Storia: Diego
Cajelli; Disegni: Matteo Cremona
Confine con il Messico. Reyes giace disteso tra i cactus quando una macchina si ferma
e qualcuno accorre a soccorrerlo. Il corpo è crivellato di colpi, ma
sembra medicato, cosparso di una strana colla. Mentre mani estranee
lo stanno osservando incuriosite, Reyes ricomincia a destarsi dal
torpore in cui si trovava. C'è stata una sparatoria. Gli uomini del
Mochomo hanno avuto la meglio su di lui. Ma chi lo ha soccorso? Ha un
gran vuoto in testa, crede che sia ottobre ma il suo soccorritore lo
avverte che è marzo e che molto probabilmente a occuparsi di lui per
tutto questo tempo sono state le “luci nel cielo”. Poco importa,
bisogna armarsi e farla pagare a chi lo ha conciato così. Anche il
suo amico chitarrista Cipriano ha pagato, non con la vita ma con una
mano. È tempo di contattarlo e farla vedere al Mochomo. Magari
alleggerendolo di un po' di soldi.
Dopo tanti bravi ragazzi ecco che
Le storie ci presenta un vero bad guy, accompagnato da una spalla che
non sfigurerebbe in un film di Rodriguez. Vendetta, sparatorie,
alieni. Questo numero de “Le storie” condisce con un ritmo
forsennato un classico piatto texmex ripieno di gansta,
scince-fiction, dramma. Si trova un po' di tutto, e non sempre nel
posto dove ce lo si aspetterebbe di più, ma la salsa riesce a
legare bene tutti gli elementi, il ritmo rende tutto gustoso e
digeribile. Mexican Standoff funziona come il classico B-movie di
lusso, quello alla Carpenter per intenderci. Narrazione forsennata,
situazioni nate per essere epiche, una storia di amicizia virile.
Cosa molto curiosa, più che un autoconclusivo ci sembra davvero di
essere di fronte ad un numero uno di una nuova collana. E l'effetto
è più che positivo. I personaggi sono stati appena messi in campo,
ben descritti e caratterizzati graficamente, la storia è in piena
evoluzione, gli spunti per continuare sono infiniti. Bisogna farlo
volare ora. Dire a Bonelli che ci hanno preso, che possono mettere in
cantiere nuovi episodi. Spero ardentemente di poter leggere un numero
due quanto prima. Cajelli è autore esperto, noto per alcuni numeri
di Demon Hunter (chi se lo ricorda? Che nostalgia...) e per i
bonelliani di Zagor, Dampyr, Legs ed è stato pure sceneggiatore
dello sfortunato (ma notevole) Napoleone. Un curriculum di tutto
prestigio come narratore a fumetti, un autore che oggi raccoglie una
nuova sfida con Long Wei, fumetto che parla degli ambienti orientali
in quel della nostra Milano e di cui presto parleremo, essendo uscito
il primo numero in giugno.
Per Mexican Standoff cuce insieme trovate
veramente geniali, tanto sul fronte narrativo, dove riscrive un ruolo
inedito e scanzonato per i classici alieni grigi, tanto sul piano
ludico, e vedasi in proposito gli effetti di un particolare raggio
alieno. Matteo Cremona dopo una bella gavetta esordisce con questo
albo in Bonelli e noi gli facciamo i migliori auguri, perché è un
disegnatore straordinario. Il suo stile è molto personale e
“carico”. Mi ricorda molto i disegnatori argentini ,ma ha anche
qualcosa dei comics americani. Una straordinaria dovizia di dettagli,
un maestoso utilizzo del chiaroscuro, un sincero amore per la
riproduzione di veicoli e armi da fuoco. I volti, come le
corporature, sono peculiari, caricaturali ,ma dalle espressioni molto
credibili, umane. Segno di uno stile molto personale e riconoscibile,
perfetto mix di sperimentazione e rielaborazione di canoni classici.
C'è pure un tocco di Magnus. Bravo, davvero. Gli auguro di fare belle
cose in Bonelli, ma ce lo vedrei benissimo su una run di Wolverine,
magari scritta da Garth Ennis. In attesa di un numero due se non di
una collana dedicata a questo portentoso Mexican Standoff.
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