Kiki ha 13 anni e
come tradizione vuole per ogni strega apprendista deve vivere un anno
da sola lontano da casa. La meta è la città portuale di Koriko dove
trova impiego come corriere per un panifico: grazie all'abilità di
volare su una scopa, Kiki può permettersi di prescindere dal
traffico e effettuare consegne con rapidità fulminea! A Koriko però
Kiki non è la sola a volare. Ci prova anche Tombo (un nome che non
promette un lungo destino...), costruttore e pilota fai da te di
veicoli più o meno volanti. L'incontro con Tombo e gli abitanti di
Koriko è occasione di crescita per Kiki, ma i troppi cambiamenti al
contempo la mettono anche in crisi, al punto da non riuscire più a
comprendere le parole del suo gatto-famiglio e ad iniziare
progressivamente a perdere i suoi poteri. Forse a Kiki manca solo un
po' di fiducia in se stessa.
Tratto da un racconto del 1985 di Eiko
Kadono, Kiki è una favola per grandi e piccini che affronta da
vicino uno dei temi più cari a Miyazaki: il volo e la libertà che
ne consegue. Koriko è la classica cittadina-idillio ghibliana, in
bilico tra passato e futuro, steampunk, con dirigibili a solcare i
cieli di strade pavimentate con mattoncini in pietra, tanto verde e
acqua ovunque. La storia scorre tranquilla come una ninna nanna, non
ci sono particolare momenti di tensione e la visione regala il
classico sorriso ebete di compiacimento agli spettatori. Tutto è
misurato, tutto è perfettamente inserito. La pellicola ha i suoi
anni ma non lo dà minimamente a vedere, elargendo una opulenta
ricchezza di dettaglio in combinazione con una colonna sonora
appropriata e con un'“interpretazione” dei personaggi animati
convincente e commovente. Non a torto, una delle più amate pellicole
Ghibli. Non vederla equivale a delitto.
Lucky Red, con la
sua “mission” di portare in Italia tutto, ma proprio tutto il
materiale dello studio Ghibli, sta per portare nelle sale, e poi in
home video, uno dei classici indiscussi dello studio di Miyazaki e
soci in una veste restaurata e rinnovata nel doppiaggio: Kiki's
delivery service, del 1989. Non è però la prima volta che Kiki esce
in Italia, al punto che le “prime edizioni”, quelle Disney, sono
ricercate su ebay a un costo anche piuttosto elevato. La prima uscita
mi rimanda a un periodo passato, nella descrizione del quale vi
tedierò per le prossime interminabili righe. Potete pure non
leggerlo, vi esonero.
Quando Disney
distribuiva Ghibli. Alcuni anni fa Disney iniziò a distribuire i
film Ghibli. Princess Mononoke aprì la strada, godendo in America di
un doppiaggio a dir poco stellare (Gillian Anderson, la dea-nerd!!!) e
in Italia di voci un po' tremende (il lupo doppiato dalla Anderson ha
da noi la voce così contraffatta da sembrare doppiato da un uomo). Il
pubblico gradisce (e ci mancherebbe altro!). L'iniziativa
distributiva, a livello internazionale, pare nata dall'amore
incondizionato di Lasseter, guru della Pixar Animation, per la casa
del maestro Miyazaki, di cui è grande fan. Non sarà sfuggito ai più
attenti che tra i giocattoli di Toy Story 3 fa capolino proprio il
simpatico Totoro. Finalmente in Italia grazie a Disney si possono
vedere prodotti a lungo solo sognati o recuperati con strumenti di
fortuna: Porco Rosso in vhs spagnola, Nausicaa nella valle del vento
doppiata in italiano e registrata da rai 1 all'interno della
trasmissione Solletico con Frizzi all'interno di un progetto di
sensibilizzazione dei giovani al rispetto della natura con il
patrocinio del WWF (che non è la federazione dove è da poco tornato
Brock “the best big thing” Lesner), Laputa come ex-noleggio da un
noto (e scomparso) centro culturale giapponese di Milano. Ma ora c'è
il canale ufficiale, i prodotti sono disponibili su vhs e sul nuovo
formato digitale, quei laser disc più piccoli e meno scomodi dal
nome misterioso: dvd. E c'è pure un forum ufficiale disney dove
chiedere informazione sui prodotti in uscita! Troppo bello! Esce
Mononoke, esce Laputa, esce anche da noi Kiki's delivery service. Ma
non solo! Si inizia a parlare della versione italiana di Battle Royale
by Shin Vision (“e questo cosa cacchio c'entra?”, diranno i miei
piccolo lettori...c'entra, c'entra..).
