Decimo anniversario – ed ecco Athena!!!!
Eccoci all'apice. So che in molti appassionati dopo la vista di questo trailer sono
svenuti. Anni di attese e passione, ripagati da una qualità sempre
in crescendo nonostante una piccola crisi (la nota “crisi delle
teste”, quando un importante modellista ha mollato e per alcuni
tempi i lavori “facciali” non sono stati clamorosi), velocemente
superata, non c'è mai stato limite al miglioramento. Difficile
descrivere una passione che si basa su pupazzi montabili colorati,
per lo più placcati oro (quelli più venduti almeno). Non solo
modellini ma anche un anime che dagli anni ottanta non accenna a
perdere colpi, dotato di un ritmo ancora moderno, indiavolato, di
personaggi carismatici, di dialoghi fighi (se non amate il
“doppiaggio storico”, pieno di altisonanti dialoghi drammatici,
con i dvd di yamato video potete scegliere l'adattamento originale
subbato e vi troverete su tutto un altro pianeta: tutti possono
essere felici quindi). Certo se si viene folgorati da queste cose da
piccoli...
Ieri, quando
vestivamo alla marinara. I cavalieri attentarono dritti al cuore
di quasi ogni ragazzo/a dell'epoca. Non colpì tutti per via della
storia di Cristal e Andromeda nel famigerato episodio nella casa di
Acquario (era la casa di Acquario o di Scorpio... anch'io ho rimosso e
non voglio tornarci sopra... caçço, ho appena detto un'ambiguità,
fan@@@lo quella puntata!!). Andavo ancora alle elementari, ero una
vittima perfetta. Il mio dio era Devil Man, ma tendevo una mano anche
a Naoto Date e Ken di Hokuto. Guardavo i Transformers (ecco che torna
l'ambiguità... basta citare l'episodio di Cristal e Andromeda e poi è
tutta una ambiguità...), ma la trama mi faceva fieramente cagare,
Dinobot a parte, Devastator a parte. Il cartone animato dei cavalieri
era disponibile sulla arrembante Junior tv, brutta copia delle tv
locali di inizio ottanta, che proponevano tonnellate di anime senza
propinare cagate pensate per spettatori prenatali a infastidire il
palinsesto. Un tempo le bambine di fascia prescolare crescevano col
la filosofia dell'Uomo Tigre, scoprivano la sessualità con Lady
Georgie, imparavano ad avere le palle con La stella della Senna e
Lady Oscar. Oggi vedono Peppa Pig (che io amo, ma è un altro
discorso)... Ma prima del cartone arrivarono gli spot. La Giochi Preziosi all'epoca ci stupiva con effetti speciali durante le
pubblicità della fascia pomeridiana (quando canale 5 trasmetteva i
Robinson di pomeriggio, invece di dare spazio a cose senza senso come
Maria de Filippi e Barbara D'urso, di cui si faceva serenamente a
meno). Ecco cosa appariva a un pubblico ancora impreparato (ma che già
storceva il naso a Voltron ritenendolo la “cagata, letterale, di
Golion riproposta da americani ritardati”):
Perdonatemi, dovevo farlo... me lo hanno chiesto loro con un contatto mentale...torniamo ai cavalieri..
Vedete questi
bimbi felici? I genitori hanno rinunciato a comprare la “Ritmo” della
Fiat per permettergli quella vetrinetta con tutti i cavalieri. È da
allora che ogni fan che si rispetti ha elaborato con assoluta
certezza questo pensiero: “Quando sarò grande io questa ca@@o di
vetrinetta me la faccio, perché avrò un lavoro”. Poi le donne
hanno fatto capolino nella scala delle priorità, ma quel pensiero
latente è rimasto, sopito, in attesa che di fatto i fan maturassero,
trovassero un lavoro e mettessero su famiglia. È lì che Tamashii
Nation colpì con decisione.
