sabato 5 ottobre 2013

Need for speed – il film



Preparatevi a far rombare il motori, una delle più longeve e amate saghe videoludiche ha finalmente trovato la strada della sala cinematografica. Rullo di tamburi.

Velocità e auto da paura. Dal 1994 ad oggi è questa la chiave del successo che ha accompagnato i 22 titoli della serie. In NFS si partecipa a delle gare su tracciati di tipo cittadino-festaiolo alla Out Run. Vincendole si sbloccano veicoli e nuovi tracciati e si può competere con amici su chi sia il più veloce. Una formula semplice. Un gioco di corse automobilistico con spiccato animo arcade (ma non agli albori del brand), caratterizzato fin dal principio dalla presenza delle macchine della polizia che ogni tanto cercano di interrompere le nostre scorribande. In effetti il tema della polizia non è una novità assoluta di Need for Speed, lo si riscontra anche in opere del 1986. Io poi ho un bel ricordo di Chase HQ... ma questa è un'altra storia. Il gioco è bello da vedere, veloce e diverte, una mamma per produttori quanto per giocatori. Il primo titolo fu per la sfortunata console 3DO e presentava un animo piuttosto simulativo


All'epoca una grafica così faceva tremare i polsi.
La serie l'anno seguente si spostò su psx, pc e saturn e da allora a cadenza quasi annuale si ripropone su tutte le maggiori piattaforme. Nel 1997 esce il capitolo 2, il gioco diventa più arcade e i fan della prima ora iniziano a fare gli schizzinosi, una versione pompa esce per i possessori di danarose schede grafiche per pc con ricchi extra e cotillons. Sempre nel 1997 negli Stati Uniti viene poi utilizzato il marchio Need for Speed per vendere un prodotto rally validissimo dei francesi Codemaster, il mitico V.Rally, che comunque non c'entra una fava con la serie originale. Con NFS3: Hot Pursuit avviene una piccola rivoluzione copernicana. Volevate come me fare i poliziotti come in chase HQ e consegnare alla giustizia riccastri guidatori in Porche? Ecco che nasce la modalità che permette di acciuffare i corridori correndogli incontro a sirene spiegate, una delle componenti del gameplay che andrà con gli anni sempre più ad arricchirsi e innovarsi con nuovi esaltanti giocattoli, tipo strisce chiodate, per mettere a freno nella maniera più bastarda possibile i sogni di gloria virtuale dei nostri concorrenti. Con NFS Underground arriva il tuning dell'auto (e scompare la polizia) e la corsa si sposta su tracciati liberi. 
Di anno in anno arrivano miglioramenti e cambiamenti, approcci più simulativi o meno simulativi, a volte si tolgono le auto della polizia, a volte le si rimettono permettendo di giocare una carriera per driver e una per poliziotto come nel remake di NFS Hot Pursuit di Criterion, una delle massime software house in ambito di giochi automobilistici, legata anche al brand Burnout. Come è stato biglietto da visita per V.Rally ecco poi che NFS diventa etichette “spin-off” del bel gioco simulativo Shift nel 2009 e per il suo seguito nel 2011. Ma ultimamente non è che la saga se la passi benissimo. Il capitolo The Run non è piaciuto granché. Nel 2012 Criterion rifà modernizzandolo Most Wanted, con successo discreto e sempre per questo novembre 2013 si aspetta Rivals, ennesima riproposizione di Mont Wanted, con spiccate meccaniche mutiplayer e open world. NFS è stato ed è “tante cose diverse”, con un animo schizofrenico che spesso ha atterrito quanto attirato fans. La costante è che i titoli curati da Criterion sono quasi sempre ottimi titoli, dei must buy per ogni appassionato. Ma dopo il filmato di NFS 1 su 3DO, come è cambiata la grafica negli anni? Prendiamo Rivals, di Criterion, di prossima uscita.


