Un remake senza palle
Sinossi.
Carrie sta diventando grande. Il suo corpo si sta sviluppando, inizia
a provare sentimenti, pulsioni e paure nuove, da bambina sta
diventando donna. Soprattutto per le donne tale cambiamento fisico
può essere traumatico e doloroso, anche perché accompagnato dal
sangue, elemento con il quale dovranno convivere, accettare. Carrie
nel modo più umiliante possibile, in pubblico, scopre che anche il
suo corpo perde sangue e non ancora ripresasi dal trauma (anche
perché la madre per nulla l'ha preparata a una simile evenienza),
viene derisa dalle sue compagne, giudicata immatura, sfigata. Poiché anche le sue compagne, pur da poco anche loro, sono diventate donne e
al contempo pure stronze, da quel momento Carrie è bersaglio delle
loro angherie per puro sadismo. Carrie che si veste in modo strano,
Carrie che ha paura di tutto, Carrie la racchia decerebrata.
Roba che
solo a pensarci provoca l'orgasmo alle bulle. Se la scuola fa schifo
a casa non va meglio. La madre (Julianne Moore) è severa se non
addirittura folle, anche per via di alcune stranezze avvenute alla
nascita della figlia. Una megera ultra-religiosa che vede il male, il
peccato, ovunque e ora che la figlia è cresciuta è pronta a darle
della sgualdrina sulla fiducia. Tra tanto putridume umano,Carrie
trova in un'amica un po' di pace e serenità (non tutti sono stronzi a
questo mondo). Una compagna di classe davvero sembra tenere a lei e
ne scopre la gentilezza, la bontà d'animo, il sorriso. Ma il mondo
va per il verso storto e il famoso ballo di fine anno, la massima
occasione americana per celebrare la gioia dell'adolescenza prima
dell'età adulta, sarà il massimo scenario per la burla definitiva,
lo scherzaccio davvero cattivo ai danni della ragazza bruttina,
escogitato da chi al posto del cuore (sarà pure per il caos
ormonale) ha solo un pezzo di merda. Ma forse le cose non andranno
come pensano i burloni. Sarà il momento di un nuovo cambiamento
estetico e morale per Carrie. Anche in questo caso, ci sarà del
sangue.
Un film culto
tratto da un romanzo acerbo. Nel 1976 il grande Brian De Palma
prendeva il primo romanzo di Stephen King e lo riadattava-tradiva per
il grande schermo. Come nel caso di Shining, riadattato-tradito da
Kubrick, il risultato finale fu diecimila volte meglio del testo di
partenza. King scriveva di una ragazzina che con l'adolescenza
scopriva di essere in grado di controllare dei poteri telecinetici,
percepiti dalla madre come attività demoniaca. A scuola la
bulleggiavano fino a che i poteri esplodevano e la nostra bimba
distruggeva mezza città. King ci va giù rozzo, allestendo
divertenti festini di sangue e personaggi stereotipo cattivissimi
come solo lui sa fare. Ma manca ancora dell'esperienza per farci
empatizzare con i personaggi, spara tutto sull'azione. De Palma è
più sottile, dice e non dice relegando i fenomeni paranormali a
quelli che appaiono all'inizio come piccoli incidenti, descrivendo al
contempo una madre esagitata ma che non guardava alla figlia come a un mostro. Una madre che potevamo immaginare essere stata a sua volta
vittima di violenza e che per effetto di paura e misticismo voleva
preservare da tale sorte anche la figlia. I poteri di Carrie sono poi
legati a doppia mandata con la scoperta della sessualità e relativa
perdita dell'innocenza. Il mondo dei bambini è finito, siamo nella
terra degli adulti ma non siamo soli, abbiamo delle armi con cui
sopravvivere. É lo stesso concetto di Spiderman, solo che Spiderman
non ha una madre che conosce i suoi poteri e lo accusa di essere
l'Anticristo al punto da fargli pensare che potrebbe pure essere
vero. Le scene di nudo sotto le docce della scuola all'inizio del
film racchiudono magistralmente tutto il significato della pellicola
di De Palma, il cuore-anima del film, il momento
topico-cult-irrinunciabile.
