Perché mettere
sotto “Fuori-collana-Le storie”? Perché questa nuova proposta
editoriale contiene l'Uomo del Texas, un altro pezzo della storica
collana “Un uomo un'avventura”, madre spirituale della
“nostra” collana Le Storie insieme al documentario "Come Tex
Nessuno Mai" di Giancarlo Soldi. Nel fumetto un fuorilegge, salvato da
una ingloriosa morte da un vecchio amico ora ufficiale delle giubbe
blu, sarà testimone della sfrenata voglia di gloria dell'amico,
deciso a muovere l'ultima carica del suo terzo reggimento cavalleria
contro indiani che si sono già arresi ufficialmente al nemico e
stanno andando a consegnarsi disarmati. Riuscirà un piccolo
criminale, davanti alla bestialità dell'impresa dell'amico a
fermarlo?
Ai disegni lo straordinario Gallep, uno dei più
straordinari artisti grafici al mondo, l'uomo che ha creato
graficamente Tex donandogli un taglio cinematografico che ancora oggi
risulta moderno e avvincente. Come sempre nella collana "Un uomo
un'avventura" tutto è possibile, anche che le cose finiscano nel
peggiore dei modi. La storia porta la firma di Guido Nolitta, alias
Sergio Bonelli, figlio dell'ideatore di Tex Gianluigi Bonelli e suo
successore alle storie dopo che il padre gli ha passato il timone.
Questo "Uomo del Texas" esce nel 1977, quando nel 1975 Nolitta creava
il personaggio da lui più amato, Mister No. Se L'almanacco
dell'avventura 2014 celebra Canzio e Toppi, questo volume celebra
altri giganti delle nuvole parlanti purtroppo scomparsi. Sergio
Bonelli e Galleppini (o Gallep). Due nomi importanti per Tex, ma
anche per l'editoria Bonelli. Sergio raccoglieva una dura eredità,
quella di continuare a scrivere il maggiore personaggio della casa
materna (Gianluigi intestò tutto alla moglie) con il rischio di
deludere i fan. Di fatto il padre “era Tex”, andava in giro
vestito con tanto di cappello e pistole, con cui sparava a bottiglie
e lattine, entrava in un bar (o saloon) e offriva da bere a tutti.
Gianluigi Bonelli |
Era un autentico personaggio, si direbbe vittima di quanto lui stesso
scriveva, ma anche un uomo generoso, un grande scopritore di talenti
e soprattutto un incredibile autore con una granitica visione del suo
lavoro. Tex riprendeva sì dal mito americano del West, ma in lui c'è
tantissimo del quasi-supereroe, aspetti che lo avvicinano a
personaggi come Dick Tracy, Spirit se non appunto... Superman. Tex è
infallibile, Tex è indistruttibile.
Sergio Bonelli arriva in tempi
diversi. Il padre lo ha nutrito giorno dopo giorno con tutte le
proposte editoriali nel campo dei fumetti, ha investito su di lui per
renderlo il critico e autore più moderno possibile. L'esordio di
Sergio su Tex avviene con lo pseudonimo Nolitta che usò per anni per
non richiamare gli onori del padre e far emergere il solo suo,
sconfinato, talento. Il suo Tex non è più l'uomo invincibile, è un
eroe che può essere anche ferito, finire senza colpi nel caricatore,
lasciarsi andare ogni tanto alla malinconia. Sia chiaro, il
personaggio rimane e tutt'oggi rappresenta una roccia, l'uomo giusto
su cui fare affidamento sempre. Ma Nolitta ne smussa qualche angolo,
ne accentua tratti più umani e degni di essere apprezzati da un
pubblico che è invecchiato con il personaggio e che dalla
invincibilità della vita adolescenziale fa ora i conti con i
problemi della vita adulta. Il ranger di Nolitta di fatto ha trainato
la casa editrice e gli ha permesso di espandersi, con Zagor (1961) e
Mister No (1975). Il Buon Nolitta è stato in ambo i casi
fondamentale, l'ideatore principale e maggiore autore... più per
Mister No però, diranno i miei lettori zagoristi più attempati.