Pochi anni fa,
quando guardavamo le combattenti che vestivano alla marinara. Saint
Seiya aka “I cavalieri dello zodiaco” è stato e continua oggi
a essere un fenomeno di massa che smuove una grossa quantità di
denaro dai portafogli dei fans verso le tasche di Kuromada, Bandai e
Tamashii. É proprio la “tenuta” della serie a prestarsi per un
approfondimento sociologico (ma che ca@òo sto scrivendo... ho ancora
in mente quella brutta scena... chissà quanti soldi ci hanno fatto gli
psicologi su quella brutta scena..). Ma Kurumada per lo più passa
all'incasso per la serie conclusasi con lo scontro con Ade e si
limita per la cosiddetta “nuova serie” ad aggiungere una tavola
ogni tanto, svogliato, per la prosecuzione della saga, autorizza
manga collegati (e interessanti) come il Los Canvas e (meno
interessanti, ma il mio è un giudizio soggettivo) come L'episode g.
Bandai in passato ha creato ad hoc saghe inedite (come quella di
Asgard che amo alla follia ma solo in giapponese, mentre mi causa
sbocco in Italiano dove tutto è untraenfatizzato senza un perché),
film con trama autonoma alcuni dei quali pure bellissimi da
vedere, mentre oggi si prodiga a mettere in animazione le parti
inedite (come la saga di Ade, arrivata in Italia malissimo e di cui
mancano incredibilmente dei dvd), ripropone l'ottimo Canvas
(giustamente ignorando l'episode g, ma parlo sempre secondo un mio
opinabilissimo giudizio soggettivo), crea derivati di dubbio gusto
per battere cassa (come Saint Seiya Omega... e che Dio abbia pietà di
loro), produce videogiochi invero bruttini. Chi fa davvero sfaceli
con il brand dei santi è negli ultimi 10 anni la Tamashii Nation e i
suoi straordinari modellini di plastica e metallo conosciuti come
Myth Cloth (vesti mitiche).
Al di là dell'attrattiva ancora attuale dell'ambientazione, che mischia miti greci con l'inferno dantesco, pesca dal buddismo e dalla religione cristiana e miscela nei miti nordici (sì, sui miti nordici qualcuno non è d'accordo in virtù della querelle “filler”, ma Asgard è per me la parte più fica di tutta la saga, soprattutto se goduta come si deve, cioè con i sottotitoli e le voci in giapponese, che nulla hanno a che spartire con l'adattamento italiano... ma c'è chi pensa pure l'esatto contrario, ama l'adattamento italiano o odia Asgard o una combo delle due cose... nessuno ha torto o ragione e amare un prodotto da prospettive diverse è sempre amarlo). Al di là di un inedito e spiazzante concetto di combattimento a “velocità luce” che si può amare od odiare. Sono i personaggi e le loro scintillanti armature il cuore dell'opera. Armature che come dei giocattoli transformers, mutano dalla loro disposizione a totem, in cui rappresentano il simbolo del loro avatar (l'armatura del Dragone è in versione totem una specie di scultura che rappresenta un drago) per scomporsi e ricomporsi come corazza sul santo (o cavaliere se preferite) che la indossa. Qualcuno è fan dei cinque protagonisti principali della serie, ma in proporzione sono solo una manciata di persone. Il vero fan dei Saint Seiya aka Cavalieri dello Zodiaco odia e disprezza gli insulsi e stereotipati protagonisti della serie, mentre ama alla follia i comprimari. Personaggi che magari appaiono per una o due pagine del manga ma in grado di destare interesse per il loro carisma e/o per la strana foggia della loro armatura.
Così i personaggi di Asgard sono amati per la loro vincente caratterizzazione grafica anche se le loro armature non hanno troppi fronzoli, mentre i generali degli inferi come Eaco e Minosse si vedranno davvero pochissimo nel manga-anime ma sono amati in virtù di armature gigantesce e ultradettagliate. Con tutti questi imput il collezionismo è esploso fin da subito e a guadagnare proseliti sono stati da subito i personaggi più amati della saga, pur non essendone i protagonisti: i cavalieri d'oro. La tecnologia dell'epoca della prima messa in onda non permetteva, anche per i costi, di creare dei modellini uguali a quelli disegnati, fedeli tanto nella versione totem quanto nella versione armatura, ma si vendette un mare di pezzi, anche solo per avere, nel caso dei cavalieri d'oro, la riproduzione del cavaliere che faceva riferimento al proprio segno zodiacale. Su ebay furoreggiano ancora e si possono trovare anche pregiate produzioni amatoriali fatte in casa.