Vediamo corpi di donne acerbe che
sorridono coperte dai fumi dell'acqua calda, quasi fossero ninfe,
mentre la musica ha quasi un tasso erotico, ammiccante. Anche
Carrie (Sissy Spacek) è nuda, così come tutte le compagna, bulla
compresa (Nancy Allen, che rivedremo buona e redenta in Robocop di
Verhoeven). Carrie è bruttina, dall'aria ancora acerba, ma sotto
l'acqua è molto sensuale e sembra si trasformi in adulta. Poi mentre
si insapona scopre che ha le mani sporche di sangue, scopre che è il
suo corpo a perdere sangue. Non ha chiaro quello che succede ma pensa
subito agli ammonimenti della madre, al peccato, alla sporcizia.
Carrie si sente improvvisamente nuda, la musica si spegne e sentiamo
solo le risate delle compagne di classe, vediamo che tutti gli
sguardi sono su di lei, per prenderla in giro. Qualcosa si rompe
allora nella testa di Carrie e noi viviamo realmente questo stato
d'animo, anche se siamo maschi, non abbiamo mai avuto le nostre cose
ed essere circondati da ragazzine nude in una doccia in genere non lo
considereremmo un incubo. Il film segue nella desolante
autodistruzione della ragazza ma noi, già dai primi minuti, siamo
con lei, pietrificati da quanto il mondo sia cattivo con lei. Ne
scaturisce un film magistrale e indimenticabile.
Aneddoto-gossip.pettegolezzo.
Fornito da
http://www.cineblog.it/post/31947/stasera-in-tv-carrie-lo-sguardo-di-satana-23-curiosita-sul-film-horror-di-brian-de-palma
Sissy Spacek è perfetta per la parte, bruttina, ingenua, tenera e
all'occorrenza spaventosissima. Ma il ruolo doveva in origine essere
di Carrie Fisher, che rinunciò al ruolo proprio per via delle scene
di nudo. Scene sulle quali evidentemente il regista non voleva
cedere. Su questo punto torneremo tra poco.
Il remake.
E ora passiamo a questo remake. Io non sono contrario a reboot o
remake, anche perché se lo fossi attualmente andrei al cinema due
volte all'anno. In genere il prodotto originale lo preferisco, ma ci
sono casi in cui addirittura apprezzo maggiormente il remake, tra cui
Millennium e The Ring. Sul fatto poi di fare un'opera-fotocopia
dell'originale sono ugualmente ben disposto, ho apprezzato Psycho di
Gus Van Sant e noto che a teatro sono soliti rappresentare più volte
lo stesso racconto senza che nessuno si lamenti (anzi apprezzando che
si sforza a essere bravo, strana gente). Non sentivo l'esigenza di un
nuovo Carrie, vuoi remake, vuoi reboot, vuoi fotocopia, ma tuttavia
l'idea non mi dispiaceva. Anche perché i produttori hanno
sbandierato da subito di volersi ispirare a De Palma più che al
testo di King, che a me ricordava più un b-movie anni '70 che un
horror. Come chi ci segue avrà già letto, nel post in merito al
primo trailer di questo film, io ero decisamente entusiasta tanto per
la scelta di Kimberly Peirce alla regia, tanto per il ruolo di Carrie
assegnato a Chloe Grace Moretz che per quello della madre assegnato a
Julianne Moore. Una regista che in "Boys don't cry" aveva già messo a
nudo le fragilità femminili in modo struggente, su Carrie un'attrice giovanissima in grado di dimostrare vulnerabilità ma anche
grinta, sulla madre un'interprete di peso, mai banale. Certo lo
sceneggiatore Roberto Aguirre-Sacasa ha in precedenza scritto Big Love
che mi ha fatto sinceramente ribrezzo oltre che frantumarmi i
coglioni (roba da desiderare di entrare nel telefilm con una
mitragliatrice e fare una strage) e Glee (ma qui, non amando troppo
questo tipo di opere, mi astengo da valutazioni), ma chissà mai...
Ora, io davvero
non so, non capisco. Sulla fiducia voglio scaricare la colpa di
questa operazione sui produttori e sugli agenti degli attori. Perché non riesco a concepire in altro modo come siano potute essere prese
scelte tanto sbagliate per “omaggiare il capolavoro di De Palma”.
Credo che con un paio di esempi tipo riesco magari a spiegarmi.
