Il
seppuku spiegato dai Teletubbies
Keanu Reeves,
trovato ai margini di una foresta maledetta, viene adottato da un
warlord giapponese, Yamaga. Siccome Reeves è un meticcio e non un
sangue puro samurai di 'sta fava, il warlord gli allestisce una specie
di cuccia per il cane e autorizza i suoi samurai a dargli qualche
calcio nel culo nel caso si trovino nei pressi. Keanu vuole però bene
alla figlia del warlord e brama davvero essere accettato dal padre
adottivo. Così calcio nel culo dopo calcio nel culo e Ciappi a
volontà nella sua ciotolina ad allietarlo, Keanu arriva a
quarant'anni senza nessuna sensibile miglioria a vitto e alloggio. Si
scopre che Keanu è poi dotato di una forza straordinaria e potrebbe
agilmente e velocemente ficcare nel culo le rispettive katane a tutti
gli acidi stronzetti samurai che a turno si bulleggiano di lui. Ma
non lo fa, mai. E questo perché lui ci tiene a fare il bravo, ad
essere accettato, in lui scorre potente il classico masochismo
giapponese che tanti cartoni animati alla "Remi" o "Il Grande sogno di
Maia" ci hanno insegnato a conoscere. Il nostro un giorno fa poi una
cosa clamorosa, riesce ad abbattere una specie di demone gigante in
computer grafica che insidia la foresta (probabilmente mandato da
qualcuno) e il merito dell'impresa se lo prende il samurai (Hiroyuki
Sanada) a cui ha appena salvato l'inutile vita. E questo viene
promosso!! Da questo punto il samurai Kuranosuke assume per motivi
tecnici il nome di "Merda di Samurai". Il padre adottivo, che è
arrivato a eventi conclusi, ha palesemente capito che la Merda di Samurai non ha fatto un cazzo, anche solo per il fatto di vedere
quest'ultimo tremante in un angolo mentre Keanu è ancora ricoperto
del sangue del mostro. Ma promuove lui. Questo sì che è onore e
rispetto.
Poco dopo arriva
in zona Tokugawa (dal nome mi pare il tizio che unifica il Giappone
poco dopo che lo avevano già fatto Nobunaga e Toyotomi... ecco a cosa
serve giocare a Sengoku Basara) affiancato da un loschissimo tizio
di nome Lord Kira, al cui seguito c'è pure una strega (Rinko
Kikuchi, già vista in Pacific Rim, sempre bellissima). Kira punta ai
territori di Yamaga, non ha problemi a usare una strega, per
espandersi accetterebbe perfino una delle offerte di Game Stop
(quelle tipo: “Play Station 4 a 99,99 euro” cui seguono in piccolo
le causali “se ci porti la ps3, 10 giochi appena usciti a prezzo
pieno belli e non cagate, tre action figures di Assassin's Creed
firmate dallo scultore in copia limitata, una Playstation 4 che hai
preventivamente comprato ma non da Game Stop, 400,00 euro caricati su
scheda psn non usata, tua sorella se gnocca”.). Kai, ossia il
personaggio interpretato da Keanu Reeves (sì “Kai”, come il
rantolo di un cucciolo colpito da una mazza), siccome è mezzo
demone e siccome è stato trovato nella foresta maledetta, percepisce
la strega e informa Merda di Samurai del pericolo. Naturalmente il
pagliaccio reagisce come se Kai fosse folle: “Una strega? Ma ti
droghi? Striscia per terra meticcio!”. Ricordiamo per i meno attenti
che 4 minuti prima Kai gli ha salvato la vita da un demone ed è tipo
ancora coperto dalle viscere dello stesso. Ovviamente il samurai non
farà nulla. Dopo un paio di tentativi di complotto in cui risulta
palese anche a un idiota l'uso della stregoneria, ma di cui si
incolpano i locali, il warlord padre adottivo per “lavare l'onta” fa
seppuku. Risultato: i suoi samurai decadono di rango e diventano
“Ronin”, ossia “samurai senza padrone”, un ceto sociale che
li accomuna in linea gerarchica a muschi e licheni. Ora, Merda di
Samurai scopre che forse doveva fare qualcosa, ma nel dubbio lord
Kira, che nel frattempo ha già la benedizione del daimiyo per
sposare la figlia di Yamaga allo scadere dell'anno di lutto, decide
di buttarlo in un pozzo per “n” mesi. E il pubblico in sala esulta
per il cattivo! Finita la prigionia, Merda di Samurai medita vendetta
contro lord Kira. Andrà a cercare gli altri ronin e organizzerà
qualcosa di clamoroso per dei ronin, qualcosa di mai visto nella
cultura giapponese: un attacco suicida. Naturalmente prima andrà
convinto a unirsi alla allegra combriccola anche l'amato, apprezzato,
indispensabile fraterno amico Kai, da poco venduto a degli olandesi
tatuati per i combattimenti in arena contro creature realizzate in
computer grafica. Come finirà?
