sabato 22 marzo 2014

47 Ronin

Il seppuku spiegato dai Teletubbies


Keanu Reeves, trovato ai margini di una foresta maledetta, viene adottato da un warlord giapponese, Yamaga. Siccome Reeves è un meticcio e non un sangue puro samurai di 'sta fava, il warlord gli allestisce una specie di cuccia per il cane e autorizza i suoi samurai a dargli qualche calcio nel culo nel caso si trovino nei pressi. Keanu vuole però bene alla figlia del warlord e brama davvero essere accettato dal padre adottivo. Così calcio nel culo dopo calcio nel culo e Ciappi a volontà nella sua ciotolina ad allietarlo, Keanu arriva a quarant'anni senza nessuna sensibile miglioria a vitto e alloggio. Si scopre che Keanu è poi dotato di una forza straordinaria e potrebbe agilmente e velocemente ficcare nel culo le rispettive katane a tutti gli acidi stronzetti samurai che a turno si bulleggiano di lui. Ma non lo fa, mai. E questo perché lui ci tiene a fare il bravo, ad essere accettato, in lui scorre potente il classico masochismo giapponese che tanti cartoni animati alla "Remi" o "Il Grande sogno di Maia" ci hanno insegnato a conoscere. Il nostro un giorno fa poi una cosa clamorosa, riesce ad abbattere una specie di demone gigante in computer grafica che insidia la foresta (probabilmente mandato da qualcuno) e il merito dell'impresa se lo prende il samurai (Hiroyuki Sanada) a cui ha appena salvato l'inutile vita. E questo viene promosso!! Da questo punto il samurai Kuranosuke assume per motivi tecnici il nome di "Merda di Samurai". Il padre adottivo, che è arrivato a eventi conclusi, ha palesemente capito che la Merda di Samurai non ha fatto un cazzo, anche solo per il fatto di vedere quest'ultimo tremante in un angolo mentre Keanu è ancora ricoperto del sangue del mostro. Ma promuove lui. Questo sì che è onore e rispetto.

Poco dopo arriva in zona Tokugawa (dal nome mi pare il tizio che unifica il Giappone poco dopo che lo avevano già fatto Nobunaga e Toyotomi... ecco a cosa serve giocare a Sengoku Basara) affiancato da un loschissimo tizio di nome Lord Kira, al cui seguito c'è pure una strega (Rinko Kikuchi, già vista in Pacific Rim, sempre bellissima). Kira punta ai territori di Yamaga, non ha problemi a usare una strega, per espandersi accetterebbe perfino una delle offerte di Game Stop (quelle tipo: “Play Station 4 a 99,99 euro” cui seguono in piccolo le causali “se ci porti la ps3, 10 giochi appena usciti a prezzo pieno belli e non cagate, tre action figures di Assassin's Creed firmate dallo scultore in copia limitata, una Playstation 4 che hai preventivamente comprato ma non da Game Stop, 400,00 euro caricati su scheda psn non usata, tua sorella se gnocca”.). Kai, ossia il personaggio interpretato da Keanu Reeves (sì “Kai”, come il rantolo di un cucciolo colpito da una mazza), siccome è mezzo demone e siccome è stato trovato nella foresta maledetta, percepisce la strega e informa Merda di Samurai del pericolo. Naturalmente il pagliaccio reagisce come se Kai fosse folle: “Una strega? Ma ti droghi? Striscia per terra meticcio!”. Ricordiamo per i meno attenti che 4 minuti prima Kai gli ha salvato la vita da un demone ed è tipo ancora coperto dalle viscere dello stesso. Ovviamente il samurai non farà nulla. Dopo un paio di tentativi di complotto in cui risulta palese anche a un idiota l'uso della stregoneria, ma di cui si incolpano i locali, il warlord padre adottivo per “lavare l'onta” fa seppuku. Risultato: i suoi samurai decadono di rango e diventano “Ronin”, ossia “samurai senza padrone”, un ceto sociale che li accomuna in linea gerarchica a muschi e licheni. Ora, Merda di Samurai scopre che forse doveva fare qualcosa, ma nel dubbio lord Kira, che nel frattempo ha già la benedizione del daimiyo per sposare la figlia di Yamaga allo scadere dell'anno di lutto, decide di buttarlo in un pozzo per “n” mesi. E il pubblico in sala esulta per il cattivo! Finita la prigionia, Merda di Samurai medita vendetta contro lord Kira. Andrà a cercare gli altri ronin e organizzerà qualcosa di clamoroso per dei ronin, qualcosa di mai visto nella cultura giapponese: un attacco suicida. Naturalmente prima andrà convinto a unirsi alla allegra combriccola anche l'amato, apprezzato, indispensabile fraterno amico Kai, da poco venduto a degli olandesi tatuati per i combattimenti in arena contro creature realizzate in computer grafica. Come finirà?

