mercoledì 1 maggio 2013

The cape



Una coperta “di Linus”, blu con un fulmine rosso cucito nel centro. l'oggetto più caro di un bambino, il rifugio emotivo di Eric. Sul bordo è stato cucito lo stemma dell'uniforme del padre, disperso in guerra e il piccolo non se ne è mai separato. Una coperta magica. Capace di volare forse. Ma dopo tanti giochi con il fratello Nicky, insieme erano i supereroi Fulmine Rosso e Lampo, una brutta caduta da un albero interrompe di colpo l'infanzia. Da allora la testa di Eric gli causa continue emicranie, per tutta la vita, gli impedisce di concentrasi, di studiare, di crearsi un futuro. Ma è stata una caduta strana, il mantello di Fulmine rosso era in grado di fluttuare nell'aria. Inizia il periodo in ospedale, Eric rimane indietro rispetto ai suoi compagni, ma in lui cresce il sogno di poter davvero volare. Sogno bruscamente infranto, la sua coperta è stata distrutta, dichiara la madre per evitargli altre bravate. Ma la coperta blu con il fulmine c'è ancora. È rimasta sgualcita, nascosta al legittimo proprietario fino a che non viene anni dopo ritrovata da un Eric sempre più fallito, in rotta con la sua ragazza, sempre più rancoroso verso un passato che non ritornerà più e al quale imputa tutti i suoi errori futuri, in guerra perenne con chi “ce l'ha fatta”. 
Ma la coperta è magica e può davvero volare. Sarebbe lo strumento su cui riedificare una vita, ma in mani rancorose potrebbe ridursi a mero mezzo per perpetrare vendetta, per punire le persone più care per una vita deragliata, in fondo per colpe proprie. Perché è stupido fare il supereroe, quando si può scegliere di essere il cattivo, in un mondo di cattivi. E tutti sono cattivi e meritevoli di essere puniti, a partire dalla sua ragazza che “non lo capisce”, passando per la madre che ha infranto i suoi sogni. Solo il supereroe Lampo, il fratello di Eric, Nicky, che invece ha avuto tutto dalla vita, può ora cercare di fermare un sempre più cupo Fulmine Rosso.
Hill è figlio di Stephen King, un nome ingombrante con cui convivere. Ma Hill, qui coadiuvato da Jason Ciaramella, è anche un bravo sceneggiatore che con impegno ha saputo costruirsi una carriera autonoma che, pur non altrettanto blasonata, ha trovato molti consensi in ambito fumettistico. L'horror scorre comunque potente nelle sue vene, The Cape è la dimostrazione che buon sangue non mente. La genesi dell'eroe, il topos fondamentale per ogni scritto di genere supereroistico, il più caro, subisce così la “cura Hill”, una sorta di stupro ideologico cui non mancano tratti satirici di matrice Ennisiana, che sicuramente non mancheranno di far felici molti lettori. Il disegno, opera di Zack Howard, è molto curato, pieno di dettagli, peculiare nella scelta di fondo, nel suo ancorarsi a un tratto pulito, proprio di una visione supereroistica del racconto di stampo classico, cui consegue, parallelamente a un incupimento quasi monocromatico dei colori della tavola, un tratto più brusco e realistico, proprio della narrativa horror, in un andirivieni che scombussola di continuo il registro grafico. La trama è di conseguenza decisamente schizzata e si nutre degli spazi propri delle nuvole parlanti per inanellare colpi di scena continui o, mutuando un'espressione dal genere horror, “bus” inaspettati. Ci si stupisce della cattiveria del protagonista, del suo irritante infantilismo, così come è possibile dispiacersi per lui in quanto tanto rancore verso gli altri è palesemente immotivato, non necessario. Un lavoro quindi non banale, che trova energia anche in una messa in scena veloce e soprattutto definita, conclusiva, idonea a una fruizione essenziale e appagante dell'opera. Assolutamente consigliato, anche alla luce di un'edizione da fumetteria, made in Panini, molto ben fatta. L'opera non ha limitazioni circa la fruizione, ma comunque resta un fumetto da adulti.
Talk0

Nessun commento:

Posta un commento