Il nostro eroe Dragonero si trova alla deriva, al largo delle coste del Margondar, su una zattera di fortuna. Doveva essere una missione esplorativa contro la pirateria, ma si è conclusa sul nascere a causa di una mega tempesta che ha distrutto la sua nave e sterminato l'intero equipaggio. Pare che Ian debba fare presto i conti con la variante fantasy degli squali, le tigri di mare, quando un vecchio amico (vedasi Dragonero vol.2) sopraggiunge in suo soccorso e lo sostiene fino all'arrivo di una nave. Fortunello tra i fortunelli, Ian si salva, becca i pirati e scopre pure di conoscere una avvenente e procace donna piena di piercing. Questo ultimo aspetto, come sappiamo, lo rende totalmente indifferente, ma l'idea di una nave intera di marinai abbronzati lo rende subito felice. Riuscirà il nostro eroe a scoprire il mistero dietro al temibile corsaro Faccia d'osso e magari a porre fine alle sue scorribante? Riuscirà a riabbracciare Gmor che sarà sicuramente preoccupatissimo?
Nuovo numero di Dragonero, per la precisione un numero stand alone autoconclusivo. L'ambientazione si sposta in mare aperto, un territorio ancora ricco di sorprese narrative, ma ci porta anche dalle parti del principato di Samyria, dove la storia di questo numero nasce "a livello emotivo" e dove si affronta un tema non banale, anzi attualissimo in questi giorni, come la differenza-scontro tra culture diverse. Fino a che punto il rispetto reciproco di culture diverse può essere accettato? Qual è il momento e la modalità giusta di intervento per evitare che si perpetri un delitto che magari per una cultura o religione diversa viene accettato e voluto come manifestazione di una peculiare interpretazione della "giustizia"? E una volta salvata una persona dalla legge (o dalla soggezione) del suo popolo, è giusto abbandonarla, passare ad altro, sperando che faccia una vita migliore? Si può accettare (o è più giusto e umano non porsi neanche il problema... l'altruismo non è "calcolo"..) che in futuro divenga una persona da noi aiutata del tutto diversa da quella che ci ricordavamo, magari una persona a noi pericolosa? Enoch, scrittore attentissimo alla critica sociale e fine osservatore del ruolo della donna nel mondo (vedi altre sue opere come Sprayliz , ma pure Gea e Lilith), in questo Faccia d'osso esprime al meglio queste sue urgenze autoriali, dimostrando la duttile natura del mondo di Dragonero nel farsi metafora della Storia.
Raccontandoci il personaggio di Dhara e descrivendo il tentativo (invero goffo) di Ian di salvarla da morte certa, l'autore riesce a essere più incisivo e chiaro di mille fiumi di parole su integrazione ed altruismo rimanendo scevro da ogni tipo di ipocrisie circa il "modo giusto" di affrontare le cose. Ian qui sbaglia, più che nell'intenzione "nel modo", pur con le migliori intenzioni, pur in qualche modo riuscendo a raggiungere lo scopo, altruistico e disinteressato che si era prefisso. Non è la prima volta che sbaglia peraltro, e questo ce lo rende storia dopo storia sempre più umano, sempre a noi più vicino, ma l'aspetto interessante è che qui nemmeno si rende conto di aver sbagliato, aveva archiviato il suo intervento già come una vittoria personale, se non che dopo diversi anni, quando il passato bussa nuovamente alla sua porta, la prospettiva cambia. Ed Enoch, pur in una storia movimentata e che entra subito nel cuore dell'azione, condita di draghi, macchine marine steam-punk, corsari e combattimenti, riesce benissimo a tenere saldo il lettore sulle corde emotive del racconto, confezionando un piccolo gioiello narrativo. Lo ridico qui come anche accennavo su numeri passati, Dragonero ha alte potenzialità di rimanere nella memoria dei lettori. Anche se spesso su questo fumetto amo scherzare un po', penso (spero) che si noti quanto lo faccia con affetto. Sono pronto alla smentita, ma per me da qui a dieci anni Dragonero, se continuerà a presentare numeri quelli di questo periodo di "post-rodaggio", potrebbe crescere tanto da essere ricordato come Ken Parker.
Molto belli i disegni di De Luca. Meraviglioso il suo modo di disegnare i mille volti del mare, splendidi i vascelli e marinai alle prese con squali, flutti e combattimenti all'arma bianca. Molto belli anche i personaggi disegnati, su tutti la bellissima, sensuale e terribile, Dharma. L'albo presenta anche alcune scene spaventose quanto crudeli (pure una mezza citazione da 300 mi pare, ma non so quanto effettiva o accidentale), ma rese da De Luca in un modo per me impeccabile, pittorico, si torna davvero indietro a rivederle anche una volta conclusa la lettura.
La copertina di Matteoni per una volta, per me, non "buca" come al solito, ma è comunque sempre di altissimo livello. L'ambientazione marinara in genere non mi piace un granchè, ma questo numero mi è piaciuto. Mi piacerebbe chiudere con una citazione dotta e profonda...
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