Ma la costante di base non cambia. Velocità e auto da paura, dicevamo.
Queste le condizioni minime anche per adattare sullo schermo l'adrenalinica saga videoludica. Di fatto quando prese forma Fast'n'Furious sembrava già quello essere la perfetta incarnazione dello spirito del game: macchine veloci, corse indiavolate in territori cittadini, sirene della polizia sempre pronte a intervenire. I due brand si attiravano, al punto che i capitoli “Need for Speed underground” sembravano un autentico tributo a Fast'n'Furious, al punto che nel recente Need for Speed: the run si poteva assaporare l'esperienza di una trama filmica a corredo del canonico gameplay di corsa in auto, attingendo da sequenza in quick time event in cui il protagonista poteva di fatto scendere dalla vettura per vivere scene che interlacciassero una gara all'altra. Ma proprio per non stravolgere l'anima del gioco queste sezioni non in auto erano solo sporadiche e pre-animate. Oggi si parla del film vero e proprio ed in un certo senso possiamo dire che il brand dovesse ad un certo punto giungere a questo.

Un asso del volante, Tobey Marshall, (Aaron Paul) coinvolto in loschi traffici da un socio, il mafioserrimo Dino, (Dominic Cooper) finisce dentro. Alla scarcerazione medita vendetta e partecipa così ad una specie di Cannoball Coast to coast. Come si possa vendicare qualcuno partecipando a una corsa non è chiaro, ma può essere che se qualcuno fa una folle-autodistruttiva scommessa sul vincitore programmato e questi non taglia per primo il traguardo, magari dei danni economici potrebbero conseguirne. Ma il socio (che ipotizziamo essere lo scommettitore folle) scopre gli intenti del nostro e cercherà di mettergli i bastoni tra le ruote, mettendogli dietro un manipolo di corridori-mercenari. Mamma questa trama mi ricorda il super Gattiger, qui riproposto nella sigla cantata dal grande Giampi Daldello.


Ma come faceva poi a curvare in Gattiger? Non aveva le ruote centrali che non potevano sterzare? Ma che serviva avere un mega razzo sempre se non puoi fare le curve?? Ok sto divagando, ora torno in tema. Chi sono le maestranza che si muovono alacremente per la messa in pista di cotanto annunciato capolavoro(?) filmico?


Aaron Paul non penso richieda presentazioni se vi siete sollazzati con la splendida serie tv Breaking Bad o avete visto Big Love (serie che io ho detestato con tutta l'anima). Aaron ha un curriculum infinito di parti e particine ed è in cerca della grande affermazione su grande schermo, che noi gli auguriamo. Dominic Cooper ai più sarà noto per aver impersonato nel primo film di Cap. America il futuro padre di Tony Stark, Howard Stark, ma è stato anche il vampiro-ribelle Henry Sturges nel mitico b-movie Abraham Lincoln – Vampire Hunter (di cui parleremo... film che avesse avuto per protagonista Liam Neeson sarebbe stato il film del secolo). Nel film anche Michael Keaton, il mai dimenticato primo Batman di Burton e... e... e... ma chi è tutta questa altra gente?? Ok, cast perlopiù giovane e/o di belle speranze. 

Scrive George Gains, produttore, insieme al fratello John, artefice di ottime pellicole come Hard Ball, Flight e Real Steel (di cui pare stia scrivendo un sequel) con George Lolfi, a cui dobbiamo tra le altre cose Bourne Ultimatum. Alla regia troviamo Scott Waugh, un passato da stuntman per diecimila pellicole e un presente interessante quale autore del documentario Navy SWCC, opera che gli ha aperto la strada verso il suo primo film Act of Valor, film sulle forze speciali americane dal ricercato taglio documetaristico, che mi riprometto di recuperare e recensire quanto prima, che ha letteralmente diviso in due il pubblico ma che ha portato sostanziali incassi a monte di un budget molto ridotto. L'idea di far girare un film pieni di stunt a un esperto degli stessi (come coreografo e lui stesso attore-stunt in ruoli tipo: driver, motocycle man, biker punk...) che per di più con due noccioline tira fuori dei blockbuster non sembra comunque alla fine così male. Producono Dreamdorks ed Electronic Arts. Allo stato attuale il film è in post-produzione, la fase in cui tutto va ben limato, rifinito ed impacchettato. Naturalmente noi vi faremo sapere. Certo che vedere un film di corse semiclandestine il cui protagonista non sia un bullo palestrato (e autoironico) non so quanto possa essere un buon biglietto da visita...
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