Quando il cornetto scorre potente...
Se tutti gli
uomini sono uguali davanti a Dio, tutti gli inglesi soni uguali in un
pub.
Alle sei di sera
tutti staccano e si ritrovano a bere. Giovani e vecchi a scambiarsi
battute e divertirsi in quello che è un gioioso rito collettivo.
Ricordo di aver provato qualcosa di simile quando nel 2000 mi trovavo
a Padova e alle 18 bar di ogni tipo e dimensione elargivano spritz.
Bellissimo.
Gary King (Simon
Pegg, il nuovo Scotty dello Star Trek di J.J. e probabilmente il più
grande e famoso comico inglese) ai tempi del liceo era un mito per
Andy (Nick Frost, in coppia con Pegg il più grande duo comico
inglese), Steven (Paddy Considine, già visto in Hot Fuzz e Cindarella
Man, buon caratterista) Peter( Eddie Marsan, che riconoscerete
facilmente anche ne “Il cacciatore di giganti”, ma interpretava
pure l'ispettore Lestrade nel dittico di Sherlock Holmes di Guy
Richie, simpatico) e Oliver (Martin Freeman, qui simpatico ma in
genere l'odioso Bilbo de “Lo Hobbit”).
Gary King era il casinaro del
gruppo, l'anima della festa che li faceva scorrazzare sulla
fatiscente e pericolosissima auto soprannominata “la bestia”.
King era anche lo scroccone, quello che faceva le peggiori carognate,
il rompiscatole, ma pur sempre l'amico e, in quanto tale, amato e
perdonato. King era già il fallito, quello che non sarebbe mai
diventato grande, quello che non avrebbe trovato un lavoro serio. Il
professor Shepherd (Pierce Brosnam), preoccupato, glielo disse in
faccia, con la chirurgica spietatezza del caso atta a spronarlo, a
farlo davvero crescere. Ma a Gary non riuscì altro che ridere della
cosa. Da giovani ci si sente sempre in grado di spaccare il mondo, di
risolvere tutto demandando al “dopo”. E poi il giovane King aveva
in ballo una grande avventura da dividere con la sua ciurma, un
traguardo ambito. Il miglio dorato. Una notte brava nella quale fare
il giro completo dei dodici pub cittadini fino all'ultima meta, il
Wolrd's End, il pub finale. Ogni locale una tradizione, un diverso
tipo di birra, accoglienza cordiale e sostegno per la bravata. Salvo
qualche rimostranza per una certa attività nei bagni, sorrisi
cordiali. L'impresa fu mitica, l'impegno massimo, la leggenda
dell'impresa fece eco negli anni nei ricordi di tutti. Ma fallì. E
mentre l'alba si avvicinava, tra vomito e effluvi d'alcool ancora nel
sangue, Gary King era l'unico sveglio tra gli amici. In lacrime. Sapeva che la
sua vita non avrebbe avuto più momenti così belli in futuro.
Gli anni passano.
Del gruppo c'è chi vende auto, chi lavora in banca, chi è diventato avvocato. Il
professor Shepherd su King ci aveva preso. È un fallito. La sua
testa è ancora lì, al Miglio Dorato non ultimato. Forse però non
tutto è perduto, se rimetterà insieme gli amici e replicherà la
serata, forse la sua vita avrà un senso. Così raccogliendo i
riluttanti amici il Miglio Dorato è di nuovo la meta. E anche se la
vita è stata più o meno felice per qualcuno, in Inghilterra tutti
sono uguali in un pub, tutti sono amici come prima anche se vivono
lontani e non si vedono mai.
