Brad Pitt torna al
caschetto biondo e alla caratterizzazione che lo ha reso famoso in "Vento di passioni", si chiama con un altro nome ma è comunque Tristan
Ludlow, un uomo romantico splendente come un dio greco che alla
bisogna può prendere con un coltellino svizzero lo scalpo a un'intera guarnigione pur di liberare il fratello fesso o fare a
botte con un orso. Una specie di Steven Seagal con fascino... Le fan
sbavano, i fan comunque apprezzano. Tristan, cioè Gerry Lane (che
più avanti nel film Favino chiamerà “Aggery!”) vive felice in
una bella casetta insieme alla moglie e due figli. Tutti giocano felici in un lettone per farci capire che sono una famiglia felice.
Un giorno vanno a fare la spesa al Mirabello e si trovano come
consuetudine in un ingorgo in piena Cantù (Philadelphia che cos'è,
se non una grande Cantù piazzata in America?).
Strada intasata. Il
solito pistola deve aver fatto scintille con il guard rail dopo una
notte etilica e tutti si fermano ad ammirare l'impasto metallico.
Pitt è già sceso dall'auto con canotta e cellulare per fotografare
il ciocco quando gli viene detto di tornare in auto e restarci da un
simpatico vigile. Pochi secondi dopo il vigile è falciato da un
autocarro che da dietro, nella corsia a fianco, sta procedendo a
tutta velocità letteralmente facendo saltare per aria tutte le auto
incolonnate. Brad Pitt ragiona una frazione ed è subito dietro
all'autocarro a tavoletta, usufruendo del noto effetto ambulanza.
Non si dovrebbe fare ma Brad Pitt lo fa. Lo fa in parte perché l'offerta dei plasma al Mediaworld è limitata, in parte perché oltre a macchine incolonnate c'è in giro gente parecchio strana.
Uomini che saltano come cavallette e mordono altri uomini senza però
stare a sventrarli come i comuni zombie-infetti. Saltano. Mordono.
Vanno via. Non squartano. Mai. Chi sono? Di cosa si alimentano? Dove è
iniziato tutto? Sarà mica un mezzuccio da due soldi per abbassare il
livello di splatter e permettere a scolaresche di seconda elementare
di poter scegliere per la gita a Gardaland tra Ralph Spaccatutto e
World War Z? Con questi timori, nonché la consapevolezza latente di
trovarsi in un filmaccio, Brad Pitt sta a tavoletta dietro
l'autocarro diretto al Mirabello. Ma sarà mica chiuso il Mirabello,
con tutto sto macello in giro? Grazie al cielo no! È pieno della
solita calca di persone che corre a destra e manca. Nessuno paga e
scappa via. Sembra sabato mattina sul bancone delle promoter che
elargiscono porzioni di lasagne di Giovanni Rana. Tutto regolare. Lo
fa anche Brad Pitt, acchiappa i viveri e ritorna nel mondo
civilizzato. Solo che nel parcheggio scopre che gli hanno fregato il
mezzo. Deve tornare nella città, invasa dagli “zombie”, trovare
una via di fuga. Nessun problema. Gerry tira fuori il cellulare,
chiama un amico, gli dice che si farà trovare sul tetto di un
palazzone elevato vicino al supermercatone, gli chiede di mandare un elicottero a
recuperarlo, possibilmente nero, tra due ore, e non
dimenticare i salatini. È qui che il film assume contorni surreali.
Tutte le cose richieste, l'amico le fa! Perché Brad Pitt, nel bel
mezzo dell'apocalisse, è ritenuto l'uomo più importante degli Stati
Uniti e basta che chiede qualcosa al telefono e questa si
materializza (non è eden of the east ma manca poco... ecco qualcosa
che se mi pubblicassero in Italiano non sarei affatto dispiaciuto,
Eden of the East... speriamo che Dynit ci segua come sempre).