Prima scena del
film, scena assente nella pellicola di De Palma e sinceramente che
non mi ricordo essere o meno nel libro. La nascita di Carrie. Senza
spoilerare, è una scena che mette subito chiaramente in luce i
poteri paranormali della bimba e definisce l'atteggiamento futuro
della madre nei suoi confronti. Cade il senso di impalpabilità del
male, cade il discorso dello sviluppo del corpo nell'adolescenza
unito alle insidie del peccato. Tutto è chiaro, scontato, fin da
subito e il personaggio della Moore non può che essere di
conseguenza peggiore e senza ritorno, un nemico già delineato,
scontato, cui l'attrice dona un esagerato corredo di pose inquietanti
per salvare il salvabile e dare un senso alla dicitura “Horror” della
pellicola . Inquieta, ma davvero non ha senso, è troppo sopra le
righe, un cattivo da fumetto. É molto più umana la Madre di “Mama”
di Muschietti.
Scena due, che poi
sarebbe il remake della scena della doccia di De Palma, l'apertura
della pellicola originale. Qualcuno può dirmi perché in una doccia
non c'è nemmeno una ragazza nuda? Perché sono tutte in costume da
bagno? Sento già le vocine: “Talk0, se vogliono vendere questo
film anche ai nuovi amanti dell'horror, le ragazzine di Twilight, non
possono coprire di zinne le inquadrature!” oppure: “Ma Talk0, Cloe
Grace Moretz è a inizio carriera, se le fai vedere le zinne al
giorno d'oggi la relegheranno solo ai telefilm porconi della HBO e
non potrà ambire a fare La bella addormentata contro il drago di
fuoco!!”. E invece no cacchio!!! Aver tolto il nudo qui è non aver
capito uno stracazzo di nulla della pellicola di De Palma. Era una
scena di nudo non gratuita, ragionata, essenziale che dava un tono
ben preciso a tutta la vicenda. De Palma defenestrò la Fisher per
non aver accettato questo dettaglio. Spulciando in rete ho trovato
interviste della Moretz che suonano tipo: “Abbiamo deciso, di
comune accordo con la regista, che non era necessario calcare la mano
anche sul nudo, ritenendo che il film avesse già sufficienti
elementi...”. La Peirce, che ricordiamo ha girato per “Boy don't
cry”, un'altra forte scena di nudo non gratuito (quello dello stupro
della protagonista, lesbica, da parte di un branco), qui immaginiamo
sotto il tiro incrociato di produzione e agente della Moretz (che
peraltro nonostante tutto è messa già da trucco e parrucco troppo
figa per rappresentare una ragazza bruttina e dissociata), ha così
abbattuto la colonna portante, il senso della pellicola originale.
Sono Carrie, la ragazza bruttina...emh... |
Non siamo nemmeno
a dieci minuti di film che le pulsioni sessuali, i dubbi mistici e il
disagio giovanile da brutto anatroccolo in un mondo cattivo e
“bellissimo” li abbiamo già persi.
Cosa rimane. Un
action-horror medio. Con effetti speciali che fanno sembrare la
Moretz figlia di Magneto, ben gestite scene splatter, persino un paio
di tette quando non servirebbe a niente mostrarle. La Moretz è
abbastanza in parte, ma fallisce miseramente nel sembrarci un cesso a
pedali. É gnocca, troppo, anche se cerca di camminare storta e si
pettina con un frullatore. Se voleva poteva pure essere imbruttita,
vedi la Theron in Monster, e la resa sarebbe stata ben diversa cosa.
Ma dietro vedo troppo la logica di restare un certo tipo di
personaggio, senza mettersi troppo in gioco. La Moore è così
esagerata da essere quasi comica. Il resto è poco significativo.
Pure il finale è una versione moscia di quello originale.
Insomma, se non
conoscete l'originale magari lo vedete pure e schifo non fa, qua e là
diverte e il giorno dopo magari lo dimenticate. Ma se conoscete
l'originale e tutto il potenziale disperso in questo remake, un
pochino male ci rimanete. Se la Moretz avesse avuto le palle di
mettersi a nudo (e non parlo solo di tette), se la sceneggiatura non
fosse stata così stupida da togliere tutto l'alone di mistero e
misticismo del film originale. Troppi se.
Talk0
Bella recensione... Concordo con quello che c'era scritto qui...
RispondiEliminaNon c'era la necessità di aver fatto un remake di questo film...
Grazie : ) Certo che vedere questa pellicola mi ha fatto ripensare anche agli anni 70 e al De Palma dell'epoca, un genio in grado di inanellare opere estreme e memorabili. Anche lui probabilmente ai giorni nostri avrebbe ricevuto pressioni per girare pellicole più edulcorate e valutando lon strapotere produttivo odierno non è detto che avrebbe davvero potuto fare tutto ciò che voleva., Ma per lo meno rimane il lascito di quegli anni ruggenti. Talk0
RispondiElimina