(o Casshan/Casshern Sins se preferite) finalmente in
home video by Yamato
ATTENZIONE: la disamina di Talk0 è talmente approfondita (lunga) che il post verrà editato in tre parti, quindi continuate a seguirci nei prossimi giorni per non perdervi il profondo (lungo) excursus su questo prodotto!
Nel 2009 Yamato Video acquisiva una delle serie di maggior successo
del 2008, Kyashan Sins. Oggi, in concomitanza del Lucca
comics'n'games 2013 arriverà anche nelle nostre case in home video
questo capolavoro animato dalla Mad House che rebootta (ho forse
creato un neologismo burino...) una delle storie animate più belle di
sempre, nonché fonte di ispirazione per grandi registi come Anno
(che proprio da Kyashan dice di essersi ispirato per Evangelion).
Quale occasione migliore per parlarvi un po' della storia animata di
Kyashan, raccontandovi del suo autore, delle simbologie e delle forte
malinconia che lascia nello spettatore una volta giunti ai titoli di
coda? E allora tuffiamoci in questo speciale... sempre che non abbiate
qualcosa di meglio da fare...
C'era una volta un grande autore. Tatsuo Yoshida, un
folgorante genio dell'animazione giapponese che pur mancato ancora in
giovane età, a quarantacinque anni, fece in tempo a creare, sotto
l'egida della storica casa di produzione Tatsunoko, personaggi
animati indimenticabili che ancora oggi appassionano schiere di fan
grazie a progetti che ne reiterano il mito. Yoshida è stato padre
dell'anime sulle corse action estreme Mach Go Go Go, conosciuto da
noi come Superauto mach 5 e in America come Speed Racer e ha portato
sui nostri televisori Judo Boy. Ci ha fatto divertire con il Mago
Pancione e sognare le curve della sexy cattiva-pasticciona Miss
Dronio in Yattaman, uno dei capitoli più belli della Time Bokan
series. Ha creato con La battaglia dei pianeti (Gatchaman) una delle
migliori serie (non) supereroistiche di sempre, influenzando in modo
esponenziale anche il fumetto americano. Ma la punta della sua
produzione rimane il “trittico eroico”. Tre opere realizzate dal
1973 al 1975 ma di fatto immortali che affrontano il tema dell'eroe
contro il male in riferimento alla storia passata, presente e futura.
Eroi ma anche uomini, fragili e perdenti. Autentiche figure tragiche.
Nel 1975 come riflessione sulla storia e nemici futuri, che per il
1975 significa la corsa allo spazio e il possibile conflitto con
altre culture aliene, vengono realizzate le avventure del cavaliere
spaziale Tekkaman. L'eroe per affrontare i nemici con una potente
armatura qui si fonde con il robot Pegas, sottoponendosi a una
mutazione che ha tutto l'aspetto del martirio, con tanto di
cavi-spine che ricoprono il suo corpo e potenti scariche elettriche
che lo fanno urlare. A cavallo di Pegas il cavaliere fa a pezzi
interi dischi volanti trapassandoli da parte a parte ma agli occhi
anche dei suoi compagni appare come un'entità artificiale, distante,
da sopportare per necessità e temere per forza. Il cavaliere dello
spazio di fatto vive di diffidenza e solitudine. Un anno prima, nel
1974, realizza l'opera più “leggera” del trittico, il guascone,
ironico Hurricane Polymar. Eroe con aspirazioni da detective che si
contrappone alla malavita presente utilizzando una armatura
realizzata con fantascientifici polimeri in grado di mutare la forma
e le funzioni dell'arsenale, permettendo a Polymar di volare nei
cieli e nello spazio, scavare sotto terra e affrontare gli abissi.
Anche qui l'uomo si contorce per diventare macchina, non mancano
risvolti tragici, ma la consistenza del suo corpo dell'eroe pare
quella della gomma e la forte ironia che traspare dal personaggio lo
rendono meno malinconico e sofferente. Un anno prima ancora è il
turno di Shinzo Ningen Kyashan.
Shinzo Ningen Kyashan (in dvd by Dynit)
È cronologicamente il primo anime del trittico nonché quello su cui
viene rivestito il compito più difficile e doloroso, infondere in
un'opera di intrattenimento lucide riflessioni su quello che è stato
il secondo conflitto mondiale. Un conflitto tanto ideologico quanto
tecnologico, che ha riscritto le dinamiche della guerra moderna quanto
il ruolo-distorsione della filosofia moderna nel divenire ideologia. È
curioso e innovativo constatare qui come la fantascienza racconti
paure “passate”. Di certo robot ed eroi permettono di ammansire i
fatti, dividere tra buoni e cattivi, dare una morale a conflitti
sanguinari che hanno sporcato per sempre la nostra storia.
