Il pianeta delle
scimmie, un primo sguardo a Il pianeta delle scimmie – Revolution (Dawn of the planet of the apes) e una piccola chiacchierata sulla
storia della saga scimmiesca
Il Pianeta delle
Scimmie è una delle saghe di fantascienza più amate di sempre. Da
un primo capitolo imperdibile, del 1968, magistralmente interpretato
da Charlton Heston e che ancora costituisce il punto più alto della
produzione, il brand si è espanso negli anni con altri quattro
capitoli, realizzati fino al 1973, una serie televisiva del 1974, una
serie a cartoni animati del 1975. Poi il mito si è sedimentato tra i
fan, la saga ha assunto l'egida di oggetto di culto, qualcuno trovava
bellissime le orrenderrime mascherone da scimpanzé caratteristiche
della produzione.
Fino a che trenta
e passa anni dopo la 20th Century Fox decise di resuscitare
il brand, di affidarlo alle abili mani di Tim Burton e di un cast
stellare e farne un mega blockbuster al passo coi tempi. Ma la
pellicola fa flop. Nonostante gli effetti visivi ILM, nonostante il
trucco da urlo, opera del genio del make up Rick Backer, nonostante
la presenza di bravi attori come Paul Giamatti, il compianto Michael
Clarke-Duncan, Helena Bonham Carter, uno straordinario Tim Roth, Kris
Kristofferson e Charlton Heston stesso, nonostante la strato-gnocca
Estella Warren (partita a razzo proprio nel 2001, dopo una carriera
di nuotatrice, con questo film e con Driven per poi finire tra un
Cangaroo Jack e una minchiatina dispersa, con ultima traccia di sè
nel 2010 per l'orrendo Jonah Hex), nonostante le chiappe di Mark
Wahlberg.
Il film non
funziona, il finale è così assurdo poi da far storcere il naso a
più di una persona. Il brand incassa comunque tanti soldini, ma
ritorna in soffita. Il finale di pellicola, per altro più aderente
al libro, sarebbe stato spiegato in un seguito che la major non volle
mai mettere in cantiere. Ed è un peccato perché il film di Burton
era buono sotto molti aspetti e visivamente eccelso. Poi inaspettato,
10 anni dopo, si fece timidamente avanti un nuovo capitolo del brand:
Rise of the planet of the apes, diretto dal misconosciuto ma
talentuoso Rupert Wyatt per la sceneggiatura opera degli artefici del
bello ma poco noto Relic: Jaffa (accreditato anche per il prossimo
Jurassic Park del 2015) e Amanda Silver. L'idea è di offrire una
sorta di prequel del capitolo originale del '68, basandosi su una
novella dell'autore del romanzo originale, Pierre Boulle, ma la vera
chicca è squisitamente a livello realizzativo. Grazie a una
tecnologia che negli anni ha compiuto autentici passi da gigante
nella riproduzione in digitale di animali, si decide di creare al
computer le scimmie e nel contempo fare uso di reali primati in
ragione di tizi con mascheroni pelosi. A rendere le movenze di
Caesar, la prima scimmia senziente evoluta, viene quindi chiamato uno
degli attori più straordinari degli ultimi anni, l'uomo che con le
sue movenze e la sua interpretazione ha dato vita al Gollum della
saga del Signore degli Anelli, Andy Serkis. Peraltro Serkis è da
poco reduce dalla interpretazione di un'altro illustre primate oggi
riproposto in digitale, il King Kong di Peter Jackson, e quindi già
profondo conoscitore delle dinamiche di comportamento delle scimmie.
Il talento di
Serkis unito a una sorprendente sceneggiatura, che lega l'ascesa
delle scimmie alle decimazione della razza umana come conseguenze di
un catastrofico esperimento volto in origine a curare l'Altzeimer (che
invece rende le scimmie superintelligenti), fanno della pellicola
qualcosa di originale. Soprattutto la prima e seconda parte
dell'opera, grazie oltre che a Serkis al taleto di attori molto validi
come James Franco, Freida Pinto e John Lithgow (quest'ultimo
straordinario), apporta qualcosa di davvero mai visto nella saga, una
dinamica familiare interessante e sfaccettata, una drammaticità
autentica e desolante. Vediamo Cesare, figlio di una cavia-schiava
dell'uomo, nascere, crescere, scoprire la sua strada e infine
diventare simbolo per il suo popolo in quella che parrebbe, grazie al
filtro della migliore fantascienza, una biografia credibile e
realistica.
