lunedì 7 ottobre 2013

Dylan Dog

 Speciale 27 e n.325 – Un nuovo corso?


Speciale 27. Dylan si trova in una casa di cura come internato. Non si ricorda di preciso come ci sia arrivato e il dr Phibes non pare incline a dargli risposte diverse da arcaici trattamenti per l'igiene mentale a base di stanze imbottite, scariche e elettriche e pillole colorate. Tutto è annebbiato ma una cosa è certa. La soluzione è all'esterno di quel grigio edificio e la fuga l'unica strada. Una fuga che non sarà di certo facile. 
La storia di Gualdoni per i disegni del sempre eccelso Brindisi mixa la Zona Morta, Brazil, un tocco di Qualcuno volò sul nido del cuculo e arricchisce con visioni neo-naziste (peraltro sempre presenti nella Zona Morta), fornendo uno spettacolo gustoso e accattivante che strizza l'occhio anche ai fan di più vecchia data. Le oltre 160 pagine scorrono che è un piacere e fanno sinceramente considerare non malvagia l'idea di allungare stabilmente la durata media delle avventure di Dylan in un'epoca in cui se hai un Dylan Gigante da trecento e passa pagine lo si divide in 4 storie (spesso storielle) e se si ha un color da 100 lo si divide sempre in 4 mini-storie (alcune invero brutterrime, ma molte ottime) da venticinque pagine. Un'ottima lettura, abbellita anche da splendide tavole post-apocalittiche di ampio respiro e che confermano Brindisi come autore eccelso.



Numero 325. Francia 1913, fronte franco-tedesco. Il soldato Doinel viene colpito duramente da una granata, ma miracolosamente viene tratto in salvo e portato nel locale ospedale. Tuttavia al suo risveglio asserisce di essere Jeffrey Walcott, medico dei giorni nostri, fratello di Edmond, ragazzo invalido che si muove grazie ad una sedia a rotelle. Qualcosa di strano è avvenuto e un ruolo centrale sembra averlo avuto una bambinaia che ha sempre al seguito un ragazzino vestito come arlecchino con denti aguzzi come uno squalo. Ambrosini disegna e scrive un albo che si rivela essere molto superiore a quanto traspare dalle premesse iniziali. L'autore gioca con lo zolfo, se mi permettete l'allegoria e dipinge una delle migliori storie degli ultimi tempi. Crepuscolare, irrisolta, sinistra. Sembra davvero di avere in mano un albo di Sclavi dei tempi d'oro.

Se ne è parlato per molto in rete nelle voci di corridoio e nei forum più autorevoli. C'è aria nuova per la serie Dylan Dog. Nuovo curatore e nuovo staff, composto da Sclavi, Recchioni, Barbato, Busatta. Un interregno di un anno, nel quale le storie già scritte e ancora inedite saranno riarrangiate per preparare il tutto ad una rivoluzione che partirà da ottobre 2014, l'ora zero per una nuova impostazione del personaggio. É lo stesso Recchioni a esordire con i piani della fase 2 di Dylan Dog sulle pagine del numero 325, un buon numero scritto e disegnato dal bravissimo Ambrosini la cui copertina di Stano è inequivocabile, un Dylan che si sbenda un volto che appare ancora quasi del tutto coperto. Il cambiamento è in atto. L'esigenza di qualcosa di nuovo sembrerebbe dalle parole dell'editoriale di Recchioni qualcosa che era nell'aria già da tempo. Comprendo la volontà di smorzare i toni e azzerare così le polemiche, ma tutta l'operazione più che un dettagliato piano pensato a tavolino ha il sapore di una forsennata (e perché no, eroica) lotta per riparare le falle di una nave che stava affondando. Perché rimaneggiare storie già ultimate se non fossero stata quantomeno tragiche? Anche perché lo speciele 27 e il n.325, i primi racconti sottoposti a “trattamento”, non presentano alcuna anticipazione su mutamenti di status dei personaggi. Se non economicamente almeno inconsciamente nell'animo di molti lettori, che si sono sentiti tradire da una gestione recente sconsiderata, superficiale e un po' qualunquista del personaggio. Vi rimando all'articolo da noi pubblicato il 17 maggio 2013, che è solo una goccia nel mare delle mille voci della rete. In quella sede si criticava ma si dava anche spunto per migliorare, per riprendere le redini di una serie amatissima e riportarla al top. Errori di valutazione, polemiche, incomprensioni non sono però l'argomento che ci sta a cuore e avvelenarsi per il passato non è in genere di troppo aiuto al presente, se deve essere una picca sterile e chiudere gli occhi ad un presente più che positivo.
Alla fine questo nuovo corso, o pre-corso se vogliamo, come è venuto (anche eroticamente parlando) è decisamente buono!


Non so quanto ci sia di Gualdoni nello speciale n.27 e quando della Barbato (che è stata accreditata da Recchioni quale revisore della storia), ma il numero è buono, interessante, ripesca da un gran numero di storie di Dylan degli agganci importanti (e ripescare è una delle caratteristiche della Babato fin dal suo esordio), fa sfilare con garbo una significativa rappresentanza del nutrito e spesso compresso cast dei comprimari. Se il 99% dei racconti di Dylan si impostano per autoconclusività, qui c'è la volontà di vivificare l'importanza di molti tasselli dell'opera “omnia” originale, strizzando l'occhio alle storie più belle (che peraltro possono essere recuperate, dando senso alla continuity). Una tecnica decisamente “americana” se vogliamo, una fidelizzazione anche commerciale, ma che trovo intrigante, che mi fa davvero venir voglia di sfogliare i vecchi numeri stipati in cantina. Non meno interessante il numero 325 che finalmente, dopo davvero tanto, troppo tempo, introduce dei personaggi metafisici decisamente inquietanti. Parrebbe il minimo sindacale da una collana che tratta di horror, ma negli ultimi tempi un solo “mostro” convincente si è visto a fatica e ora possiamo aggiungere un inquietante arlecchino accompagnato da una strana bambinaia alle schiere dei chara più riusciti della mostrologia dylaniata. Allora la cura (Battiato cit.) può dirsi riuscita? Questi primi esempi ci fanno davvero ben sperare.
Talk0

Nessun commento:

Posta un commento