Perché Brad è il meglio del meglio del meglio (Men in Black,
cit.), un esperto di esfiltrazione-infiltrazione, un uomo Cia tutto
d'un pezzo che ha risolto matasse internazionali come nulla fosse. I
pezzi grossi quindi lo vogliono a bordo di una portaerei. Offriranno
vitto e alloggio a tutta la sua famiglia mentre Brad girerà per
tutto il mondo in cerca di una soluzione contro l'epidemia o almeno
in cerca del luogo dove tutto è iniziato. Se il nostro eroe si
rifiuta? Butteranno a mare la sua famiglia. Nel più classico stile
americano. Inizia la guerra al virus.
World War Z, così
come impostato, dalle premesse apparirebbe come il perfetto Disaster
Movie in salsa zomboide. I disaster movie sono film che giocano sulle
nostre più ataviche paure. Arriva un uragano? Un vulcano sta
esplodendo? I Maya avevano ragione? Le storie raccontate a Mistero
sono vere? Gli aspetti che più caratterizzano un disaster movie sono
una situazione di massima credibile, una coralità di personaggi che
attraverso le loro singole conoscenze creano una sinergia per
risolvere il problema, una discreta dose di umorismo a mascherare i
limiti della messa in scena e rendere il tutto se non digeribile per
lo meno sopportabile. Importante: per rendere credibile un disaster
movie servono barcate di soldi in effetti speciali. Gli attori sono
importanti fino a un certo punto, ma se il “disaster” è il vero
protagonista, il cast deve renderlo credibile. C'è un regista che
negli anni ha fatto in pratica solo film di questo genere, film che
si vanno a vedere in massa per poi bollare quasi sempre per
bruttissimi, ma non così brutti da evitare di andare a vedere il
successivo disaster movie dello stesso regista con gioia e curiosità.
Il regista in questione è ovviamente l'immenso Ronald Emmerich. Mark
Forster non è Ronald Emmerich. Ha fatto pellicole che mi sono
piaciute per vari motivi come il drammatico Monster's Ball, la
divertente commedia Vero come la Finzione, il sottovalutato Quantum
of Solace, lo splendido Neverland. Purtroppo di disaster movie, come
di horror, Forster o non ci capisce una sega o è stato male
consigliato o ha subito pesanti pressioni da un certo produttore di
nome Brad Pitt.
La deriva del
disaster movie è l'action movie o il b-movie, il film cessa di
spaventare e inizia a intrattenere.
Vi offro ora un
trailer
Bene. Dopo aver
visto World War Z riterrete la pellicola di cui al trailer sopra
riportato un film decisamente credibile, realistico e molto più
divertente.
Esiste
un'espressione felice per definire i film tripla “a” o
“blockbuster” del genere azione. L'espressione è “bigger than
life” e va oltre al nostrano concetto di “sospensione della
credibilità/incredulità”, riferito al meccanismo mentale di
spegnere il cervello per accettare realtà fittizie create per
intrattenere, si spinge nel superomismo nietzschiano. Si può
accettare il fatto che si schivino proiettili assumendo pose da mimo
(Il mio nome è Remo Williams), si può credere che la tecnologia
permetta di costruire armature volanti (Iron Man), si può credere
che Julia Roberts sia attraente (Pretty Woman, dove l'intero corpo
viso escluso è di una modella che presta le forme... ma prendere di
base un'attrice figa e lasciare nel dimenticatoio la “rana” no,
vero? Potere dei raccomandati): sono tutti esempoi di sospensione
della realtà, dovuti per lo più a effetti ottici, visivi o di
trucco che di fatto ci fanno vedere quanto è in natura impossibile.
Poi ci sono gli “effetti speciali di sceneggiatura bigger than
life”, scritture che permettono al protagonista delle vicende di
essere letteralmente il baricentro del mondo, di compiere azioni che
umanamente una sola vita non permette di compiere tutte assieme.