I film sono peraltro frutto di
un ottimo lavoro di master audio-video e presentano una particolare
cura nell'edizione italiana. Prodotti che vantano a livello di
adattamento una tale fedeltà alla ricchezza lessicale giapponese da
impegnare l'adattatore nella ricerca di una presente (ma sopita in
noi) ricchezza lessicale dell'Italiano, attraverso l'utilizzo di
termini desueti o specialistici. Impostazione così “forte” da
spaccare in tronconi i fan tra chi vorrebbe un adattamento più
classico (anche perché l'uso di termini non comuni di fatto fa
scattare dei campanelli nella testa e può a volte “distrarre” dalla
visione) e chi si bea di tali termini aulici, spesso ampollosi e pure
desueti in quanto più “fedeli all'originale”. Nascono in rete
tra i recensori di anime leggende urbane che narrano di famigliole
che, ignare, si recano al cinema a vedere un'opera di Miyazaki e, colte
di sorpresa dall'utilizzo di un termine desueto, vengono impanicate
dalla voce lacrimevole del più piccolo della famiglia, in genere un
bambino di 6 anni, che nel silenzio della sala prorompe isterico
con: “Papà, ma che cacchio ha detto quel signore del cartone
animato?”. Personalmente al cinema a veder Miyazaki non ho mai
visto bambini di età inferiore ai 20 anni, con barba e parzialmente
pelati, ma può essere anche solo un caso. Certo che a volte qualche
difficoltà di comprensione la riscontro pure io (e la chiudo qua,
essendo io in genere un sostenitore del cosiddetto “adattamento
invisibile”). Dopo un periodo indefinito di conferme e smentite,
dove sul forum Disney si accorano lamentele sulla distribuzione,
estremamente diluita, delle opere Ghibli, qualcuno inizia a parlare
di “complotto”: Disney avrebbe comprato tutta la distribuzione
Ghibli per sottrarla alla concorrenza, ma siccome Disney ha la
mission di far vedere che nel mondo è lei la migliore, non intende
assolutamente pubblicare le opere Ghibli o si farebbe
auto-concorrenza e opere come Tarzan 2 non venderebbero più come
prima. Al di là dei deliri sopra espressi, di fatto gli annunciati
Porco Rosso e Nausicaa non usciranno mai. Chiuderà anche il forum
Disney dopo la nota querelle del “dvd del Re Leone”: in dvd esce
la versione imax, sembra a causa del famigerato insert “il rapporto
del mattino”, il doppiaggio, le voci e interpretazioni non c'entrano
nulla con quelle presenti al cinema e in vhs, paiono una versione
pre-beta. Oggi in blu ray la cosa è stata sistemata e si possono
godere delle voci sentite al cinema, ma all'epoca le polemiche furono
così accese da spingere la dirigenza a chiudere definitivamente il
forum Disney, letteralmente esploso di critiche proprio in ragione di
quell'ultimo polemico argomento trattato.
Poi arriverà
Mikado Film. La città incantata di Miyazaki ha fatto così tanta
incetta di orsi, palme, leoni e Oscar da convincere la cricca
intellettuale che Miyazaki è “da cricca intellettuale”. Nanni
Moretti ne “Il Caimano” guarda insieme al figliame la suddetta
pellicola e quando gli viene detto di spegnere la tv lui dice
“possiamo aspettare ancora un po'?”. Da lì il passo alla
distribuzione Lucky Red è breve e oggi possiamo godere di tante
belle opere dello studio di Totoro anche da noi, con una
programmazione televisiva non parca di repliche. Ma questa è
un'altra storia.
Talk0
in questo momento sto guardando kiki consegne a domicilio su sky. mi viene un nodo in gola ogni volta che dialogano. preferisco mille volte di più il primo doppiaggio italiano, poichè, la dialettica così forbita ,"pomposa" ed elegante è una delle caratteristiche che amo di più nei film dello studio ghibli. Sono un po amareggiata ma posso sempre rivedere la versione che preferisco che ho sul pc :D complimenti per l'articolo!
RispondiEliminaGrazie per i complimenti : )
RispondiEliminaho perso il tuo commento nei meandri del blog, scusami se ti rispondo con sconcertante ritardo U_U
Il tema dell'adattamento di Cannarsi dei titoli Ghibli è in pratica oggetto di guerra su tutti i siti dell'universo. Io personalmente non capisco casi come quello di Laputa e appunto Kiki, adattati in origine sempre da Cannarsi e diadattati dal medesimo in modo più lessicamente contorto per l'auditore italiano. Comprendo che questi ridoppiaggi siano serviti a sbrigliare questioni legali, laddove il lavoro originale era pagato da Disney che deteneva i diritti. Comprendo che siano lavoi frutto di una maggiore consapevolezza linguistica dell'autore nel trasprre linearmente l'idioma di Godzilla. Però perchè dal giorno alla notte un "apri la porta"diventi uno "schiudi la porta", pur con le forbite e puntuali speigazioni offerte da Cannarsi sulla natura del primigeno termine giapponese, a volte faccio fatica a capirlo. Limite mio ; )