Come l'ideologia viene creata dall'uomo pur a buon fine (filosofia),
un geniale inventore crea quattro androidi senzienti al fine di
portare l'umanità verso un mondo migliore. Le creature però si
ribellano al creatore e una di loro, Bryking si mette al comando
costruendo un esercito di robot che mira alla conquista del mondo. Le
macchine hanno deciso che il mondo migliore per l'umanità è
sottoterra, la nuova razza imperante è quella meccanica. L'esercito
meccanico senza troppi problemi schiaccia una razza umana
impreparata, fatalista e arretrata in poco tempo. L'unico modo per
terminare il conflitto è staccare la corrente a Bryking e
riprogrammare i suoi robot affinché permettano la ricostruzione del
mondo. Ma chi può compiere questa impresa, ben al di là delle
capacità umane? Qualcuno che conosce bene il nemico, il figlio
dell'inventore. Ma per far fronte a migliaia di nemici questi dovrà
compiere il sacrificio massimo, sacrificare-immolare la sua umanità
per rivestire la sua anima di un corpo metallico. È lo stesso
scienziato a compiere la dolorosa trasformazione. Il nuovo essere si
chiama Kyashan ed è un cyborg. Parte uomo, parte macchina. Per non
lasciarlo solo nella sua guerra lo scienziato meccanizza anche il suo
cane, che assume il nome di Flender, una specie di pastore tedesco
metallico cromato di giallo e blu in grado di trasformarsi in veicoli
di supporto al nostro eroe. L'uomo dal corpo nuovo (“Shinzo
ningen”per l'appunto) inizia così il suo viaggio verso Bryking. La
strada che percorre ha tutto l'aspetto e le suggestioni dell'Europa
invasa dai nazisti, dei campi di sterminio. Il nemico è qui
costituito da ferraglia arrugginita ma l'iconografia nazista rimane
tra vessilli che richiamano la svastica, eserciti che marciano
perfettamente allineati come in un documentario della Riefenstahl,
strutture di comando che rievocano la grandiosità di imperi del
passato (il castello ricorda tanto il maniero di Dracula quanto il
laboratorio di Frankensten). A capo delle milizie i quattro robot
appaiono come caricature di gerarchi e Bryking (che diverrà icona
copiatissima per personaggi “cattivi”, ispirazione anche per il
M.Bison-Vega di Street Fighter) pare la versione meccanizzata
gigantesca e anabolizzata di Mussolini. Ma tra le fila di Bryking c'è
una spia, un cigno meccanico al cui interno tragicamente risiede
l'anima della madre di Kyashan. La massima figura tragica dell'opera,
simbolo del punto di non ritorno cui spinge la guerra, simbolo delle
vittime della follia umana.
In Kyashan Yoshida critica di fatto anche la politica giapponese.
Nella seconda guerra mondiale i giappi hanno di fatto compiuto, in
nome dello sviluppo, una insensata corsa agli armamenti, diventando
anzi i produttori di più sofisticate e mirabolanti macchine da
guerra tra cui navi da guerra come la Yamato e i velocissimi caccia
Zero. Questo ha portato ad un conflitto che si è estremizzato al
punto di non ritorno, allo sgancio delle atomiche da parte del paese
che ancora oggi si professa garante della pace mondiale. Ma dalle
ceneri il Giappone è rinato e ora la sua tecnologia ne fa il faro
del progresso moderno mondiale. In senso metaforico anche Kyashan
compie questo viaggio. Da figlio dalla tecnologia bellica il suo fine
è spegnere (Bryking) e riavviare lo sforzo intellettuale, puntando
alla tecnologia per migliorare il mondo. Pur con la consapevolezza
che lui stesso è un cimelio, un brutto ricordo che non potrà più
tornare a essere uomo ma tuttavia potrà essere amato da Luna, una
ragazza che riesce a vedere al di là delle apparenze, al di là
dell'arma umanoide creata per combattere (direi in pieno spirito anni '70 di Zambottiana memoria).
Kyashan conquista il pubblico nipponico e allarga la sua fama in
tutto il mondo...
FINE DELLA PRIMA PARTE
Mi dispiace ma non sono riuscita a finire di vederlo. O lui o la mia voglia di vivere!
RispondiEliminaForse un giorno che avrò voglia di deprimermi un po' lo riprenderò in mano ^^
PS Non dubito che Anno si sia ispirato ad un'opera di questo genere per creare Evangelion XD
ah ah ah Sì, è un'opera cupissima, tanto che molti dei suoi temi sono ripresi e caricaturizzati da Yoshida in Yattaman. un felice esempio di autocritica. Al contempo però la trovo un'opera stimolante, sono felice che ci sia e come l'abbiamo riplasmata negli anni. Se arriverà mai quel giorno in cui sentirai forte la voglia di deprimerti considera comunque una opzionale visione ( o ri-visione)di Zambot 3! è una bella lotta tra quale dei due anime sia più tragico ma Zambot mi sa che batterebbe Kyashan : ) Talk0
RispondiEliminaCasshan Sins mi son fermato dopo la puntata 7, non è che non mi piaccia il genere ma il pacing è drammaticamente lento nonostante qualche scena d'azione. Ho talmente tanto da guardare che probabilmente morirò prima ed ho preferito lasciar stare per il momento. Se vuoi un anime più triste di kyashan, guardati Bokurano, un opera simile ma migliore sotto tutti gli aspetti. Ti posto l'OP https://www.youtube.com/watch?v=05p646nlYS0
EliminaMamma mia Bokurano !!!! Sì, lo conosco, seguo il suo autore, Kito, da quando pubblicarono per la prima volta Narutaru in italiano su Kappa Magazine. Ha un bello stile, molto riconoscibile. ho letto pure Bokurano e visto l'anime. hai ragione è tristissimo ai massimi livelli di sadismo : D
RispondiEliminaMa, per me Zambot è imbattibile, sarà che sono della vecchia guardia ^_^.
Se parliamo di tristezza anche Anohana non è che scherza :D
Flender pastore tedesco?!
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