Un mondo di
regole ed eccezioni. Nell'universo parallelo dei mattoncini Lego
esiste un manufatto pericoloso che contiene una forza distruttiva
potente edinarrestabile. Il saggio Vitruvius lo conserva da tempo
in un tempio segreto, tuttavia il malvagio Lord Business (doppiato da
Will Ferrell in originale e Pino Insegno da noi, mi pare) dopo uno
scontro feroce che dura pochi secondi senza troppo entusiasmo, riesce
ad annichilire il Vecchio (doppiato in originale da Morgan Freeman,
mica noccioline) e a impossessarsene. Ma il custode battuto rivela al
marrano che un giorno arriverà qualcuno, “quello speciale”, che
insieme a un manipolo di eroi e con l'ausilio del “pezzo
forte” riuscirà a contrastare e distruggere il prodigioso
manufatto. É inevitabile, è già scritto, il giorno della rivalsa
arriverà. Giusto 8 anni e mezzo dopo conosciamo Emmet (in origine
doppiato da Chris Pratt... che oggi non vi dice nulla ma in futuro
assocerete con Star Lord...).
Emmet è un operaio specializzato di
Lego City, un fedele gioioso ingranaggio di un mondo oliato e ordinato come un orologio svizzero. Ogni giorno vive di perfetta
routine, dagli esercizi fisici alla mattina, alla visione del
programma tv “Dove sono i miei pantaloni”, al turno di lavoro al
cantiere cui segue la serata con i colleghi. E tutto è così
perfetto, tutto è così meraviglioso, che Emmet ama alla follia la
sua vita piena di istruzioni, routine, ordinate code in autostrada.
Al punto che “seguendo il flusso”, con imperituro stampato il
sorriso ebete, è divenuta la personcina gialla più indistinta e
banale della sua città, un volto che a fatica si distingue dalla
massa, qualcosa di avvertito come una sorta di deja vu (per dirla
alla Men in Black). Così, alle pendici della ordinata e meravigliosa
vita di Emmet , non esiste una famiglia al di là del lavoro
(tragicomicamente divide la colazione in compagnia della sua pianta
da arredo) e perfino le persone a lui più vicine non sanno
esattamente chi lui sia. Una vita semplice con poche gioie, ma avvolta
da inconsapevole ottimismo, pronta però a mutare quando il nostro fa
la conoscenza di una fascinosa ragazza in nero. Non prima di
essere per puro caso incappato nel “pezzo forte”, l'elemento che
fa di lui automaticamente la persona più importante del mondo. La
ragazza infatti cerca l'eroe della leggenda per conto di Vitruvius, e
l'eroe non può che appartenere alla casta dei cosiddetti “mastri
costruttori”, individui in grado di sovvertire gli elementi della
realtà (i mattoncini lego) per creare in piena autonomia di regole e
buon senso qualcosa di nuovo e rivoluzionario. Qualcosa di fatalmente
pericoloso per l'ordine costituito, perfetto e ordinato, di Lord
Business. Ma saprà Emmet, l'uomo più comune degli uomini comuni,
pur in possesso del “pezzo forte”, dimostrarsi anche un abile
mastro costruttore?
Quello
Speciale. Creazione, condivisione, fantasia. Credo di aver
rubacchiato da qualcos'altro 'sta frase. I mattoncini danesi della
Lego sono a ragione diventati negli anni uno dei più ambiti must per
bambini di ogni età. Renato Pozzetto in “Da Grande” entrava nel
negozio di giocattoli puntando al “Lego Grande” (mi pare fosse un
monorotaia spaziale... bellissima) e ancora oggi milioni di persone corrono all'assalto dei mattoncini. Gianluca, che di Lego ne sa più
di me, mi ha detto che intorno agli anni '90 la società ha avuto una
piccola inflessione, ma che da quando si è potenziata con nuovi
colori e pezzi, acquisendo poi importanti licenze come Star Wars, è
di fatto inarrestabile. Oggi brand come "I pirati del Caraibi", "Simpsons", "Il signore degli anelli", ma anche case di comics come DC e
Marvel, nonché da ultimo Disney in toto, fanno letteralmente a botte
per avere una loro opera trasposta in set collezionabili di
mattoncini.
Peccato che il
gioco sopra citato di fatto non esista... Non solo! Anche i videogiochi
tratti dalle “versioni lego” di questi marchi, dove al fianco
dell'estetica è sempre presente una componente di costruzione
creativa dei mattoncini, vendono tantissimo e si sono in parallelo
sviluppati anche cartoni animati.
Anche questo un
lavoro eccelso che vi obbligo a guardare su "Youtube" integralmente...
Mancava però un film che portasse sugli allori il mito dei Lego “in
sè”, dotato di personaggi autonomi (o quasi) e di una trama che
sapesse al tempo stesso racchiudere il significato dei Lego, il
“perché”questo prodotto venda tanto bene, il cuore dietro alla
plastica assemblabile. Un film-manifesto unico, pensato e realizzato
al meglio. Un film speciale.
I Mastri
costruttori. Se il mondo dei mattoncini non conosce confini,
assemblare una pellicola convincente e mirata sul Brand Lego non è
cosa da poco. Servivano professionisti di peso per fare in modo che
l'intera pellicola fosse fatta esclusivamente da Lego senza tradirne
le regole. Occorreva in buona sostanza mesciare i seguenti elementi.
