Gmor e Ian sono
stati chiamati al Vallo, la terra di confine maledetta dalla quale il
resto del mondo si protegge con alte mura affidate alla sorveglianza
della Guardia Rossa. Dopo le vicende del primo episodio di Dragonero,
contenute nel Romanzo a Fumetti omonimo, un luresindo insieme alla
sua suora-guerriera di ordinanza si è recato oltre il vallo a
controllare lo stato di un particolare
sigillo-contro-la-fine-del-mondo. Tuttavia il mago non ha fatto
ancora ritorno e il nostro Dragonero, incaricato del salvataggio,
nota subito con desolazione come la zona da cui iniziare le indagini
sia letteralmente piena di “algenti”, una specie di zombie
fangosi orcheschi di aspetto bruttoso. Ma, come cantavano i Litfiba,
“la speranza è l'ultima a morire e chi visse sperando morir non si
può di dire, e allora no, no, non te lo do l'anello no, no,
scordatelooooo!”.
Così Gmor fa una telefonata alla sorella
tecnocrate di Ina, Myrna. Cioè utilizza il sistema di comunicazione
via fari... Da questo tramite Ups... cioè tramite falchi pellegrini,
riceve in giornata uno strumento tecnocrate che funziona a cristalli.
Lette le istruzioni si scopre che con i cristalli si può fare una
videochiamata ad Alben il mago per chiedergli lumi. Le restrizioni
sono che i cristalli sono rari e sarebbe etichetta prima di inoltrare
la telefonata “scuotere” i cristalli a mo' di ring-ring telefonico,
per predisporre la persona che deve ricevere la telefonata a trovarsi
pronta. Ian non lo fa e trova Alben che sta mangiando la zuppa. Ah ah
ah. La zuppa. Ah ah ah. Il quale Alben ci racconta che ogni mago
luresindo si può trovare facilmente tramite una specie di gps se c'è
abbastanza campo. Un attimo... sento l'esigenza di chiamare in causa
un professionista
Ci avete rotto i coglioni con la storia che il mago Alben vive in
eremitaggio al punto da impiegare un intero numero (il 2) unicamente
per descrivere un viaggio per andarlo a trovare per un consulto. Ci
avete rotto i coglioni sul fatto che non si possa avere una mappa del
mondo (vol.5), perché il cielo è invaso da chissà che cosa e
comunque gli esploratori fanno una brutta fine. Ora ci dite che basta
una comunicazione via fari e in cinque ore ti arriva un pacco
peraltro indirizzato al Vallo, la zona del mondo più impestata di
mostri di tutta la cartina. Ora ci dite che esiste una specie di
video-telefono (un po' alla hangout direi...), che esiste la tecnologia
gps. Bene. Viviamo in un mondo tecnologico e magari queste scelte
narrative servono per venire incontro alle nostre abitudini da social
network. Ma non è possibile che non si abbia una mappa del mondo se
è una tale cazzata comunicare e trasmettere immagini anche da ampie
distanze in pochissimo tempo. Lo stesso corpo degli Scout di cui fa
parte Ian non avrebbe senso di esistere. Non servono missioni di
incognito (vol.9) che durano giorni per sventare un attentato se in
tre minuti la notizia può arrivare, magari in codice. Sarò
sicuramente superficiale io nell'affrontare questi aspetti e magari
c'è una contorta soluzione razionale a certe impostazioni narrative,
ma a me paiono svarioni belli e buoni.
Tiriamo innanzi. Ian e spalla orchesca attraverso indagini con il
binocolo supportate dall'esperienza di un primo raid sfortunato sul
campo, scoprono che il luresindo scomparso potrebbe essere ancora
vivo e partono per arrivare almeno in una zona vicino all'obiettivo,
tanto per far partire il gps...
I disegni di Gregorini sono carichi di inchiostro al punto tale che
le stampe non riescono a dare giustizia al tratto. Una oscurità del
tratto che ben si sposa con la tetra atmosfera del Vallo, un perenne
nero dal quale si ergono le splendide mostruosità di orchi, draghi e
creature fantastiche varie, spesso disegnate in gran quantità e con un
ragguardevole numero di dettagli. I personaggi principali appaiono
ugualmente curati e tra mille muscoli guizzanti e mantelli
svolazzanti c'è pure posto per sinuosi corpi femminili. Stupendi
scenari, una rappresentazione dell'azione da cinemascope di grande
impatto. Il lavoro grafico non conosce falle non fosse per una
rappresentazione dei maxi-vermoni poco chiara. La storia, di Enoch,
punta sul ritmo (forse per questo viene “sintetizzato” l'intervento
di Alben) e riesce nell'intento di illustrare un mondo sempre più
complesso e sfaccettato, senza dimenticare le origini della storia,
il primo romanzo a fumetti di riferimento. Sugli esiti della vicenda
dovremo però attendere la prossima uscita, alla quale rimando il
giudizio definitivo sulla bontà dell'intreccio.
RISTAMPATE IL ROMANZO A FUMETTI DI DRAGONERO!!! Lo scrivo così, un
po' urlato, perché sarebbe anche ora che accadesse e perché la
storia in oggetto ha parecchi legami con quel racconto. Un racconto
che si fa sempre più indispensabile per il fan dell'ultima ora o che
ai tempi non è riuscito a reperirlo, al punto che chi lo possiede
parrebbe un ristretto circolino di eletti ai quali maggiormente
sembrano dedicate le storie. Ristampatelo magari in due o tre uscite
ma fatelo. Tranquilli, che lo si compra!
Un numero, questo 10, che mi ha convinto abbastanza ma non del tutto.
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