martedì 18 marzo 2014

Marshal Law

Teste decapitate, sublimazioni falliche, suore tatuate, tizi vestiti con sacchi della spazzatura, prostitute cosplayer, eroi sadomaso, lerciume, sangue, steroidi, donne nude con sottofondo di bandiere americane, feste depilatorie in piscina, madri cattive, serial killer, corone di spine, scritte sarcastiche presenti su ogni superficie animata-inanimata, sangue e vomito. Benvenuti nel mondo sporco e cattivo di Marshal Law.

San Francisco. A seguito di una spinta tecnologica volta allo studio e utilizzo di sostanze mutogene, di chiara origine post-nazista-superomistica la città ha le strade piene di tizi che hanno scelto di incasinarsi il dna e diventare dannati supereroi. Un po' sono diventati super per venire incontro a esigenze politiche di spinta ultra-cattolica, una specie di super-ordine degli eletti autorizzati da Dio. Un po' sono diventati super per vestire uniformi da soldato e combattere una maxi guerra nella Zona, il cui territorio era esteso dal centro America al Rio delle Amazzoni e ora, schifati da tutti come i reduci ai tempi di Rambo, vagano senza meta ubriachi e molesti. Un po' sono diventati eroi perché una potente società, se vuoi, ti fa diventare supereroe gratis se passi a fare un giro nel suo personale parco dei divertimenti e potresti sviluppare un potere mutante random, magari qualcosa di utile, magari no, ma vuoi mettere la sorpresa? Tanto potere riversato in tanti idioti per lo più pazzi, autolesionisti, fanatici. Le recenti scosse telluriche hanno ulteriormente scatenato il caos, la città è ora per metà macerie, divise in aree comandate da superuomini pazzi, fanatici, decisamente anarchici. Una polveriera spaventosa ribattezzata San Futuro, nella speranza che un futuro, qualsiasi ma diverso da una megadetonazione, possa mai arrivare. Il governo locale si è arroccato in una specie di dittatura militare. Sulla skyline di San Futuro ai margini dei detriti di San Francisco, capeggia la torre “Innalzati America”, al cui vertice svetta una statua dello Spirito Pubblico. Al suo fianco il palazzo dell'unico giornale, “L'occhio pubblico”, mentre per il resto solo palazzi del nuovo Distretto di Polizia. 

La città è in armi. Ma la speranza di un domani c'è ancora. Da poco è tornato in città lo “Spirito Pubblico”, il più potente dei supereroi, uno di quelli belli e puri, nati prima che essere un portatore di mantello colorato fosse sinonimo di vomito e perdizione. Il nostro è di nuovo a casa dopo un viaggio nello spazio durato per lui due anni ma che sulla Terra sono stati 25, i 25 anni più brutti di San Francisco. L'eroe carico di valori e spirito patriottico è pronto a un nuovo catechismo morale, a una nuova fiera dei valori buoni e sta per suggellare la sua personale promozione alla famiglia perfetta di stampo americano, convolando a nozze con Celeste, una “sirena”, una supereroina bellissima e castissima quanto in grado, come lui, di volare. Luci della ribalta e fama per uno Spirito Pubblico che qualche scheletro nell'armadio comunque lo ha. Dietro il sorriso smagliante e la tutina colorata, tratta gli esseri umani come lui li vede, come insetti.
A contrastare tanta luce con sange e pazzia c'è il dormiente. Un serial killer dai poteri spaventosi che sta inanellando una serie di vittime, tutte rinvenute con addosso un costume come quello di Celeste. Un brutto spettacolo per l'opinione pubblica, un pessimo spot per l'industria fabbrica eroi.