Non vi tedierò
con la storia ufficiale dei 47 ronin perché, semplicemente, nemmeno
io la conosco approfonditamente, non l'ho capita davvero e potrei
farvi spoiler per quei (pochi) aspetti che vengono riportati in questa
pellicola e poi è troppo “giapponese”. Ed è forse questo il
punto cruciale. Al di là delle vicende, il mio è un autentico gap
culturale, perché tutto gira intorno all'onore del samurai e alla
questione del seppuku per dimostrarlo. Per esprimervi al peggio le
mie limitate capacità mentali, ecco quello che di questi temi provo
a intuire. Circa il seppuku. È un aspetto che ho già visto
rappresentato in diversi film, soprattutto di Kitano, in situazioni
assurde dove l'onore dei samurai si fa base all'onore degli yakuza.
Situazione tipo (una roba simile la trovate in “Brothers” di
Kitano), uno yakuza serio ed educato, che non ha abusato di birra
Asahi, va da un altro Yakuza che ritiene importante per espandere il
suo clan ed esordisce : “Devi unirti al mio clan di yakuza, il
mio capo è un figo!”.
L'altro,
dall'aria cool ma intento nell'esplorazione nasale, ribatte:
“Ma non so nemmeno chi cacchio è!”;
Il
primo caccia fuori il solito coltello rituale per suicidi senza il
quale nessuno Yakuza esce mai di casa e si denuda il petto per
sventrarsi esponendo serio: “Per dimostrarti che è una
persona degna d'onore, ora mi sbudello davanti a te con una squadra
da disegno! Gggghhhaaaaa Ggghannnnn”;
Colpito
dal gesto, commosso alle lacrime anche se non sapeva esattamente chi
fosse il primo, il tipo che si scapperava sentenzia:“Apprezzo
il modo temerario con cui stai morendo e mi stai smerdando di sangue
e budella il salotto! Dopo il tuo funerale mi legherò al tuo capo in
eterno!”
Ed è una cosa a
cui tengono un casino nella tradizione nipponica! Una vita per il
proprio onore. C'è chi riderebbe di una cosa del genere o la
considererebbe solo pazzia. C'è chi farebbe battaglie giudiziarie di
anni per dimostrarsi innocente pur se colpevolissimo. In Giappone
no.Tanto che se qualcuno non accetta il seppuku o rimane indifferente
alla cosa è un bastardo (vedasi “Outrage” sempre di Kitano)! Certo
si applicasse anche alla politica italiana un tale concetto di onore
vedremmo volti nuovi in parlamento ogni tanto... Comunque, una
questione pesante quindi, che se non trattata con il dovuto tatto
appare facilmente ridicolizzabile per il non nipponico.
Ugualmente
difficile da spiegare è la questione samurai-ronin. I samurai sono
una casta privilegiata che ricopre varie funzioni statali, sono guerrieri
ma anche amministratori di potere. Nel caso della dipartita del
padrone divengono ronin, una condizione di paria, reietti, con la
speranza di un subitaneo ricongiungimento nell'aldilà. Un'altra
visione estremizzata con lo scopo pratico però di eliminare in un
solo colpo la “vecchia amministrazione”. E anche qui non c'è
“gruppo misto” che tenga... Per noi che cambiamo casacca e
partito come le scarpe è ancora più difficile. Il film cerca, in
un disneyano volo pindarico, disperatamente e incoscientemente di
farci accettare peculiarità culturale così estreme, farcendo pure
con elementi fantasy. Come se aggiungere alla storia un drago, i
folletti e Gigi Riva
"Non ci sono nella pellicola, ma sarebbe stato bello abbattere ninja con il pallone!" |
Il personaggio di Keanu Reeves dovrebbe essere
il simbolo di chi sceglie la via della spada come precisa scelta di
vita, un soggetto che diviene “arma” del suo signore
riconoscendone onore e rispetto. Signore locale che rappresenta poi in
senso lato lo Stato, l'onore del territorio in cui vive. Kai non è
tecnicamente un samurai ma sostanzialmente ne incarna coraggio,
onore, fedeltà, le principali peculiarità. A uso e consumo degli
spettatori (brutto da esprimere ma formalmente vero), gli altri
samurai sono altrettante “armi”, ma nella prima parte della
pellicola sono sono samurai di nome, tronfi nel rango, ancora
inconsapevoli sull'onore. Così solo quando divengono ronin,
decadendo di rango e livellandosi con Kai, iniziano a capire le sue ragioni e a comprendere meglio il loro ruolo. Solo da quel
punto saranno “preparati e disperati a sufficienza” e anche la
questione inerente al luogo in cui nella pellicola prendono le
“nuove” spade rappresenta questo passaggio e la successiva
rinascita. Ma finora sto parlando solo di “intenzioni” della
pellicola, che purtroppo si scontrano con una messa in scena confusa,
sbadata e poco partecipe.