L'esempio più chiaro che mi viene è Forrest Gump, ma diciamo pure
che anche il 95% dei personaggi di Tom Cruise sono così. Quando si
compiono operazioni di questo tipo, l'indicazione “maneggiare con
cura” deve essere scolpita a caratteri cubitali nelle menti dei
realizzatori. Un personaggio-baricentro deve essere
“addomesticato” con ampie dosi di ironia, avere un tallone di
Achille bene esposto, deve insomma presentare delle doti innate di
umanità-empatia per risultare credibile.
Esiste anche un
personaggio Bonelli che si può usare agilmente da esempio, ed è
Nathan Never (che ovviamente odio). Nathan è il miglior
investigatore, il miglior cecchino, il miglior esperto di arti
marziali, il miglior conoscitore di libri antichi, il miglior
negoziatore, il miglior astronauta. Il miglior pilota di qualsiasi
cosa dalla bici ai mech, passando per motoscafi, elicotteri,
sommergibili, aerei, deltaplani, skate, passeggini. É il miglior
gelataio, il miglior cuoco, il miglior padre, il miglior amico. Non
vi sta ancora abbastanza sul cazzo? È anche l'uomo che salverà il
futuro della razza umana guidando i rivoltosi contro gli alieni, sua
figlia sarà una specie di dea della guerra e signora del futuro.
Nessun punto debole esteriore, ma ecco la trovata della
caratterizzazione più interessante. Un passato tragico che lo rende
malinconico e sofferente. Una moglie defunta, una figlia che nel
presente è praticamente autistica. Ecco la chiave di volta, possiamo
empatizzare con lui nei suoi limiti, di colpo non ci è più alieno.
Dopo un po' però mi sono rotto le palle di Nathan Never comunque,
così come ho abbandonato Detective Conan peraltro... Il cosiddetto
“uomo più intelligente nella stanza” non è il chara che amo di
più, a meno che non sia condito da dosi extra large di di ironia e
trash. Ricapitolando. Vuoi un disater movie? Ti serve una coralità
di personaggi per risolvere la trama. Vuoi un action movie? Ti serve
un personaggio super-uomo ma con dei punti deboli o una forte ironia
a sottolineare quanto sia assurda la sua esistenza.
Bene, World War Z
è un film con una profonda crisi di identità. Gli effetti speciali
sono grandiosi, le scene d'azione spesso interesanti e ispirate
(soprattutto nella seconda parte della pellicola), ma cade proprio
sui personaggi, sul realismo di insieme. Cade su Brad Pitt. Perchè
ci può stare che il personaggio di Pitt sia sveglio. Ci può stare
che per il tipo di missione che deve compiere lui sia l'uomo adatto.
Ma non è possibile che lui abbia conoscenze che vanno al di là del
suo ruolo, che riesca a intuire tutto di tutto mentre il resto del
genere umano lo guarda come un bambino spaventato incapace di
qualsiasi iniziativa. Ok. Il personaggio di Pitt agisce in scenari
bellici e ha il giusto sangue freddo per cogliere dettagli che gli
altri, in quanto terrorizzati dagli eventi, non riescono a cogliere.
Un ottimo soldato, ma non esiste che possa essere dell'altro, come
indugia abbondantemente il film. Brad Pitt raggruppa su di sé tutte
le competenze dei soliti dieci o dodici “esperti” che si avvicendano
in un disaster movie. E non ha un filo di ironia per permetterci di
parteggiare per lui. Il mondo va a rotoli e la sua vita è comunque
perfetta. Per colpa di una stupidissima telefonata della moglie
muoiono una barca di persone, ma lui se ne frega, ironizza da stronzo
dicendo che “non potevo rispondere perché ero impegnato”.
Odioso. Non vi parlo della scena dell'aereo e di tutti gli eventi che
da lì si avvicendano fino al finale, ma preparatevi a qualcosa di
surreale. Schwarzenegger e Stallone si sarebbero vergognati di
interpretare il ruolo di Brad Pitt, Seagal magari lo avrebbe fatto,
se gli avessero concesso di cantare e suonare la colonna sonora.