Una tecnica che cogliesse l'ironia alla South Park per rendere al
meglio i limiti fisici e gestuali dei personaggi Lego, incapaci a
rappresentare cose troppo complesse sulla carta.
Per valorizzare il
realismo dei mattoncini non c'è nulla dei mattoncini stessi e quindi
occorreva un uso accurato della complicatissima, costosissima e
artigianale tecnica dello stop motion, campo in cui l'inglese Aardman
di "Galline in Fuga" è maestra. Combinare il tutto in uno splendido
colpo d'occhio attraverso la tecnologia 3d. Mica facile. Per la regia
vengono così scelti Phil Lord e Christopher Miller, gli artefici del
bellissimo, coloratissimo e divertentissimo "Piovono Polpette" (e del
divertente remake di 21 Jump Street), una piccola grande gemma in
grado di far innamorare chiunque ci si sia avvicinato, anche solo per
caso. Allo script lavorano insieme ai registi anche Dan e Kevin
Hageman, già sceneggiatori del molto simpatico (salvo per le sezioni
da discoteca) e visivamente bellissimo "Hotel Transylvania". Un buon
team supportato da uno stuolo di grossi attori a prestare la voce in
originale, tra cui Freeman, Ferrell, Charlie Day (di “C'è sempre il
sole a Philadelphia”), Elizabeth Banks, Liam Neeson, Will Arnett
(che in italiano non a caso è stato sostituito da Claudio
Santamaria). Come è venuto alla fine 'sto film dei Lego, quindi?
E' meravigliosoooooooo! È meraviglioso far parte di un team! Una
Bomba!. Un film stracarico di humor, azione e colpi di scena (uno
davvero G-E-N-I-A-L-E). Una assoluta gioia per gli occhi durante la
prima visione, un film carico di mille sfaccettature e dettagli che
scoprirete solo nel tempo. Un film manifesto anarchico ma rispettoso
delle regole, che fa ridere ma alla fine fa commuovere, dedicato ai
più piccoli ma soprattutto ai più grandi. Un film che vi fa venir
voglia di uscire dalla sala e andare a comprare dopo vent'anni una
scatola Lego (magari anche piccola), oppure vi spingerà a ricercare
in casa i mattoncini che avete nascosto in casa dentro il vostro
vecchio sacco dei giochi e dei ricordi di bambino. Si torna piccoli.
Si è felici. Guardate lo skyline di Lego City, la pulsante e
brulicante vita che si respira tra le sue strade. Ammirate il mare di
mattoncini realizzato step by step con la tecnica passo a uno.
Stupitevi per il fascino che sa produrre la bella Wildstyle in una
scena realizzata semplicemente con un gioco di luci e muovendo il
mattoncino che rappresenta la sua capigliatura. Sorprendetevi di
come, per realizzare scenette buffe, elementi e paesaggi siano
goliardicamente realizzati facendo uso di costruzioni di scale
differenti con un numero minore di pezzi. Artigianalità che si sposa
con mega dettagli, tocchi di classe su tocchi di classe a profusione.
Perfino una critica sociale sulla routine che spesso investe anche il
divertimento. Wow. Cosa si può volere di più?
Ciao Superman!
Sono Lanterna Verde, ti ricordi di me? Abbiamo
detto sopra come Lego abbia branderizzato un sacco di serie famose
incrementandone il pubblico. Con questo film, complice l'etichetta
Warner che possiede molte delle licenze, è arrivato il turno di
pagare l'obolo. Sarebbe criminale rivelare tutti i cameo che questo
film offre, ma già dal trailer qualcosa si vede. Lui soprattutto non
può esservi mancato. Con il suo mantello nero, battute tamarre e
straordinaria presenza scenica, il cavaliere oscuro, da quando entra
in scena, riesce a catalizzare su di sé tutta l'attenzione dello
spettatore. Al punto che possiamo quasi dire che The Lego movie sia
uno spin-off di Lego Batman. Quasi. No dai, diciamolo proprio. E la
cosa va benissimo ed è indovinata, pechè Batman diviene a tutti gli
effetti co-protagonista ma anche motore di tutte le più belle gag
della pellicola. Ma vi dirò di più! C'è pure un bel po' di Justice
League ed è quasi più credibile e adatta al pubblico di quella
proposta dagli ultimi cupi film di Nolan e dal pasticciaccio sulla
lanterna verde. Un bello smacco.
È
meravigliosoooo! Se sogni con nooooooi!! Certo
dopo la prima visione si può anche ragionare a mente più fredda
(no! Barbacciaio è Poliduro sono troppo dei personaggi epici!!! Ora
mi ripiglio...), notare tra mille trovate visive dei piccoli squilibri
di trama, come una narrazione un po' forzosa nella prima parte e un
colpo di scena che se fosse stato utilizzato “prima” poteva
davvero dare maggiore vigore narrativo. Ma sinceramente,
chissenefrega. Lo spettacolo è così appagante che gli si perdona un
po' tutto e si è pronti per averne una ulteriore dose. Si parla di
2017... Ninja permettendo...
Talk0
Nessun commento:
Posta un commento