Non vi tedierò con la storia ufficiale dei 47 ronin perché, semplicemente, nemmeno io la conosco approfonditamente, non l'ho capita davvero e potrei farvi spoiler per quei (pochi) aspetti che vengono riportati in questa pellicola e poi è troppo “giapponese”. Ed è forse questo il punto cruciale. Al di là delle vicende, il mio è un autentico gap culturale, perché tutto gira intorno all'onore del samurai e alla questione del seppuku per dimostrarlo. Per esprimervi al peggio le mie limitate capacità mentali, ecco quello che di questi temi provo a intuire. Circa il seppuku. È un aspetto che ho già visto rappresentato in diversi film, soprattutto di Kitano, in situazioni assurde dove l'onore dei samurai si fa base all'onore degli yakuza. Situazione tipo (una roba simile la trovate in “Brothers” di Kitano), uno yakuza serio ed educato, che non ha abusato di birra Asahi, va da un altro Yakuza che ritiene importante per espandere il suo clan ed esordisce : “Devi unirti al mio clan di yakuza, il mio capo è un figo!”.
L'altro, dall'aria cool ma intento nell'esplorazione nasale, ribatte: “Ma non so nemmeno chi cacchio è!”;
Il primo caccia fuori il solito coltello rituale per suicidi senza il quale nessuno Yakuza esce mai di casa e si denuda il petto per sventrarsi esponendo serio: “Per dimostrarti che è una persona degna d'onore, ora mi sbudello davanti a te con una squadra da disegno! Gggghhhaaaaa Ggghannnnn”;
Colpito dal gesto, commosso alle lacrime anche se non sapeva esattamente chi fosse il primo, il tipo che si scapperava sentenzia:“Apprezzo il modo temerario con cui stai morendo e mi stai smerdando di sangue e budella il salotto! Dopo il tuo funerale mi legherò al tuo capo in eterno!”
Ed è una cosa a cui tengono un casino nella tradizione nipponica! Una vita per il proprio onore. C'è chi riderebbe di una cosa del genere o la considererebbe solo pazzia. C'è chi farebbe battaglie giudiziarie di anni per dimostrarsi innocente pur se colpevolissimo. In Giappone no.Tanto che se qualcuno non accetta il seppuku o rimane indifferente alla cosa è un bastardo (vedasi “Outrage” sempre di Kitano)! Certo si applicasse anche alla politica italiana un tale concetto di onore vedremmo volti nuovi in parlamento ogni tanto... Comunque, una questione pesante quindi, che se non trattata con il dovuto tatto appare facilmente ridicolizzabile per il non nipponico.
Ugualmente difficile da spiegare è la questione samurai-ronin. I samurai sono una casta privilegiata che ricopre varie funzioni statali, sono guerrieri ma anche amministratori di potere. Nel caso della dipartita del padrone divengono ronin, una condizione di paria, reietti, con la speranza di un subitaneo ricongiungimento nell'aldilà. Un'altra visione estremizzata con lo scopo pratico però di eliminare in un solo colpo la “vecchia amministrazione”. E anche qui non c'è “gruppo misto” che tenga... Per noi che cambiamo casacca e partito come le scarpe è ancora più difficile. Il film cerca, in un disneyano volo pindarico, disperatamente e incoscientemente di farci accettare peculiarità culturale così estreme, farcendo pure con elementi fantasy. Come se aggiungere alla storia un drago, i folletti e Gigi Riva 
"Non ci sono nella pellicola, ma sarebbe
stato bello abbattere ninja con il pallone!"
