Roma, inizi dell'800. La capitale è un'autentica polveriera. Il clima politico e sociale è teso, tra la Restaurazione del 1815 e i moti carbonari. Nell'aria si respira un ritorno al misticismo che apparentemente fa a pugni con il nascente progresso scientifico e di conseguenza l'arte, tra tanti input contrastanti, letteralmente esplode e diventa smagliante, anche grazie per la vivacità e acume di interpreti e autori. Un periodo teso ma anche vulcanico, ponte ideale tra passato e futuro in cui si muovono, tra i vicoli meno illuminati e sotterranei edificati ai tempi del grande impero, le società segrete, le cui origini si perdono nel tempo e le cui mani da esperti burattinai sono ovunque, invisibili, insondabili, pronte a direzionare il potere secondo i loro interessi. L'associazione Sciarada vede tra le sue fila Mercurio Loi. Un po' Sherlock Holmes, un po' agente segreto, un po' mistico. Docente universitario, amante delle belle donne e tradizioni romanesche, altezzoso, severo, isterico, vanitoso e pure un po' bruttino. Ma geniale, dall'animo libero, coraggioso e determinato, seppur solo nei momenti che lo richiedono. Un uomo dalle mille sfaccettature che di notte si aggira con un lungo mantello nero portando un bastone da passeggio con l'impugnatura a forma di lupo che in realtà è una specie di arma-rampino multiuso. Ad accompagnarlo nelle sue avventure c'è il giovane Ottone, suo allievo. Ottone è giovane e ribelle, di bell'aspetto. Di giorno studente, di notte quando non accompagna Loi, e apparentemente a sua insaputa, un elemento attivo della carboneria ma ancora confuso, impulsivo.
Nell'Urbe stanno accadendo strani avvenimenti. Castel Sant'Angelo è stato teatro di morti che sembrano in qualche modo legate a presenze spiritiche, ma sotto deve esserci qualcosa di ben più concreto, le vittime fanno parte di una associazione segreta. Così Mercurio Roi è chiamato ad indagare per conto di Sciarada, non escludendo a prescindere alcuna pista, anche quelle più improbabili, perché nella Roma di inizio ottocento scienza e magia spesso si confondono.
Bilotta e Mosca creano un personaggio magnifico che si muove in un'ambientazione storica affascinante e per certi versi nuova per il mondo fumettistico. La mente corre ovviamente subito ad un thriller con sfumature sovrannaturali e una similare ma differente ambientazione storica italiana, quello straordinario romanzo a fumetti che era Gli occhi e il buio del bravissimo Gigi Simeoni, il cui seguito è stato ospitato sulle pagine di questa collana con titolo Amore Nero. Il gusto è differente, così come la messa in scena, ma il livello, davvero alto, è lo stesso. Ma vicoli bui e assassini nascosti all'ombra di una Roma così vivace e pericolosa ci fanno sentire anche dalle parti di From Hell di Moore e le ambientazioni surreali e fantastiche di mondi sotterranei brulicanti di adepti di culti pagani fanno volare la fantasia verso pellicole come Indiana Jones e Piramide di Paura (scenario di molte produzioni di BD classiche, Tin Tin e Alix Senator in primis). Mercurio Loi colpisce dritto come un pugno l'immaginazione del lettore. Bilotta costruisce un affresco storico coerente e puntuale, impreziosito da gustose citazioni letterarie e folclore, ma rimane modernissimo nella struttura, citando anche il mondo dei comics e dei telefilm. In Loi si sommano acume e tic di personaggi amatissimi quanto eccentrici. C'è un po' di Holmes ma anche delle sue "evoluzione moderne", dal Dr.Who al Dr.House. Non mancano suggestioni provenienti dai comics americani, come quel geniale bastone con impugnatura a testa di lupo che pare uscito dritto da Daredevil e il rapporto maestro - allievo, non troppo dissimile da quello che si trova sulla testata di un celebre detective dalle orecchie a punta che vive in una caverna (e c'è pure un gustoso accenno al "cappuccio rosso", a dirla tutta). Mosca crea una Roma bellissima e dettagliata, reale quanto magica e da volto graficamente ad un personaggio che davvero non somiglia a nessuno e rimarrà probabilmente impresso nella mente a molti. L'impegno del disegnatore nel riprodurre al meglio architetture e volti perfettamente credibili e inquadrabili in quel momento storico è ammirevole e la regia delle vignette è sempre precisa, cinematografica, divertente.
Il numero 28 di questa collana è senza ombra di dubbio una delle Storie più belle e divertenti che ci è capitato di leggere. Mi piace molto quando la Bonelli punta sulla Storia e l'ambientazione italiana e lo fa con autentici maestri delle nuvole parlanti. Gli occhi e il buio meriterebbe una collana o almeno una miniserie e lo stesso posso dire oggi per questo folgorante Mercuiro Loi.
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Il numero 28 di questa collana è senza ombra di dubbio una delle Storie più belle e divertenti che ci è capitato di leggere. Mi piace molto quando la Bonelli punta sulla Storia e l'ambientazione italiana e lo fa con autentici maestri delle nuvole parlanti. Gli occhi e il buio meriterebbe una collana o almeno una miniserie e lo stesso posso dire oggi per questo folgorante Mercuiro Loi.
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