Le solite scuse di Rodriguez per rimandare il sequel di
Predators
Basta Rodriguez!
Ci hai rotto!!!! Ho visto quella puttanata senza appello di “Spy
kids 4”, ho scosso la testa al modo poco riguardoso con cui sfrutti
quell'anziano signore di Danny Trejo in “Machete kills” (sì, il
film poteva decisamente essere meglio e speravamo lo fosse), ora pur
di fare l'unica cosa che il mondo chiede, cacciare fuori un nuovo
Predator (o levarti dalle palle e farlo fare a qualcun altro) tu cosa
fai? Ritorni a Sin City secoli dopo il primo episodio, con parte del
cast defunta e le chiappe della Alba che non sono più quelle di un
tempo? Vabbeh, andiamo con il trailer...
Beh, però! Non
sembra tanto male! Rimostranze a parte per il modo ultra-gigione con
coi Rodriguez gestisce la sua carriera, Sin City gli era riuscito
dannatamente bene. Il materiale di partenza era dinamite, la
declinazione supereroistica al tramonto del cavaliere oscuro ficcata
in un mondo hardboiled dove i quartieri sono gestiti da prostitute
armate di uzi e katane. Wow. Il cast era pazzesco, tra Rourke a
Willis passando per la Alba e la Cugino, e soprattutto grazie al
trucco virtualmente identico ai personaggi nati su carta in una
rappresentazione ultra-cool fedele al 100% al fumetto comprendente
battutacce, un sacco di sangue, tette come se piovessero, puro
umorismo nero, azione indiavolata. Su un forum a cui ero iscritto
diedi senza alcuna remore 10 su 10 al lavoro di Rodriguez.
Fu subito
amore. Poi molti si interrogarono sulla questione del “lost in
translation” tra media, su quanto un fumetto potesse essere tradotto
e non tradito su pellicola, ma della discussione Sin City era solo
spunto. Ci sono fumetti intraducibili su schermo senza alterarne ritmo
e potenza visiva. Sin City non è uno di questi. Frank Miller quando
lo concepì diede alle tavole la cinematica giusta alla traduzione,
al punto che i volumi fornirono un autentico story board definitivo
da limitarsi a riprodurre così come era per raggiugere il migliore
risultato possibile.
Acqua sotto i
ponti ne è passata. Si diceva che prima o poi il numero 2 sarebbe
arrivato, ma “The spirit” diretto da Miller ed evoluzione della
stessa tecnica grafica di Sin City floppò. E fu un peccato perché rivisto a mente fredda non era così male, anzi. Eppure lo spettacolo
sapeva di già visto, si temeva forse che diecimila film come Sin
City occupassero le sale? Il cap.2 venne messo in soffitta fino a che
Snyder portò in sala un altro lavorone di Miller, 300. Questa volta
la via non fu il bianco e nero ma una fotografia esautorata e
post-colorata che dava alla pellicola un impatto caravaggesco.
Figata. Tarsim prova ad emularne lo stile con Immortals. Pernacchie.
Pare che ci sia una strana maledizione. Da poco uscito il seguito di 300.
Va abbastanza benino, anche se nulla di clamoroso. Torna quindi in
cantiere Sin City 2.
Questa volta al
cast si aggiunge la bellissima e brava Eva Green, la dama per cui
uccidere di cui al titolo, Clive Owen per esigenze di trama è
sostituito da Brolin. Tornano Willis, Alba, Rourke. Se il primo Sin
City era un mix di tre storie, qui abbiamo un unica graphic novel di
riferimento, scritta in seguito e che funge da reunion di molti
personaggi della saga. Una buona base di partenza. Sembra che alla
fine della visione definitiva di questa pellicola, in uscita da noi
verso settembre, Frank Miller abbia detto a Rodriguez di volere già
lavorare ad un numero 3.
Ritarderà
ulteriormente il nuovo Predator, ma almeno non sarà per Spy Kids
5...
Quando sapremo di
più su questo Sin City 2 vi faremo sapere.
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