Ma c'è qualcosa
di strano nell'aria. Tutti i bar, caratteristici e “unici”,
sembrano diventati uguali, comprati da una catena che ha imposto
insegne simili e un solo tipo di birra possibile. Anche le persone
della vecchia città paiono strane e il pazzo del paese parla di
invasione aliena. Il fatto è che la cosa è inquietantemente vera,
ci si può imbattere in tizi dal sangue blu che paiono dei pupazzi di
lego assemblati. Allora il mondo è ancora bello! Non sono gli altri
a essere cresciuti, diventati omologati cloni gli uni degli altri,
non è il mondo a essere diventato grande mentre Gary King è
rimasto un bambinone! Il mondo è sotto invasione aliena e il
manipolo di amici potrà salvarlo nel più grande orgasmo nerd di
sempre!
Si riduce a questo
il bellissimo e difficile messaggio della cosiddetta trilogia del
cornetto (ma anche di Amici Miei mi verrebbe da dire. Il “cornetto” può
essere visto proprio come il cornetto “cuore di panna”, simbolo
di ogni gelato disponibile nel classico frigo da bar), tripletta di
film con protagonisti Pegg e Frost e che annovera "Shaun of the Dead" (in Italia “L'alba dei morti dementi”... titolo che non rende
giustizia a quello che di fatto è un capolavoro), "Hot Fuzz" e questo "The World's End" (La fine del mondo). Tre film con contesti diversi,
vuoi l'invasione zombie, vuoi il poliziesco action, vuoi l'invasione
aliena, accomunati dalla voglia dei protagonisti di stare insieme in
un pub, il luogo di relax e fraternità per eccellenza nel Regno Unito. Così in "Shaun of the Dead" andare al pub mentre gli zombie
impazzano diventa l'unica alternativa possibile, in "Hot Fuzz" il bar
diviene il posto dove smussare le tensioni e conoscersi, in "World's
End" il pub assurge quasi a “senso della vita”. Tre film anche
amari, come amara è la vita, ma sempre “salvati dallo schifo del
mondo reale” da grandiosi voli pindarici, giochi e rimandi con
generi cinematografici di puro relax e intrattenimento. Così quando
la tragica vita di Gary King raggiunge la peggiore parabola
discendente e noi spettatori temiamo che davvero non ci sia una
soluzione a una sfortunata serie di eventi, il film svolta nel
fantascientifico, giustifica, riaccoglie tra le sue braccia il nostro
anti-eroe per farne quasi un eroe, comunque disfunzionale, ma eroe. È
un climax importante ed è per me un peccato che il film non riesca a
fare qualcosa di altrettanto “grande” nel finale, ma è comunque
la ragione per cui questo film sarà ricordato negli anni.
Come tutti i film
della trilogia il livello realizzativo è altissimo. Il cuore rimane
un film comico-nostalgico sincero, commovente, ben realizzato, ma la
cornice “di genere” è assolutamente realistica, credibile, non
parodistica. Ricordo per aneddoto che gli zombie di "Shaun of the dead" erano così convincenti che colpirono Romero al punto da invitare
Pegg, Frost e compagni a fare un cameo ne "La terra dei morti viventi" come zombie! E addirittura potete trovare i nostri su alcune
locandine di detta (bellissima) pellicola! Perchè i nostri sono fan
duri e puri del film di genere e tutti e tre i film sono credibili
film di genere, spesso pure troppo! Così anche le scene action di
questo The World's End non sfigurerebbero in una pellicola
fantascientifica seria, pur nell'ottica giocosa della strana “forma
fisica” degli alieni. Ci sono pure significative scene splatter!
Simon Pegg in versione zombie |
Digressione. Curioso
che anche un film dal nome similare proprio dello stesso periodo
“Facciamola finita”- a.k.a -“This is the end” - della
premiata ditta Rogen-Goldberg, segua questa esatta realistica
impostazione, così condivida una molto simile vena comica. Lì ci
sono oltre ad una comicità fulminante e ottime interpretazioni, effetti speciali a mio vedere ancora più massicci e sanguinolenti,
roba che mi aspetterei da un videogioco alla Diablo, per non dire che
starebbe bene in un horror serio a sfondo satanico! Vi consiglierei
quindi di vedere insieme queste pellicole! Entrambe bellissime,
entrambi inni sinceri all'amicizia, entrambe indirizzate senza
riserva a chi abutualmente segue e apprezza questo nostro piccolo
blog. Poi fateci sapere! Fine digressione.