Il film piace, e
molto. Tanto che si mette subito in cantiere un numero due. Dopo un
tira e molla, la produzione decide però di accantonare regista e
cast dell'ottima pellicola in ragione di voler offrire qualcosa di
differente. Così alla regia subentra Matt Reevers, noto braccio
destro di J.J.Abrams, regista dello spledido Cloverfield sui mostri
ripresi con telecamera a mano e di Blood Story, riuscito remake
americano della tenera e inquietante pellicola vampirica Lasciami
entrare. Se Reevers non fosse un talento verrebbe quasi da pensare
all'influenza di Abrams in 20th Century Fox in relazione
ai suoi incarichi direttivi per il brand di Star Wars... e si sa che a
pensar male... Giocoforza Franco e gli altri vengono scaricati, ma
rimane (e ci sarebbe mancato il contrario) Andy Serkis, che qui sarà
accompagnato da Jason Clarke (già visto in Zero Dark Thirty e nel
Grande Gatsby), il sempre eccelso Gary Oldman, Keri Russel (la
Felicity nella serie guarda caso di J.J.Abrams e Matt Reeves) e Kodi
Smit-McPhee, già visto in The Road e (guarda tu il caso) nel ramake
di Lasciami Entrare.
La trama sembra
riguardare un periodo succesivo agli eventi della precedente
pellicola, un'epoca nella quale un certo numero di esseri umani è
comunque sopravvissuto e deve vedersela con la nuova dominazione
scimmiesca. Come sarà? Ecco il nuovo trailer!
Wow. Credo che ci
sarà da divertirsi! Vi forniremo aggiornamenti sullo status della
pellicola non appena ne avremo la possibilità. Restate con noi!
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Ammetto di non aver visto la saga delle scimmie dal 1968 (con Charlton Heston) fino al 1972, ma le devo guardarle...
RispondiEliminaNon ho gradito tantissimo il remake fatto nel 2001 Planet of the Apes - Il pianeta delle scimmie con regia di Tim Burton, con Mark Wahlberg, bel cast ma non ho capito un bel niente del finale... Qualcuno mi sa spiegarlo?
Ho gradito moltissimo il film del 2011 L'alba del pianeta delle scimmie con James Franco, ben realizzato e ha spiegato le ragioni di come ha avuto inizio... sto attendendo l'uscita di questo film, per vedere come proseguiranno le situazioni...speriamo bene
Il film del 68 è decisamente imperdibile, i suoi seguiti sono interessanti ma di minore impatto. Sul finale e relativo seguito mai realizzato del film di Burton si possono fare solo speculazioni. La prima è che Wahlberg non sia tornato sulla terra ma si trovi sempre sul pianeta delle scimmie in un momento futuro, tale da giustificare che le scimmie siano arrivati ad una "loro"guerra civile americana ed ora vivano più o meno come noi ai giorni nostri. Questo poteva portare che coesistessero due pianeti, quello di Wahlberg e quello delle scimmie, teconologicamente avanzati e pronti a belligerare l'uno con l'altro. Altra ipotesi è che utilizzando un'altra capsula di salvataggio le scimmie abbiano invaso la terra ai tempi della guerra di secessione, alleandosi con i nativi americani e diventando i nuovi signori degli U.S.A. Ma risulta poco chiara la questione su come siano arrivati al tempo della guerra di secessione (vabbeh che nella fantascienza tutto è possibile, pure che ci si trovi in una terra alternativa ai tempi della secessione diversa dalla terra di base). Ad ogni modo temo che non sapremo mai la risposta : ) Talk0
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