Obbrobrioso. E dire che io faccio di tutto per staccare il cervello e
godermi delle belle scene action! Ma qui letteralmente non è
possibile, è troppo!! Ciliegina sulla torta la durata complessiva
della pellicola. Eterna.
Soprattutto perchè
flagellata da una terza parte confusa e assurda. Dicevamo che Forster
non ci capisce neanche di horror. Rivediamo la scansione della
pellicola. La prima parte è un classico disaster movie, che descrive
la fuga di Pitt e famiglia dalla città. La seconda descrive le
missioni pseudo-belliche di Pitt, pertanto è un disaster-war movie,
la parte più riuscita di tutta la pellicola, fracassone, frenetico e
con effetti di lusso. La terza parte di World War z sarebbe “nelle
intenzioni” un tributo all'horror zombesco ed è la più debole.
Come si arrivi allo scenario finale è così ridicolo che non voglio
privarvi del piacere di scoprirlo da soli, ma quello che accade dopo.
Apriti cielo. Non riesco nemmeno a descriverlo a parole. È insulso,
arrogante, superficiale e pure un po' razzista. Ma soprattutto non
spaventa, mai, nonostante le potenzialità per farlo siano più che
evidenti. Nella sala cinematografica ci si sente quasi in ostaggio,
si vorrebbe scappare via dalla stupidità degli sceneggiatori,
meritevoli della pena di morte.
Perchè la
materia era interessante, perchè l'effettistica moderna appropriata,
l'interesse per la materia mai così alle stelle. Inizio a capire
perchè per anni la sceneggiatura non se l'è pigliata nessuno, ma
bastava riscriverla con buon senso, un bambino di 10 anni amanti
degli zombie di call of duty avrebbe fatto di meglio. Non riesco a
commisurare lo schifo che mi pervade nel vedere questo assoluto
spreco di risorse ad appannaggio di una storiella tanto strampalata.
Sembra una puntata di Men vs Food dove, per fare una prova di forza, a un succulento hamburger mettono sopra una montagna di peperoncino
infernale. Ma perché farlo? Perché mettere in mano film così
grossi a registi e sceneggiatori tanto fuori posto? È come chiedere a
Woody Allen di dirigere il giorno degli zombie. Perché farlo? Perché Brad? Temo che sia colpa tua Brad, perché i soldi alla fine sono
tuoi. E mi fai incazzare perché ti stimo di brutto come attore (e
sicuramente con il traduttore internazionale starai leggendo questo
articolo), hai fatto L'esercito delle dodici scimmie, Seven, Fight
Club, Inglorious Basterds, Moneyball, Ocean 11 (gli altri due sono
brutti purtroppo), Troy, Intervista col vampiro, Fuga dal mondo dei
sogni, hai partecipato perfino a Thelma e Louise e a una puntata di
Freddy's Nightmare! Sei un grande! Perché fare un film – porcata
come World War Z?? è forse colpa della Jolie? Se lo è chiamaci, io
e i ragazzi sistemiamo la cosa, in modo pulito, niente
testimoni... Però basta fare film come questo! Per pietà!
E invece no!
Almeno il finale, la terza orrenda parte dell'opera è colpa del
prezzolato e sopravvalutatissimo sceneggiatore abrahamsiano Damon
Lindelof!
Storia
di un finale del caçço voluto dai producer di Hollywood dopo un
idiota pre-test sulla reazione in sala. Quanto segue è blindato
sotto SPOILER, per leggerlo caambiate il colore delle lettere
evidenziandoci sopra.
