lunedì 21 ottobre 2013

Evangelion 3.33 You can (not) redo

In uscita a fine ottobre in dvd e blu Ray

PRIMA PARTE

E' tanto che volevo parlarvi di Evangelion. È una delle serie che più ha segnato la mia tardo-adolescenza e quindi la mia semi-adulta età della ragione, momento in cui oltre a interessarmi di quanto vedevo in un film-anime-fumetto-videogioco ho iniziato ad apprezzare pure cose secondarie come sceneggiatura, messaggio dell'opera, percorso formativo degli autori e attori, inquadramento storico-sociale e altre boiate con le quali vi tedio da sempre in queste pagine. Eva era perfetto poi per aumentare a dismisura l'ego di ogni fan di cartoni animati, ideale per fornire un patentino (un Bignami verrebbe da dire...) da intellettuale esperto in semiologia, religione, psicologia, drammaturgia a chi se avesse un briciolo di onestà dovrebbe ammettere che si guardano gli anime solo per i robottoni e le tette delle protagoniste. Eva era ed è cultura! 

Bastava dire che lo vedevi, sparare idiozie tipo “che lo capivi” e venivi guardato con occhi diversi. E sticazzi, aggiungo, non esistevano in natura anime così contorti prima di allora (e non mi tirate fuori porcherie di Oshii o alcuni epigoni di Gundam, quella è roba solo pallosa, non complicata). Eva era un autentico cubo di Rubik animato scaturito dalla magia di uno dei più grandi studi, Gainax, e dalla mente di uno dei più grandi registe dell'animazione di tutti i tempi Ideaki Anno (sì, ha fatto anche live-action come Cutie Honey... e per questo lo reputo genio solo dell'animazione...). Una personalità controversa quella di Anno. Di grande cultura e dalla mente agile nell'attingere ed espandere a dismisura l'animazione come mezzo narrativo, ritenuto un eroe da molti e un orco da altrettanti, il grande regista ha impresso un marchio indelebile nelle sue opere e in Eva nello specifico, creando un universo narrativo che ha appassionato generazioni di fan. Anche se molti vi sono stati attirati in quanto accecati dalla sontuosità della bellezza scenica (estetica) per rimanervi folgorati a morte (mentalmente e malamente) senza capire il perché, come le zanzare di Bug's life che vanno incontro alla luce delle zanzariere. Una resa visiva ancora oggi da brivido opera dello studio Gainax, da sempre uno degli studi più amati dai cultori di animazione nipponica per il suo speciale occhio di riguardo verso i fan e la passione nel proporre opere complesse, adulte, mai banali e soprattutto ultra-sperimentali. 

Un ispiratissimo, ruggente e moderno Mecha design progettato da Ikuto Yamashita e dallo stesso Anno, pensato per essere funzionale e realistico e che molti hanno cercato di copiare senza riuscire. Chara iconici disegnati magistralmente dal grande Yoshiyuki Sadamoto, soprattutto tante belle ragazze sensuali che sono entrate di diritto nei sogni erotici (ammettetelo pipparoli!!) e ancora oggi sono soggetto preferito da quelle sante donne che sono le cosplayer gnocche (quelle che si vestono come Ayanami o come Poison Ivy). E per non scontentare le ragazzine pure maschietti affascinanti e dai sentimenti ambigui (e qui parlo a voi, zozzone!). Ritmo narrativo incalzante con diecimila cose che succedono contemporaneamente e gente che urla diecimila termini tecnici che noi riteniamo a posteriori sensatissimi come: “tasso di sincronia disceso del 15%”, “è stata lanciata una bomba enna quadro”, “qualcuno si è introdotto nella camera di Gaf”, “ragioniere cazzi quella randa e si muovi” (no, questa forse non c'era). Ambienti e strutture di un mondo alieno ma credibile, logico, reale, stracolmo di grilli che rompono il silenzio e con al centro una città-fortezza con tanto di “palazzi armati” al cui interno sono celati mitragliatori giganti (quanti millesimi di proprietà in quanto vano lanciamissili, e quindi non abitabile, spetteranno alla Nerv in media su un palazzo di venti piani, e soprattutto, la Nerv andrà alle riunioni di condominio per decidere il ripristino della facciata?) . Una colonna sonora con musiche ed effetti che trapassano i sensi e tormentano le menti con incessanti tamburi e violini quanto con il “ciup ciup” dei maneggiamenti di Shinji. Una regia, quella di Anno, che non conosce mezze misure: si ama o si odia amandola. Una trama che sembra all'inizio classica, robotico-nagaiana (ma dalle chiare influenze Tatsunokiane, che ricorda per molti passaggi Kyashan... non state a scomodare Ideon, che so no ha visto nessuno) con influenze realrobotistiche (disse un mio amico fan dei real - robot, cui comunque rispondevo Nagai è un dio, stolto, Anno è suo figlio e non c'è real robot che potrebbe farcela contro un missile centrale), ma che in realtà è tutt'altro che semplice, tutt'altro che scontata, reiterata, allungata. Davanti alle puntate di Evangelion non si può mai essere sicuri di “capire ogni cosa”, proprio perché gli autori non vogliono e non lasciano che le cose appaiano chiare.

