Teste decapitate,
sublimazioni falliche, suore tatuate, tizi vestiti con sacchi della
spazzatura, prostitute cosplayer, eroi sadomaso, lerciume, sangue,
steroidi, donne nude con sottofondo di bandiere americane, feste
depilatorie in piscina, madri cattive, serial killer, corone di
spine, scritte sarcastiche presenti su ogni superficie
animata-inanimata, sangue e vomito. Benvenuti nel mondo sporco e
cattivo di Marshal Law.
San Francisco. A
seguito di una spinta tecnologica volta allo studio e utilizzo di
sostanze mutogene, di chiara origine post-nazista-superomistica la
città ha le strade piene di tizi che hanno scelto di incasinarsi il dna e diventare dannati supereroi. Un po' sono diventati super per
venire incontro a esigenze politiche di spinta ultra-cattolica, una
specie di super-ordine degli eletti autorizzati da Dio. Un po' sono
diventati super per vestire uniformi da soldato e combattere una
maxi guerra nella Zona, il cui territorio era esteso dal centro
America al Rio delle Amazzoni e ora, schifati da tutti come i reduci
ai tempi di Rambo, vagano senza meta ubriachi e molesti. Un po' sono
diventati eroi perché una potente società, se vuoi, ti fa diventare
supereroe gratis se passi a fare un giro nel suo personale parco dei
divertimenti e potresti sviluppare un potere mutante random, magari
qualcosa di utile, magari no, ma vuoi mettere la sorpresa? Tanto
potere riversato in tanti idioti per lo più pazzi, autolesionisti,
fanatici. Le recenti scosse telluriche hanno ulteriormente scatenato
il caos, la città è ora per metà macerie, divise in aree comandate
da superuomini pazzi, fanatici, decisamente anarchici. Una polveriera
spaventosa ribattezzata San Futuro, nella speranza che un futuro,
qualsiasi ma diverso da una megadetonazione, possa mai arrivare. Il
governo locale si è arroccato in una specie di dittatura militare.
Sulla skyline di San Futuro ai margini dei detriti di San Francisco,
capeggia la torre “Innalzati America”, al cui vertice svetta una
statua dello Spirito Pubblico. Al suo fianco il palazzo dell'unico
giornale, “L'occhio pubblico”, mentre per il resto solo palazzi
del nuovo Distretto di Polizia.
La città è in armi. Ma la speranza
di un domani c'è ancora. Da poco è tornato in città lo “Spirito
Pubblico”, il più potente dei supereroi, uno di quelli belli e
puri, nati prima che essere un portatore di mantello colorato fosse
sinonimo di vomito e perdizione. Il nostro è di nuovo a casa dopo un
viaggio nello spazio durato per lui due anni ma che sulla Terra sono
stati 25, i 25 anni più brutti di San Francisco. L'eroe carico di
valori e spirito patriottico è pronto a un nuovo catechismo morale,
a una nuova fiera dei valori buoni e sta per suggellare la sua
personale promozione alla famiglia perfetta di stampo americano,
convolando a nozze con Celeste, una “sirena”, una supereroina
bellissima e castissima quanto in grado, come lui, di volare. Luci
della ribalta e fama per uno Spirito Pubblico che qualche scheletro
nell'armadio comunque lo ha. Dietro il sorriso smagliante e la tutina
colorata, tratta gli esseri umani come lui li vede, come insetti.
A contrastare
tanta luce con sange e pazzia c'è il dormiente. Un serial killer dai
poteri spaventosi che sta inanellando una serie di vittime, tutte
rinvenute con addosso un costume come quello di Celeste. Un brutto
spettacolo per l'opinione pubblica, un pessimo spot per l'industria
fabbrica eroi.
C'è un solo uomo
che può indagare sulla delicata situazione e nel contempo piazzare
qualche calcio alla derelitta rappresentativa terroristica superumana
locale. È un super ”venduto” alla polizia, un giuda che si aggira
tra le strade di San Futuro in un uniforme nazi-sadomaso, stivali a
punta con speroni cowboy, una specie di giubbetto riportante la
scritta “fear and lothing” ricoperto di catene, in testa un
cappellaccio da sbirro che ricopre una maschera da schiavo
fetish, spine d'acciaio strette intorno alle braccia e un numero
assurdo di armi da fuoco ad arricchire il cinturone, sul quale
pendono maschere di eroi strappate, non troppo dissimili a
scalpi. Opera in incognito nella vecchia derelitta città, ha base in
un covo segreto nel quale passano le fogne, lavora da solo. Lo
chiamano Marshal Law (già dal nome pare il fratellino di Judge
Dredd), il “caccia-maschere”, l'unico eroe del circondario. Ha
grossi problemi nei rapporti interpersonali, gli piace fare molto
male ai super, non si piega alle logiche della politica. Odia lo
Spirito Pubblico perché credendo in lui si è ficcato una uniforme
e ha visto più volte la morte nella Zona, negli occhi dei suoi
commilitoni utilizzati come carne da cannone. Farà di tutto per
terminare quel bastardo perché in lui sente qualcosa di sporco.