Al di là dell'attrattiva ancora attuale dell'ambientazione, che mischia miti greci con l'inferno dantesco, pesca dal buddismo e dalla religione cristiana e miscela nei miti nordici (sì, sui miti nordici qualcuno non è d'accordo in virtù della querelle “filler”, ma Asgard è per me la parte più fica di tutta la saga, soprattutto se goduta come si deve, cioè con i sottotitoli e le voci in giapponese, che nulla hanno a che spartire con l'adattamento italiano... ma c'è chi pensa pure l'esatto contrario, ama l'adattamento italiano o odia Asgard o una combo delle due cose... nessuno ha torto o ragione e amare un prodotto da prospettive diverse è sempre amarlo). Al di là di un inedito e spiazzante concetto di combattimento a “velocità luce” che si può amare od odiare. Sono i personaggi e le loro scintillanti armature il cuore dell'opera. Armature che come dei giocattoli transformers, mutano dalla loro disposizione a totem, in cui rappresentano il simbolo del loro avatar (l'armatura del Dragone è in versione totem una specie di scultura che rappresenta un drago) per scomporsi e ricomporsi come corazza sul santo (o cavaliere se preferite) che la indossa. Qualcuno è fan dei cinque protagonisti principali della serie, ma in proporzione sono solo una manciata di persone. Il vero fan dei Saint Seiya aka Cavalieri dello Zodiaco odia e disprezza gli insulsi e stereotipati protagonisti della serie, mentre ama alla follia i comprimari. Personaggi che magari appaiono per una o due pagine del manga ma in grado di destare interesse per il loro carisma e/o per la strana foggia della loro armatura.
Così i personaggi di Asgard sono amati per la loro vincente caratterizzazione grafica anche se le loro armature non hanno troppi fronzoli, mentre i generali degli inferi come Eaco e Minosse si vedranno davvero pochissimo nel manga-anime ma sono amati in virtù di armature gigantesce e ultradettagliate. Con tutti questi imput il collezionismo è esploso fin da subito e a guadagnare proseliti sono stati da subito i personaggi più amati della saga, pur non essendone i protagonisti: i cavalieri d'oro. La tecnologia dell'epoca della prima messa in onda non permetteva, anche per i costi, di creare dei modellini uguali a quelli disegnati, fedeli tanto nella versione totem quanto nella versione armatura, ma si vendette un mare di pezzi, anche solo per avere, nel caso dei cavalieri d'oro, la riproduzione del cavaliere che faceva riferimento al proprio segno zodiacale. Su ebay furoreggiano ancora e si possono trovare anche pregiate produzioni amatoriali fatte in casa.
10 anni fa.Da
quando è nata la mia passione per la pizza alla marinara Nasceva
10 anni fa la serie Myth Cloth della Tamashii, in un momento in cui
non si parla poi molto dei Cavalieri. Era uscito un film che avrebbe
dovuto portare i santi (o cavalieri) a confrontarsi con “il capitolo
del cielo”, ma Kurumada dopo il primo film non ha avuto la costanza
di creare una storia (cosa che sta faticosamente facendo anche ai
giorni nostri). I produttori comunque giocarono la carta del
collezionismo. I tempi e la tecnologia sono cambiati dal 1987, così
come sono probabilmente cresciuti i fan originali della serie. Per
questo si mette in cantiere un progetto ambizioso ma misurato, con
mirate singole uscite bimestrali. Se il fan è cresciuto
probabilmente può permettersi di spendere qualcosa di più, qui non
è questione di guardare ai magri portafogli dei genitori, ma
soddisfare orgiasticamente le più latenti fantasie dei fan,
pescando dalle loro tasche i soldi necessari per l'acquisto di un prodotto di categoria lusso. Modellini con accessori multipli,
collocati all'interno di scrigni che ricordano i contenitori delle
armature della serie. Il personaggio differiva da anime a manga? Il
modellino presenta componenti multiple per assomigliare all'una o
altra fonte.
