Marsiglia, 1954. Un tempo Jacques era un legionario. Ora si riduce a gestire il contrabbando di alcol e sigarette per un malavitoso marsigliese. Il boss vuole fare il grande salto e dedicarsi allo smercio di sostanze stupefacenti, ma Jacques non se la sente di avere a che fare con quel veleno, declina l'invito cordialmente e potenzialmente si fa un nemico. Nel frattempo un suo vecchio commilitone diventato un pezzo grosso nell'esercito lo chiama per una missione. Vuole che Jacques torni in Indocina. Vada a Nam Dim a porre fine al comando del loro vecchio comandante, che pare implicato in faccende losche. Riluttante e scontento della prospettiva di uccidere una persona che da sempre ritiene amica, Jacques rifiuta l'incarico. Ma qualcuno a Marsiglia sembra volerlo morto e il vecchio legionario è così costretto a una partenza forzata.
Brutto, gestito male, incoerente. La storia è qualcosa di davvero incomprensibile, monco, fuorviante, inappagante. Ultra-complessa in alcuni passaggi, di disarmante banalità in altri.
Non siamo nell'ambito del personale, del "non mi piace", qui oggettivamente il lavoro è confuso, disordinato. Metto le mani avanti, magari l'opera "vuole" essere disordinata, per amplificare il senso di smarrimento del protagonista, tirato in mezzo a un conflitto da persone che gli sembrano tutte amiche ma che agiscono con un secondo fine. Magari a qualcuno piacerà proprio per questa impostazione, qualcuno troverà la giusta chiave di lettura che non ho colto. Tuttavia non mi ha colpito e mi ha fatto anche poco apprezzare la parte grafica. Il tratto di Mottura è interessante, molto personale. Gioca con le figure allungate alla Pratt, non lesina di dettaglio, utilizza una impostazione quasi vintage e in alcune pagine riesce a conferire un particolare effetto rotatorio all'azione, un senso di vertigine. Niente. Un'occasione mancata ed è un peccato.
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