A Los Angeles, in una casetta verdeggiante ben ordinata, tutta centrini, gattini e fiori colorati, vive da sola la dinamica novantenne Thelma (June Squibb, attrice di Broadway che ha debuttato al cinema con Alice di Woody Allen). Amata dallo stralunato e un po’ sbadato nipote ventenne Danny (Fred Hechinger), “sorvegliata” dalla sempre più preoccupata e assillante figlia Gail (Parker Posey) e dal suo caustico genero Alan (Clark Gregg), Thelma è autonoma, fa le sue commissioni e ginnastica, sa usare il computer, ama fare centrini a mano, i film con Tom Cruise e sfoderare abilità ai fornelli.
Nonostante una vena malinconica, dovuta alla recente scomparsa del marito, tira avanti con positività. Un giorno però Thelma è costretta a fare i conti con delle “brutte persone”, a seguito di una telefonata strana.
Una voce poco chiara alla cornetta dice di essere suo nipote Danny. È finito in prigione dopo un poco chiaro “incidente”, è spaventato e nel panico. Interviene nella comunicazione un tizio che afferma di essere un avvocato d’ufficio, che senza troppi giri di parole le chiede di depositare subito 10.000 dollari, in una cassetta delle lettere specifica, per permettergli di patrocinare il nipote e chiedere il rilascio in attesa di processo.
Tutto è molto inaspettato, ansiogeno e richiede decisioni veloci. Al telefono né Danny né Gail rispondono, così anche Thelma entra nel panico. Raccoglie da cassetti e scatole di biscotti i risparmi, li mette in una busta e va alla cassetta delle lettere indicata.
Deposita tutto con il cuore in gola. Poi arrivano delle telefonate, da Gail e poi da Danny. Stanno tutti bene e lei è sollevata, ma capisce che è stata truffata.
Si sente di colpo stupida.
La polizia ha le mani legate per questo genere di truffe: gli anziani fragili sono vittime designate e meno male che la nonnina è ancora in salute e non ha ricevuto brutti incontri. Rincasata, non aiuta il suo morale sentire i suoi parenti che parlano nella stanza accanto, ventilando la possibilità di farla entrare in una casa di riposo per evitare in futuro simili situazioni.
Del resto a volte dimentica le cose, è sempre più distratta. È per il suo bene. Thelma si sente di colpo “sola”.
Ma al contempo vuole con orgoglio dimostrare di essere ancora in grado di risolvere la situazione. Così contatta due vecchi amici.
In una casa di riposto di zona, trova ancora Ben (Richard Roundtree, attore conosciuto negli anni ‘70, negli action della blackspoitation, per il ruolo del detective Shaft). Ben era un tipo tosto e ora possiede una di quelle motorette da anziani tosti: rossa fuoco, con la quale si può uscire indisturbati per tutta Los Angeles. È diventato con l’età un tipo fin troppo tranquillo, che più che all’azione pensa al suo imminente debutto in un musical realizzato dalla casa di riposto, ma è un partner su cui si può contare.
In una casetta assediata dai pacchi e dai gatti si trova invece la taciturna e sorridente Mona (Bunny Levine). Fa ancora battere il cuore di Ben, anche se ormai ha solo un filo di voce e non può quasi muoversi dal divano. Ma in un posto segreto della sua stanza tiene sempre la sua pistola. Senza dire nulla a parenti e polizia, Thelma e il suo gruppo partono al contrattacco.
Indagano di nascosto.
Piantonano il luogo dove ha depositato i soldi e forse scoprono un ragazzo (Aidan Fiske) che è collegato alla truffa. Tra pedinamenti, esplosioni, dialoghi da duri e tutte le acrobazie action che può eseguire con stile una novantenne, la nostra eroina cercherà di riprendersi il maltolto, fino a confrontarsi con un losco antiquario (un esilarante Malcom McDowell)
Ma basterà il suo orgoglio per risolvere la situazione e “scansare” la casa di riposo?
Ha quasi tutti gli elementi di uno spin-off di Arma Letale, la divertente, piccola e sfiziosa pellicola scritta e diretta da Josh Margolin.