C'è sempre la speranza che qualcuno apra una porta chiusa svelando l'enigma della legge vaticana che impone massimo 3 evangelion per nazione (una delle mille assurdità della trama), ma questo puntualmente non accade. Il regista Anno divaga sul fatto che non ci sia mai stato da parte sua un progetto definito (e in questo ha maggiore onesta di J.J. Abrahams su Lost), ma troppi sono i dettagli e i riferimenti precisi, troppo articolato il progetto e la approfondita documentazione cui ha attinto. Se “non c'è linea guida” siamo davanti a uno dei più colossali casi di depistaggio della narrativa moderna.
La strada giusta-unica per dare un senso alla visione è “interpretare”, adattare a noi stessi Evangelion, magari cogliendo spunto dalle tematiche portanti della serie. Scienza. Religione. Drammaturgia. Filosofia. Psichiatria. Musica. Prendere e mischiare da queste arti (spesso colpevolmente tirandocela un sacco parlando a vanvera di cose che si conoscono solo tramite wikipedia), anche solo per ludico esercizio mentale, spalanca Evangelion oltre i suoi limiti di intrattenimento (quante volte vi hanno detto “questa serie è figa” e quando gli avete chiesto i motivi di interesse vi hanno risposto “perché è giapponese, è quindi figa e punto”?) e porta (caso raro e unico... se escludiamo speculazioni moderne per fenomeni come Death Note e poco altro) a essere veicolo di opinione tra i fan. Interpretare, elaborare e condividere. Sembra che mi stia esprimendo come su un canale educational rai che invita a piegare il cartone per costruire trenini, ma è così! Perché si può scoprire, parlando con altri appassionati-ossessionati-entomologi di Eva, che tutte le teorie sul tavolo, influenzate anche dalla nostra (spesso bassa) cultura individuale, possano magicamente essere tutte giuste e tutte valide. Tutti possono partecipare! Evangelion è uno dei migliori regali dell'animazione giapponese proprio per questo, perché stimola il confronto e l'immaginazione anche al di là di ciò che appare nella serie e nei film. Ed è grandioso che se ne parli ancora oggi dalla prima messa in onda del 1994 e che ancora oggi la gente possa godere di nuove trasposizioni di questa grande-piccola saga. Perché con la sua trentina scarsa di episodi (episodi variant compresi) e i suoi pochi film, Eva fa discutere più che serie animate da 4000 puntate.


L'occasione per parlaverne arriva dritta dalle sale, dove il 3.33 della Rebuilt è stato in programma il 25 settembre. Ma per chi non è riuscito a vedere questo meraviglioso film su grande schermo, la Dynit ha confermato l'uscita in home video per fine ottobre. Dalle specifiche mi pare ahimè che manchi il corto in cg-live Ghibli presente nella versione giappa (ideale anello di congiunzione-supercazzola tra Nausicaa nella Valle del Vento ed Evangelion), ma spero di sbagliarmi.  

FINE PRIMA PARTE

3 commenti:

  1. Scusa l'ho letto solo ora! :)
    Complimenti per la conoscenza di autori, registi e non so cos'altro dei manga/anime, di cui purtroppo ho capito per la mia poca praticanza in questo ambito...
    Comunque speravo di trovare qualche soluzione a questo mio labirinto: ma che differenza c'è tra il film 3.0 e il 3.33???
    Grazie per le particolari esposizioni in merito, splendida la battuta sul ragioniere...ma, se accetti un consiglio, cambia o lo sfondo o il colore del testo, che si finisce gli occhi a leggerlo tutto! XD
    Saluti!
    Leo

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  2. Tu come vedi il testo? Dovrebbe essere verde su fondo bianco; magari si è caricata male la pagina, oppure il mio schermo è particolarmente chiaro e quello che a me sembra leggibile per gli altri non lo è ;) Ora Talk0 ti risponderà sulla questione 3.0, visto che l'espertone è lui!

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  3. Ciao Leo e grazie per i complimenti!
    vado subito al punto della tua domanda. Questa cosa dei numeri è come sempre in Eva l'ennesima roba contorta. Il film originale è tipo 1,0, migliorato in home video come 1.01 a sua volta raffinato, con ulteriori aggiunte, in blu ray come 1.11. Sono aggiunte per lo più grafiche a scene già presenti al cinema, alcune sono miglioramenti all'animazione, altre creano ex novo dettagli nella scena, altre cambino la fotografia della scena. poi non ho capito neanch'io come in Italia sia arrivato effettivamente 1.01 in dvd e 1.11 in blu ray, mentre per le versione dvd del 2 e del 3 abbiano preso già le "migliorate"2.22 e 3.33 (probabilmente costava meno ) . Ma sto divagando e dicendo cose che probabilmente già sai, nello specifico del 3.33 mi pare (se ricordo qualcosa) abbiamo delle scie luminose "angeliche"in agginta all'angelo tentacolare di inizio pellicola, migliore grafica 3d per l'aeronave della Wille, una diversa fotografia nella scena del pianoforte e macchie di sangue extra su quella specie di palla gigante (che detto così non faccio spoiler ma temo che manco si capisce quello che scrivo..). Trovi facilmente e ben documentate le differenze con un qualsiasi motore di ricerca. Sono delle "chicchine", ma per me pure rilevanti come nel caso delle "aureole"implementate agli angeli in 2.22. Certo in 3.33 rispetto a 3.0 c'è poco di più. anche se quelle macchie magari...Eva rimane un bel rompicapo. Ciao e alla prossima ^_^

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