C'è un solo uomo che può indagare sulla delicata situazione e nel contempo piazzare qualche calcio alla derelitta rappresentativa terroristica superumana locale. È un super ”venduto” alla polizia, un giuda che si aggira tra le strade di San Futuro in un uniforme nazi-sadomaso, stivali a punta con speroni cowboy, una specie di giubbetto riportante la scritta “fear and lothing” ricoperto di catene, in testa un cappellaccio da sbirro che ricopre una maschera da schiavo fetish, spine d'acciaio strette intorno alle braccia e un numero assurdo di armi da fuoco ad arricchire il cinturone, sul quale pendono maschere di eroi strappate, non troppo dissimili a scalpi. Opera in incognito nella vecchia derelitta città, ha base in un covo segreto nel quale passano le fogne, lavora da solo. Lo chiamano Marshal Law (già dal nome pare il fratellino di Judge Dredd), il “caccia-maschere”, l'unico eroe del circondario. Ha grossi problemi nei rapporti interpersonali, gli piace fare molto male ai super, non si piega alle logiche della politica. Odia lo Spirito Pubblico perché credendo in lui si è ficcato una uniforme e ha visto più volte la morte nella Zona, negli occhi dei suoi commilitoni utilizzati come carne da cannone. Farà di tutto per terminare quel bastardo perché in lui sente qualcosa di sporco. Marshal Law, il buono. Fate voi. Ma da poco è cambiato, l'amore di una ragazza, Lynn, lo ha cambiato. Il recente terremoto li ha fatti incontrate. Lui mostro pieno di rancore, lei persona propositiva, attiva nella lotta contro l'imperante super-statalismo di San Futuro. Lei lo ha riempito d'amore e forse gli avrebbe aperto con il tempo gli occhi con i suoi studi e le sue idee. Sotto la maschera si iniziava a scorgere un uomo. Peccato che il mondo sia pieno di pazzi supers e la vita di lei in un attimo venga stroncata, dal classico fesso mascherato. Lynn poteva davvero cambiare Marshal, ma le istruzioni per diventare un uomo migliore, un uomo felice, non ha fatto in tempo a dargliele. Ma il cacciamaschere, il “venduto”, tra gli scatoloni della casa rimasta vuota troverà gli appunti di Lynn.
Se amate i fumetti il nome di Patt – “Slane”- Mills dovreste averlo tatuato da qualche parte sul corpo. È uno degli scrittori inglesi più cazzuti, brutti, scorretti e cattivi di tutti i tempi, uno dei tipacci che hanno aperto la strada ad altrettanti tipacci come Garth - “Preacher”-Ennis. Non lo cito a caso Ennis, Marshal Law fa con più sintesi e stessa cattiveria (e una sferzata brutale alla Miller) quello che “The Boys” di Ennis ha fatto nel recente. Solo che Ennis nel farlo ci ha trollato impropriamente per troppe pagine, mentre il buon Patt ha più cuore e a romperci troppo le palle non ci pensa. La formula, la “mission”, girali e rigirali è quella: prendere tutta l'iconografia dei supereroi, tutine e buoni sentimenti e coprirla di umane bassezze e farne critica sociale. Perché non è detto che chi possiede l'arma-potere più grande e più forte, sia anche una buona persona. Diffidate bambini, diffidate. E come un autentico kamikaze anarcoide Mills non si limita a urlare le sue invettive contro i comics americani (e l'America tutta) dagli ufficetti inglesi di 2000 A.D., patria del Giudice Dredd. Mills pubblica Marshal Law direttamente in America, e sotto etichetta Marvel. Ma del resto sono tempi di grande vivacità culturale e in nostro Marshal Law ha tutto l'appeal per colpire il pubblico migliore dell'epoca, quello che da poco ha apprezzato (1986) il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Miller. Se amate i fumetti di classe come "The League of Extraordinary Gentlemen", sicuramente il nome del suo realizzatore grafico Kevin O'Neill non dovrebbe esservi nuovo. Su Marshal Law si esprime con un tratto ruvido, acuminato, grottesco quanto, alla bisogna e a sorpresa, carico di mille bellissimi dettagli, trovate folgoranti, deliri pop. Un Simon Bisley meno anarchico del 17% insomma.

Dalla combinazione dei due esce uno spettacolo visivo davvero fuori scala, personalissimo, audace, profondo. Dietro alle mille spacconerie del poliziotto cattivo e alla satira spiccia sulla “fallocrazia superomistica” si trova realmente un percorso di crescita interiore, un messaggio critico non banale, persino una bella e dolorosa storia d'amore. Marshal Law sa farsi voler bene e ricordare. Anche perché è un'opera abbastanza definita, raccolta in un'unica deluxe edition all'estero. È un bene quindi che oggi RW Edizioni abbia deciso di ripescarlo e pubblicarlo integralmente, dopo che dalle nostre parti è arrivato solo il primo arco narrativo, la cui storia più o meno vi ho inquadrato. Attualmente sono stampati due volumi (il secondo in ristampa mi pare) su tre, con quest'ultimo speriamo imminente. Un bel modo di riscoprire un piccolo classico, un eccessivo, sessualmente attivo, dissacrante, volgarotto ma inaspettatamente coinvolgente e profano classico.
Naturalmente come tutte le cose di “nicchia” è un discreto disastro da trovare, bisogna chiedere espressamente e farselo tenere da parte, magari specificando all'addetto che si scrive, alla faccia del correttore automatico, “Marshal Law” con una “l” finale sola e non “Marshall Law” (se non volete tornare a casa con un fumetto su Tekken). Se siete tra coloro che detestano i supereroi e non aspettate altro che vedere uno pseudo-superman prenderle di santa ragione da un pazzo sadico, è sicuramente una lettura stra-consigliata. Se amate le storie profonde e “pensose” sui superoeroi, specchio delle tematiche superomistiche e pop-palestroidi dei primi '80 (alla Watchmen, ma diciamolo a bassa voce), un giro ve lo consiglio comunque. 
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