Il film è delicato quanto dedicato affettuosamente alla nonna del regista, anche lei purtroppo rimasta vittima di un brutto raggiro ai danni degli anziani, ma abbastanza combattiva da essersi rialzata dopo quel brutto colpo. Il nipote con questa storia ha giusto raccontato questo evento con maggiore “spettacolarità”.
Queste odiose truffe “al cellulare” si stanno purtroppo molto diffondendo e il trauma subito da vittime così fragili è spesso davvero terribile.
Con Thelma il cinema vuole dare un messaggio di speranza e positività, pieno di ironia e momenti action assurdi, senza però dimenticarsi di trattare con un certo realismo e garbo l’età dei personaggi, così come il loro sempre vivace mondo interiore.
La dolcissima June Squibb, alla splendida età di 93 anni, ha deciso come Tom Cruise di girare personalmente tutte le sue scene action. Sono per lo più scene di inseguimento su quelle motorette per anziani, ma ci sono anche piccole corse a piedi, scalate su superfici scivolose, persino capriole acrobatiche usate per superare il materasso di un letto rotolandoci sopra. Sono scene buffissime, ma lei è bravissima e super motivata nel farle al meglio. Oltre a essere quindi una provetta “action hero”, peraltro lodata da Tom Cruise stesso, la Squibb riesce a trasmetterci anche solo con uno sguardo tutta la dolcezza e simpatica del suo personaggio. La sua voglia di rivalsa verso un mondo che la sta “lasciando da parte”, la malinconia, il carattere sarcastico e l’inestinguibile voglia di libertà, la gioia di vivere.
Richard Roundtree è la sua spalla ideale, come lo era Danny Glover per Mel Gibson. L’ex Shaft è ancora abbastanza atletico, carico di carisma e battute fulminanti. Sa imporsi sulla scena anche lui come action hero e ha un paio di monologhi davvero niente male, molto toccanti quanto complessi come il suo personaggio, che non sarà più spavaldo come Shaft ma sa il fatto suo.
Ha invece un ruolo più piccolo ma molto tenero e riuscito Bunny Levine. La sua silenziosa Mona, quasi immobile, che combatte con gli scarafaggi che assediano la sua casa contando sulla possibilità di schiacciarli solo quando sono alla portata della sua paletta, nasconde uno sguardo deciso degno di Clint Eastwood. Il suo perenne sorriso prende invece il posto di tutto un mondo di emozioni che il suo personaggio non è più in grado di esprimere, se non molto lentamente, ma sempre con generosità. Commuove.
È invece ancora molto carismatico Malcom McDowell, che qui aggiunge un nuovo divertente “villain” sopra le righe alla sua infinta galleria di Bad Guy. Pur seduto, con un respiratore e poca familiarità con la tecnologia, il suo “antiquario” convince, inquieta ma al contempo diverte. Oltre a risultare pure lui buffamente tenero.
Mentre gli anziani si dimostrano donne e uomini d’azione, i giovani personaggi dei “nipoti”, interpretati da Fred Hechinger e Aidan Fiske, hanno a che fare con infinite fragilità e cambi di rotta emotivi: quasi condannati a un limbo per colpa del quale “non saranno mai adulti”. Figli di genitori assenti o ultra protettivi, come la madre petulante di Parker Posey e il cinico e sarcastico imprenditore di Clark Gregg, buoni solo a fare “tanto rumore per nulla”, i giovani rincorrono in qualche modo lo “spirito libero dei nonni”, cercando di compiere nella comunicazione un interessante “salto generazionale”.
Thelma non è solo un action Movie quindi, ma piuttosto un sacchetto pieno di caramelle emotive interessanti da assaporare una per una, cogliendo le tante piccole sfumature e sapori di un’opera che sa farsi apprezzare anche oltre la prima visione. Splendidamente recitato, fresco e dinamico, dal ritmo veloce e senza tempi morti, Thelma è un’opera davvero interessante, che per altro ci presenta un regista e autore nuovo, di cui già aspettiamo i prossimi lavori.
Se avete i nonni o parenti anziani, fate con loro (e magari i nipotini) un giro in sala per vedere Thelma. Tirate fuori il loro lato da action hero. Chissà se Thelma e Ben verrano arruolati da Stallone per il nuovo Expendables…
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