Digressione 2.
Recuperate anche "Attack of the block", con Frost e un cast di giovani
attori inglesi davvero bravi. È anche questo un film di fantascienza
travestito, ma è proprio figo. Una volta ne parleremo. Ah, e c'è
pure “Paul” (non mi andava di scrivere “digressione 3”...),
doppiato da Elio! Che non fa parte del “cornetto” ma ha sempre
dentro Frost e Pegg a fare cose nerd spassose come andare al comicon.
Carinissimo. Ne riparleremo. Fine digressione 2 (e 3... vabbeh).
Se la trama
convince, così come la regia e gli effetti, a me sorprende la
capacità di Pegg nell'inventare sempre personaggi diversi e
sfaccettati. Il suo Gary King è un cazzone da antologia a cui volere
realmente bene ed è un personaggio che non somiglia a nessuno che
lui abbia in precedenza interpretato. L'ennesima dimostrazione che un
grande attore può agilmente fare quello che vuole rimanendo al top.
Gli altri personaggi non sono da meno, con menzione d'onore per il
gigante buono Frost, anche lui in ruolo diverso dal solito, sempre
molto umano e credibile. Sapete poi che detesto Freeman. Lo detesto
anche qui. Ma in "Love Actually" per esempio non mi era dispiaciuto.
Qui mi dice ad ogni modo pochissimo.
Non l'ho ancora
colpevolmente nominata, ma nella pellicola c'è anche la brava
Rosamund Pike . È grazie a lei se il film intraprende una dolce,
malinconica, improbabile linea sentimentale (sì, suona come “la
linea comica” di Boris, ma qui è qualcosa di ben integrato). È
una parentesi molto carina che fornisce maggiore spessore a tutti i
personaggi e regala alla storia del cinema una delle frasi più
romantiche e struggenti di sempre a chiosa di un amore (e ad una
adolescenza) finito ma per sempre nel cuore, pronto a riscaldare i
momenti grigi della vita adulta. È proprio la Pike a dirla non senza
dolore al Gerry King di Pegg, amore giovanile che ha dovuto lasciare
perchè non ha voluto crescere rimanendo intrappolato in un corpo da
Peter Pan (non a caso altra icona inglese...). È una frase che si rifà
al vecchio miglio dorato fallito di quando erano giovani e al quale
pure lei, per poco, aveva partecipato, rimanendo invischiata con un
Gerry King ubriachissimo e immemore in uno strano posto. Ve la scrivo
come me la ricordo. Preparate i fazzoletti. Ecco: “ Non ruota
tutto intorno a quella notte. (ma) Avremo sempre (come ricordo) il
bagno dei disabili”. C'è tutto. Credo che un giorno me lo
tatuerò su una chiappa. Altro che Via col vento. Puppa, Via col
vento!
Come si pone
questa pellicola all'interno della trilogia del cornetto? Qual è il
film più bello? Ecco una domanda difficile. So che Gianluca
risponderebbe dopo "Shaun of the dead" e prima di "Hot Fuzz". Io non ho
ancora deciso e non lo farò finché la trilogia del cornetto non
diverrà quadrilogia o esalogia. E ancora allora sarà difficile.
Auguro lunga vita e successo ai grandi Pegg e Frost. Dedico una birra
scura a loro. Alla loro passione nel diventare aedi dell'amicizia dei
tempi moderni, all'immenso amore che hanno nel descrivere e
assecondare i sogni di nerd come me. E gli dedico magari anche un
club sandwitch. Viva il cibo da pub. Viva il cornetto.
Talk0
Nessun commento:
Posta un commento