Il modellino deve
essere percepito come oggetto esclusivo e ricercato da una cerchia di
attenti acquirenti? Sul bordo della confezione sono ben visibili
lettere in greco che vanno tradotte in parole in inglese recanti
indovinelli dal tono epico su quale sarà il successivo modellino in
vendita, una pubblicità un po' naif ma di sicuro impatto. Qualità
che comunque si paga, con gioia, ma si paga. Un tripudio di limited,
exclusive, ester eggs. Nella confezione della V3 di Pegasus è
presente un modellino dell'armatura di Athena; il modellino di Libra
ha tutte le armi in versione estratta e estraibile e presenta anche
la testa di Shiryu; Fenrir ha il lupo come extra, Thor è grande
quanto 3 cavalieri, Aphodite ha volti intercambiabili a seconda se ha
un diverso fiore colorato in bocca, Saga ha nella confezione un altro
modellino, oscurato di nero per avere l'aspetto dell'amatura vuota,
l'armatura con borchie e mantello di Arles, capelli blu o bianchi,
viso demoniaco o meno e pure il trono. Chicche, a centinaia.
Se un modellino della bandai del 1987 poteva arrivare a costare anche 40-50 mila lire, un Myth Cloth di fascia bassa (tipo i bronzi versione base) può costare 40 euro, di fascia media (oro, argard, marine, spectre minori) sui 60-80, di fascia alta (spectre maggiori, divinità ) 100-120, exclusive distribuite alle sole fiere giapponesi di Tamashii, dal prezzo in genere folle, limited di personaggi stra-minori come i cavalieri d'acciaio, dal prezzo assurdamente folle e giant edition crown come Nettuno di recente dai 250 ai 300 euro. Con modellini che una volta fuori produzione assumono dei prezzi semplicemente fuori scala-logica su ebay. Perché i myth vendono. Vendono un casino. Con il tempo le tecniche si sono pure raffinate e a fronte di modellini sempre più belli e dettagliati sono uscite prima delle appendix, dei pezzi aggiuntivi per migliorare i primissimi modelli usciti e giocoforza meno dettagliati, poi delle vere e proprie riedizioni lusso delle prime uscite, i Myth Cloth EX, ricreate con le tecniche più moderne apprese negli anni tanto per le armature (che ora permettono alle articolazioni di riprodurre oltre che a totem e corazza anche l'esatta postura dei colpi) che per le sculture dei volti (spesso intercambiabili a seconda delle espressioni dei personaggi e della mimica dei colpi). Se nella prima edizione dei Myth i cavalieri d'oro avevano mantelli di stoffa rigidi come carta igienica, ora ci sono mantelli di plastica snodabili. Se i primi volti dei cavalieri erano interessanti ma plasticosi, ora sono un tripudio scultoreo di dettagli tra espressioni facciali e capelli mossi al vento o incastonati armonicamente nell'elmo.
Se un modellino della bandai del 1987 poteva arrivare a costare anche 40-50 mila lire, un Myth Cloth di fascia bassa (tipo i bronzi versione base) può costare 40 euro, di fascia media (oro, argard, marine, spectre minori) sui 60-80, di fascia alta (spectre maggiori, divinità ) 100-120, exclusive distribuite alle sole fiere giapponesi di Tamashii, dal prezzo in genere folle, limited di personaggi stra-minori come i cavalieri d'acciaio, dal prezzo assurdamente folle e giant edition crown come Nettuno di recente dai 250 ai 300 euro. Con modellini che una volta fuori produzione assumono dei prezzi semplicemente fuori scala-logica su ebay. Perché i myth vendono. Vendono un casino. Con il tempo le tecniche si sono pure raffinate e a fronte di modellini sempre più belli e dettagliati sono uscite prima delle appendix, dei pezzi aggiuntivi per migliorare i primissimi modelli usciti e giocoforza meno dettagliati, poi delle vere e proprie riedizioni lusso delle prime uscite, i Myth Cloth EX, ricreate con le tecniche più moderne apprese negli anni tanto per le armature (che ora permettono alle articolazioni di riprodurre oltre che a totem e corazza anche l'esatta postura dei colpi) che per le sculture dei volti (spesso intercambiabili a seconda delle espressioni dei personaggi e della mimica dei colpi). Se nella prima edizione dei Myth i cavalieri d'oro avevano mantelli di stoffa rigidi come carta igienica, ora ci sono mantelli di plastica snodabili. Se i primi volti dei cavalieri erano interessanti ma plasticosi, ora sono un tripudio scultoreo di dettagli tra espressioni facciali e capelli mossi al vento o incastonati armonicamente nell'elmo.
