sabato 11 gennaio 2014

I libri del mese (novembre-dicembre)

Avete ragione, non posso di certo definirmi un buon rubrichis... rubrican...rubr... gestore di rubrica. Il mio buon proposito di portare avanti uno spazio ogni primo giorno del mese è andato a farsi benedire dopo 3 appuntamenti penso seguiti da una dozzina di persone in tutto il mondo. Ho deciso di rimediare, condensando le letture degli ultimi due mesi e fregandomene della data di pubblicazione, quindi chiunque sia interessato ai miei consigli letterari sarà costretto a passare di qui tutti i giorni.
Valerio Massimo Manfredi mi è sempre piaciuto, grande conoscitore di storia (a differenza dell'innominabile "Danilo Marrone") e fine tessitore di trame ambientate tra le strade di Roma o sulle montagne greche. Ho deciso di recuperare un suo vecchio romanzo che a suo tempo non acquistai, ovvero Chimaira. Carino, ma non eccezionale; preferisco le sue opere ambientate nell'antichità. Qui si parla di un giovane ricercatore che viene convinto a scavare una tomba etrusca da poco saccheggiata da un tombarolo poi finito dilaniato da un animale non meglio identificato. Non male l'intreccio, ma credo che Manfredi sguazzi meglio nei secoli passati.
Di Nicolai Lilin ho sentito parlare per la prima volta vedendo un suo programma su DMax e successivamente venendo a conoscenza di un film (che dovrò recuperare) tratto dal suo primo romanzo "Educazione siberiana". Tanto di cappello a Nicolai se l'ha scritto interamente da solo, perché sembra abitare in Italia da una vita e non da una manciata di anni. Conosco italiani che scrivono molto peggio di lui. Le storie... sì LE perché pur essendo un romanzo in realtà è una raccolta di esperienze che Lilin ha o avrebbe fatto in giovinezza quando abitava in Transnistria, una regione abitata praticamente solo da criminali. Dico avrebbe perché leggendo il libro si ha la sensazione che siano storie più ascoltate che vissute in prima persona; navigando sul web ho poi scoperto che non sono l'unico a pensarla così... in ogni caso il libro si legge d'un fiato ed è pure interessante. Usi e costumi dei siberiani non si leggono tutti i giorni e poi ha più ritmo dell'innominabile.
Ho iniziato il ciclo di Dune. Si prospetta molto lungo. Intervallo ogni libro con altre letture perché immergersi nell'universo fatto di droga e paroloni inventati da Herbert non è sempre facile. Questo mese è toccato al secondo volume: "Messia di Dune" a dire il vero piuttosto corto e abbastanza scorrevole. Si tratta pur sempre di un libro che ha più di quarant'anni. Il romanzo ci accompagna fino al termine del regno di Paul iniziato nel primo volume. Consigliato? Solo a chi ama la fantascienza... e non ci sono i vermoni. Sicuramente più realistico di un qualsiasi libro dell'innominabile.
Nick Hornby. In assoluto uno dei miei scrittori preferiti. Anche lui, copiandomi, tiene una rubrica di lettura su un giornale britannico. Forse più seguita della mia su questo blog. Forse scritta meglio. Ma lui è uno scrittore di successo, io non ancora, anche se insieme a Talk0 sto progettando un'esalogia fantasy-horror che scalerà le classifiche di tutto il mondo e da cui sarà tratta una serie di film con Jason Statham. Comunque... adoro Hornby e mi sono letto "Tutto per una ragazza", storia di uno skater che scopre il sesso da adolescente con un'adolescente e ovviamente la mette incinta. Che fare? Scappare? Stare vicino alla giovane mamma? E se poi tutto l'innamoramento delle prime settimane fosse svanito ancor prima del fatidico incidente? Romanzo superbo e come sempre ironico, consigliatissimo ai fan di Nick, agli amanti della letteratura inglese, a chi cerca un buon libro che faccia sorridere e pensare (cosa che peraltro non riesce all'innominabile).
"L'analfabeta che sapeva contare"; sembra un titolo stupido, anche se non come "Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve", prima opera di Jonas Jonasson, svedese come Larsson ma di tutt'altro genere. Jonasson nel suo secondo lavoro segue lo schema dell'opera precedente e riesce a cogliere ancora nel segno: personaggi strani e straordinari si incontrano, si incrociano in un turbinio di situazioni comiche, surreali e strampalate per poi giungere al finale che magari ti aspetti, ma che sembra impossibile fino a poche pagine prima. Il ritmo è veloce, incalzante, mai una pagina senza un senso o senza un avvenimento importante per la trama. I personaggi si amano, nonostante alcuni siano davvero volutamente stupidi. Consigliato, così come il suo primo romanzo, che a suo tempo vinse il premio letterario più ambito in Svezia prima di essere tradotto in tutte le lingue (premio, capito innominabile?).
Ho apprezzato Robert Harris (che tra l'altro è il cognato di Nick Hornby) ai tempi di Fatherland, opera ambientata in un futuro distopico in cui la Germania di Hitler ha vinto la guerra conquistando il mondo. L'ho apprezzato con "Enigma", spy-story ambientata durante la seconda guerra mondiale. E l'ho apprezzato anche alle prese con un'epoca ben più lontana, magari in cui Manfredi sarebbe stato a suo agio, ovvero il 79 d.C. "Pompei" narra appunto le ultime ore di vita nella città che sarebbe stata seppellita dall'eruzione del Vesuvio. Ci trasporta indietro nel tempo in un racconto ricco di curiosità storiche e di personaggi ben definiti. Attorno all'eruzione c'è anche una storia di corruzione e potere (un po' come ai giorni nostri), altrimenti chi mai vorrebbe leggere un libro in cui il finale è abbastanza chiaro fin da subito? Harris ha un ottimo stile narrativo ed è abile nella ricerca storica (dono non in possesso dell'innominabile). 
Alla prossima!
Gianluca



2 commenti:

  1. Riuscirò a farti apprezzare i miei libri! Diventerai il mio fan n. 1! Danilo Marrone

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  2. Mi perseguiti maledetto Marrone, ma non riuscirai più a fregarmi dei soldi!

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