Ecco come doveva andare nel finale secondo il trattamento
di Carnahan. Ricordiamo che Lindelof, tanto per sottolinearlo è il
tizio cui si deve quel pasticcio sconclusionato che è la trama di
Prometheus (al punto che piangendo Scott ha chiesto qualcuno per
poter scrivere il seguito dopo le voragini narrative e in non-sense
ficcati a forza da Lindelof per “farci una trilogia”,
dichiarazione cui è seguito lo scempio e la successiva fuga di
Lindelof, che dichiara di non avere più tempo da qui al 2050 per
dedicarsi a Prometheus). Ricordatevi comunque che non è solo colpa
dello sceneggiatore, una buona dose di pazzia sta anche in chi lo
paga. Carnahan (che ha scritto il bel The Kingdom con Jemie Foxx)
qui aveva le idee mooolto più chiare e probabilmente il film si
sarebbe parzialmente salvato dall'effetto “boiata cosmica” che
monta il carico da mille proprio nella seconda parte. Sicuro di stare
parlando qui solo con chi il finale l'ha visto (o con chi,
giustamente, un simile film non lo vuole vedere in futuro, e fa
bene) eccomi a rimembrare ciò che accade nella terza parte vista al
cinema. Siamo alla scena dell'aereo, mezzo raggiunto con difficoltà
dopo l'assurda ma interessante sequenza delle “biciclette
silenziose” (questo per dirvi che di cavolate comunque la trama ne
ha pure nella versione Carnahan). La seconda parte finiva così, in
volo. Inizia la terza parte by Damon “il genio” Lindelof.
Gerry-Pitt parla con il pilota, dice di dirigersi verso un centro di
ricerca perché lui (boiata cosmica 1), il genio (Pitt quanto
Lindelof), ha forse una soluzione al problema. D'improvviso, non si
sa come, l'aereo è invaso dagli zombie (boiata cosmica 2), forse
arrivati al momento del decollo sotto i carrelli e da lì alla stiva
in una sequenza che manco Schwarzenegger in Commando). Panico a
bordo, tutti mordono tutti. Per evitare che l'aereo cada prima della
meta Pitt (boiata cosmica n.3) getta una bomba a mano verso la coda
dell'aereo, non prima di essersi legato con la cintura. Grazie alla
cintura (boiata cosmica n.4), mentre il resto dei passeggeri, infetti
o meno volano fuori alla voragine che si è creata nell'aereo in
seguito all'esplosione, Pitt si salva e atterra anche abbastanza
incolume. Roba che neanche ne “L'eliminatore” con Schwarzenegger.
Chissà che film avrà visto di recente Damon "il genio" Lindelof... Per dare un tocco di realismo (boiata cosmica n. 5), Pitt
all'atterraggio non è del tutto incolume, in quanto nell'impatto si
è perforato la pancia con un groviglio metallico, non estraibile,
della dimensione della testa di un pesce spada che lo trapassa da
lato a lato. Naturalmente (boiata cosmica n. 6) l'aereo è caduto a
due passi dal centro di ricerca biologica meta del volo. Siete
indignati? Non siete ancora nemmeno lontani alla vetta delle
puttanate atroci inscenate da Lindelof!!! Pitt entra nel centro di
ricerca e viene accolto dai ricercatori, tra cui Favino, più ebeti
del mondo. Non hanno idee, nessuna. Quando (boiata stra-fotonica n.7)
a Pitt viene in mente di far tesoro di qualcosa che ha visto in
Egitto. Gli zomboidi non attaccano tutti, schivano-schifano qualcuno
che (boiata 8) conclude Pitt sia malato di qualcosa. Pitt non è un
biologo, non è un virologo, pare abbia ripetuto anche il compito di
matematica in terza media, ma per Damon “il genio” Lindelof è il
più grande scienziato vivente e da solo, con tutto il mondo che
pende dalle sue labbra, trova la cura anti-zombie (stra-boiata-inter
-galattica: n.9): basta pomparsi in vena il vaiolo e lo zombie di
colpo non vede più gli umani!!! Conseguentemente si può uccidere lo
zombie indisturbati e prendere il vaccino anti-vaiolo. E questa cosa