E così oggi,
mentre siamo intorno alla nona uscita delle versioni ex degli amati
cavalieri d'oro, mentre aspettiamo modellini di personaggi
misconosciuti come Papillon (e io attendo pure Caronte, chissà
mai..) e sogniamo uno o due modellini visti nel canvas (che ha avuto
nella linea myth un paio di uscite, peraltro con i volti dei
personaggi modellati come l'impostazione grafica del canvas, ma con
faettures che li fanno assomigliare a membri effettivi della vecchia
linea grafica), mentre festeggiamo i 10 anni dei myth, possiamo
finalmente vedere il modellino più atteso, quello a lungo rimandato
perché difficile da rendere al meglio, perché non si poteva
assolutamente cannare. Benvenuta Athena. Speriamo che per febbraio o
marzo 2014 tu arrivi anche dalle nostre parti.
N.B. Per tutti quei pazzi scriteriati che un modellino così se lo vogliono portare a casa, magari da piazzare sul frigo: i myth sono stati per breve periodo distribuiti da Giochi Preziosi. Oggi sono distribuiti da Cosmic Group, che li fa uscire da noi con due-tre mesi rispetto all'uscita giapponese ma con un prezzo sensibilmente inferiore. Se non potete aspettare guardate a e-bay o a grossi distributori jappo considerate i prezzi doganali, che possono essere una discreta fucilata unita al patema di spedizioni smezzate, ritardi, yen. I Myth, sia Cosmic che import sono comunque rintracciabili presso le fumetterie specializzate, previa prenotazione, alle varie fiere del fumetto oppure On-line, dove si trovano dei rivenditori italiani che praticano ottimi prezzi. C'è sempre chi ci lucra un botto però, guardate i prezzi che pratica HLJ (Hobby Link Japan... dove c'è il prezzo in yen ma anche in euro) e fatevi due calcoli se conviene o meno (anche in relazione alle spese di spedizione). Io mi trovo bene qui ad ogni modo, http://www.animetoys.it/web/ ma non è male neanche qui http://www.toyshunter.it/store/saint-seiya-c-2.html Sempre ricordandovi che dallo stipendio dovete comunque lasciare intatti i soldini per le tasse, la benzina, la spesa, i figli, la moglie, le vacanze, i dvd-blu ray, i libri, il cinema, i videogame, le creme solari, la spiaggia, le birre la sera con gli amici, la pizza, la salamella fuori dallo stadio prima di Springsteen, il biglietto per vedere appunto allo stadio Springsteen, il noleggio dei pedalò.e naturalmente dovrete prima o poi recuperare su e-bay questi:
N.B. Per tutti quei pazzi scriteriati che un modellino così se lo vogliono portare a casa, magari da piazzare sul frigo: i myth sono stati per breve periodo distribuiti da Giochi Preziosi. Oggi sono distribuiti da Cosmic Group, che li fa uscire da noi con due-tre mesi rispetto all'uscita giapponese ma con un prezzo sensibilmente inferiore. Se non potete aspettare guardate a e-bay o a grossi distributori jappo considerate i prezzi doganali, che possono essere una discreta fucilata unita al patema di spedizioni smezzate, ritardi, yen. I Myth, sia Cosmic che import sono comunque rintracciabili presso le fumetterie specializzate, previa prenotazione, alle varie fiere del fumetto oppure On-line, dove si trovano dei rivenditori italiani che praticano ottimi prezzi. C'è sempre chi ci lucra un botto però, guardate i prezzi che pratica HLJ (Hobby Link Japan... dove c'è il prezzo in yen ma anche in euro) e fatevi due calcoli se conviene o meno (anche in relazione alle spese di spedizione). Io mi trovo bene qui ad ogni modo, http://www.animetoys.it/web/ ma non è male neanche qui http://www.toyshunter.it/store/saint-seiya-c-2.html Sempre ricordandovi che dallo stipendio dovete comunque lasciare intatti i soldini per le tasse, la benzina, la spesa, i figli, la moglie, le vacanze, i dvd-blu ray, i libri, il cinema, i videogame, le creme solari, la spiaggia, le birre la sera con gli amici, la pizza, la salamella fuori dallo stadio prima di Springsteen, il biglietto per vedere appunto allo stadio Springsteen, il noleggio dei pedalò.e naturalmente dovrete prima o poi recuperare su e-bay questi:
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