Il fulcro della
vicenda è giocoforza Kai, il meticcio interpretato da Keeves.
Funziona per farci immedesimare nel personaggio in quanto elemento
occidentale, ma per me è un errore che i samurai, che dovrebbero
essere i personaggi principali, vengano descritti come acidi bastardi
razzisti per tutta la prima parte della pellicola. La redenzione
appare forzata e frettolosa e di 47 ronin se ne approfondiscono a
dire tanto tre. Decisamente poco. Aggiungere elementi della mitologia
locale anche a cacchio, mostri volanti, diavoli, monaci-serpenti è
la salsa che fa vendere i biglietti di film anche non riuscitissimi,
come "La Furia dei Titani" insegna, e un bel mostrone è più di
impatto di una pippa sul bushido. Ma perfino questi elementi non
funzionano, sono più “roba colorata che appare e poi
scompare” senza un perché. Elementi che annacquano e pasticciano il
tono dell'opera e soprattutto sono mal gestiti. Scene miraboloanti
nel trailer si riducono spesso a poca cosa (Il tipo tatuato da
scheletro ganzo e inquietante? È un marinaio danese, lo vedrete per
10 secondi, sulla locandina è grande quanto il protagonista. Il
gigantone in armatura metallica? Non ha nemmeno un nome, dura due
minuti, la sua fine è quanto di meno epico si potesse concepire) e
portano in sala persone che della storia effettiva, del seppuku ecc.
non è che ci capiranno molto (perché spiegato malissimo), persone
che usciranno un po' interdette (anche dal finale) dicendo: “Ma che
cavolo di film ho visto?”. Per finire, in un film di samurai non
dovrebbero mancare grandi combattimenti tra samurai. Qui abbiamo
zuffe degne di bambini dell'asilo che smanacciano con le scope in
cortile.
"Manco un combattimento decente! Fatemi almeno tirar giù un pilastro per sfogarmi!" |
Quindi tiriamo le
somme. Un film sui samurai che tratta male la figura dei samurai: vi
staranno sulle palle da subito tutti i personaggi. Effetti speciali
colorati ma messi a casaccio e incompatibili, poco funzionali, spesso
inutili in relazione alla serietà del contesto narrativi e che non
durano in scena più di una scoreggia. Effetti che falliscono proprio
sul fattore epico che dovrebbero fornire, essendo protagonisti di
scene scarne, confuse, decisamente poco soddisfacenti. Un film con
samurai in cui i combattimenti fanno cagare. E pagare due o tre
sword-men a insegnare due o tre colpi non è che fosse cosa
impossibile. Direte quindi: “Ci sarà almeno gnocca?” Poca. Poco
nulla. La mancanza di questo elemento, da sempre il salva-gente della
boiata action classica è grave.
No, purtroppo qui lei non c'è... |
Perché vederlo
quindi? Perché il trailer attira e le schifezze con mostri in
computer grafica ci piacciono sempre. Ma dopo una prima visione
l'entusiasmo si smorza di brutto. Si sarebbe preferita una storia più
cruda e filosofica. Andava benissimo anche una storia più scema ma
con elementi fantasy gestiti bene e un ritmo narrativo uniforme. Su
tutto sarebbe bastato vedere katane danzanti e scene cazzute come in
13 assassins. Qui tutto è parco e presto dimenticabile. E dire che
ci andava bene una tronzata tipo “Furia dei Titani in salsa Naruto”
per farci contenti. Spreco.
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