la pensa un tizio con i capelli biondi a caschetto e l'occhio
azzurro!!! Abominevole!!! solo che per confutare la tesi bisogna
entrare in un'ala del centro ricerche invasa da zomboidi, pescare a
caso una malattia in vitro senza sapere che cazzo è, perché sulle
provette ci sono solo lettere e numeri e non una scritta chiara e a
prova di deficiente tipo “ebola”(boiatona n.10) , spararsi in
corpo la cosa a a caso (boiatona 11) e tornare dal gruppo per poi
liberare il mondo (maxi-definitiva boiata n. 11). E in tutto questo
coaudiuvati da gente come Favino che per proteggersi dai mostri va in
giro con scopettone munito di panno swiffer e con delle protezioni
fatte di cartone, manco avesse 7 anni e stesse giocando ai Ghost
Busters nel cortile di casa sua... tristezza. L'intero centro è una
serie di corridoi spogli che manco il parcheggio dell'Esselunga di
Castellanza. E questo tizio, ricordiamolo agli annali, Damon
Lindelof, viene pagato! Pagato un botto! Per scrivere
queste...”cose”. Ora veniamo a come doveva essere il finale, by
Carnahan. L'aereo parte. L'aereo atterra senza problemi a Mosca. Pitt
si unisce alle truppe russe per una maxi battaglia urbana per le
strade di Mosca contro orde e orde di zomboidi. Qui Pitt, che in
effetti è un analista militare e non un nobel per la biomedicina,
riesce ad analizzare le tattiche offensive degli zomboidi e pertanto
trova una strategia per utilizzare a vantaggio degli umani la più
grande risorsa di Mosca in quel momento. Il ghiaccio. Se a
Gerusalemme gli zombie hanno avuto vita facile e sono riusciti a
scavalcare le barricate agilmente qui non è così. Pitt si prodiga
nello spingere quindi gli zombie sul ghiaccio, nel seppellirli con
corsi d'acqua, nel congelarli per poi sbriciolarli. La Russia si
conferma la potente fortezza naturale di sempre, nonché il
territorio adatto alla resistenza. E si potrebbe girare anche un
capitolo 2, nel quale qualche scienziato (avvertito magari da Brat
Pitt della singolarità vista a Gerusalemme per cui non tutti gli
umani vengono attaccati) trova uno stratagemma tipo l'anti-vaiolo ma
più elaborato per cercare di debellare il virus. Ovviamente i
produttori hanno cassato tutto. Sì, di sicuro il finale proposto da
Carnahan è più costoso, ma il tutto è molto più logico e coerente
con lo spirito della pellicola che traspare a dalla prima e seconda
parte del film. Soprattutto vengono evitate le più atroci boiate. Il
mondo non è più Brad Pitt-centrico ma il suo personaggio ha un
senso, un ruolo, può essere quasi realistico. Ma tutto questo noi
non possiamo vederlo, come non possiamo vedere in questa pellicola
una buona dose di splatter, come non possiamo vedere delle pur fugaci
scene distensive o ironiche che tanto avrebbero giovato alla
pellicola. Ed è un peccato FINE SPOILER
Talk0
Non ho letto tutta la recensione perché mi interessa vedere il film (sono zombie e io stravedo per gli zombie). Mi sono fermata alla telefonata dell'amico. Ma nell'apocalisse, normalmente, la prima cosa che muore non sono i cellulari? Schiantano a ferragosto perché tutti cercano di chiamare amici e parenti per fare gli auguri (tutti tranne me che normalmente sono all'estero e non ci tengo a prosciugarmi la scheda), sovraccaricando irrimediabilmente le celle, cosa succederà quando mai tutta l'umanità si preoccuperà di un parente magari già zobificato? Non è che magari prendere la linea diventa tipo impossibile? Va bhe, tanto lui è Brad Pitt e tutto può ;-P
RispondiEliminaIl telefono di Brad Pitt funziona sempre in quanto telefono di Brad Pitt...
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