Storia: Enoch,
Vietti; Matteoni
Baijadan, città
portuale. Ian e compagni stanno indagando nell'appartamento di una
sedicente contrabbandiera Fakhry. Dalle ricerche nel suo appartamento risulta una strana attività al porto. Dalle note di ricevute di
pagamento di gabelle commerciali, inerenti a percorrenze fluviali
verso i territori interni, risulta un pagamento per un trasporto a
vuoto di un falconetto da fiume. Potrebbe esserci dietro un traffico
illegale di armi, invisibili poiché protette da un sistema di
occultamento di strumentazione tecnocrate illegale. La Fakhry ritorna
all'improvviso e subito parte un rocambolesco inseguimento dei
nostri tra i tetti di Baijadan. La fuggiasca si dirige di buona lena
proprio al porto, nella speranza di una via di fuga, ma non ha fatto
bene i conti. Mentre cerca di lanciare una specie di granata contro
Ian, Sera le lancia un dardo con la cerbottana e la Fakhry cade
proprio sul falconetto reso invisibile, che guarda caso contiene
granate dello stesso tipo. Granate letali cariche del terribile fango
pirico, sostanza in grado di bruciare anche a contatto con l'acqua.
Ian ha già avuto a che fare con questa pericolosa arma, di cui
sperava la produzione si fosse già interrotta per sempre. Forse
scavando nel suo passato riuscirà a trovare gli indizi che lo
porteranno a chi ora produce questo strumento di morte. Forse
riuscirà ad evitare che qualcuno utilizzi di nuovo un tale strumento
in battaglia.
Numero 1 della nuova collana dedicata al personaggio
fantasy di casa Bonelli inventato da Vietti-Enoch. Per l'occasione si
è rimesso insieme lo stesso team creativo artefice del romanzo a
fumetti dedicato a Dragonero, richiamando in squadra per i disegni il
bravissimo Matteoni, che ricoprirà anche il ruolo di copertinista
della serie. Visivamente l'opera è spettacolare. Non ci sono davvero
altri aggettivi. Un disegno pulito, plastico, straordinario nel
descrivere i corpi femminili come i corpulenti muscoli anabolizzati
degli orchi. Fondali estremamente ricchi e curati, propensione per
le scene di massa, dinamica dei movimenti elevata. Anche il fatto che
sia in bianco e nero non dispiace, le ombre sono profonde e i
chiaroscuri accattivanti. Non mancano preziosismi come le
ombreggiature delle foglie che si frastagliano sui personaggi in
penombra o le mattonelle in terracotta dei tetti che vibrano mentre
Ian e compagni ci corrono sopra.
La trama è invece una palla. Una
mazzata. Troppo complicata nelle premesse, evapora in un unico
inseguimento (peraltro bellissimo nei disegni) muto per una decina di
pagine per poi essere mega decompressa nel resto del volume, dove la
trama viene narrata con il contagocce spostando il piano temporale
dal presente al passato in continuazione. Manca un anticlimax, un
cliffhanger, il finale con suspance. Si chiude in un modo moscissimo,
sciapo. Provate a leggere Tex. Anche lì ci sono storie divise in
due-tre parti, ma sticazzi. Alla fine di un volume si ha davvero una
voglia matta di sapere come va avanti. Qui il livello di
“chissenefrega” va oltre il limite di guardia. Sono quindi un
po' maldisposto nel giudicare questo volume. Non posso tacere sul
lavoro di Matteoni, perché è davvero di classe e appagante. Mi
sarei aspettato una partenza “col botto”, mi ritrovo in una di
quelle storie di stanca-riempitivo che si trovano negli albi
“maxi” della Bonelli, in genere a inizio estate (perché sotto
l'ombrellone tutto è più bello). Ho aspettative altissime per la
seconda parte, quindi. Non vi nascondo che ho ritardato la recensione
di questo volume nella speranza di offrirvi presto la recensione del
secondo e fornirvi buone nuove sullo stato di una serie che già al
numero 1 un po' arranca. Mamma che doccia fredda...
Talk0
Nessun commento:
Posta un commento