Testi: Gualdoni;
Disegni: Pontrelli
Francia.
1642. Dumas-verso. Richelieu gioca a fare come sempre il signore
occulto del regno di Luigi XIII. Il cardinale è riuscito
vittoriosamente a distruggere per sempre l'ordine dei moschettieri e
gli eroi di mille avventure vagano in una Parigi ben diversa dal
solito, frequentando la famigerata corte dei miracoli. Ma c'è
dell'altro. Richelieu ha dalla sua una nuova e inaspettata scoperta
tecnologica, la formula per creare un invincibile esercito di soldati
meccanici pronti a invadere il mondo e a spiegare su tutto lo
scacchiere la rinnovata potenza bellica francese. Tutto sembrerebbe
volgere al peggio, perfino con un D'Artagnan impazzito votatosi al
cardinale, ma accade qualcosa di inaspettato. Uno dei burattini di
ferro sembra possedere un cuore. C'è un nuovo moschettiere in città.
Uscita numero 13
della collana antologica Bonelli. Questa volta l'argomento è la
Parigi di Dumas in senso lato quanto la Parigi “romanzata in
genere”. Vorrei rivelarvi i molti riferimenti narrativi cosparsi
nell'opera, frutto di un attento lavoro antologico ed estro
narrativo, ma così facendo vi priverei del divertimento di scoprirle
da voi e non sarebbe bello. Gualdoni confeziona un racconto
decisamente bello, avvincente e scorrevole giocando con i registri
narrativi più classici e impreziosendo la pietanza anche con le più
recenti suggestioni steam-punk. Di sicuro gran parte del fascino
dell'opera sta nel poter riconoscere questo o quel personaggio
letterario, ma le invenzioni non mancano e la lettura risulta
appagante e divertente. A onor di cronaca ci sono comunque un paio
di passaggi che fanno pensare a una sforbiciata di pagine, ma nulla
di grave a oscurare l'ottimo lavoro svolto. Non posso che elogiare
in questa sede Gualdoni e augurarmi per il futuro il suo
coinvolgimento in altri lavori di questo tipo.
I disegni di
Pontrelli sono molto dinamici e curati. Perfetti nelle scene
d'azione, ottimi nel tracciare ambienti gotici e spettrali. Ho
riscontrato alcune interessanti suggestioni visive che potrebbero
accostare questo lavoro alle opere di Mignola, tanto nella
rappresentazione di alcuni personaggi, dall'aria marcata e a volte
caricaturale (ma che nel contesto funziona a meraviglia) quanto
nell'utilizzo di determinate inquadrature e sono rimasto
letteralmente estasiato dalla caratterizzazione del moschettiere di
ferro protagonista della vicenda. Un personaggio che grazie all'estro
del disegnatore riesce, nonostante abbia una maschera di inespressivo
ferro (parole citazioniste ma nulla più), a esprimersi in una vasta
gamma di atteggiamenti. La mente vaga ovviamente dalle parti di Alan
Moore. Se un disegnatore riesce al contempo a ricordarmi Mignola
quanto Moore non c'è dubbio che continuerò con solerzia a seguire
le sue opere e sponsorizzarlo a dovere.
Un'opera quindi
promossa in pieno, che non può mancare nella vostra collezione della
collana.
Talk0
Nessun commento:
Posta un commento