Grazie a queste esperienze la Sergio Bonelli editore è diventata il
colosso che ora è (ma un bell'aiuto, non dimentichiamolo, va, in
tempi più recenti, cioè da metà anni ottanta, all'inquilino di
Craven Road immaginato da Sclavi).
Sergio Bonelli |
L'uomo del Texas è l'ennesima
dichiarazione d'amore di Bonelli e Gallep al mito americano:
dialoghi veloci, splendidi disegni plastici come solo il maestro
Gallep sapeva farne. 64 pagine, di cui quindici dedicate agli autori
(4 per gli autori del documentario) che accompagnano il dvd “Come
Tex nessuno mai” di Giancarlo Soldi. Un documentario che parla di
come sia nata la Bonelli, di Giancarlo come di Sergio Bonelli, dei
grandi autori che si sono succeduti negli anni e di quelli che pur
sporadicamente ci lavorano. Tutto è ricco di interviste a nomi
leggendari e per i fan è sempre un piacere ascoltare e vedere
persone come Ticci, Boselli, Roi, Manara, Castelli, Ambrosini, Sclavi.
Un documentario così ben fatto non lo vedo dai tempi di quello sulla
storia di Daredevil contenuto sull'omonimo film (il documentario di
fatto vale più di tutto quel film), che si componeva di interviste a
Quesada, Lee, Romita Jr, Romita Sr, Cohen, Miller e Silent Bob.
Questo "Come Tex nessuno mai" mi ha dato le stesse vibrazioni, forse
perché amo i fumetti, i film e i game quanto quello che ci sta
dietro ed è sempre mio enorme piacere tediarvi dove posso con
bibliografie più o meno complete degli autori (e spero che questo
mio pallino possiate apprezzarlo anche voi... o per lo meno tollerarlo
quando esagero). In ogni caso è un interessantissimo contributo che
non può mancare a tutti i fan e la cui visione stra-consiglio a
tutti, la migliore occasione per conoscere un po' di più di un
universo narrativo che da anni appassiona migliaia di lettori. C'è
affetto e ricordo per Sergio Bonelli anche nel titolo del mensile di
Tex di settembre: “Il segreto del giudice Bean”. Omaggio diretto
al “Giudice Bean”, una delle prime storie scritte da Bonelli per
i disegni di Sergio Tarquinio, scritto nel 1960 e pubblicato nel
1963, una storia western non di Tex ma per questo non meno
interessante. Di sicuro Bonelli oggi manca e tanto.
Era ancora
giovane, poteva fare ancora tante cose tra cui viaggiare per il mondo
per portarci sulla carta inchiostrata suoi nuovi sogni e suggestioni.
Non sembra ancora reale che sia partito, me lo immagino salutare i
lettori con la prima uscita degli Orfani quando so che è
impossibile. Bonelli era un grande viaggiatore e osservatore delle
realtà umane, poneva tanta attenzione alle popolazioni più povere
come invidiava quelle che ancora riescono a vivere a contatto della
natura. In quello che faceva ci metteva cuore, riportava tanto di lui
nelle tavole di Mr No e delle altre sue opere al punto che se in un
viaggio trovava qualcosa di interessante cercava di metterla su
carta, condividerla con il suo pubblico. Leggere i suoi editoriali
come le presentazioni dei nuovi personaggi dava una dimensione
immediata, diretta, dell'editoria italiana. Come Giovanni Rana, che
sopra i suoi prodotti “ci mette la faccia” (e le sue lasagne sono
strepitose), Bonelli cullava con orgoglio e amore i suoi prodotti,
che faceva uscire solo quando pronti, rifiniti e perfetti. Ogni nuovo
personaggio ci veniva presentato da lui come un nuovo amico più che
il volto di un brand. I suoi fan da sempre lo hanno capito e
apprezzato per questo. E sempre lo ricorderanno.
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