Storia: Accatino.
Disegni: Casertano
Vietnam. La
pattuglia Foxtrot 2/1 del capitano John Michael Anderson è dispersa
nei dintorni di Tay Ninh, cinquanta miglia da Saigon. È scomparsa da
oltre un anno, a seguito di un operazione di search'n'destroy, quand'ecco che la radio trasmette, una voce angosciata che urla: “ci stano
massacrando” e fornisce le coordinate per un recupero. Il capitano
Artz insieme ad una nuova pattuglia andrà sul posto. La missione non
dovrebbe essere troppo difficile, sono i giorni del Tet, una
festività vietnamita ed è severamente vietato uccidere. Tuttavia
gli uomini di Artz si annoiano e decidono di radere al suolo un
villaggio e depredarlo. Artz interviene quando è troppo tardi,
punisce i colpevoli, ma sulla sua pattuglia grava una maledizione. È
stato versato sangue durante il Tet, lo stesso periodo in cui è
sparita un anno prima la pattuglia di Anderson. Nessuno uscirà vivo.
Nuovo appuntamento
con “Le storie”, gradito ritorno ai disegni di Casertano che dopo
l'eccelso numero 1, il boia di Parigi, regala un'altra sfavillante
prova d'autore. Paesaggi evocativi tra incubo e realtà, personaggi
dai tratti trasfigurati dalla follia con influenze degne di Sin City
(magistrale la caratterizzazione di Artz e il modo in cui, di colpo,
vediamo il suo “secondo profilo”), fantasmi e sangue, l'impatto
visivo de “la pattuglia” è forte e a tratti sconcertante, crudo
e, dove serve, anche poetico. Stupenda una tavola in cui la pattuglia
si muove non tra il grano, come a prima vista appare, ma tra un
numero infinito di bambini-fantasma, quasi da incorniciare.
Inquietante il bambino fantasma con la “scatola”. Una prova come
sempre magistrale per un grande professionista. La storia di
Accatino, anche lui come Casertano scuderia Bonelli, opera
prevalente Dylan Dog, muove sulla linea tracciata da film come
Allucinazione Perversa (l'opera che più si avvicina e che non è
citata a pagina 4 nella rubrica “Story teller”), laddove si
sovrappone all'incubo reale della guerra in Vietnam anche
connotazioni metafisiche degne di una autentica discesa negli inferi.
La maledizione ha inoltre un sapore ineluttabile, quasi di ringhiana
memoria, che rende il prodotto fresco e accattivante. Un quadro
decisamente buono, ma un po'manieristico nell'insieme. La prima parte
è lenta, alcuni passaggi prevedibili e (purtroppo) già visti meglio
altrove. È davvero necessaria la la parte di Saigon by night se poi
all'economia della storia non serve a nulla? È Casertano a “portare
il lavoro a casa” fino al conflitto finale, degno di uno zombie
movie, dove Accatino ritrova dei guizzi interessanti per chiudere,
anche se senza “il botto” la vicenda. Un numero nell'insieme ben
fatto, ottima continuazione di una serie che ci sta regalando vere e
proprie perle a fumetti.
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