Il personaggio di Keanu Reeves dovrebbe essere il simbolo di chi sceglie la via della spada come precisa scelta di vita, un soggetto che diviene “arma” del suo signore riconoscendone onore e rispetto. Signore locale che rappresenta poi in senso lato lo Stato, l'onore del territorio in cui vive. Kai non è tecnicamente un samurai ma sostanzialmente ne incarna coraggio, onore, fedeltà, le principali peculiarità. A uso e consumo degli spettatori (brutto da esprimere ma formalmente vero), gli altri samurai sono altrettante “armi”, ma nella prima parte della pellicola sono sono samurai di nome, tronfi nel rango, ancora inconsapevoli sull'onore. Così solo quando divengono ronin, decadendo di rango e livellandosi con Kai, iniziano a capire le sue ragioni e a comprendere meglio il loro ruolo. Solo da quel punto saranno “preparati e disperati a sufficienza” e anche la questione inerente al luogo in cui nella pellicola prendono le “nuove” spade rappresenta questo passaggio e la successiva rinascita. Ma finora sto parlando solo di “intenzioni” della pellicola, che purtroppo si scontrano con una messa in scena confusa, sbadata e poco partecipe.
Il fulcro della vicenda è giocoforza Kai, il meticcio interpretato da Keeves. Funziona per farci immedesimare nel personaggio in quanto elemento occidentale, ma per me è un errore che i samurai, che dovrebbero essere i personaggi principali, vengano descritti come acidi bastardi razzisti per tutta la prima parte della pellicola. La redenzione appare forzata e frettolosa e di 47 ronin se ne approfondiscono a dire tanto tre. Decisamente poco. Aggiungere elementi della mitologia locale anche a cacchio, mostri volanti, diavoli, monaci-serpenti è la salsa che fa vendere i biglietti di film anche non riuscitissimi, come "La Furia dei Titani" insegna, e un bel mostrone è più di impatto di una pippa sul bushido. Ma perfino questi elementi non funzionano, sono più “roba colorata che appare e poi scompare” senza un perché. Elementi che annacquano e pasticciano il tono dell'opera e soprattutto sono mal gestiti. Scene miraboloanti nel trailer si riducono spesso a poca cosa (Il tipo tatuato da scheletro ganzo e inquietante? È un marinaio danese, lo vedrete per 10 secondi, sulla locandina è grande quanto il protagonista. Il gigantone in armatura metallica? Non ha nemmeno un nome, dura due minuti, la sua fine è quanto di meno epico si potesse concepire) e portano in sala persone che della storia effettiva, del seppuku ecc. non è che ci capiranno molto (perché spiegato malissimo), persone che usciranno un po' interdette (anche dal finale) dicendo: “Ma che cavolo di film ho visto?”. Per finire, in un film di samurai non dovrebbero mancare grandi combattimenti tra samurai. Qui abbiamo zuffe degne di bambini dell'asilo che smanacciano con le scope in cortile.
"Manco un combattimento decente! Fatemi almeno
tirar giù un pilastro per sfogarmi!"
Quindi tiriamo le somme. Un film sui samurai che tratta male la figura dei samurai: vi staranno sulle palle da subito tutti i personaggi. Effetti speciali colorati ma messi a casaccio e incompatibili, poco funzionali, spesso inutili in relazione alla serietà del contesto narrativi e che non durano in scena più di una scoreggia. Effetti che falliscono proprio sul fattore epico che dovrebbero fornire, essendo protagonisti di scene scarne, confuse, decisamente poco soddisfacenti. Un film con samurai in cui i combattimenti fanno cagare. E pagare due o tre sword-men a insegnare due o tre colpi non è che fosse cosa impossibile. Direte quindi: “Ci sarà almeno gnocca?” Poca. Poco nulla. La mancanza di questo elemento, da sempre il salva-gente della boiata action classica è grave. 
No, purtroppo qui lei non c'è...

Perché vederlo quindi? Perché il trailer attira e le schifezze con mostri in computer grafica ci piacciono sempre. Ma dopo una prima visione l'entusiasmo si smorza di brutto. Si sarebbe preferita una storia più cruda e filosofica. Andava benissimo anche una storia più scema ma con elementi fantasy gestiti bene e un ritmo narrativo uniforme. Su tutto sarebbe bastato vedere katane danzanti e scene cazzute come in 13 assassins. Qui tutto è parco e presto dimenticabile. E dire che ci andava bene una tronzata tipo “Furia dei Titani in salsa Naruto” per farci contenti. Spreco. 
Talk0

Nessun commento:

Posta un commento