico 4 Maggio?)

    RispondiElimina
  2. Grazie davvero dell'apprezzamento! mi fa molto piacere e sprona a migliorarmi. Spero che tu possa trovare su queste pagine altri articoli di tuo gradimento. Talk0

    RispondiElimina