Marshal Law, il buono. Fate voi. Ma da poco è cambiato, l'amore di
una ragazza, Lynn, lo ha cambiato. Il recente terremoto li ha fatti
incontrate. Lui mostro pieno di rancore, lei persona propositiva,
attiva nella lotta contro l'imperante super-statalismo di San Futuro.
Lei lo ha riempito d'amore e forse gli avrebbe aperto con il tempo
gli occhi con i suoi studi e le sue idee. Sotto la maschera si
iniziava a scorgere un uomo. Peccato che il mondo sia pieno di pazzi
supers e la vita di lei in un attimo venga stroncata, dal classico
fesso mascherato. Lynn poteva davvero cambiare Marshal, ma le
istruzioni per diventare un uomo migliore, un uomo felice, non ha
fatto in tempo a dargliele. Ma il cacciamaschere, il “venduto”,
tra gli scatoloni della casa rimasta vuota troverà gli appunti di
Lynn.
Se amate i fumetti
il nome di Patt – “Slane”- Mills dovreste averlo tatuato da
qualche parte sul corpo. È uno degli scrittori inglesi più cazzuti,
brutti, scorretti e cattivi di tutti i tempi, uno dei tipacci che
hanno aperto la strada ad altrettanti tipacci come Garth -
“Preacher”-Ennis. Non lo cito a caso Ennis, Marshal Law fa con
più sintesi e stessa cattiveria (e una sferzata brutale alla
Miller) quello che “The Boys” di Ennis ha fatto nel recente. Solo
che Ennis nel farlo ci ha trollato impropriamente per troppe pagine,
mentre il buon Patt ha più cuore e a romperci troppo le palle non ci
pensa. La formula, la “mission”, girali e rigirali è quella:
prendere tutta l'iconografia dei supereroi, tutine e buoni sentimenti
e coprirla di umane bassezze e farne critica sociale. Perché non è
detto che chi possiede l'arma-potere più grande e più forte, sia
anche una buona persona. Diffidate bambini, diffidate. E come un
autentico kamikaze anarcoide Mills non si limita a urlare le sue
invettive contro i comics americani (e l'America tutta) dagli
ufficetti inglesi di 2000 A.D., patria del Giudice Dredd. Mills
pubblica Marshal Law direttamente in America, e sotto etichetta
Marvel. Ma del resto sono tempi di grande vivacità culturale e in
nostro Marshal Law ha tutto l'appeal per colpire il pubblico migliore
dell'epoca, quello che da poco ha apprezzato (1986) il Ritorno del
Cavaliere Oscuro di Miller. Se amate i fumetti di classe come "The
League of Extraordinary Gentlemen", sicuramente il nome del suo
realizzatore grafico Kevin O'Neill non dovrebbe esservi nuovo. Su
Marshal Law si esprime con un tratto ruvido, acuminato, grottesco
quanto, alla bisogna e a sorpresa, carico di mille bellissimi
dettagli, trovate folgoranti, deliri pop. Un Simon Bisley meno
anarchico del 17% insomma.
Dalla combinazione
dei due esce uno spettacolo visivo davvero fuori scala,
personalissimo, audace, profondo. Dietro alle mille spacconerie del
poliziotto cattivo e alla satira spiccia sulla “fallocrazia
superomistica” si trova realmente un percorso di crescita interiore,
un messaggio critico non banale, persino una bella e dolorosa storia
d'amore. Marshal Law sa farsi voler bene e ricordare. Anche perché è
un'opera abbastanza definita, raccolta in un'unica deluxe edition
all'estero. È un bene quindi che oggi RW Edizioni abbia deciso di
ripescarlo e pubblicarlo integralmente, dopo che dalle nostre parti è
arrivato solo il primo arco narrativo, la cui storia più o meno vi
ho inquadrato. Attualmente sono stampati due volumi (il secondo in
ristampa mi pare) su tre, con quest'ultimo speriamo imminente. Un bel
modo di riscoprire un piccolo classico, un eccessivo, sessualmente
attivo, dissacrante, volgarotto ma inaspettatamente coinvolgente e
profano classico.
Naturalmente come
tutte le cose di “nicchia” è un discreto disastro da trovare,
bisogna chiedere espressamente e farselo tenere da parte, magari
specificando all'addetto che si scrive, alla faccia del correttore
automatico, “Marshal Law” con una “l” finale sola e non
“Marshall Law” (se non volete tornare a casa con un fumetto su
Tekken). Se siete tra coloro che detestano i supereroi e non
aspettate altro che vedere uno pseudo-superman prenderle di santa
ragione da un pazzo sadico, è sicuramente una lettura
stra-consigliata. Se amate le storie profonde e “pensose” sui
superoeroi, specchio delle tematiche superomistiche e pop-palestroidi
dei primi '80 (alla Watchmen, ma diciamolo a bassa voce), un giro ve lo
consiglio comunque.
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